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Foglio di Collegamento n. 104
Cari amici,
vi invio nel corpo di questo messaggio
il numero 104 del nostro Foglio di Collegamento.
Vi preghiamo:
- di partecipare all'appello per fermare l'esecuzione in Oklahoma di Scott
Allen Hain minorenne all'epoca del crimine (n. 6) e
- di scrivere una lettera al Procuratore Generale del Texas per aiutare il
nostro amico Kenneth Foster (n. 2).
Per stampare dall'allegato Word le petizioni dovete: marcare il pezzo che
vi interessa, cliccare Copia nel menu Modifica, aprire un File Nuovo e
infine cliccare Incolla (sempre nel menu Modifica).
Cordiali saluti e auguri di buona lettura
Loredana Giannini
N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in
poi, fatecelo sapere
******************************
FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU
Numero 104 - Febbraio 2003
Sommario:
1 ) Kenneth ci scrive
2 ) Una lettera al Procuratore Generale per aiutare Kenneth
3 ) Gli Stati Uniti di nuovo fustigati dalla Corte internazionale
4 ) Ashcroft aggressivo promotore della pena di morte
5 ) Drammatici sviluppi dei casi di minorenni condannati a morte
6 ) Salviamo Scott Allen Hain minorenne all'epoca del crimine
7 ) Tendenze contrastanti nella nuova amministrazione in Maryland
8 ) Ucciso l'anglo-americano Elliot nonostante le proteste inglesi
9 ) Il sapore della liberta' dopo 16 anni nel braccio della morte
10) Bush vuol chiudere un istituto che difende i condannati a morte
11) Sospesa l'esecuzione di Gregory Van Alstyne
12) Annullata in Iran la sentenza di morte per il professor Aghajari
13) Per gli ultimi appelli? Gli avvocati peggiori!
14) Notiziario: Arabia Saudita, Oklahoma, Missouri, Texas
1) KENNETH CI SCRIVE
Il nostro amico Kenneth Foster ci ha inviato la seguente lettera carica di
forza morale e latrice di buone notizie. Kenneth si rivela una persona
proprio eccezionale: forte e controllato, pieno di entusiasmo e di capacità
organizzative. Non sembra che a scrivere sia un uomo rinchiuso in una cella
di due metri per tre: potrebbe benissimo trattarsi di un giovane attivista
seduto davanti al suo computer in un ufficio confortevole e luminoso.
Invece Kenneth, quando si riferisce al "suo" sito (
www.todesstrafe-usa.de/death_penalty/alive_foster.htm ) o ai "suoi"
volantini, sta parlando di materiale e lavoro prodotti dagli amici sparsi
nel mondo che lui ha saputo riunire ed organizzare!
Ci piacciono i tipi come lui, perché dall'interno del braccio della
morte, possono davvero rappresentare un faro di speranza e di riferimento
per i loro compagni di sventura e saranno certo persone come Kenneth che
nel tempo riusciranno a portare avanti la lotta abolizionista fino
all'indubitabile, seppure ancora lontano, trionfo finale! (Grazia)
Cari amici italiani,
dall'ultima volta che ho scritto per il
Bollettino del Comitato Paul Rougeau sono successe molte cose, non solo
riguardo al mio caso, ma riguardo alla pena di morte in generale. I fatti
avvenuti dovrebbero incoraggiare voi (e noi tutti) a renderci conto che le
persone stanno ascoltando il grido per la giustizia e per il rispetto
dell'umanità. Dobbiamo ricordarci sempre che senza Giustizia Sociale non
può esservi Ordine Sociale.
Anche se questa notizia è stata ampiamente divulgata, desidero parlarne
di nuovo perché mi dà speranza. All'inizio di gennaio il Governatore Ryan
dell'Illinois (al termine del suo ultimo incarico di governatore) ha
commutato le condanne a morte di 171 prigionieri. Quattro di questi sono
stati completamente esonerati. Dopo molta riflessione e dopo aver trovato
il necessario coraggio, il governatore Ryan ha fatto la cosa giusta. In
precedenza Ryan aveva indetto una moratoria in seguito alla liberazione di
13 uomini, riconosciuti innocenti, dal braccio della morte dell'Illinois.
Senza alcun dubbio egli ha fatto la cosa giusta. Le moratorie si sono
estese agli stati del Maryland e del Delaware, e così c'è stato un
progresso ulteriore. Alcuni anni fa se un uomo pronunciava in modo appena
percettibile la parola "innocenza" veniva guardato con estremo disprezzo e
dubbio - adesso la realtà di un sistema che lavora malamente e si
accontenta di punire i poveri, gli ignoranti e le minoranze urla a
squarciagola. No, probabilmente non avremo mai un sistema "perfetto", ma
facciamo almeno tutto ciò che possiamo per averne uno più giusto.
Considerando questi successi gli attivisti nel mondo dovrebbero sentirsi
ritemprati nella causa che sostengono, sicuri che gli sforzi congiunti
portano risultati.
Il sostegno dato dai nostri corrispondenti, insieme alle organizzazioni
come il Comitato Paul Rougeau, Amnesty International, l'ACAT ed altre, è
espressione di ciò che vuole la gente. Teniamo presente che i governi
sussistono perché la gente li ha costituiti fidandosi nella loro guida, ma
quando un governo cessa di essere un educatore e diviene un oppressore, non
si tratta più di un governo ma di una dittatura in mano a un tiranno.
Quindi continuiamo a dimostrare che vogliamo Giustizia, Pace, Onestà,
Compassione e Riabilitazione che vincano Ingiustizia, Guerra e Odio.
Per sei anni ho cercato di fare del mio meglio per diventare una voce
politica ed ora ho conseguito elementi importantissimi riguardo al mio caso
e alla mia Innocenza. Ho descritto nei particolari la mia situazione nel
mio sito Internet e ho avvertito i visitatori che avrei avuto accesso alla
Corte Federale il 3 gennaio 2003. Questo è un livello molto pericoloso nel
procedimento di appello (il motivo lo trovate nel sito nella sezione
"Descrizione degli Appelli"). Ho sottolineato che dovevamo portare avanti
delle azioni suscitando la consapevolezza che esse non avrebbero aiutato
solo me ma anche altri con casi simili al mio. Bene, per Grazia di Dio,
proprio per un pelo, il 2 gennaio 2003 il mio avvocato ha intervistato un
co-imputato nel mio caso e questi ha firmato una dichiarazione giurata in
cui mi ha discolpato dichiarandomi estraneo a qualsiasi partecipazione al
crimine. Si è trattato di un fatto del tutto inaspettato che ha reso
completamente solida la dimostrazione della mia innocenza. In conseguenza
di questa dichiarazione giurata, lo stato del Texas non ha alcuna prova o
fatto che per mantenere la mia incriminazione per questo crimine. Il mio
avvocato mi ha scritto la notizia, confermatami oggi per telefono,
dichiarando: "Tutte le persone coinvolte in questo caso ti hanno
discolpato. Sarà davvero interessante vedere come lo Stato risponderà a
tutto ciò e come potrà mantenere in piedi il teorema riguardo al tuo
coinvolgimento". Ora che questo testimone si è fatto avanti, lo Stato non
può più contare su false testimonianze ed è ovvio che sono stato rinchiuso
nel braccio della morte per sei anni per null'altro che per il reato di
associazione. Ho sempre affermato questa verità.
Sto per fare alcune cose: prima di tutto, pubblicherò il mio appello
federale nel mio sito perché il pubblico possa leggerlo. Ci saranno le
istruzioni per navigare attraverso i documenti legali ed esaminare tutte le
prove. Voglio che la gente si renda conto di quanto questo caso sia ingiusto.
Secondo, abbiamo attivato ufficialmente una campagna in mio favore
chiamata "Visions for L.I.F.E. (Visioni per la Vita)." Sto progettando di
creare un sito Internet per questa campagna nel quale inserirò informazioni
aggiornate prese dal Bollettino del Comitato Paul Rougeau e dal mio sito
web. Per sapere come aiutarci nella campagna potete contattare Paolo
Scanabucci di Ancona (che è uno dei Principali membri del Direttivo e il
Direttore della Campagna in Italia) all'indirizzo p.skanna@libero.it
Se volete inoltre unirvi al mio gruppo, potete inviare un e-mail ad Adam
Weiss all'indirizzo adamw79@hotmail.com Se gli chiedete di inserirvi nel
gruppo, egli vi iscriverà nella mailing-list che fornisce aggiornamenti sul
mio caso e sulle mie attività. Adam è uno dei principali Membri del
Direttivo del Massachussets (USA). Contattando Paolo Scanabucci potete
unirvi a lui in Italia per la mia campagna "Visions for L.I.F.E.", così
riceverete volantini su di me, il mio libro di poesie e altri articoli che
presto speriamo saranno disponibili. Progettiamo di sfidare, su basi
socio/politiche, la legge del Texas sulle condanne 'per associazione' che
perversamente manda le persone nel braccio della morte utilizzando
circostanze estremamente controverse. Attraverso il mio caso speriamo di
aprire una strada con questo nuovo movimento, per combattere la pena
capitale e per dimostrare quanto essa sia ingiusta. Speriamo di influire
su molti altri casi come il mio e, attraverso gli sforzi solidali compiuti
non soltanto dalla gente qui, ma anche dagli Italiani, possiamo creare una
differenza. Metterò il Comitato Paul Rougeau in contatto con il mio
avvocato per cui chiedo a tutti voi, se avete delle domande, di rivolgervi
al Comitato Paul Rougeau.
Da sei anni a questa parte la mia vita è stata in pericolo di
un'ingiusta esecuzione. Ho lavorato giorni e notti, spesso per vedermi
chiudere porte in faccia. Dio mi ha dato forza per continuare a combattere
e ho potuto ottenere piccoli successi. Ho visto morire molti uomini qui,
anche molti amici intimi, e mi sono detto che non mi sarei mai arreso.
Adesso mi trovo con la possibilità di essere completamente scagionato di
questo crimine. Sono votato più che mai alla lotta. Voglio anche
ardentemente tornare nella società delle persone libere e dedicarmi alla
lotta al fianco dei miei compagni attivisti. Il mio cuore è lì, perché
questo mondo ha bisogno di Combattenti per la Libertà.
Gesù fu un combattente per la libertà Spirituale e fu perseguitato per
le sue idee. Ma Dio disse: "La vittoria sarà mia", e "Ogni cosa è possibile
attraverso di Lui". Io confido su questo Amore e su questa Forza. Vi chiedo
di avere fiducia insieme a me per affrontare il sistema del Texas. Il Texas
cercherà di resistere fino alla fine. Lo scorso anno il Texas ha
"giustiziato" 33 uomini. Ciò è atroce. Al secondo posto per le esecuzioni
ci fu l'Oklahoma con 7, poi il Missouri con 6. Confrontate queste cifre con
33. E' proprio agghiacciante amici miei vivere in questa casa della morte.
Potete stare certi che tra gli oltre 400 uomini qui rinchiusi ci sono molti
innocenti. Spero di contribuire a spezzare questo sistema.
Vi manderò altre notizie e vi chiedo di continuare a pregare per la mia
situazione e di contattarci.
Fino a quando ci sentiremo di nuovo, Dio vi benedica tutti, rimanete
forti e mantenete la fede nella Lotta per la Giustizia! Ciao. Kenneth
2) UNA LETTERA AL PROCURATORE GENERALE PER AIUTARE KENNETH
Da Kenneth apprendiamo con gioia che il testimone chiave dell'accusa ha
firmato una dichiarazione in cui ritratta le sue precedenti affermazioni e
lo scagiona da qualsiasi partecipazione al crimine per il quale fu
condannato a morte. Ciò dovrebbe impedire allo stato del Texas di
continuare a tenere Kenneth nel braccio della morte. Nel dubbio che le
notizie forniteci da Kenneth potessero essere troppo ottimistiche, abbiamo
interpellato direttamente il suo avvocato, il quale non solo ci ha
confermato l'importanza di questo recente sviluppo degli eventi, ma ci ha
anche esortati ad attivarci per aiutare Kenneth. Credo che tutti vorremo
dargli una mano.
Procediamo con ordine. Innanzitutto ricordiamo brevemente il caso
giudiziario.
Kenneth Foster è un afro-americano che ora ha 26 anni. Fu processato
insieme all'autore materiale di un omicidio avvenuto il 15 agosto 1996,
incriminato e condannato a morte nel maggio 1997. In quel periodo Kenneth
stava facendo grandi sforzi per liberarsi dalle pressioni dell'ambiente
socialmente degradato in cui viveva e per redimere - attraverso un'attività
musicale - alcuni giovani sbandati.
Kenneth guidava l'auto in cui si trovavano altri tre ragazzi: Mauriceo
Brown, Julius Steen e Dewayne Dillard. Brown e Steen, scendendo dall'auto,
avevano compiuto nella serata due rapine. Kenneth esortò gli amici a
smetterla e i quattro stavano ritornando a casa quando si persero in un
quartiere sconosciuto. Furono fermati da una giovane donna poco vestita che
apparentemente chiedeva loro qualcosa abbassando il finestrino della
propria auto. Brown scese dall'auto di Kenneth e le andò incontro quando
sbucò dal buio l'amico della ragazza, Michael LaHood. Sia Brown che LaHood
erano armati. Sparò per primo Brown e LaHood fu ucciso. Michael LaHood era
il figlio di un noto avvocato.
Al processo, l'accusa incolpò Kenneth Foster di aver cospirato con Brown
per derubare il Sig. LaHood. Secondo la legge del Texas, se Kenneth avesse
davvero cospirato con Brown a scopo di rapina, sarebbe stato anche
colpevole dell'omicidio commesso da Brown.
Steen patteggiò con l'accusa una condanna minore per furto aggravato in
cambio della testimonianza contro Kenneth Foster e Brown. Con tutto ciò, la
testimonianza fornita da Steen al processo fu equivoca a dir poco. Steen
semplicemente dichiarò che, dopo che Brown scese dall'auto, "pensò" che
"probabilmente" si stesse realizzando una rapina, ma che non era sicuro se
Kenneth facesse parte di un piano per derubare LaHood. Prima del processo,
egli scrisse una lettera a Kenneth dicendogli che aveva ricevuto pressioni
dall'accusa di testimoniare che c'era stata una cospirazione per effettuare
una rapina. Un colpo di scena è avvenuto all'inizio di quest'anno quando
Steen, in una dichiarazione giurata, ha affermato che Kenneth non era in
alcun modo a conoscenza di un presunto piano per derubare LaHood.
Subito dopo l'arresto Brown confessò per iscritto di avere sparato e
ripeté la confessione alla giuria nel corso del processo, ma affermò di
aver fatto fuoco per autodifesa ritenendo che LaHood stesse per sparargli
con una pistola, che Brown identificò come una calibro 9 mm.
Dillard (quarto uomo presente sulla scena del crimine) fornì una
testimonianza attendibile durante un appello statale riguardo agli eventi
che condussero all'omicidio di LaHood.
La significatività della testimonianza concorde di Dillard, Steen e
Brown è che ora tutte le persone che avrebbero potuto sapere di una
presunta cospirazione per derubare LaHood, hanno dichiarato (e la cosa è
agli atti) di non ritenere che vi sia stata una simile cospirazione,
escludendo in questo modo Kenneth da qualsiasi coinvolgimento
nell'uccisione di LaHood.
Il "coinvolgimento" di Kenneth - considerato che quella sera egli guidò
l'auto mentre avvennero due rapine e dalla quale più tardi uscì una persona
che, per impulso soltanto suo, sparò a qualcuno ad una distanza di circa 25
metri da Kenneth - è certamente deprecabile, ma non costituisce un reato
capitale.
Occorre a questo punto inviare lettere al Procuratore Generale Abbott
chiedendogli di non opporsi all'appello presentato da Kenneth a livello
federale. Vi sono qui di seguito tre modelli di messaggio (anche meglio se
ne create di personalizzati, ovviamente) tra i quali vi preghiamo di
scegliere. Fotocopiate o stampate il testo scelto, firmatelo e speditelo
(da due a cinque firme per ogni lettera sono sufficienti, in questo caso è
meglio inviare più lettere che tante firme su una lettera sola).
L'affrancatura per posta prioritaria è di 0,77 euro. Scrivete sulla busta
l'indirizzo completo del mittente. (Grazia)
Attorney General Greg Abbott
Office of the Attorney General
PO Box 12548
Austin, TX 78711-2548 USA
Dear Attorney General,
Kenneth Foster is a 26-year-old African-American living on death row. He
has been condemned to death for involvement in the shooting of Mr. Michael
LaHood, who was killed by Mr. Brown.
We are deeply concerned about Mr. Foster's fate, because we know that there
is not and there has never been proof that Kenneth Foster conspired to rob
Mr. LaHood, as all three men Kenneth was with that night have stated on the
legal record that Mr. Foster did not conspire to rob LaHood.
The jury was never given the option of convicting Kenneth of a lesser
charge than capital murder.
Mr. Foster's conviction and the death sentence imposed to him are extremely
dubious, because every witness now confirms that Kenneth had nothing to do
with Mr. Brown's unexpected action.
We feel deep sorrow and sympathy for Mr. LaHood's family, but it would not
be right also for them if another innocent were killed.
In civilized countries, and particularly in Texas, death penalty is
nowadays imposed only to the worst of the worst, and in those capital
cases, in which the responsibility in the crime is ascertained beyond any
reasonable doubt.
We therefore respectfully ask you, dear Attorney General, no to oppose Mr.
Kenneth Foster's federal writ petition and allow the courts to either grant
Kenneth Foster a retrial or release him from custody.
Best regards
----------------------------------------------------------------------------
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Traduzione: Caro Procuratore Generale, Kenneth Foster è un afro-americano
di 26 anni che vive nel braccio della morte. E' stato condannato a morte
per il coinvolgimento nell'assassinio del Sig. Michael LaHood, che fu
ucciso dal sig. Brown. Il caso di Kenneth Foster ci preoccupa vivamente
perché sappiamo che non ci sono e non ci sono mai state prove sul fatto che
Kenneth Foster avesse cospirato per rapinare il sig. LaHood dal momento che
tutti e tre gli uomini che erano con Foster quella notte hanno testimoniato
agli atti che il sig. Foster non ha cospirato per rapinare LaHood. Alla
giuria non fu data l'alternativa di condannare Foster per un'accusa meno
grave dell'omicidio capitale. L'incriminazione del Sig. Foster e la
condanna a morte che gli fu inflitta sono estremamente dubbie, perché tutti
i testimoni adesso confermano che Kenneth non ebbe nulla a che fare con il
gesto inaspettato del Sig. Brown. Proviamo dolore e comprensione per i
familiari del Sig. LaHood, ma non sarebbe giusto nemmeno per loro se un
altro innocente venisse ucciso. Nei paesi civili, e in particolare in
Texas, la pena di morte viene oggigiorno comminata solo ai peggiori dei
peggiori, ed in quei casi capitali nei quali la responsabilità nel crimine
è accertata al di là di ogni ragionevole dubbio. Le chiediamo pertanto
rispettosamente, caro Procuratore Generale, di non opporsi alla petizione a
livello federale di Kenneth Foster e permettere alle corti o di concedere a
Kenneth Foster un nuovo processo o di liberarlo dalla prigionia. I migliori
saluti
Testo 2
Dear Attorney General,
We respectfully beg you not to oppose Mr. Kenneth Foster's federal writ
petition, because his death sentence is not fair, since all witnesses of
the crime, for which he has been condemned, have stated on the legal record
that Mr. Foster had nothing to do with the shooter's unexpected action.
The state of Texas never imposes the death penalty to persons who cannot be
proved guilty in capital cases beyond any reasonable doubt, and Mr.
Foster's case is not one of those cases.
Best regards
-----------------------------------------------------------------------------
Caro Procuratore Generale, la preghiamo rispettosamente di non opporsi alla
petizione federale del Sig. Kenneth Foster, perché la sua condanna a morte
è ingiusta, avendo tutti i testimoni del crimine, per il quael è stato
condannato, dichiarato negli atti legali che il Sig. Foster non aveva nulla
a che fare con il gesto imprevedibile dell'omicida. Lo stato del Texas non
commina mai la pena di morte in casi in cui non si possa dimostrare la
colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio, e il caso del Sig. Foster
non è uno di quelli. I migliori saluti
Testo 3
Dear Attorney General,
Mr. Kenneth Foster is on death row because the jury who convicted and
condemned him was never given the option of a lesser charge than capital
murder, even if there has never been proof that Kenneth Foster conspired to
rob the victim of the crime, Mr. LaHood, since all three men Kenneth was
with that night have stated that he did not conspire to rob the victim.
Death penalty is imposed only to the worst of criminals, and Mr. Foster's
involvement in the crime is not proved in any possible way, so he surely
cannot be considered one of worst criminals, since when the shooting took
place, he was sitting in his car at about 80 ft. from the crime scene.
We therefore ask you not to oppose Mr. Foster's federal writ petition.
Respectfully
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Traduzione: Caro Procuratore Generale, Il Sig. Kenneth Foster è nel braccio
della morte perché la giuria che lo incriminò e lo condannò non ebbe mai la
possibilità di incriminarlo per un reato meno grave dell'omicidio capitale,
anche se non ci sono mai state prove che Kenneth Foster abbia cospirato per
derubare la vittima del crimine, il Sig. LaHood, poiché i tre uomini che
erano con Kenneth quella sera hanno dichiarato che egli non cospirò per
derubare la vittima. La pena di morte viene comminata solo ai criminali
peggiori, e il coinvolgimento del Sig. Foster nel crimine non è dimostrato
in alcun modo, quindi egli certamente non può essere considerato uno dei
peggiori criminali, dal momento che si trovava nella sua auto, 25 metri
lontano dalla scena del crimine. Pertanto le chiediamo di non opporsi alla
petizione federale del Sig. Foster. Rispettosamente
3) GLI STATI UNITI DI NUOVO FUSTIGATI DALLA CORTE INTERNAZIONALE
Il Messico negli ultimi tempi è entrato più volte in aperto conflitto con
gli Stati Uniti sulla questione della pena di morte. Ricordiamo le vivaci
proteste del Presidente messicano Vicente Fox in agosto per l'esecuzione
del suo connazionale Javier Suarez Medina. Fox arrivò ad annullare una
visita di tre giorni in Texas e al presidente Bush (v. n. 99).
Dicendo di aver esaurito tutte le alternative, a gennaio il Messico si è
infine appellato alla Corte Internazionale dell'Aia, organo giudiziario
delle Nazioni Unite. Lo stato latino-americano, che ha abolito la pena
capitale, denuncia la violazione del Trattato di Vienna sulle Relazioni
consolari nei casi di 51 condannati a morte messicani che furono processati
negli USA senza l'assistenza del Consolato del Messico. Inizialmente il
contenzioso riguardava 54 uomini imprigionati in 10 stati; il loro numero
si è ridotto a 51 quando il Governatore Ryan ha commutato le sentenze di
morte in Illinois. Il 22 gennaio, con procedimento di urgenza, il Messico
ha chiesto alla Corte di ordinare la sospensione delle esecuzioni di questi
condannati fino al momento in cui i 15 giudici non avranno deliberato
sull'appello messicano. Anche se la Corte Internazionale non possiede mezzi
coercitivi per far rispettare le proprie decisioni, le sue sentenze sono
giuridicamente inappellabili e vincolanti.
Gli Stati Uniti sono stati già condannati dalla Corte Internazionale
dell'Aia nel giugno del 2001 per la violazione degli obblighi consolari nei
riguardi di Walter e Karl LaGrand, due fratelli tedeschi che furono
'giustiziati' in Arizona nel 1999 (v. n. 87). In tale occasione gli USA si
limitarono a presentare le loro scuse e a promettere di comportarsi meglio
in futuro. Così non è stato e le esecuzioni di cittadini stranieri cui
furono negati i diritti consolari sono proseguite regolarmente.
Uno dei legali che lavora per il Messico è Monica Foster, avvocatessa
dello stato dell'Indiana. (La Foster ha avuto una certa notorietà in Italia
per l'assistenza prestata a Paula Cooper che fu condannata alla sedia
elettrica per un omicidio compiuto a 15 anni di età). Monica Foster punta
soprattutto sul criterio di reciprocità facendo presente che i Messicani
hanno negli Stati Uniti "gli stessi identici diritti che hanno gli
Americani arrestati in Francia (...) o in Afghanistan."
Gli Stati Uniti, che si sottraggono sempre più agli obblighi
internazionali riguardanti i diritti umani, difficilmente rispetteranno
un'eventuale sentenza della Corte Internazionale che li obblighi a
riprocessare i 51 messicani. Per il momento Washington ha risposto in
maniera sprezzante che il Messico non ha provato che i propri diritti
consolari siano stati danneggiati e men che meno che vi sia la necessità di
un ordine di sospensione delle sentenze capitali. Lamentando una violazione
della propria sovranità nazionale, tramite William Taft, consigliere legale
del Dipartimento di Stato, gli USA dichiarano: "Avanziamo una forte
obiezione contro la richiesta del Messico. Non trova una base nei fatti e
un supporto nella legge."
Il 5 febbraio la Corte Internazionale ha richiesto agli Stati Uniti di
bloccare le esecuzioni di tre messicani che hanno esaurito gli appelli,
quelle di Cesar Fierro e di Roberto Ramos in Texas e quella di Osvaldo
Torres Aguilera in Oklahoma. I 15 giudici all'unanimità hanno concluso che
portare a termine le esecuzioni causerebbe un'irreparabile violazione dei
loro diritti nell'ipotesi che la Corte accolga il ricorso del Messico. Il
Presidente della Corte Gilbert Guillaume ha detto: "Gli Stati Uniti devono
adottare le misure necessarie per evitare che questi uomini vengano
giustiziati nell'attesa della decisione finale."
Il Governatore del Texas Rick Perry non vede alcun motivo per sospendere
le esecuzioni di Fierro e Ramos dal momento che, a suo avviso, le corti
statali e federali degli Stati Uniti danno "adeguate garanzie" ai carcerati
stranieri che si vogliono incontrare con le autorità consolari.
La posizione di Perry è stata criticata con amara ironia dal quotidiano
Austin American-Statesman: "Il fatto che siamo in grado di ignorare le
rimostranze del Messico non significa che dobbiamo farlo (...) Abbiamo
giustiziato Messicani nonostante le richieste del Messico. Ora che abbiamo
dato prova di quanto siamo duri contro il crimine, non possiamo permetterci
il lusso di mostrare rispetto per le esigenze dei nostri vicini - e per
l'integrità della legge - rimandando due esecuzioni?"
Dal canto loro le autorità dell'Oklahoma dicono di non volersi nemmeno
porre il problema della richiesta della Corte Internazionale, semmai ci
penseranno un momento prima di 'giustiziare' Osvaldo Torres Aguilera.
In realtà dovrebbe essere il Governo federale - che intrattiene le
relazioni estere nell'intereresse e per conto dei singoli stati - a
ordinare al Texas e all'Oklahoma di sospendere le esecuzioni dei messicani.
In base all'esperienza che abbiamo, possiamo prevedere che non lo farà mai.
4) ASHCROFT AGGRESSIVO PROMOTORE DELLA PENA DI MORTE
Il Ministro della Giustizia degli Stati Uniti, John Ashcroft, si distingue
per la sua sinistra caparbietà nell'ordinare ai pubblici accusatori
federali di perseguire la pena di morte, anche nei casi in cui costoro -
per ragioni di giustizia o di opportunità processuale - hanno deciso
diversamente.
Per i delitti che ricadono sotto la giurisdizione federale, per esempio
gli omicidi connessi con lo spaccio di droga, sta ai singoli accusatori
decidere se chiedere o meno la pena di morte. L'ultima parola spetta però
al Ministro della Giustizia. Con l'avvento del Ministro Ashcroft, nel clima
violento instauratosi sotto l'Amministrazione Bush, la funzione del
Ministro della Giustizia si risolve in una esasperata promozione delle
sentenze capitali, invasiva e lesiva dell'autonomia dei singoli accusatori.
Ashcroft - che dal momento in cui è entrato in carica due anni fa ha
rovesciato 28 volte la decisione degli accusatori federali di non chiedere
la pena di morte - è arrivato a rivoluzionare l'istituto del patteggiamento
tra pubblica accusa ed imputato; due anni fa egli decise infatti di
riservarsi il diritto di annullare gli accordi in cui viene accantonata la
pena di morte in cambio di informazioni sulle organizzazioni criminali.
L'accanimento di Ashcroft si è diretto particolarmente verso le aree
geografiche in cui non vengono quasi mai pronunciate sentenza capitali, per
esempio lo stato di New York, il Connecticut e il Vermont, con un
esplicito intento 'rieducativo'...
Dei 28 casi in cui - nell'arco di due anni - Ashcroft ha imposto il
perseguimento della pena di morte contro la volontà degli accusatori
federali, 26 riguardano persone appartenenti a minoranze etniche. Di qui le
fondate accuse delle organizzazioni per i diritti umani di una connotazione
razzista della pena di morte federale.
Il 3 febbraio è stata resa nota la decisione di Ashcroft di rigettare il
patteggiamento con tale Jairo Zapata che aveva già firmato un accordo di
cooperazione per sgominare una banda colombiana dedita al commercio di
droga. In cambio l'imputato avrebbe scampato la pena capitale. L'accordo
annullato dal Ministro della Giustizia, era stato già firmato dai pubblici
accusatori e dall'avvocato difensore di Zapata, oltre che dall'imputato. E'
la sesta volta che avviene una cosa del genere.
Vibranti proteste contro l'atteggiamento di Ashcroft si sono levate sia
da parte degli avvocati difensori, sia da parte degli accusatori federali i
quali lamentano che il contrasto col Ministro finisce per minare
l'efficacia del loro lavoro. Gli interventi di Ashcroft fanno sorgere gravi
problemi di coscienza quando gli accusatori non ritengono che un imputato
meriti la pena capitale.
John Ashcroft tenta di rianimare l'istituto della pena di morte
federale che si stava esaurendo naturalmente. Ricordiamo che non vi furono
esecuzioni federali durante la presidenza di Clinton e che le uniche 2
avvenute negli USA dal 1977 in poi sono state effettuate sotto
l'amministrazione Bush. Per il 18 marzo è programmata la terza esecuzione
federale, quella del soldato afro-americano Louis Jones, veterano delle
guerre di Grenada e del Golfo. Amnesty International rileva che a Jones non
sono state riconosciute forti attenuanti che avrebbero dovuto evitargli la
pena di morte. La sua ultima speranza risiede nell'improbabile decisione
del presidente George Bush di concedergli la grazia.
5) DRAMMATICI SVILUPPI DEI CASI DI MINORENNI CONDANNATI A MORTE
Il 22 gennaio in South Carolina gli avvocati di Robert Conyers, condannato
a morte per un delitto commesso nel 1991 a 16 anni di età, hanno
argomentato davanti alla Corte suprema dello stato chiedendo l'annullamento
della condanna capitale di Conyers - che soffrì gravi abusi nell'infanzia -
e la ripetizione della seconda fase del processo, quella in cui viene
irrogata la pena. Due anni fa il Giudice Howard King aveva concesso al
condannato una nuova udienza per l'irrogazione della pena a motivo del
pessimo lavoro fatto un'esperta utilizzata dalla difesa. L'accusa si era
però opposta dicendo che l'imperizia dimostrata dall'esperta non poteva
considerarsi una colpa dell'avvocato. Nella South Carolina ci sono altri
due condannati a morte che avevano 16 anni all'epoca del crimine.
Il 27 gennaio la Corte suprema federale ha rigettato senza prenderlo in
considerazione l'appello di Scott Allen Hain, condannato a morte in
Oklahoma per due omicidi commessi a 17 anni di età. Lo stato dell'Oklahoma
ha subito chiesto l'esecuzione di Hain che è stata programmata per il 3
aprile prossimo (v. articolo seguente).
All'appello di Hain è legata la sorte di Ronald Chris Foster la cui
esecuzione in Mississippi era stata sospesa all'ultimo momento dal
Governatore Musgrove (v. n. 102 ). Musgrove il 6 gennaio aveva dichiarato
di voler attendere la decisione della Corte suprema federale sul caso Hain,
che avrebbe potuto mettere al bando la pena di morte per i minorenni, e
l'accertamento dell'eventuale ritardo mentale del condannato. Ricordiamo
che per Foster il nostro Comitato si era attivamente impegnato nel mese di
dicembre (v. n. 101) e la notizia della sospensione ci aveva dato grande
sollievo.
Infine, purtroppo, il 13 febbraio la Corte suprema del Mississippi ha
deciso contro Foster. Il Giudice Jim Smith, anche a nome di altri tre
giudici, ha dichiarato: "Dopo aver discusso e ponderato, questa corte
afferma che Foster non ha portato sufficienti prove del suo ritardo
mentale..." Quattro giudici erano di parere opposto e un giudice si è
astenuto. In casi come questo la parità gioca a sfavore del ricorrente.
La pubblica accusa ha subito preannunciato la richiesta al Governatore
di annullare la sospensione della sentenza di morte. Non si conosce per ora
l'orientamento di Musgrove che, in ultima istanza, anche per le pressioni
ricevute da ogni parte, potrebbe concedere la grazia al condannato.
Il 22 gennaio a Fairfax in Virginia un Grand Juri ha imputato il
diciassettenne Lee Boyd Malvo dell'omicidio di Linda Franklin avvenuto il
14 ottobre, una delle 13 uccisioni compiute in ottobre dai cecchini Malvo e
Muhammad in diversi stati nell'area di Washington (v. nn. 101 e 103). La
settimana prima un giudice minorile aveva rimandato Malvo al Gran Juri
sentenziando che poteva essere processato come un adulto e condannato a
morte. Il 28 gennaio l'inizio del processo di Malvo è stato fissato per il
10 novembre mediando tra la richiesta dell'accusa (giugno) e quella della
difesa (febbraio 2004). Si preannuncia un processo molto complesso e
soprattutto spettacolare. Verranno dati ampio spazio e mezzi alla difesa,
ma la sentenza di morte sembra già scontata per questo disgraziato
minorenne. Alcuni commentatori avanzano l'ipotesi che la Corte suprema
federale e i parlamenti di alcuni stati rimandino il bando della pena di
morte per i minorenni all'epoca del delitto ad un momento successivo
all'esecuzione di Lee Boyd Malvo diventato un simbolo del male, considerato
un 'nemico' degli Stati Uniti d'America.
6) SALVIAMO SCOTT ALLEN HAIN MINORENNE ALL'EPOCA DEL CRIMINE
Scott Allen Hain è l'unico minorenne all'epoca del crimine rinchiuso nel
braccio della morte dell'Oklahoma. Hain aveva infatti 17 anni quando con un
complice più vecchio di lui derubò, rapì e uccise una coppia di fidanzati.
La sua data di esecuzione è fissata per il 3 aprile prossimo.
In questo momento cruciale per quanto riguarda l'applicazione della pena
di morte ai minorenni, facciamo sentire la nostra opposizione alle autorità
dell'Oklahoma. Inviamo, possibilmente ai due destinatari, la seguente
petizione dopo averla riprodotta e completata con nome, cognome ed
indirizzo postale completo dei sottoscrittori.
Governor Brad Henry Pardon & Parole Board
State Capitol Building 4040 North Lincoln
Oklahoma City, OK 73105 Suite 219
Fax: 405-521-3353 Oklahoma City, OK 73105
governor@gov.state.ok.us Fax: 405-427-6648
Dear Governor Brad Henry,
Dear Members of the Board of Pardons and Paroles,
On April 3rd Scott Allen Hain is scheduled to be killed by the State of
Oklahoma. We beg you to stop this execution!
Hain was 17 at the time of his crime. The double murder he committed
with his accomplice was horrible, and we in no way attempt to excuse it or
belittle the distress caused to the victims' families.
What we want to point out is that the State of Oklahoma is going to kill
an offender who was under age when committing his crime, and this is a
punishment which no other civilized nation goes on applying in the 21st
century!
Actually, the United States are the only nation where a number of
executions of juveniles takes place. Of all the executions of juveniles at
the time of the crime, carried out in the world in these last ten years,
the great majority of them has taken place in the USA, the others in Congo,
in Iran, in Nigeria, in Pakistan, in South Arabia and in Yemen. Most of
these nations, except the United States, have afterwards forbidden the
execution of juveniles.
A Gallup poll last year found that 69 percent of those questioned
opposed the execution of anyone under 18, showing that also in your country
this practice has started to be considered cruel and unusual.
It is therefore in the name of civilization and of the preservation of
the basic human rights that we respectfully request you that this
juvenile's execution be stayed and consideration is given to granting the
executive clemency. Sincerely
-----------------------------------------------------------------------------
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Traduzione della petizione: Il 3 aprile è programmata l'uccisione di Scott
Allen Hain.Vi preghiamo di fermare questa esecuzione! Hain aveva 17
all'epoca del crimine. Il duplice omicidio da lui commesso con un complice
fu orrendo e noi non intendiamo in alcun modo scusarlo o sminuire la
sofferenza provocata alle famiglie delle sue vittime.Ciò che vogliamo
sottolineare è che lo Stato dell'Oklahoma sta per uccidere un prigioniero
che era minorenne quando commise il crimine, e questa è una punizione che
nessun'altra nazione civile applica ancora nel 21° secolo! Infatti, gli
Stati Uniti sono l'unica nazione in cui un gran numero di minorenni viene
"giustiziato". Di tutte le esecuzioni di minorenni all'epoca del crimine,
effettuate nel mondo negli ultimi dieci anni, la grande maggioranza ha
avuto luogo negli U.S.A., le altre in Congo, Iran, Nigeria, Pakistan,
Arabia Saudita e Yemen. La maggior parte di queste nazioni, eccetto gli
Stati Uniti, ha successivamente proibito l'esecuzione di minorenni. Un
sondaggio Gallup effettuato lo scorso anno rivelò che il 69% degli
intervistati era contrario all'esecuzione di chiunque avesse meno di 18
anni, dimostrando che anche nel vostro paese questa pratica ha iniziato a
essere considerata crudele e inusuale. E' pertanto nel nome della civiltà e
del mantenimento dei diritti umani basilari, che vi chiediamo
rispettosamente di sospendere le esecuzioni di questo minorenne e di
considerare la possibilità di concedergli clemenza.(Grazia)
7) TENDENZE CONTRASTANTI NELLA NUOVA AMMINISTRAZIONE IN MARYLAND
In campagna elettorale il repubblicano Robert Ehrlich aveva promesso che
qualora fosse stato eletto Governatore del Maryland avrebbe revocato la
moratoria delle esecuzioni capitali istituita dal suo predecessore. Di
conseguenza, il 21 gennaio, appena entrato in carica, Ehrlich ha consentito
che un giudice fissasse l'esecuzione del condannato Steven Oken nella
settimana che inizia il 17 marzo.
La squadra della morte aveva già iniziato la preparazione con esecuzioni
simulate. Nell'unità ospedaliera del penitenziario del Maryland gli addetti
si esercitano ad affrontare ogni imprevisto che potesse sorgere nella tetra
camera sterile in cui si eseguono le condanne a morte. Agendo come se un
condannato fosse nelle loro mani, lo legano con le pesanti cinghie di cuoio
alla stretta lastra di acciaio. Inseriscono la linea di tubi endovenosi
designati a portare in sequenza i tre farmaci mortali nel corpo del
condannato. Si esercitano nelle manovre necessarie nel caso si verifichi
un'ostruzione nella linea. Provano le sostituzioni nei vari ruoli
nell'ipotesi del venir meno di un membro della squadra.
In contrasto con questo sinistro fervore, sono state rese note pacate ma
robuste obiezioni alla pena capitale avanzate da altissime autorità del
Maryland (oltre che da esponenti religiosi e delle associazioni per i
diritti umani).
Il vice Governatore Michael Steele, preoccupato per la discriminazione
razziale nell'applicazione della pena di morte, ha chiesto un
approfondimento dello studio dell'Università del Maryland reso noto il 7
gennaio (v. n. 103); studio che Ehrlich, in un primo tempo, aveva del tutto
snobbato. Steele, afro-americano, fervente cattolico contrario alla pena
capitale, è riuscito a stabilire con il governatore un approfondito
dialogo sulla questione.
Il 29 gennaio, inoltre, lo stesso Ministro della Giustizia del Maryland
J. Joseph Curran Jr. ha chiesto, in una lettera aperta indirizzata al
Governatore e al Parlamento, l'abolizione della pena di morte: "La pena
capitale porta solo ad un intollerabile rischio di uccidere degli
innocenti." La presa di posizione del ministro Curran è sconvolgente dato
che egli ha il compito istituzionale di appoggiare i procedimenti di accusa
e di opporsi - in particolare - agli appelli dei condannati a morte. Il
fatto che non si sia innescato un conflitto in seno all'amministrazione del
Maryland dopo le uscite di Steele e di Curran - che hanno suscitato vivaci
reazioni di perenti delle vittime del crimine e di alcune autorità - può
significare che lo stesso governatore Ehrlich cominci a nutrire dei dubbi
sulla pena capitale.
All'ultimo momento apprendiamo che l'esecuzione di Steven Oken è stata
sospesa. Osiamo sperare che in Maryland la moratoria... "cacciata dalla
porta rientri dalla finestra."
8) UCCISO L'ANGLO-AMERICANO ELLIOT NONOSTANTE LE PROTESTE INGLESI
La questione delle pena capitale appare l'unico motivo di dissenso nella
compatta alleanza tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra. Quando non è
strategicamente opportuno sorvolare su tale questione, su di essa può
sorgere un apprezzabile attrito tra le autorità americane e quelle del
Regno Unito (v. ad es. n. 83). Ciò è avvenuto nel caso di John William
"Jackie" Elliot, di 42 anni, nato in Inghilterra da genitori americani e
vissuto poi quasi sempre in America, pur conservando la doppia cittadinanza.
Elliot è stato messo a morte in Texas il 4 febbraio ma nelle settimane
che hanno preceduto l'esecuzione sono pervenute alle autorità texane
moltissime richieste di clemenza da parte di personalità politiche e
religiose e da privati cittadini del Regno Unito.
Elliot, dedito alla droga e con precedenti penali per omicidio durante
una rissa e per rapina, era stato condannato nel 1986 per aver stuprato,
insieme ad altri due uomini, Joyce Munguia, una ragazza di 17 anni che poi
lui avrebbe ucciso colpendola con una catena (questo è quanto fu sostenuto
da Danny Hanson, un quarto testimone del fatto, che dichiarò di essere
rimasto in disparte ad assistere alla scena). I due uomini che
parteciparono allo stupro furono condannati a 10 e 15 anni di carcere,
Hanson, testimone chiave dell'accusa, non fu incriminato di alcun reato,
Elliot fu condannato a morte.
La difesa aveva chiesto di sospendere l'esecuzione ed effettuare un test
del DNA che potesse incrinare la ricostruzione dei fatti che inchiodò
Elliot. Infatti sui suoi calzoni corti vi erano numerose macchie di sangue
che fu attribuito alla vittima, ma anche sulle scarpe di Hanson c'erano
macchie di sangue, che invece l'accusa disse essere dello stesso Hanson,
conseguenti ad una precedente rissa.
I difensori di Elliot avevano anche scoperto un dossier della polizia,
tenuto nascosto finora, contenente oltre 40 dichiarazioni di testimoni,
tutte favorevoli alla versione di Elliot. Egli infatti ha sempre sostenuto
di aver preso parte allo stupro, ma di essere innocente dell'omicidio, che,
affermava, fu invece compiuto proprio da Hanson.
Una settimana prima dell'esecuzione, il parlamentare conservatore
inglese, John Gummer, si era recato in Texas portando con sé una petizione
firmata da altri 134 membri del Parlamento in cui si chiedeva di concedere
più tempo per le indagini. Il console inglese in America ha presentato alle
autorità texane la richiesta del suo Governo di commutare la condanna di
Elliot, mentre il Vescovo di Londra, Rev. Richard Chartres e il capo della
Chiesa cattolica in Inghilterra, Cardinale Cormac Murphy-O'Connor, hanno
chiesto alle autorità di risparmiare la vita di Elliot. Richieste sono
state anche fatte a Tony Blair perché intercedesse direttamente in favore
di Elliot presso George Bush. Decine di giornalisti inglesi si sono
recati a Huntsville a intervistare Elliot, il quale non ha voluto
rilasciare dichiarazioni ai giornali americani.
La risposta a tutte queste suppliche dall'Inghilterra, nonché alle
richieste di sospensione motivate da valide argomentazioni della difesa, è
stata un rifiuto secco e totale. La Commissione per le grazie ha respinto
18 a 0 ogni ipotesi di clemenza o di rinvio dell'esecuzione.
Il giudice Jan Wisser, che avrebbe potuto sospendere l'esecuzione, aveva
già chiesto da una settimana alla Commissione per le Grazie di non
concedere clemenza, dichiarando di "non esser mai venuto in contatto con un
imputato più meritevole della pena capitale di Elliot". In perfetto accordo
con il giudice Wisser, l'Ufficio del Procuratore Distrettuale della Contea
di Travis, irritato dai tentativi di fermare l'uccisione di Elliot, per
bocca di Brian Case ha dichiarato: "Penso che la difesa sia fuori strada
presentando questo caso come una sorta di cospirazione. Non c'è nulla che
deponga in suo favore."
Dopo l'esecuzione di Elliot, il parlamentare inglese John Gummer ha
detto: "Si è trattato di un triste giorno per la giustizia americana", e ha
aggiunto che "nessun individuo raziocinante può essere felice di vedere
uccidere una persona quando tante domande restano senza risposta". Gli
avvocati difensori hanno ringraziato gli Inglesi per aver sostenuto il
condannato e la sua famiglia. (Grazia)
9) IL SAPORE DELLA LIBERTA' DOPO 16 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE
Il 24 gennaio Rudolph Holton ha attraversato vari cancelli tra le barriere
di filo spinato che circondano la Union Correctional Institution in
Florida: adesso è un uomo libero. Ha 49 anni, con 16 anni di braccio della
morte alle spalle, ma è un uomo libero. Le sue prime reazioni sono state di
profonda commozione e di magnanimità nei confronti dei suoi persecutori:
"Perdono tutti quanti", ha dichiarato asciugandosi gli occhi e
abbottonandosi il cappotto nuovo nell'aria frizzante del mattino. Subito
dopo ha espresso il desiderio di godere delle piccole cose che per sedici
anni gli sono state negate: gustare un dolce scelto da lui, coltivare un
orticello, dedicarsi a lavori di bricolage, seguire le partite in TV.
Holton è stato liberato perché le prove che lo avevano fatto condannare
a morte 16 anni prima, per lo stupro e l'omicidio di una prostituta
diciassettenne, sono cadute una ad una: un test del DNA ha rivelato che un
capello ritrovato in bocca alla vittima non apparteneva a Holton, come era
stato affermato, ma alla vittima stessa; il testimone chiave dell'accusa,
un altro detenuto, che aveva dichiarato che Holton gli aveva raccontato in
cella di come avesse ucciso la ragazza, ha ritrattato, confessando di aver
testimoniato contro Rudolph in cambio di uno grosso sconto della sua pena.
Non è una novità l'uso di testimonianze rilasciate da altri detenuti per
ottenere incriminazioni e condanne, ed è preoccupante che la giustizia in
un caso capitale sia fondata su prove tanto fallaci! Colui che al processo
sostenne l'accusa contro Holton, Joe Episcopo, si dice d'accordo sulla sua
liberazione: "Mi dispiace che sia accaduto tutto ciò. A quel tempo credevo
in quello che facevo."
A Rudolph Holton sono stati rubati 16 anni di vita, ha lasciato due
figli adolescenti e adesso li ritrova adulti, ha 6 nipoti che ancora non
conosce ed ha ricevuto in cambio di tutto questo incommensurabile danno...
100 dollari da parte dello Stato (tale è infatti la cifra che viene messa
in mano ai detenuti rilasciati per sopperire ai bisogni immediati).
In contrapposizione alla nobile affermazione di perdono collettivo da
parte di Holton appare stridente il commento della sua liberazione da parte
dell'attuale rappresentante dell'accusa, Mark Ober: "A causa
dell'inaffidabilità della testimonianza e della mancanza di prove fisiche,
lo stato della Florida non può chiedere ad un nuovo processo contro
Holton... Non sto dicendo forte e chiaro che Rudolph Holton è innocente.
Sto dicendo che non possiamo provare la sua colpevolezza al di là di ogni
ragionevole dubbio". Successivamente Ober ha calcato ulteriormente la mano:
"Lo stato della Florida non ha ragionevoli probabilità di ottenere una
nuova condanna. Pertanto mi è preclusa la possibilità di andare avanti, per
motivi etici. Ciò non significa che egli sia innocente".
Questo genere di affermazioni - che vengono tradizionalmente rilasciate
dagli uffici d'accusa quando un detenuto viene esonerato e posto in libertà
- rivelano il velenoso atteggiamento degli accusatori che, tenaci come
mastini, vorrebbero non dover mai mollare la preda che sono riusciti ad
azzannare!
Per contro, l'avvocato difensore di Rudolph ha allegramente ribattuto
che non ha alcuna importanza ciò che dice l'accusa: "Possono dire quello
che gli pare. La verità è una questione di legge ed è che egli è innocente.
Innocente proprio come voi o come me".
Interpellato su che cosa pensa della pena capitale, Holton ha
dichiarato: "E' piena di falle e non funziona. Spero che il Governatore
voglia darci davvero un'attenta occhiata". (Grazia)
10) BUSH VUOL CHIUDERE UN ISTITUTO CHE DIFENDE I CONDANNATI A MORTE
Rudolph Holton è il ventiquattresimo ospite del braccio della morte della
Florida ad essere esonerato dal 1973. A fronte delle 54 esecuzioni che vi
sono state in questi anni, 24 esonerazioni dovrebbero spingere la Florida
ad un profondo ripensamento del sistema della pena capitale, come è
avvenuto in Illinois (v. n. 103). Interpellato sulla vicenda di Holton, il
Governatore Jeb Bush ha riposto che non vi è alcuna necessità di rivedere
il sistema della pena di morte in Florida: "Non credo che sia necessario
per il nostro stato. Abbiamo un sistema criminale che protegge i diritti di
questa gente in modo straordinario e continua a farlo".
La liberazione di Holton avviene proprio mentre Jeb Bush propone al
Parlamento di eliminare il Capital Collateral Regional Counsel, un
istituto finanziato dallo stato che aiuta i condannati a morte nei loro
appelli. Bush in tal modo vuole risparmiare denaro (precisamente 3,8
milioni di dollari l'anno) e accorciare i tempi impiegati a presentare le
richieste di appello. Questo istituto ha il merito di aver ottenuto la
liberazione di Holton e altri tre condannati a morte negli ultimi due anni.
Approvando il progetto del Governatore, il Ministro della Giustizia Charlie
Crist ha detto: "Bisogna sempre tenere presente la giustizia e l'equità. La
Florida non sacrificherà mai tutto ciò (...) Con lo stesso impegno noi
dobbiamo preoccuparci e rimettere a fuoco le situazioni tristi delle
vittime e delle loro famiglie. Credo che per un tempo troppo lungo noi...
abbiamo esagerato in simpatia per i colpevoli."
11) SOSPESA L'ESECUZIONE DI GREGORY VAN ALSTYNE
Il 13 febbraio la Corte Criminale d'Appello del Texas ha sospeso
l'esecuzione di Gregory Van Alstyne prevista per il 18 dello stesso mese.
In favore di Gregory si è avuta una intensa mobilitazione in Italia cui ha
partecipato anche il nostro Comitato (v. n. 103). Il caso Van Alstyne è
stato rimandato alla Corte della Contea di Potter dove fu celebrato il
processo che portò alla condanna a morte. La questione del ritardo mentale
di Gregory non è stata posta durante tutto il corso dell'iter processuale
perché in passato non costituiva una questione dirimente (lo è diventata
con la sentenza della Corte suprema federale del giugno scorso). Il giudice
della Contea di Potter ha titolo per valutare la fondatezza delle prove del
suo ritardo mentale scoperte in extremis dai difensori di Gregory. Molto
probabilmente tali prove saranno discusse con la partecipazione di esperti.
Se ritenute sufficienti dal giudice di Contea, la Corte Criminale d'Appello
potrebbe commutare la pena di morte di Gregory in carcere a vita.
12) ANNULLATA IN IRAN LA SENTENZA DI MORTE PER IL PROFESSOR AGHAJARI
Il caso di Hashem Aghajari è stato ampiamente illustrato in un articolo
comparso nel n.102 in cui avanzavamo la speranza che le due fazioni in
lotta per il potere in Iran, quella moderata del Presidente Kathami e
quella ultra conservatrice del supremo leader Ayatollah Ali Khamenei, non
volessero portare alle estreme conseguenze lo scontro sul caso del prof.
Aghajari, condannato a morte per offesa al Profeta Maometto in un discorso
da lui pronunciato a giugno nella città di Hamedan. In effetti un tacito
accordo ha portato alla revoca della condanna capitale da parte della Corte
suprema iraniana il 14 febbraio: "La sentenza di morte contro Aghajari è
stata revocata dalla maggioranza dei giudici. Tre dei quattro giudici hanno
votato per revocare la sentenza" - ha dichiarato l'ayatollah Mohammad
Sajjadi, uno dei membri della corte che ha discusso l'appello di Aghajari a
Qom - "La decisione viene dopo settimane di attento studio e revisione del
discorso tenuto da Aghajari. Tre dei quattro giudici hanno deciso che le
accuse contro Aghajari non erano compatibili con il suo discorso".
Gli esponenti più conservatori del regime iraniano avevano minacciato di
eseguire con le proprie mani la sentenza qualora lo scrittore fosse stato
scagionato dalla Corte suprema.
L'annullamento della sentenza di Aghajari non significa che lo scontro
tra progressisti e conservatori si sia affievolito: l'8 febbraio Hossein
Mojahed, uno dei sostenitori di Aghajari, capo del Partito di opposizione
nella provincia di Hamedan, è stato imprigionato per scontare una pena
detentiva di sei mesi perché riconosciuto colpevole di turbativa della
pubblica opinione. Dieci mesi fa Mojahed era stato condannato a 30 mesi di
carcere e a 74 frustate ma in appello la sentenza è stata ridimensionata.
13) PER GLI ULTIMI APPELLI? GLI AVVOCATI PEGGIORI!
Il giudice Tom Price, della Corte d'Appello Criminale del Texas, sostenuto
da altri due suoi colleghi, ha rilasciato in questi giorni una
dichiarazione scritta in cui critica aspramente l'autorizzazione
all'esecuzione del detenuto Leonard Rojas, avvenuta il 4 dicembre scorso,
in quanto al condannato era stato assegnato d'ufficio, per l'appello
statale, David Chapman, un avvocato difensore malato di mente e sospeso per
due volte dall'Ordine degli Avvocati (la terza sospensione gli arrivò poco
dopo l'assegnazione al caso di Rojas). Quest'avvocato, che non si era mai
occupato in precedenza di casi capitali, non solo non effettuò alcuna
indagine, ma dichiarò di non capire neppure le motivazioni indicate nella
richiesta di appello. A definitivo completamento della sua opera
disastrosa, Chapman, senza informare Rojas, rinunciò all'appello federale,
spianando la strada del condannato verso la morte.
Altri tre giudici della stessa Corte d'Appello hanno ribattuto in modo
aspro alle critiche mosse dal giudice Price, affermando che il fatto stesso
che Chapman fosse stato solo sospeso (e non radiato) significa che era
considerato ancora in grado di svolgere il suo compito. Hanno anche
aggiunto che ci deve comunque essere una prima volta per ogni avvocato che
tratta i casi capitali e che l'inesperienza di Chapman non può costituire
una misura delle sue incapacità.
Tra i commenti di Price, molto arguto è quello in cui egli ha scritto:
"Chissà se coloro che contestano che [Chapman] era qualificato, vorrebbero
averlo come loro avvocato difensore in una qualsiasi causa legale, nel
periodo in cui egli si trovava sospeso per aver mancato di tutelare i suoi
clienti."
Il fatto che i nove giudici della Corte d'Appello criminale si siano
messi a discutere su un caso ormai concluso è un segnale della divisione
fra loro su una problematica cruciale nell'ambito del dibattito sulla pena
di morte. Questa Corte si è infatti guadagnata la fama di respingere con la
semplice apposizione di un timbro gli appelli dei condannati anche quando
contengono valide argomentazioni.
Sono state avviate nel Parlamento del Texas proposte di legge per
proteggere i diritti dei detenuti, in particolare durante le fasi degli
appelli, ma il loro iter non sarà certamente agevole.
Come ha dichiarato il professor David Dow, docente di legge
all'Università di Houston, che a sua volta si occupa di appelli a livello
federale: "La Corte d'Appello Criminale è stata notevolmente infedele allo
spirito della legge. Dalla legge infatti si presume che ti venga assegnato
un avvocato competente. Questo in realtà non capita spesso". Dow afferma
che le critiche espresse dal giudice Price e dagli altri due suoi
sostenitori sono un indizio preoccupante, in quanto ci sono altri
condannati che stanno per affrontare l'esecuzione in circostanze simili a
quelle di Rojas. Di fatto, il Texas ha "giustiziato" in gennaio un detenuto
che non aveva ottenuto l'appello a livello federale perché il suo avvocato
aveva presentato la mozione con cinque giorni di ritardo.
"Il caso di Leonard Rojas non costituisce un incidente isolato. E' uno
dei numerosi preoccupanti incidenti che si realizzano in un contesto di
trascuratezza ed irresponsabilità da parte della Corte, che è l'entità
responsabile di garantire che ogni prigioniero condannato a morte riceva
una revisione completa e giusta del suo caso prima che abbia luogo
l'esecuzione". Così si è espresso Andrea Keilen, un altro avvocato che
lavora per il Texas Defender Service. (Grazia)
14) NOTIZIARIO
Arabia Saudita. Sentenza di morte per offesa alla religione. A Gedda in
gennaio il cittadino yemenita Hail Al Masri è stato condannato alla
decapitazione per offese alla religione. In prima istanza egli era stato
condannato a 2 anni di prigione e a 600 frustate ma una corte superiore a
cui era ricorso lo ha condannato a morte. Gettatosi dal terzo piano dopo la
lettura della sentenza, Al Masri è rimasto gravemente ferito ed è stato
ricoverato in ospedale.
Oklahoma. Il nuovo governatore spietato come Keating. Il nuovo governatore
dell'Oklahoma ha rovesciato la proposta di clemenza avanzata dalla
Commissione delle Grazie per Bobby Joe Field, lasciandolo uccidere il 13
febbraio. Si tratta della seconda esecuzione che avviene dopo l'avvento di
Brad Henry. Come abbiamo spiegato nel n.103, il Governatore Keating aveva
rimandato di un mese l'esecuzione di Field, prevista in gennaio, in modo
che il subentrante governatore Brad Henry potesse esaminare la proposta di
clemenza originatasi dai dubbi che rimangono sulla sua piena colpevolezza.
Missouri. L'innocenza non è sufficiente. Il 4 febbraio l'avvocato
dell'accusa Frank Jung ha chiesto alla Corte suprema del Missouri di
ignorare le nuove prove di innocenza portate da Joseph Amrine, condannato a
morte sulla base di tre testimonianze che sono state in seguito tutte
ritrattate. Jung si è richiamato ad una famosa sentenza della Corte suprema
federale del 1993: l'innocenza non costituisce di per sé un motivo per
evitare l'esecuzione capitale, qualora non vi siano state violazioni dei
diritti costituzionali dell'imputato.
Texas. Ucciso Henry Dunn il 6 febbraio. Ucciso a 28 anni per un omicidio
che avrebbe commesso a 19 anni di età, Henry Dunn Jr. ha lasciato una
dichiarazione scritta in cui definisce il sistema della pena di morte in
Texas "a pezzi" e chiede la moratoria delle esecuzioni capitali.
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Questo numero è stato chiuso il 15 febbraio 2003