Re: Appello "Disarmiamo EXA 2003"



Caro Francesco, Grazie,
Molto interessante.
Interessante anche il fatto che tu ti sia reso disponibile per darcia una
mano per il "sito" sulle lotte per la riconversione.
Ci sentiamo appena hai novità.
Ciao.
Elio

-----Messaggio Originale-----
Da: "francesco iannuzzelli" <francesco at peacelink.org>
A: <disarmo at peacelink.it>
Data invio: sabato 1 marzo 2003 13.42
Oggetto: Fwd: Appello "Disarmiamo EXA 2003"


>
>
> ----------  Forwarded Message  ----------
>
> Brescia, febbraio 2003
>
>
> Cari amici, care amiche
>
> vi inviamo qui allegato un appello attraverso il quale vorremmo avviare
> anche quest'anno la campagna "Disarmiamo Exa 2003".
>
> Come molti/e di voi sanno, nei mesi che ci hanno separato dalla campagna
> dello scorso anno non siamo stati fermi.
>
> Quest'estate il Brescia Social Forum, assieme a numerose associazioni e
> organizzazioni cittadine, laiche e religiose, ha sostenuto una iniziativa
> per richiedere la modifica del regolamento di Exa 2003.
>
> Formulavamo in quell'appello una minima richiesta: che in quella mostra
> venisse esposto esclusivamente ciò che effettivamente è promosso nel
marchio
> pubblicitario di EXA, cioè "armi sportive e da caccia".
>
> Non c'è stato nulla da fare. Ci hanno risposto affermando che la ricerca
del
> profitto non si pone problemi etici, non guarda in faccia a nessuno. Ciò
che
> viene esposto è legale e le armi ­ tutte ­ sono un prodotto come un altro.
>
> Non solo, abbiamo dato in questi mesi il nostro contributo affinché il
> percorso per la costruzione di un osservatorio permanente sulle armi
leggere
> (OPAL) andasse avanti. Speriamo, quanto prima, di potere avviare anche
> questa importante novità tra le iniziative prodotte a Brescia.
>
> Ora però EXA 2003 è alle porte e chiunque pensi che sia un problema
produrre
>   promuovere e diffondere armi per la difesa personale, per la repressione
> violenta della libertà di pensiero e di manifestazione e per l'uso bellico
> dovrebbe essere seriamente preoccupato.
>
> Non crediamo utile dilungarci sugli argomenti già sviluppati nell'appello.
>
> Speriamo fortemente però che si manifesti il vostro sostegno a questa
> iniziativa. Siamo pronti a discutere con voi di ogni eventuale
arricchimento
>   ogni integrazione, ogni approfondimento, su questa direzione di lavoro,
> sugli eventuali sviluppi al lancio della campagna. Speriamo che si esprima
> con la più grande varietà di iniziative, attraverso la sensibilità e la
> storia di ognuna/o, la volontà e l'auspicio per la costruzione di un mondo
> senza armi. Speriamo di potere esprimere insieme la volontà di pace e
> giustizia proprie di grandissima parte della società civile di Brescia e
del
> Paese.
>
> Vi inviamo i nostri più cordiali saluti.
>
> Per il Brescia Social Forum
> Mimmo Cortese
>
>
>
> APPELLO
>
> CAMPAGNA DISARMIAMO EXA 2003
>
> UNA CITTÁ SICURA SENZA ARMI
> UNA CITTÁ SI CURA CON LA SOLIDARIETÁ, LA GIUSTIZIA SOCIALE,
> LA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA, L'ACCOGLIENZA, DIRITTI EGUALI PER
> TUTTI/E
>
> BRESCIA, 12 ­ 15 APRILE 2003
>
> Quest'anno, dal 12 al 15 aprile, Brescia ospita la ventiduesima edizione
di
> EXA, uno degli appuntamenti espositivi più importanti per le maggiori
> aziende produttrici di armi leggere e di piccolo calibro a livello
mondiale.
>
> Secondo la pubblicistica degli organizzatori l'esposizione promuove l'uso
> delle "armi sportive e dell'outdoor". In realtà l'esposizione è ampliata
> alle armi da difesa personale (pistole e revolver in grande quantità),
> articoli antisommossa per le polizie di tutto il mondo (compresi
manganelli,
> gas lacrimogeni, bersagli in forma di sagome umane, abbigliamento per
corpi
> speciali) e fucili Sniper (quelli usati dai cecchini che mirano obbiettivi
> umani), armi che pur non essendo classificate "da guerra", per la legge
> italiana, sono state vendute illegalmente (spesso sotto la copertura del
> commercio legale, come ci ha ricordato Mons. R. Martino, rappresentante
> della Santa Sede all'Onu, nel suo intervento alla 56ma Sessione Generale
> dell'Onu dell'ottobre 2001) e usate nell'ultimo decennio nei conflitti che
> hanno insanguinato grandi aree del pianeta.
>
> Un'EXA cosiffatta finisce per promuovere non l'attività sportiva ma l'idea
> di un mondo armato, di una società in cui il ricorso alle armi è diventato
> una faccenda banale, cosa di tutti i giorni ed alla portata di tutti/e.
Una
> mostra che nelle giornate aperte al pubblico viene infatti visitata da
> migliaia di semplici cittadini/e, tra cui molti ragazze/i, tante/i delle/i
> quali minori.
>
> La società che trascolora da quella rassegna è quella nella quale la
> sicurezza viene affidata alle forze speciali, alle polizie d'ogni ordine e
> grado e infine al "fai da te", come molte forze politiche ­ anche
> governative ­ propugnano da tempo e che anche l'attuale ministro alla
Difesa
>   On. Martino, ha recentemente ha auspicato, proponendo una modifica della
> legge sul porto d'armi nel nostro paese. Una società in preda alla paura,
> che alimenta e promuove una inaccettabile cultura, con un unico strumento
a
> sua disposizione: la violenza!
>
> Quest'estate il Brescia Social Forum, assieme a numerose associazioni e
> organizzazioni cittadine, laiche e religiose, ha sostenuto una iniziativa
> per richiedere la modifica del regolamento di Exa 2003. L'appello
> sottoscritto formulava, agli organizzatori della rassegna, una semplice
> richiesta: esponete esclusivamente ciò che effettivamente viene promosso
nel
> vostro marchio pubblicitario, "armi sportive e da caccia". Eliminate dal
> campionario in mostra tutte le armi da difesa personale e ad uso di corpi
> speciali e polizie! Ma anche su questo terreno, quello ­ minimale ­ della
> stretta coerenza con quanto dichiarato dagli organizzatori stessi nel
> marchio pubblicitario della mostra, non c'è stato nulla da fare: le armi
> leggere sono ­ tutte! ­ un prodotto come un altro. La ricerca del profitto
> non si pone problemi etici, non guarda in faccia a nessuno. Il nostro
> appello è stato respinto.
>
> Il parlamento italiano sta chiudendo in questi giorni la discussione sulle
> modifiche alla legge 185 sul controllo e la limitazione del commercio di
> armi. Scopo evidente delle proposte di modifica è rendere molto più
> permissiva la normativa vigente. E' a nostro avviso di grande importanza
> dare sostegno alle campagne in atto nel Paese a difesa della legge 185/90.
>
> Disarmare Exa significa anche denunciare la finanza armata: le connessioni
> tra finanza ufficiale e paradisi fiscali, le banche che finanziano il
> traffico internazionale di armi, gli Stati che destinano quote importanti
> del loro P.I.L. alle spese militari, sottraendole alla spesa sociale; le
> lobbies e i potentati che influenzano scelte politiche, gravide di effetti
> distruttivi nel mondo.
>
> Nell'ultimo decennio due milioni e mezzo di bambini/e sono stati uccisi/e
in
> conflitti dove sono state usate armi leggere e cinque milioni sono
> diventati/e disabili. Si stima che soltanto in Afghanistan vi siano circa
> dieci milioni di armi di piccolo calibro; sette milioni in Africa
> Occidentale, circa due milioni in America Centrale. Nei moltissimi
conflitti
> scoppiati nell'ultimo decennio circa la metà delle armi complessive
> utilizzate per le operazioni di guerra sono delle tipologie prodotte dalle
> aziende che espongono ad Exa. Oggi nel mondo circolano
cinquecentocinquanta
> milioni di armi leggere oltre a quelle usate da polizie ed eserciti.
>
> Nel luglio 2001 il Segretario Generale dell'O.N.U. Kofhi Annan, ha
definito
> le armi leggere e di piccolo calibro, "armi di distruzione di massa".
>
> L'Italia è il terzo Paese produttore mondiale di armi leggere. Circa l'90%
> delle armi leggere prodotte in Italia viene da Brescia. Crediamo sia
venuto
> il momento di avviare una riflessione profonda sulla produzione e il
> commercio dei sistemi d'arma.
>
> Al termine della campagna che abbiamo intrapreso nel 2002 è stato avviato
un
> percorso per la costruzione di un osservatorio permanente sulle armi
leggere
> (OPAL) attraverso il quale monitorare e studiare la produzione e il
> commercio in quel settore, ma anche per riaprire la prospettiva ­
complessa
> e di lungo periodo, ma certo praticabile e ineludibile - della
riconversione
> dell'industria armiera di natura bellica a produzioni civili, garantendo
> reddito e occupazione ai lavoratori. Considerato anche che negli ultimi 10
> anni si è ridotta l'occupazione nel settore armiero bresciano di oltre il
> 50%. Oltre 3000 addetti in meno a fronte di un aumento di produzione e di
> profitto aziendale. La delocalizzazione, uno dei tanti frutti amari della
> globalizzazione neoliberista, ha investito anche questo settore. Crediamo
> quindi sia interesse anche dei lavoratori, delle lavoratrci e delle loro
> famiglie iniziare a interrogarsi sul complesso di questo sistema
produttivo.
>
> Opporsi ad EXA significa anche dire un no concreto e forte a tutte le
guerre
>   un no concreto e forte alla guerra minacciata all'Irak dalla coalizione
> guidata dagli Stati Uniti d'America. Un'avventura catastrofica cui anche
il
> nostro governo si è accodato con solerzia, in violazione dell'articolo 11
> della Costituzione repubblicana ("L'Italia ripudia la guerra come
strumento
> di risoluzione delle controversie internazionali"). Una guerra per
garantire
> non la sicurezza comune, né la lotta al terrorismo, bensì il dominio
> imperiale di pochi ricchi sulle più importanti risorse del pianeta. Oggi
per
> il petrolio, domani per l'acqua. Un conflitto che inaugurerebbe la Guerra
> Preventiva di Bush, vera e propria aberrazione, svolta di civiltà verso la
> catastrofe del diritto e della convivenza internazionale.
>
> Per queste ragioni facciamo appello a tutte le realtà associative,
politiche
>   sindacali, ai singoli cittadini/e, perché manifestino in mille forme
> pacifiche e chiare l'opposizione alla produzione, alla promozione e alla
> diffusione di armi per la difesa personale, per la repressione violenta
> della libertà di pensiero e di manifestazione e per l'uso bellico.
> Esprimiamo con la più grande varietà di iniziative, attraverso la
> sensibilità e la storia di ognuna/o, la volontà e l'auspicio per la
> costruzione di un mondo senza armi. Esprimiamo insieme la volontà di pace
e
> giustizia proprie di grandissima parte della società civile di Brescia e
del
> Paese.
>
> A Brescia, il 12 e il 15 aprile 2003, in concomitanza con l'esposizione di
> EXA.
>
> Le adesioni all'appello, che possono essere tanto a titolo personale
quanto
> a nome di realtà collettive, devono essere inviate via mail a
> bsf at bresciasocialforum.org
>
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> francesco iannuzzelli    francesco at peacelink.org
> associazione peacelink   http://www.peacelink.it
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