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Foglio di Collegamento n. 101



FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 101  -  Ottobre / Novembre 2002 (*)



Sommario:

1 )  Stiamo stretti intorno a te, Loredana. Ti vogliamo tanto bene
2 )  Strenua resistenza su una posizione indifendibile
3 )  Per la salvezza di Kevin Stanford, minorenne all'epoca del crimine
4 )  Portate a termine in tempo le due esecuzioni 'elettorali' in Florida
5 )  Quasi una rissa per condannare a morte i due cecchini
6 )  Illinois: drammatica udienza per la commutazione delle sentenze
7 )  Coda di paglia in Virginia: negato il test del DNA nel caso Coleman
8 )  Preoccupazioni di un "apolitico" riguardo ad una canonizzazione
9 )  L'incontro del Consiglio direttivo del 20 ottobre 2002
10)  Ottavo incontro del Gruppo di Torino
11)  Notiziario: Cina, Iran, Giappone, Texas, Turchia, Usa


1) STIAMO STRETTI INTORNO A TE, LOREDANA. TI VOGLIAMO TANTO BENE

Cara Loredana, vorremmo che il nostro dolore per ciò che stai passando
potesse alleviare almeno un poco la tua sofferenza. I nostri pensieri e le
nostre preghiere sono costantemente per te. Conosciamo bene la tua forza
d'animo, di cui hai dato ampie prove in tanti momenti del passato. Siamo
certi che il tuo coraggio ti aiuterà grandemente a risalire con energia
questa china. Devi inoltre contare sulla nostra presenza: saremo più uniti
che mai e faremo tutto ciò che potremo per aiutarti con la nostra amicizia
e il profondo sincero affetto che proviamo per te. Tu hai dato e fatto
tanto per noi come persone e per il Comitato, e adesso cercheremo noi in
tutti i modi di esserti utili. Torneranno i momenti di serenità dei nostri
bellissimi incontri !

(Loredana Giannini, nostra splendida amica e presidente del Comitato ha
avuto un terribile incidente il 21 ottobre: mentre era in bicicletta un
camion l'ha agganciata, travolta e trascinata procurandole gravissime
ferite e facendo temere per la sua vita. Ora speriamo che il momento
peggiore sia passato e che Loredana possa cominciare pian piano a riprendersi)


2) STRENUA RESISTENZA SU UNA POSIZIONE INDIFENDIBILE

L'appello di Kevin Nigel Stanford, condannato a morte in Kentucky per un
crimine commesso nella minore età, ha offerto alla Corte Suprema degli
Stati Uniti l'occasione per pronunciarsi sull'ammissibilità della pena di
morte per i minorenni all'epoca del delitto. La massima corte si è però
rifiutata di intervenire lasciando ancora alla giurisdizione dei singoli
stati la decisione sulla costituzionalità di una simile pratica.
   L'appello di Stanford è stato rifiutato il 21 ottobre a stretta
maggioranza (5 voti contro 4). In modo alquanto inusuale la minoranza ha
sentito la necessità di motivare per iscritto il suo nettissimo disaccordo
con gli altri membri della Corte. Lo ha fatto pubblicando una lunga e
circostanziata opinione che stigmatizza l'uso della pena di morte nei
riguardi dei minorenni come una "pratica vergognosa", "retaggio del passato
che contrasta con l'evolversi dei riferimenti di una società civile."
    Il giudice Paul Stevens, anche a nome degli altri tre giudici
progressisti, ha ricordato che nel 1989 - proprio sul caso Stanford - anche
se la Corte Suprema aveva affermato con 5 voti contro 4 l'ammissibilità
della pena di morte per i minorenni - il Giudice Brennan, con il quale lo
stesso Stevens concordava, aveva scritto una stringente opinione di
dissenso che mantiene oggi tutto il suo valore. Stevens ha aggiunto che
l'opinione di Brennan è stata rafforzata dall'evoluzione della
giurisprudenza che si è avuta negli ultimi 13 anni, nonché dalla decisione
della stessa Corte Suprema del giugno scorso che ha dichiarato
incostituzionale la pena di morte per i ritardati mentali.
   Già nel 1989 Brennan scriveva che le leggi classificano il gruppo dei
minorenni come una categoria di cittadini dotata di minori responsabilità,
cui non è consentito compiere determinati atti caratteristici degli adulti
che partecipano pienamente ai diritti e ai compiti della vita moderna (ad
esempio votare, far parte di una giuria, acquistare materiale pornografico,
giocare d'azzardo, guidare l'auto o sposarsi senza il consenso dei genitori
ecc. ecc.). La minore responsabilità - derivante dalla vulnerabilità,
dall'impulsività e dalla carenza di auto-controllo degli adolescenti - si
traduce nella loro minore colpevolezza. I giovani si dimostrano più inclini
a subire le pressioni della società e i loro crimini sono riconducibili
anche al fallimento della famiglia, della scuola, del sistema sociale.
   Sicuramente - aggiungeva Brennan citando studi scientifici - il processo
di sviluppo delle abilità cognitive e della capacità di giudizio avviene
per gradi. Anche se convenzionalmente la linea di demarcazione dello
sviluppo del giudizio è posta a 18 anni, molti dei cambiamenti psicologici
degli adolescenti si completano solo dopo i venti anni d'età.
   Stevens osserva che le argomentazioni di Brennan rimangono perfettamente
valide e sono rafforzate dalle più recenti acquisizioni della
neurofisiologia. Sul versante legale l'evoluzione che si è avuta dal 1989
ad oggi negli Stati Uniti va - senza eccezioni - nella direzione del
superamento della pena di morte per i minorenni. Da allora cinque stati
hanno proibito la pena di morte per i minorenni portando a 28 quelli che
non la consentono (un numero quasi uguale a quello degli stati che
proibiscono la pena capitale per i ritardati). Infine i motivi della
recentissima sentenza della Corte Suprema che ha dichiarato contraria alla
costituzione la pena capitale per i ritardati mentali (Atkins contro la
Virginia, giugno 2002) si applicano perfettamente alla categoria dei
minorenni. "Tutto ciò mi porta a concludere - scrive Stevens - che i
delitti compiuti da giovani al di sotto dei 18 anni non comportino la pena
di morte. La pratica di giustiziare tali criminali è un retaggio del
passato e contrasta con l'evoluzione dei riferimenti di una società civile.
Dobbiamo porre fine a questa pratica vergognosa."
   All'inizio del 2000 si aveva la sensazione che, anche se fosse ancora
avvenuta l'esecuzione di un minorenne all'epoca del delitto, questa sarebbe
stata l'ultima della storia americana. Invece nell'arco di tre anni - pur
rafforzandosi la tendenza a respingere la pena di morte per i giovanissimi
- i ceti più conservatori hanno consentito che si compissero altre sei
esecuzioni di minorenni all'epoca del crimine. Tali esecuzioni sono
avvenute in Texas: due nel 2000, una nel 2001 e tre nel corso di
quest'anno. Tutte hanno riguardato condannati afro-americani. (Per altro il
Texas ha il record di 13 di tali esecuzioni sulle 21 che si sono avute
negli ultimi 20 anni e - insieme con l'Alabama - imprigiona la maggioranza
degli 81 condannati a morte giovanili.)
   Il Governatore del Texas in due anni ha vanificato la speranza che egli
fosse più evoluto rispetto al predecessore George Bush. In questa
occasione, Rick Perry ha inteso aggiungere un suo commento dimostrando di
non aver capito nulla del dibattito in corso: "Nella passata legislatura
abbiamo approvato una legge per la difesa legale degli indigenti, una legge
che permette di usare test del DNA, ma la linea fondamentale è che in Texas
siamo duri nei riguardi del crimine." Ed ha concluso: "Se commettete un
crimine odioso nello stato del Texas, sarete puniti, e puniti in maniera
appropriata."
   Come abbiamo più volte osservato (v. ad es. nn. 96, 98, 99), nonostante
le resistenze dei conservatori, nonostante le influenze negative dei fatti
dell'11 settembre 2001 e della "guerra al terrorismo", negli USA la pena di
morte per i minorenni è prossima a cadere. Il 70% degli Americani è
contrario a questa pratica barbara che si collega al razzismo e ai
linciaggi dei secoli passati. Quando verrà presentato un altro caso alla
Corte Suprema federale e i 5 giudici che ora non si sono espressi dovranno
discutere le cogenti ragioni presentate dagli altri quattro. Si pensa che
almeno la posizione della giudice Sandra O'Connor possa cambiare; la
O'Connor oltre un anno fa ha infatti dichiarato pubblicamente che il
sistema della pena di morte  negli Stati Uniti deve essere emendato (v. n.
88 pag. 2).


3) PER LA SALVEZZA DI KEVIN STANFORD, MINORENNE ALL'EPOCA DEL CRIMINE

Nel gennaio 1981 Kevin Stanford aveva 17 anni. Insieme ad un complice
commise un odioso crimine in Kentucky che finì con l'uccisione di una
giovane addetta ad una stazione di servizio, certa Baerbel Poore. Kevin,
Afro-Americano, fu processato per questo omicidio e condannato a morte da
una giuria costituita esclusivamente da bianchi, che non ricevette alcuna
informazione sulle circostanze attenuanti che avrebbero potuto mitigare la
condanna: per esempio, la giuria non fu informata del fatto che Kevin
nell'infanzia subì continui abusi fisici, sessuali e mentali. Durante
l'adolescenza egli aveva già dovuto sottostare a tali e tante violenze, che
gli pareva quasi naturale prostituirsi in cambio di denaro, droga e
alcolici (all'uso dei quali fu abituato sin da piccolo) o di un luogo dove
vivere per qualche tempo.
    Kevin ha adesso 39 anni, e, durante la sua reclusione, ha lavorato sodo
per migliorare se stesso. Attualmente  è molto cambiato: ha preso il
diploma di licenza media, si è sposato sei anni fa e segue una figlia (nata
durante il suo primo mese di reclusione),  ora iscritta al secondo anno di
università.
   Come abbiamo detto nell'articolo precedente, l'appello di Kevin alla
Corte Suprema federale è stato appena rifiutato creando una profonda
spaccatura all'interno della stessa Corte. E' probabile che venga chiesta
nel giro di qualche settimana una data di esecuzione per lui. Se il
Governatore non gli concederà clemenza, Kevin verrà presto "giustiziato".
Vi sono però discrete speranze di riuscire a salvarlo, perché il
Governatore ha pubblicamente ammesso di essere favorevole ad  una legge che
ponga fine all'esecuzione di minorenni ed anche perché Kevin Stanford è
l'unico minorenne attualmente nel braccio della morte del Kentucky. E'
pertanto necessario inviare un consistente numero di petizioni al
governatore, per indurlo a riflettere e aiutarlo a prendere la decisione
giusta. (Grazia)

Traduzione della petizione: Kevin Stanford aveva solo 17 anni quando
commise il crimine per il quale fu condannato a morte. La storia della sua
infelice infanzia abusata e del suo ingiusto processo è certamente a lei
nota, e costituirebbe già  un motivo sufficiente a risparmiargli la vita.
Ciò che noi vogliamo sottolineare è che l'esecuzione di minorenni è sempre
più considerata una pratica vergognosa anche dai suoi connazionali (infatti
il recente sondaggio Gallup ha dimostrato che il 69% degli Americani è
contrario alla pena di morte comminata ai minorenni). In effetti
l'adolescenza è un periodo di vita in cui le capacità cognitive, le
emozioni, il giudizio, il controllo degli impulsi, l'identità - persino il
cervello - sono ancora in fase di sviluppo. L'immaturità è la ragione per
cui ai minorenni non sono permesse numerose attività, prerogative dell'età
adulta, come prestare il servizio militare, votare, stipulare contratti,
consumare alcolici o prendere decisioni mediche. Pare assurdo che essi
vengano invece considerati abbastanza maturi per essere messi a morte. Un
numero sempre maggiore di organizzazioni si oppone all'esecuzione di
minorenni all'epoca del crimine. Tra queste l'Associazione degli Avvocati
Americani, l'Associazione Psichiatrica Americana, la Lega Americana per il
Benessere del Fanciullo il Fondo per la Difesa dei Ragazzi e molte altre
organizzazioni a livello nazionale. Dal 1990, solo 7 Paesi "giustiziano" i
minorenni all'epoca del crimine: Iran, Arabia Saudita, Nigeria, Repubblica
Democratica del Congo, Yemen, Pakistan e Stati Uniti. Negli ultimi tre anni
il piccolo numero di nazioni che si sa abbiano giustiziato minorenni, si è
ulteriormente ridotto a tre soli paesi: Repubblica Democratica del Congo,
Iran e Stati Uniti. Negli anni trascorsi nel braccio della morte, Kevin
Stanford è maturato moltissimo. Ha conseguito la licenza media e
successivamente diplomi di scuola superiore in gestione commerciale e arti
liberali. E' divenuto una persona completamente diversa da quella che
rimase coinvolta nel crimine oltre 20 anni fa. Per tutte le suddette
ragioni la supplichiamo, caro governatore, di voler risparmiare la vita di
Kevin Stanford, concedendogli clemenza esecutiva. (Stampa la petizione e
completala con i dati di ciascun sottoscrittore: nome, cognome, indirizzo
completo, firma. Costo posta priorit. fino a 3 fogli: 0,77 *)


Governor Paul E. Patton
The Capitol
700 Capitol Avenue, Suite 100
FRANKFORT,   KENTUCKY 40601-3492    USA

Fax: 001-502-564-2517
E-mail: governor@mail.state.ky.us

Dear Governor Patton

Kevin Stanford was only 17 years old when he committed the crime for which
he has been sentenced to death. The story of his unfortunate, abused
childhood and of his unfair trial is surely well known to you, and it would
be enough reason to spare his life.
What we want to underline instead is that the execution of juvenile
offenders is more and more considered a shameful practice also by your
fellow citizens (actually, the recent Gallup poll has shown that 69% of
Americans oppose the death penalty for juveniles offenders).
Adolescence is indeed a transitional period of life when cognitive
abilities, emotions, judgment, impulse control, identity -- even the brain
-- are still developing. Immaturity is the reason we do not allow those
under eighteen to assume the major responsibilities of adulthood such as
military combat service, voting, entering into contracts, drinking alcohol
or making medical decisions. Seems absurd that they are instead considered
mature enough to be put to death.
A growing number of organizations oppose executions for crimes committed by
offenders under the age of 18. These include the American Bar Association,
The American Psychiatric Association, the Child Welfare League of America,
the Children's Defense Fund and many other major national organizations.
Since 1990, only seven countries have reportedly executed juveniles: Iran,
Saudi Arabia, Nigeria, the Democratic Republic of Congo (DRC), Yemen,
Pakistan and the United States. In the last three years the small number of
nations known to have executed juveniles has declined further to only
three: the DRC, Iran and the United States.
Whilst on death row, Kevin Stanford has matured greatly. He has obtained
his GED and then associate college degrees in business management and
liberal arts. He has become a quite different person than the one who was
involved in the crime more than 20 years ago.
For all the above mentioned reasons, we heartily beg you, dear Governor, to
spare Kevin Stanford's life by granting him executive clemency.
Respectfully



4) PORTATE A TERMINE IN TEMPO LE DUE ESECUZIONI 'ELETTORALI' IN FLORIDA

Secondo molti commentatori, il Governatore della Florida Jeb Bush, fiutando
una probabile rielezione nelle votazioni di medio termine che si terranno
il 5 novembre, ha ritenuto opportuno dimostrare ai suoi concittadini di
essere 'duro contro il crimine'. Sta di fatto che a due mesi dalle
elezioni, Bush ha rotto una moratoria e ha firmato due ordini di esecuzione
nei riguardi di condannati cha avevano rinunciato ad avanzare ulteriori
appelli e in sostanza desideravano un suicidio 'assistito dallo stato' (v.
n. 100, pag. 5). Così Rigoberto Sancez-Velasco è stato ucciso il 2 ottobre
mentre Aileen Wournos ha ricevuto l'iniezione letale il 9 dello stesso
mese. A detta degli abolizionisti, che si sono opposti fino all'ultimo a
queste misere uccisioni, i due condannati non erano in possesso delle loro
facoltà mentali. In effetti deve avere avuto qualche scrupolo in questo
senso anche il Governatore che aveva sospeso le esecuzioni il 30 settembre
e ordinato la valutazione dei condannati da parte di tre psichiatri. I
dottori hanno affermato che i prigionieri erano consapevoli di essere messi
a morte e in grado di comprenderne la ragione. Tanto bastava per rendere
eseguibili le sentenze : la sospensione è stata revocata in tempo da Jeb
Bush e si è potuto procedere come programmato.
   Rigoberto Sanchez-Velasco, un immigrato cubano di 43 anni, pur negando
di essere l'autore  dell'omicidio per il quale è stato condannato a morte,
ha scritto in una dichiarazione resa nota dopo la sua morte: " Non posso
dire di essere innocente dal momento che ho commesso ogni genere di peccati
incluso l'omicidio. Sto ricevendo la mia punizione e sono orgoglioso di
ricevere una pena per le vite che ho reciso ".
   Aileen Wournos, una ex prostituta di 46 anni accusata di aver ucciso sei
dei suoi clienti, la cui storia è stata raccontata in vari film e libri e
in un documentario nel 1993, è la seconda donna ad essere uccisa in Florida
dopo il ripristino della pena di morte nel 1977. Doveva essere intervistata
in extremis  per un'ora dal produttore del documentario, l'inglese Nick
Broomfield. Ma Aileen non ha retto per più di 35 minuti all'intervista che
farà parte di un secondo documentario su di lei. Broomfiel ha dichiarato :
" La mia conclusione dopo l'intervista è che oggi stiamo ammazzando una
pazza. Siamo in presenza di una persona che ha completamente perso la sua
mente. "  L'avvocato che la difese nel processo del 1992 afferma che si
trattava della persona più disturbata che egli abbia mai patrocinato,
sofferente di disturbi della personalità conseguenti all'abbandono e agli
abusi sessuali subiti da bambina. La Wournos prima di morire ha borbottato
a bassa voce  una 'dichiarazione finale' sconclusionata : " Desidero
semplicemente dire che sto partendo con un razzo, e che tornerò. Come in
Independence Day con Gesù, il 6 giugno, proprio come nel film, con la
grande nave spaziale madre e tutto il resto. Tornerò". Il suo cuore ha
continuato a pulsare per un tempo eccezionalmente lungo dopo la
somministrazione delle sostanze letali: 17 minuti.
   Se Jeb Bush, come è probabile, verrà rieletto il 5 novembre, lo sarà
anche grazie all'omicidio di Aileen Wournos.


5) QUASI UNA RISSA PER CONDANNARE A MORTE I DUE CECCHINI

I due folli cecchini che hanno terrorizzato il Maryland, la Virginia e
Washington durante il mese di ottobre sparando vigliaccamente a 13 persone
ed uccidendone 10, hanno contribuito all'imbarbarimento del clima degli
Stati Uniti e a compromettere la pace mondiale. Questi due sbandati, poveri
e senza cultura - anche se non se ne sono resi conto - oltre a compattare
la nazione intorno ai massimi leader, nel momento in cui si preparano a
scatenare la guerra contro l'Iraq, hanno dato un grande vantaggio ai
candidati più conservatori nelle elezioni del 5 novembre. Candidati che
sono stati scelti e spinti in avanti, con grandi mezzi finanziari, dal
partito repubblicano per rendere sempre più incontrollabile il potere che
la "guerra la terrorismo " ha messo nelle mani del Presidente Bush e dei
suoi collaboratori.
   Il 28 ottobre, non appena i neri John Allen Muhammad e John Lee Malvo
sono stati catturati, sono fiorite dichiarazioni dei candidati alle
elezioni che si disputavano la prerogativa di mettere a morte i cecchini.
Sicuramente il maggior vantaggio elettorale lo hanno tratto i candidati più
conservatori.
   Tutti e due i candidati alla carica di Governatore in Maryland, stato
che ha contato 6 vittime, si sono affrettati a dire che sostenevano la pena
di morte per i cecchini nonostante il fatto che in Maryland sia in vigore
da cinque mesi una moratoria delle esecuzioni e nonostante il fatto che in
quello stato non potrebbe essere 'giustiziato' il minorenne Malvo.
   Il candidato repubblicano Robert Ehrlich ha già chiesto la fine della
moratoria e la nomina di una 'task force' che assicuri una rapida e giusta
revisione di tutti i casi capitali, ha suggerito inoltre di introdurre la
pena di morte per i minorenni. L'avversaria di Ehrlich, la democratica
Kathleen Kennedy, sostiene sia la moratoria che la pena di morte per i
cecchini ; secondo il suo portavoce non vi sono problemi dal momento che il
sistema della pena di morte verrà emendato molto presto e la moratoria
cesserà come previsto dopo la riforma del sistema. Di rimando i
repubblicani accusano la Kennedy di 'ipocrisia' e mettono in dubbio la sua
sincerità nel sostenere la pena capitale per i cecchini.
   Da parte loro i pubblici accusatori discutono su come invocare almeno
una tra le 10 aggravanti che consentono di applicare la pena di morte in
Maryland. Sembra che si possa applicare quella che prevede la pena capitale
per chi compie più di un omicidio nella medesima occasione, in base al
fatto che il 3 ottobre quattro persone vennero uccise in un lasso di tempo
di due ore nella stessa contea.
   La Virginia, nella quale sono state fatte 3 vittime, si dice
orgogliosamente molto più attrezzata del Maryland, sul piano giuridico, per
mettere a morte i cecchini. In Virginia infatti la pena di morte è prevista
per chi compia più di un omicidio in un periodo di tre anni e anche per chi
uccide allo scopo di "intimidire in modo generico la popolazione ". Inoltre
in Virginia si possono mettere a morte anche i sedicenni e quindi non ci
sarebbe nessun problema per Malvo che ha 17 anni. Infine le corti della
Virginia sono famose per la loro propensione alla pena di morte e il record
della Virginia in fatto di esecuzioni capitali (86 dal 1982 in poi) è assai
superiore a quello del Maryland che ha messo a morte solo tre persone nello
stesso periodo. Autorità sia statali che federali in Virginia hanno
affermato che i due cecchini devono essere processati lì dove le leggi
riguardanti la pena di morte siano più dure.
   Forzando la consuetudine di affidare i casi criminali alle giurisdizioni
più colpite (che in questa circostanza sono le giurisdizioni statali), il
Governo federale non ha rinunciato ad intervenire pesantemente e il
Ministro Ashcroft ha ventilato la pena di morte per il maggiorenne John
Allen Muhammad (a livello federale non è prevista la pena capitale per i
minorenni). La fattispecie di reato capitale più appropriata sarebbe
l'uccisione nel contesto di un'estorsione (i cecchini chiesero in due
lettere ritrovate dalla polizia 10 milioni di dollari). Per John Allen
Muhammad è stata annunciata un'udienza il 5 novembre davanti ad una corte
federale : gli verranno contestati 20 capi di accusa alcuni dei quali
comportano la pena capitale.


6) ILLINOIS: DRAMMATICA UDIENZA PER LA COMMUTAZIONE DELLE SENTENZE

I critici del Governatore George Ryan affermano che la sua strenua
battaglia contro l'attuale sistema della pena capitale dell'Illinois è solo
il tentativo di uscire di scena sotto le vesti nobili dell'idealista per
far dimenticare gli scandali che hanno posto fine alla sua carriera
politica. Noi ricorderemo il coraggio e la perseveranza dimostrate nel
corso degli anni da George Ryan e la strada spinosa che ha deciso di
percorrere negli ultimi mesi del suo mandato.
   Prima di diventare un semplice cittadino, cosa che si verificherà a
gennaio, Ryan esaminerà tutte le condanne a morte pendenti nel suo stato
riservandosi di commutarle in carcere a vita per rimediare alle gravi
deficienze ed ingiustizie che hanno caratterizzato i processi capitali in
Illinois fin dal ripristino della pena di morte alla fine degli anni
settanta (v. n. 100). La mossa - volutamente provocatoria - di Ryan vuole
essere anche uno stimolo nei riguardi del Parlamento che dovrebbe
legiferare per correggere il sistema della pena capitale in base agli 85
criteri resi noti nel mese di aprile da una apposita Commissione di studio
(v. n. 96 pag. 6)
   Andati a vuoto due ricorsi del Ministro della Giustizia contro il
progetto del Governatore, dal 15 a 28 ottobre si è svolta, davanti alla
Commissione per le Grazie, un'udienza fiume per la revisione di 142 casi
capitali. La Commissione delle Grazie ha infatti il compito istituzionale
di dare al Governatore un parere segreto e non vincolante sui provvedimenti
di clemenza. Dopo questa fase è previsto l'esame personale dei casi da
parte del Governatore che alla fine renderà note le sue decisioni.
   Durante l'udienza, svoltasi sotto l'occhio delle telecamere, si sono
susseguiti momenti drammatici in cui, sostenuti dagli accusatori, i
familiari delle vittime del crimine hanno reso le loro accorate
testimonianze. La rievocazione di delitti mostruosi, i pianti e le
richieste di uccidere i condannati, hanno suscitato un'onda di emozioni che
ha cancellato gli aspetti razionali del dibattito. Un dibattito che, nelle
intenzioni di Ryan, avrebbe dovuto soprattutto mettere in luce gli errori,
le irregolarità e le ingiustizie commessi dalla polizia e dal sistema
giudiziario nel perseguire i sospetti nei casi capitali.
   Gli stessi avvocati difensori, intimiditi e a disagio, non sono riusciti
nel loro compito di mettere adeguatamente in risalto gravi e gravissime
deficienze del sistema della pena di morte che in alcuni casi ha portato -
per errore e anche per dolo - all'incriminazione di persone con tutta
probabilità innocenti che sono ancora rinchiuse nel braccio della morte.
Tra i casi di maggiore rilevanza vi è quello di Aaron Patterson che nel
1992 confessò sotto tortura un duplice omicidio. Patterson si rifiutò di
firmare la confessione e incise con l'estremità di un fermaglio su un banco
della stanza dell'interrogatorio un messaggio in cui ribadiva di essere
innocente e di aver confessato sotto tortura. Fu poi condannato a morte, in
mancanza di prove fisiche che lo legassero al delitto, sulla base della
testimonianza - in seguito più volte ritrattata - di una donna che subì
pesanti pressioni da parte della polizia.
    George Ryan, che non ha presenziato alle sedute della Commissione per
le Grazie, è stato oggetto di critiche, divenute sempre più aspre, per aver
promosso l'udienza e per aver palesato l'intenzione di commutare le
sentenze capitali.
    L'impatto emotivo dell'udienza è andato molto al di là del previsto ed
ha fatto promettere al Governatore di incontrare, per quanto possibile nel
breve periodo in cui dovrà prendere le sue decisioni, i familiari delle
vittime del crimine, dopo aver dichiarato la sua sincera condivisione delle
pene provate da costoro.
   L'opinione pubblica dell'Illinois, che a metà ottobre era divisa circa a
metà sulla proposta di commutare le sentenze capitali, dopo l'udienza ha
cambiato apprezzabilmente il suo atteggiamento : un sondaggio ha rivelato
che solo il 40 % degli elettori è ora favorevole alla commutazione delle
sentenze capitali da parte di Ryan, a fronte del 51%  che si è detto
contrario.
   Ad ogni modo, nonostante tale fluttuazione, la moratoria imposta da
George Ryan tre anni fa ha inciso positivamente nella pubblica opinione
dell'Illinois : crediamo che in nessuno stato il 40 o il 50 % dei cittadini
sarebbe favorevole alla commutazione di tutte le sentenze capitali.
   Ormai tutti sono convinti che il sistema della pena capitale
dell'Illinois debba essere emendato, compresi di due candidati alla
successione di George Ryan. E' difficile tuttavia prevedere quanto estesi
saranno i cambiamenti a lungo termine e, nell'immediato, ciò che farà
l'attuale Governatore.
   Come minimo, George Ryan concederà la clemenza ad alcuni condannati che
sono probabilmente innocenti. Potrà concedere loro la commutazione della
pena in carcere a vita - ed essi conserveranno la facoltà di continuare gli
appelli per ottenere il proscioglimento - oppure ordinare la loro immediata
liberazione come richiesto dai rispettivi avvocati durante l'udienza di
ottobre. Come massimo, il Governatore uscente potrà annullare tutte le
condanne a morte esistenti, suscitando grandi polemiche e forse
imprevedibili reazioni dei sostenitori della pena capitale.
   L'attuale Ministro della Giustizia, il repubblicano Jim Ryan, come pure
l'altro candidato alla carica di Governatore,il democratico Rod
Blagojevich, accettano di mantenere la moratoria delle esecuzioni fino a
che il sistema della pena capitale non venga emendato ma hanno idee diverse
sulle raccomandazioni avanzate dalla Commissione di studio istituita da
George Ryan. Per esempio Blagojevich è favorevole alla ripresa video delle
confessioni degli indagati ma non degli interrogatori della polizia mentre
Jim Ryan approverebbe la ripresa sia delle confessioni che degli
interrogatori. I due candidati hanno inoltre pareri differenti sulla
raccomandazione della Commissione di ridurre da 20 a 5 i fattori aggravanti
che portano alla condanna a morte. Blagojevich è contrario in toto a questa
raccomandazione, Ryan la accoglierebbe in parte, continuando però a
riservare la pena capitale agli assassini di bambini, vecchi e disabili,
nonché ai terroristi, agli stupratori e ad alcune altre categorie di
criminali.


7) CODA DI PAGLIA IN VIRGINIA: NEGATO IL TEST DEL DNA NEL CASO COLEMAN

Ponendo fine ad un lungo contenzioso, la Corte Suprema della Virginia il 1°
novembre ha definitivamente negato la possibilità di effettuare un test del
DNA sui reperti biologici relativi al crimine che condusse alla sedia
elettrica nel 1992 il minatore Roger Keith Coleman. La motivazione addotta
dalla Corte è che, autorizzando un simile test, verrebbe esteso in modo
arbitrario l'accesso alle prove dei crimini da parte di un pubblico non
direttamente coinvolto.
   Coleman era stato condannato a morte per lo stupro e l'omicidio di sua
cognata Wanda McCoy, avvenuti nel 1981, sulla base di modeste e incerte
prove fisiche e di una 'soffiata' di un compagno di prigionia che ottenne
in cambio la liberazione dal carcere. Le sue affermazioni di innocenza
avevano attirato l'interesse del pubblico e del settimanale Time che
scrisse un approfondito articolo sul caso (datato 18 maggio 1992). Una
valanga di petizioni si erano rovesciate sul Governatore di allora, Douglas
Wilder, nel tentativo di salvargli la vita.  Wilder, rimasto incerto sul da
farsi fino all'ultimo, decise infine di affidarsi all'alea di un test con
la "macchina della verità". Coleman si sottopose alla prova poche ore prima
dell'esecuzione. Il comprensibile stato di stress del soggetto
dell'esperimento contribuì a rendere problematico il già insicuro responso
di un esame di questo tipo. Fu reso noto che dal test non risultava
l'innocenza di Coleman il quale fu portato sulla sedia elettrica il 20
maggio 1992.
   Prima di morire, Roger Coleman dichiarò: "Quando verrà dimostrata la mia
innocenza, spero che gli Americani si renderanno conto di quanto la pena di
morte sia ingiusta, come è accaduto in tutti gli altri paesi civili".
Purtroppo l'innocenza di Coleman non è stata ancora dimostrata e la sua
speranza è stata vanificata dalla Corte Suprema della Virginia che,
vietando un test del DNA, ha rifiutato appunto di dissipare i seri dubbi
che rimangono sulla sua colpevolezza. Questo test era stato richiesto da
quattro importanti quotidiani, tra cui il Washington Post e il Boston
Globe, nonché dal Centurione, una organizzazione umanitaria del New Jersey
che indaga su potenziali condanne ingiuste. Tutti questi soggetti erano
disponibili a sostenere le spese del test.
   Tim Murtaugh, portavoce del Ministro della Giustizia della Virginia
Jerry W. Kilgore, ha plaudito alla decisione della Corte Suprema: "La
questione fondamentale è che nel 1981 Roger Keith Coleman violentò ed
uccise Wanda McCoy" - aggiungendo: "Egli fu processato, riconosciuto
colpevole, condannato e punito. Ed oggi la Corte Suprema della Virginia ha
parlato."
   Con la decisione del 1° novembre la Virginia ha indirettamnte ammesso di
temere di mettere a rischio un'istituzione tanto cara alle classi
dirigenti, quale la pena di morte. E' ovvio che la dimostrazione
dell'innocenza di un uomo ormai "giustiziato", minerebbe alle radici  la
fiducia della popolazione nella pena capitale (come è stato in effetti
anche dichiarato dai portavoce dello stato). E potrebbe davvero segnare
l'inizio, tanto auspicato da Coleman, di un ripensamento su questa barbara
sanzione. Se la Corte Suprema fosse stata sicura della colpevolezza di
Coleman e avesse avuto la certezza che il nuovo test avrebbe dimostrato
inequivocabilmente che lo stato della Virginia aveva fatto la cosa giusta
condannando Roger a morte, dubitiamo che la sua recente decisione sarebbe
stata la stessa...
   Un simile rifiuto dovrebbe comunque far riflettere i cittadini americani
perché è una evidente ammissione di quanto sia ingiusta e arbitraria la
pena di morte. Un forte interrogativo sulle motivazioni che hanno
determinato il verdetto di questi giorni in Virginia, ci auguriamo sfiori
le menti dei cittadini americani e renda in qualche modo giustizia
all'ultima speranza di Coleman. (Grazia)


8) PREOCCUPAZIONI DI UN "APOLITICO" RIGUARDO AD UNA CANONIZZAZIONE

Nell'animo di Christian, socio di Amnesty nonché socio molto attivo e amico
del Comitato, la preoccupazione per i diritti civili ed umani è profonda e
costante. Accogliamo la sua richiesta di pubblicare - quale stimolo e
provocazione - un impegnativo articolo con il quale vuole rendere note
alcune perplessità sull'Opus Dei. Lo scritto di Christian si allarga su una
tematica che va al di fuori dei nostri scopi statutari, pertanto lasciamo a
lui la responsabilità su ciascuna delle sue affermazioni.

Il fondatore dell'Opus Dei, José Maria Escrivà de Balaguer, è stato
canonizzato dalla Chiesa cattolica lo scorso 6 ottobre, con la
partecipazione di una folla enorme, espressione, per lo più, delle classi
medio alte di una parte rilevante del mondo cristiano ispanico, europeo e
dell'America latina.  Escrivà de Balaguer nacque a Barbastro, nella
provincia di Huesca, in Spagna, nel 1902, e fu ordinato sacerdote nel 1925.
 Appena tre anni dopo fondò l'Opus Dei, che dal 1946 ebbe la sua sede a Roma.
   La principale opera dell'artefice dell'Opus Dei, "Cammino" (tradotta in
oltre quaranta lingue), fu scritta nel corso della crudelissima e
sanguinosa guerra civile spagnola (1936-1939), ed intende anche essere una
celebrazione dello spirito fascista e del "Caudillo" Franco.
   Lo scritto ben riflette l'ideale e l'azione franchista di quei tragici
anni : "La guerra è il massimo ostacolo che si innalzi sul cammino facile.
Tuttavia, dovremo amarla, come il religioso ama i suoi discepoli" (p.311-
si veda il Manifesto"del 4/10/02 p. 18). Tale inusuale commistione tra
Vangelo e militarismo rese possibile, riguardo la condizione femminile,
giudizi quale il seguente: "Le donne non hanno bisogno di essere sapienti,
basta che siano cancellate" (tratto da "il Manifesto" del 4/10/02 p.18).
   Ne consegue che venne ricercato il consenso e la partecipazione di
quelle classi che detengono il potere politico ed economico, nonché i mass
media, e che rappresentano le tradizioni del paese.  Escrivà de Balaguer
accettò di buon grado decorazioni ed onori, e contribuì largamente nel
tracciare l'indirizzo culturale e religioso nella Spagna franchista, e nei
paesi dell'America latina.
   Altresì, va rimarcato che la pena di morte, anche dopo la guerra civile,
fu praticata in modo efferato per tutto il periodo della dittatura franchista.
   Molto, davvero, è stato scritto sull'Opus Dei. A favore si può citare il
libro di Vittorio Messori, "Opus Dei: un'indagine" (Mondadori), che mette
in rilievo l'autentico impegno di migliaia di persone consacrate alla
diffusione della Chiesa cattolica nel mondo. Gli oppositori all'Opus ne
mettono, invece, in rilievo l'autoritarismo, 1a segretezza, il maschilismo,
l'uso assai spregiudicato (caratteristico)  dei mezzi al fine.  Possiamo
citare "Opus Dei" di Maurizio Di Giacomo (T. Pironti ed.) e Yvon Le
Vaillant,  "La santa società. L'Opus Dei in azione", (Sugar Ed.).  E
davvero esemplare ed illuminante risulta essere la testimonianza "Oltre la
soglia. Una vita nell'Opus Dei" (Baldini e Castoldi Ed.), di Maria del
Carmen Tapia, stretta collaboratrice di Escrivà de Balaguer per 18 lunghi
anni.  Vi è descritta la struttura della organizzazione e la vita dei
fedeli all'interno di essa, nonché le vessazioni, i sequestri, le violenze,
le minacce che subirono coloro che si trovarono in contrasto con le
direttive date.  Infatti "Dio e audacia" era stato il motto di un prete che
certamente fu ambizioso e collerico, come bene ha evidenziato Adriana Zarri
nel suo bell'articolo, dal titolo "Escrivà, un santo che tanto santo non
era" sulle pagine di "Avvenimenti" dello scorso 6 settembre (n.16).
Scalpore, infine, fecero le rivelazioni della Tapia che riportò che Escrivà
de Balaguer "non aveva rispetto" per papa Giovanni XXIII e per Paolo VI, e
stimava l'Opera "superiore alla Chiesa in santità".
   Questa testimonianza fu confermata dalle affermazioni di padre Vladimir
Feltzmann, membro dell'Opus Dei per 22 anni e traduttore in cecoslovacco di
"Cammino", fatte al settimanale "Newsweek", che già aveva messo in rilievo
le forti pressioni di potenti seguaci dell'Opus Dei in tutto il mondo per
la causa di beatificazione del fondatore.
   Escrivà de Balaguer veniva descritto come un deciso oppositore del
Concilio Vaticano II, poiché egli riteneva che la Chiesa cattolica fosse
diventata un luogo di disordine.  Inoltre, ancora alla fine degli anni
sessanta, vi era stato il tentativo di giustificare, in parte, la figura
storica dello stesso Hitler e di ridimensionare la tragedia dell'olocausto,
dal momento che l'intervento dei nazisti nella guerra civile spagnola aveva
determinato la vittoria della causa del cristianesimo in Spagna.
   Di fatto molti ex fedeli dell'Opus Dei non furono mai ascoltati e due
dei consultori nel processo di beatificazione dettero parere negativo.
Infatti monsignor Luigi De Magistris, reggente della Penitenzieria
apostolica vaticana, e monsignor Justo Fernandez Alonso, rettore della
Chiesa nazionale spagnola a Roma, dettero parere negativo sulla
beatificazione. (Si veda anche "L'Unità" del 7 ottobre scorso, p. 11).
Ancora, problematici furono, almeno agli esordi, i contatti con l'Azione
cattolica spagnola, ed è un fatto storico una certa contrapposizione tra
l'Opera e i gesuiti.
   Certamente è indubitabile che l'Opus Dei "silenziò" e cercò di isolare e
screditare coloro che, nell'organizzazione, rappresentavano le menti
critiche :  "Esiste una censura interna che rivede articoli, libri o
conferenze dei membri... La prova è che non esistono filosofi, letterati o
teologi dell'Opus Dei riconosciuti e rispettati per il loro lavoro fuori
dall'istituzione.  I canonisti possono acquisire una certa statura nella
Prelatura, ma per filosofi e teologi non c'è posto.  Non dico niente di
nuovo, osservo solo un dato di fatto" (Maria del Carmen Tapia, "Oltre la
soglia.", Baldini e Castoldi  p. 437)
   Del resto già al tempo dei massacri della guerra civile spagnola Georges
Bernanos, un grande scrittore cattolico, reazionario e monarchico (e pure a
suo modo antisemita), si era infine completamente dissociato da questa
nuova realtà della destra europea, e denunciò quella che fu una delle più
orrende tragedie della storia nel suo "Les Grands Cimitières sous la lune"
(Plon, 1938).  Dunque - un grido veemente e profetico quale quello di
"Guernica" di Picasso o dei "Disastri della guerra" di Goya. Giacché di
fronte a questa "rivoluzione militare e clericale... è difficile soltanto
immaginare un miscuglio così paradossale - esplosivo - di cinismo e
ipocrisia...." (Jean Bothorel, "Bernanos, le mal pensant", Grasset, 1998
-Trad. in italiano, Santi e Quaranta Ed. TV, 2000, p. 181).
   Tuttavia, nonostante questa condiscendenza nei confronti di un certo
gusto dell'avventura e del militarismo più spinto (condiscendenza non
sempre, peraltro, ricambiata dalla stessa Falange), Escrivà de Balaguer
raccomandò sempre la preghiera: "In primo luogo, orazione; poi espiazione;
in terzo luogo, molto in terzo luogo, azione." (si veda "L'Unità" 7/10/02
p. 11). Si può giungere a conciliare la propria vita interiore, spirituale,
con la vita familiare e sociale, e assurgere così ad una forma di santità
attraverso la quotidianità ed il lavoro. Grazie anche a codesto fondamento
ideale, che sembra travalicare ogni barriera di classe, l'Opus Dei conta,
oggi, circa 84 mila membri in tutto il mondo, per lo più laici.  Ma
certamente questa "élite", questa borghesia che fa opinione e sovente
governa, come nella maggior parte dei paesi dell'America latina, mai ha
inteso rappresentare un veicolo di concreta democrazia e progresso sociale
per le proprie genti. Infatti, troppe volte è accaduto che la
canonizzazione della santità dell'uomo comune, completamente dedito alla
famiglia e al quotidiano lavoro, si sia infine, purtroppo, risolta nella
santità del martirio dei ceti più deboli ed oppressi, nell'ambito di una
spietata quotidianità, derivante da scelte politiche ed economiche ingiuste
e disastrose; e ancora per causa dell'intervento della violenza del potere
militare, volta ad eliminare ogni dissenso.  Una testimonianza esemplare di
questa desolata realtà storica è, senza alcun dubbio, il libro "Mi chiamo
Rigoberta Menchù" di E. Burgos (Giunti ed.), dove "Per la prima volta il
mondo amerindiano si impone alla nostra attenzione attraverso le autentiche
parole di una giovane contadina guatemalteca dell'etnia quiché".  Dalla
memoria collettiva alla denuncia politica per la giustizia sociale.
Giacché non sembra mai esserci alcun progetto politico volto alla concreta
emancipazione dei ceti più deboli e alla abrogazione dei più scandalosi
privilegi di casta.  Una classe dirigente, quella formatasi nelle scuole
ispirate all'Opus Dei, che è stata definita "massoneria bianca" e che è
rimasta cristallizzata nel tempo di fronte alle secolari ingiustizie alla
violenza che ne consegue, in tutto funzionale alle forme più esasperate e
odiose dell'imperialismo nord-americano. Erede, in Sud America, di quegli
"encomienderos" che sostenevano la superiorità della "razza ispanica" e si
identificavano con la spietata tradizione militarista spagnola impersonata
da Sepulveda, il principale antagonista all'ecumenismo cristiano del
domenicano Bartolomé de Las Casas (1474-1566), l'autore del famoso "Del
Unico Modo de atraer a todos los pueblos a la verdadera religiòn" (1).Una
tradizione militarista che potremmo sintetizzare nel modo seguente: "spada
e croce, prima di tutto" (2):
   Dunque, in un tale contesto, sostanzialmente immutabile, le apprensioni
per il futuro dell'umanità, e quindi dei Diritti Civili e Umani nel mondo
intero, sembrano davvero dover perdurare all'infinito poiché si stenta a
riconoscere e fronteggiare una violenza dilagante, in particolare nelle
aree più povere del mondo, e che risulta sempre eversiva delle leggi
internazionali a salvaguardia dei Diritti delle genti. Codeste difficoltà
nel compiere delle scelte politiche possono riguardare anche politici di
indirizzo progressista come responsabili di organizzazioni umanitarie che,
forzando il concetto di pragmatismo, forse poco si pongono il problema, sia
pure di fronte a realtà complesse e insormontabili, di imporre (anche di
fronte alla forza, nei limiti del possibile) una vitale intransigenza
etica, nell'ambito delle comunità e della vita delle nazioni. Se in molti
amassero la Giustizia con tenacia e convinzione, probabilmente ci
troveremmo tutti più vicini al traguardo di amministrare proficuamente le
risorse umane ed economiche di questo mondo, invece di amministrarne la
miseria, come sovente avviene. (Christian)
______________
(1)" Si veda anche "Fray Bartolomé de Las Casas" di Filippo Gentiloni, in
"L'anima degli Indios" di Enrico Martino, EGA ed., 1992, e si veda pure "In
nome della croce", La Piccola Editrice, di Fernando Mires, sul dibattito
teologico-politico nel periodo della Conquista.
(2) F. Gentiloni, op. cit., p. 5.


9) L'INCONTRO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 20 OTTOBRE 2002

Il 20 ottobre si è tenuto in Torino un incontro informale del Consiglio
Direttivo del Comitato Paul Rougeau per fare il punto sulle attività della
nostra associazione dopo i mesi estivi. Riportiamo un'ampia sintesi del
verbale della riunione.Preghiamo i lettori di notare la decisione di non
effettuare bonifici ai detenuti per somme inferiori ai 250 dollari.

(...) I punti all'ordine del giorno sono: 1) organizzazione della seconda
parte della visita di Dale Recinella in Italia nel prossimo mese di aprile,
con l'eventualità di far partecipare Dale ad un evento abolizionista in
occasione dell'Assemblea ordinaria dei soci a Firenze, anticipata ad
aprile; 2) scelta di un detenuto condannato a morte quale corrispondente
privilegiato del Comitato Paul Rougeau; 3) ripresa del lavoro nelle scuole,
cercando nuovi aiuti in questo lavoro; 4) gestione del sito, cambiamenti
nella pubblicazione delle notizie di attualità nel sito, con la proposta di
ridurre la lunghezza degli articoli, inserimento e gestione nel sito della
bozza del libro su Gary Graham;  5) ricerca di editori per le versioni
inglese ed italiana del libro su Gary Graham; 6) Foglio di Collegamento
(collaboratori); 7) pubblicizzazione del programma informatico per l'orario
scolastico di Paolo Cortelli; 8) redazione di un catalogo di libri e di
video sulla pena di morte in possesso del C.P.R.; 9) pubblicazione di
articoli sulla pena di morte sulla rivista del Sermig; 10) situazione di
cassa; 11) riproduzione della videocassetta con la conferenza di Giuseppe
Lodoli e di Dale Recinella (in due versioni), 12) pubblicizzazione
dell'iniziativa "Stracci di Pace" di Emergency. Presiede la riunione
Loredana Giannini coadiuvata da Grazia Guaschino, funge da segretario
Giuseppe Lodoli. Si comincia con la discussione del punto 1) all'ordine del
giorno: la visita di Dale Recinella è uno degli impegni più importanti del
C. P. R. del prossimo anno e deve essere programmata con cura e con largo
anticipo, dato anche il gran numero di soggetti coinvolti; è assodato che
Dale giungerà in Italia il 31 marzo 2003; fino al 13 aprile sarà ospite ad
Udine a cura di Francesca Giorgetti e Stefano Zanini per partecipare a una
decina di iniziative programmate dall'Università di Udine, da Amnesty
International, dal Comitato Paul Rougeau e da altre organizzazioni; dal 13
fino al ritorno in Florida (21 aprile) Dale avrà una base a Torino dove
sarà ospite del Comitato per iniziative presso associazioni e scuole di
Torino e provincia e auspicabilmente a Novara e a Firenze; a Novara Dale
parteciperebbe ad una conferenza organizzata in ambito scolastico da Anna
Maria Esposito; Loredana Giannini e il Gruppo di Firenze, in collaborazione
con associazioni quali Amnesty International e la Comunità di Sant'Egidio,
studieranno la possibilità di spostare per due giorni Dale a Firenze per
farlo partecipare ad una manifestazione abolizionista a ridosso
dell'Assemblea annuale dei Soci, Assemblea che verrebbe pertanto anticipata
ad aprile. Passando al punto 2), (...) su proposta di Anna Maria Esposito
si decide di sondare la disponibilità del detenuto Kenneth Foster, tramite
il socio Paolo Scanabucci, suo corrispondente, [ad accettare di divenire
corrispondente privilegiato del Comitato. Se accetterà, gli verrà inviata
una lettera in cui gli presenteremo il Comitato e gli enunceremo la nostra
intenzione di pubblicare nei futuri bollettini i suoi scritti sulle
condizioni di vita nel braccio della morte e sulla storia del suo caso]
(...) Punto 3), per quanto riguarda gli interventi nelle scuole si decide
di dare un ulteriore impulso al lavoro fatto sistematicamente a Torino e a
Novara nello scorso anno scolastico, interessando da un minimo di tre ad un
massimo di cinque istituti; continuerà il lavoro nelle scuole a Roma in
collaborazione con la Circoscrizione Lazio di Amnesty International; Punto
4), per quanto riguarda il sito, si decide di pubblicare le 'news' in
italiano in pezzi brevi che chiariscano la sostanza delle notizie, senza
più tradurre interi articoli presi dai giornali esteri; si comunicheranno
al 'webmaster' Francesco Spiga - cui va la riconoscenza incondizionata del
Comitato - alcuni perfezionamenti riguardo alla pubblicazione nel sito
della bozza del libro su Gary Graham e alla procedura di 'registrazione on
line' degli 'addetti ai lavori' necessaria per accedere a detta bozza.
Punto 5), Il Comitato, ora che la bozza della versione inglese del libro è
accessibile su Internet, lancerà un messaggio e-mail  in campo
abolizionista alla ricerca di un editore americano di tale versione; per la
versione italiana si contatteranno direttamente alcune case editrici
italiane. Punto 6), si auspica un allargamento del numero dei collaboratori
per il Foglio di Collegamento, per il quale, entro la fine dell'anno, la
data di chiusura verrà anticipata al 15 del mese in modo che esso possa
essere distribuito nel corso del mese di cui porta la data. Punto 7), il
Gruppo di Torino e, possibilmente, il Gruppo di Roma, pubblicizzeranno
nelle scuole il programma per l'orario scolastico realizzato dal socio
Paolo Cortelli nella speranza di venderne alcune copie il cui corrispettivo
andrebbe a beneficio dei detenuti condannati a morte; 8) Deve essere ancora
completato il catalogo dei libri e dei video sulla pena di morte, Giuseppe
viene sollecitato a fornire l'elenco di quelli giacenti a Roma; si conferma
la decisione di non concentrare il materiale documentario in un unico
luogo; del materiale documentario fanno parte anche tre tesi di laurea
realizzate con la consulenza del Comitato; in linea di massima i libri
sulla pena di morte non saranno prestati a terzi ma verranno soltanto
fornite delle fotocopie ai lettori esterni al Comitato. Punto 9), i soci
Secondo Mosso e Grazia Guaschino hanno avuto contatti con il Sermig che ha
prospettato la possibilità di pubblicare nella propria rivista "Nuovo
progetto", una volta al mese, un articolo che riguardi la pena di morte, il
Comitato si rende disponibile a fornire tali articoli (che non devono
riguardare soltanto gli Stati Uniti d'America). Punto 10),  il Tesoriere
Paolo Cifariello fa una relazione sulla situazione finanziaria del Comitato
e sulle disponibilità di cassa, i dollari che giacevano su un conto a parte
sono stati cambiati mesi fa in euro ed oggi in cassa si trovano in totale
4345 euro, senza contare le giacenze di fondi destinati a specifici
detenuti; il Tesoriere fa presente che per lui è diventato ormai
impossibile fare un gran numero di accrediti di fondi ai detenuti,
accrediti spesso di modestissima entità, comparabili con l'ammontare delle
spese delle operazioni bancarie; si decide pertanto che il Comitato Paul
Rougeau non eseguirà accrediti ai detenuti inferiori ai 250 dollari. Punto
11), Giuseppe Lodoli viene incaricato di individuare due parti
significative del video con la conferenza tenuta da Dale Recinella e da lui
stesso presso il Centro Studi Sereno Regis nel febbraio scorso e di farne
riprodurre alcune copie. Punto 12), come già detto nel Foglio di
Collegamento, si decide di pubblicizzare informalmente l'iniziativa
dell'Associazione umanitaria Emergency "Uno straccio di pace", invitando i
nostri soci e simpatizzanti a comunicare al Comitato il numero di stracci
esposti, il Comitato a sua volta renderà noto il totale ad Emergency: si
spera in tal modo di indurre gli organizzatori della campagna a diffondere
alcuni dati quantitativi che possono incoraggiare un'ulteriore
partecipazione. Si affrontano inoltre due argomenti non compresi
nell'ordine del giorno e si decide: a) di invitare gli abolizionisti,
tramite la lista ABOLISH e stimolando Amnesty International, a
corrispondere con i detenuti nella base di Guantanamo, privi di diritti e
sottoposti alla minaccia di una condanna capitale, b) di riesaminare la
possibilità di rilanciare la Campagna "Rimbalzo" con l'invio di lettere ai
cittadini degli stati che mantengono la pena di morte (...)


10) OTTAVO INCONTRO DEL GRUPPO DI TORINO

Grazia Guaschino ha preparato una relazione sull'ottavo incontro del "Guppo
Torino"svoltosi nel pomeriggio del 20 ottobre u. s. Pubblichiamo un'ampia
sintesi della relazione di Grazia.

Erano presenti: Cristina Curoso, Grazia Guaschino, Secondo Mosso, Silvia
Mosso, Antonietta Passarelli, Giorgio Peira, Nadia Tiziani. Oltre ai soci
di Torino c'erano tre membri del Consiglio Direttivo: Loredana Giannini,
Paolo Cifariello e Giuseppe Lodoli. Per cominciare Lodoli ha riassunto le
conclusioni della riunione del Direttivo tenutasi nella mattinata. Abbiamo
poi sviluppato gli argomenti che in particolare interessano il nostro
gruppo. Innanzitutto abbiamo parlato della visita di Dale Recinella in
aprile: Dale sosterà a Udine e terrà conferenze in alcune località friulane
dal primo al 13 aprile, successivamente si trasferirà a Torino per un
periodo di una settimana circa. Abbiamo deciso, con l'aiuto di Secondo e di
Irene, di organizzare incontri locali con un più vasto pubblico,
coinvolgendo anche, se possibile, la Comunità di Sant'Egidio e Amnesty
International. Contatterò anche il parroco della chiesa di S.Giulio d'Orta
e il Centro Studi Sereno Regis. Loredana Giannini verificherà la
possibilità di organizzare in quella settimana di aprile l'Assemblea
annuale dei soci del Comitato a Firenze, in modo da abbinare all'assemblea
stessa un evento abolizionista, che potrebbe appunto consistere in una
conferenza di Dale tenuta a qualche scolaresca liceale o in Comune; mentre
Anna Maria aveva già detto in mattinata che avrebbe valutato la possibilità
di organizzare, con l'aiuto della Comunità di Sant'Egidio di Novara, una
conferenza di Dale anche nella sua città. Ho poi informato Cristina e suo
marito che una fotocopia della bellissima ricerca sulla pena di morte fatta
dalla loro figlia Francesca, che aveva presentato all'esame di Terza Media,
è stata consegnata nella mattinata ad Anna Maria Esposito che, oltre a
darne un giudizio molto positivo, intende utilizzarla come esempio e
documentazione nella scuola dove insegna. Si è quindi parlato delle
conferenze da tenere nelle scuole. Sono già in programma due incontri: uno
alla scuola di Novara in cui insegna Anna Maria e uno alla scuola Madre
Cabrini di Torino (scuole in cui abbiamo tenuto conferenze l'anno scorso).
Nadia Tiziani si è fatta rilasciare una richiesta di intervento nella
scuola media di Castelletto sopra Ticino. Irene aveva detto nel corso della
mattinata che probabilmente ci saranno anche altre due scuole interessate
alla nostra attività. Antonietta Passarelli ci ha poi mostrato un programma
da realizzare presso la scuola in cui insegna (Istituto Professionale G.
Plana): si tratta di una serie di dibattiti/conferenze su vari temi
riguardanti i diritti umani e la realtà del carcere. Per quanto riguarda il
discorso sulla pena di morte, lei ha proposto il nostro Comitato per
un'eventuale intervento. Si è anche parlato della possibilità per Secondo,
Irene e me di effettuare un incontro a tema con i detenuti che frequentano
le lezioni di Antonietta. Ho mostrato ai presenti la lettera che Raymond,
il mio corrispondente dal braccio della morte in Florida, ha indirizzato ai
ragazzi delle scuole in cui vado a parlare. Raymond ha inviato un sentito e
vivace messaggio agli studenti, invitandoli a meditare sulle ingiustizie
implicite nella pena di morte e narrando loro alcuni aspetti della vita dei
detenuti nel Braccio della Morte. Ho riassunto e tradotto la lettera di
Raymond, che verrà fatta girare tra gli allievi durante la preparazione
all'incontro con noi. Abbiamo poi parlato della nostra collaborazione con
il Sermig. Secondo ha raccontato la nascita del suo rapporto con questa
grossa organizzazione per la Pace. Ho reso nota la decisione presa al
mattino di aderire alla proposta del Sermig, di fornire un articolo al mese
redatto dal Comitato per il loro giornale "Nuovo Progetto". Se la redazione
confermerà la decisione, si partirà a gennaio 2003. Ho poi distribuito ai
presenti copia dell'articolo apparso sul bollettino n.99, relativo al
possibile finanziamento derivante dalla vendita nelle scuole del programma
informatico per la creazione di un orario scolastico, realizzato dal socio
Paolo Cortelli. Tutti coloro che hanno la possibilità di presentare
quest'offerta a scuole medie e superiori, si sono fatti carico di
impegnarsi in tal senso. Come ultimo invito, ho distribuito il messaggio di
Gino Strada, con la richiesta di esporre stracci bianchi, quale segno della
nostra volontà che l'Italia non partecipi alla guerra all'Iraq, così
pesantemente e opportunisticamente voluta da Bush e dai suoi sostenitori. I
soci che aderiranno alla proposta sono invitati a segnalare al Direttivo
del Comitato il numero degli stracci esposti nella propria famiglia, per
poterlo comunicare ad Emergency. Ho infine chiesto ai presenti di visitare,
registrandosi, la parte del sito del Comitato in cui è stato inserito il
libro su Gary Graham. Tutti sono invitati a comunicare eventuali commenti,
suggerimenti e giudizi, all'indirizzo e-mail paulrougeau@tin.it


11) NOTIZIARIO

Cina. Nell'imminenza del Congresso eseguite 46 condanne a morte. In Cina i
più importanti avvenimenti politici vengono sempre sottolineati con un gran
numero di esecuzioni capitali. Amnesty International denuncia che
immediatamente prima del Congresso del partito Comunista , in soli due
giorni sono state rese note 46 esecuzioni capitali, 29 di esse sono
avvenute il 1 novembre a Chongqing, le altre 17 sono state compiute il 3
novembre a Pingdingshang.

Iran. Rinviata l'impiccagione di un condannato colto da un attacco
cardiaco. Muhammad Hadi di 55 anni aveva già il cappio intorno al collo
durante una pubblica esecuzione nella cittadina di Khomeini Shahr, quando è
stato colpito da un attacco di cuore. Portato in ospedale, verrà impiccato
quanto prima.

Giappone. Condannato a morte minorenne all'epoca del crimine. Durante la
conferenza internazionale sulla pena di morte tenutasi in Giappone in
maggio (v. n. 97), la madre anonima di un detenuto che fu condannato a
morte nel 1992 avrebbe affermato che suo figlio ricevette la sentenza
capitale quando era ancora minorenne. Se confermata, questa notizia
aggiungerebbe un altro grave motivo di preoccupazione sull'uso della pena
di morte in Giappone e dovrebbe spingere il Consiglio d'Europa, presso il
quale il Giappone ha lo status di Osservatore, ad avanzare un'energica
protesta.

Taxas. La Corte Suprema USA esamina la condanna razzista di Thomas
Miller-El. Il 16 ottobre la Corte Suprema federale ha ascoltato gli
argomenti di Thomas Miller-El che fu condannato a morte in Texas nel 1986.
Dalla giuria la pubblica accusa fece escludere senza fornire motivi 10 su
11 candidati di colore mentre accettò candidati bianchi con le stesse
caratteristiche. Nella Contea di Dallas gli accusatori si ispiravano ad una
dottrina che suggeriva di tener fuori dalle giurie i membri appartenenti a
minoranze etniche in quanto sospettati di simpatizzare per gli accusati. La
Corte Suprema federale pochi mesi dopo il processo di Miller-El sentenziò
che escludere dei giurati in ragione della loro razza senza fornire altre
motivazioni costituisce violazione costituzionale. La decisione della Corte
Suprema per Miller-El sarà notificata tra alcuni mesi e potrebbe influire
su numerosi altri casi capitali. L'esecuzione di Thomas Miller-El, fissata
per il 21 febbraio sorso, fu sospesa in extremis (v.nn. 93, 94)

Texas. Respinto un ricorso della ACLU per la conferma dell'avvocato di
Calvin Burdine. Il processo capitale di Calvin Burdine fu annullato due
anni fa perché il suo avvocato dormì durante importanti fasi del processo.
Una serie di ricorsi e controricorsi ha però fino ad ora messo in forse
l'annullamento e impedito la celebrazione di un nuovo processo, che
dovrebbe comunque cominciare il 3 marzo p. v. L'ostacolo maggiore per la
difesa dell'accusato è il rifiuto della giudice Joan Huffman di nominare
l'avvocato Robert McGlasson, che fino ad ora ha patrocinato l'imputato,
come difensore d'ufficio (v. n. 100 pag. 13). Un ricorso dell'Unione
Americana per le Libertà Civili contro il rifiuto è stato respinto il 28
ottobre, dopo molte oscillazioni, dal giudice federale distrettuale David
Hittner.

Texas. Resi pubblici video sull'uso della forza contro Gary Graham. Alcuni
video ripresi nel braccio della morte in occasione dell'uso della forza da
parte degli agenti contro i detenuti sono stati rilasciati alla stampa a
metà ottobre in risposta ad una esplicita richiesta dei media. Due spezzoni
riguardano il nostro amico Gary Graham. Nel primo si vede Gary in procinto
di essere perquisito nudo che chiede di spegnere la telecamera, nel secondo
Gary è schiacciato contro il pavimento da oltre sei agenti in tenuta
antisommossa nell'imminenza dell'esecuzione. Rilasciando i video
l'Amministrazione carceraria ha dichiarato che questi dimostrano l'uso
corretto della forza nei riguardi dei prigionieri, tuttavia avvocati ed
attivisti per i diritti dei detenuti obiettano che gli episodi peggiori
possono essere contenuti in altre porzioni delle riprese o avvenuti a
telecamere spente. L'avvocato Zimmermann ha ricordato che Gary gli disse
che esistono video in cui si vedono gli agenti che lo colpiscono.

Turchia. Commutata in ergastolo la condanna a morte di Ocalan. Adeguandosi
agli standard imposti dall'Unione Europea, la Turchia nello scorso agosto
ha abolito la pena di morte in tempo di pace. Di conseguenza la Corte per
la sicurezza turca il 3 ottobre ha commutato la sentenza capitale emessa
nei riguardi del leader della guerriglia curda Abdullah Ocalan in carcere a
vita senza possibilità di rilascio sulla parola. Vi sono state energiche
proteste dei conservatori contro questo provvedimento.

Usa. Ancora un leggero incremento della criminalità nel 2001. I dati
dell'F.B.I. relativi al 2001 riportano un incremento del 2,5% dei crimini
violenti rispetto all'anno precedente. Di una stessa percentuale sono
aumentati gli omicidi (in totale 15980) mentre le rapine hanno subito un
aumento del 3,7%. Tra i crimini non violenti, particolarmente marcata è
risultata la crescita dei furti di automobili: 5,7%. Nei precedenti dati
non sono incluse le vittime degli attacchi dell'11 settembre, in totale
3047, di cui 2823 nel crollo delle Torri gemelle. Già nel 2000 si era
verificato un aumento dei crimini (2,1%), concentrato specialmente in
alcune grandi città.


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(*) Dalla redazione: Questo numero del Foglio di Collegamento si chiude il
giorno 5 novembre e porta la data di Ottobre /Novembre 2002. Senza alterare
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Questo numero è stato chiuso il 5 novembre 2002