riconvertire le fabbriche di armi



Fonte: La nonviolenza è in cammino - a cura di Peppe Sini

LIDIA MENAPACE: RICONVERTIRE A PRODUZIONI CIVILI LE
FABBRICHE DI ARMI

[Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: llidiamenapace at virgilio.it) per
questo intervento. Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla
Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica
amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra
le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti
della societa' civile, della nonviolenza in cammino. La maggior parte degli
scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e
riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. (a
cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani,
Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia
politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in
collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra
indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo
accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna,
Milano 2001]

Affrontare il tema delle fabbriche di armi e' una questione scottante e
importante.
Gia' sono in corso varie campagne, come quella contro le "banche armate" e a
Brescia quella contro "Exa".
Sulle fabbriche di armi bisogna raccogliere materiale informativo e
predisporre progetti di riconversione: e' un pezzo importantissimo del
passaggio da una economia di guerra a una di pace, anche per non danneggiare
lavoratori e lavoratrici cui non si puo' certo chiedere che si licenzino in
massa o facciano del sabotaggio in fabbriche militarizzate anche quando sono
private.
Bisogna invece avviare la riconversione in modo che sia chiaro che
l'occupazione non viene toccata e non si perde ne' il motto "Non c'e' pace
senza giustizia (giustizia sociale ovviamente) ottenuta con mezzi pacifici",
ne' il consenso popolare, sindacale e del mondo del lavoro.
Vi sono in Europa numerosi esempi di riconversione e credo che il Forum
sociale europeo dovrebbe essere investito dalla proposta di studiare e
scambiare informazioni in proposito: si tratta di una questione enorme per
dimensioni e risorse che si possono recuperare a un uso positivo.
La provincia autonoma di Bolzano - ad esempio - acquista per le persone
portatrici di handicap motorio, che vivono in montagna e che non potrebbero
muoversi per sentieri scoscesi e impervi, delle carrozzelle a motore
elettrico che si fabbricano a Kiel in una fabbrica dismessa di motori per
sommergibili (della seconda guerra mondiale): le carrozzelle progettate con
quattro ruote motrici e motori potenti e silenziosi danno alle persone che
le ricevono in comodato una possibilita' di movimento e di relazione davvero
impensabili. So che si usa dire che  Bolzano riceve una barca di soldi dal
centro, ma come vedete si possono anche spendere bene.