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LEGGE BOSSI-FINI-GENTILONI E CURIA SESSUOFOBICA DI BOLOGNA
Bologna, mercoledì 12 giugno 2002
Immigrazione: legge Bossi-Fini. Sul quotidiano "il manifesto" di sabato 8
giugno 2002 l'amico Filippo Gentiloni scrive (vedi qui di seguitoe anche in
allegato) queste parole, pacate ma durissime, che personalmente condivido
in toto e che mi fanno riflettere. Mi permetto sottoporle anche alla
riflessione di tutti gli amici.
"Š meraviglia - forse scandalizza - il silenzio quasi totale (scrive
Gentiloni) delle massime autorità ecclesiastiche cattoliche, che, invece,
in altri casi si mostrano tutt'altro che silenziose. Pensate alla
pubblicità per l'otto per mille o a quello che accade, ad esempio, nei
confronti delle manifestazioni pubbliche dei gayŠ" .
Ha ragione l'amico Gentiloni: sapete quale è l'argomento che massimamente
suscita scandalo per la Curia di Bologna? Presto detto: leggete
"Bologna-sette" le pagine cioè della curia bolognese che ogni domenica,
nella edizione di "Avvenire" in vendita qui a Bologna, ci raccontano tutto
di Biffi, anche i più lievi starnuti che hanno afflitto il cardinale e gli
altri dignitari di corte. In giornate come queste [in cui viene emanata una
legge sulla immigrazione che il vescovo di Caserta definisce "oppressiva e
brutale" e circa la quale il "Štacere (dice mons. Giovanni Nervo, già
direttore della Caritas Italiana - vedi Adista n. 45 del 10-6-02) è per lo
meno un peccato di omissioneŠ"] su "Bologna-sette" di domenica scorsa 9
giugno 2002, neppure una parola su questa famigerata legge xenofoba e
razzista: due colonne (non firmate quindi attribuibili direttamente alla
curia bolognese) di commento col seguente titolo: "GAM (ndr: Galleria
d'Arte Moderna) A LUCI ROSSE" il cui incipit recita testualmente: "La
Galleria d'arte moderna di Bologna è diventata un sexy-shop?" Il tutto
(udite udite) dovuto al fatto che in questa Galleria vengono esposte (agli
ignari e pii bolognesi inducendoli al peccato) immagini di poppe e deretani
femminiliŠ ah, brutti sporcaccioniŠeppoi il tutto con denaro pubblicoŠ
Questi sono i sessufobici interessi della curia bolognese. Che tristezzaŠ
Forse bisognerebbe invece ridereŠMa più che un sorriso sarebbe doverosa una
lacrima.... e una preghiera al buon Dio, perché accolga il nostro
"shalom-salaam" eppoi ci perdoni tutti, abbia misericordia di tutti, ma
proprio di tutti.
A cominciare naturalmente dal sottoscritto. Domenico Manaresi
Mitt. Domenico Manaresi - via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax
051-6233923 - e-mail: bon4084@iperbole.bologna.it
L'impronta non è cristiana
di FILIPPO GENTILONI
Sulla legge Bossi-Fini il mondo cattolico ufficiale si è chiuso in un
imbarazzato silenzio. Eppure si tratta di un provvedimento che più lontano
non potrebbe essere dallo spirito cristiano. Eppure, proprio in questo
stesso periodo, le autorità cattoliche si stanno dando da fare perché i
documenti europei esplicitino la famosa "anima cristiana" dell'Europa. Una
contraddizione che la dice lunga sulla inutilità e vacuità di certe
rivendicazioni. E anche sul valore di quella presunta "anima cristiana". E'
vero che critiche di fonte cattolica alla nuova legge sulla immigrazione
non sono mancate. Notevoli le prese di posizione di qualche isolato ed
eroico vescovo del sud, come anche di molte associazioni di volontariato:
"Chiedono asilo e noi dobbiamo darglielo", grida, fra gli altri, il Centro
Internazionale dei Gesuiti per i rifugiati. L'editoriale dell'ultimo numero
di Famiglia cristiana: "Per un problema grande una legge piccola piccola".
Nel testo, si dice, infatti: "In parole povere, ogni ingresso è permesso
solamente se lo straniero è portatore di valore aggiunto all'economia
nazionale". Il capitalismo più sfrenato, dunque, detta legge. Una legge non
soltanto "piccola", ma anche profondamente immorale.
E radicalmente anticristiana. L'ospitalità nei confronti dello straniero,
infatti, fa parte essenziale della tradizione cristiana e della sua
cultura. Proprio di quella tradizione e cultura che si vorrebbe rivendicare
per l'Europa. Non è un di più, non è una aggiunta. Tutta la Bibbia ne è
attraversata. "Anche voi siete stati stranieri in terra d'Egitto". Diversi,
ospiti, stranieri, poveri: "ultimi" che dovrebbero diventare primi. Tutti
termini che qualificano il cristiano, molto più di altri che oggi, invece,
sembrano dominare, come quelli riguardanti l'etica sessuale. Tutti termini
e concetti radicalmente contrari a ogni forma di razzismo; niente di più
anticristiano della richiesta di impronte digitali.
Le autorità cattoliche, invece, in questo contesto drammatico, si limitano
a ripetere le solite mediazioni: carità, solidarietà, ma guardarsi dallo
straniero, tenerlo lontano, assicurare la sicurezza. Amore e polizia. Una
sorta di quadratura del cerchio che fa comodo a Berlusconi e non offende né
Bossi né Fini.
E' chiaro che nessuno può chiedere che l'abbraccio cristiano allo straniero
diventi legge dello stato. Ci mancherebbe altro. Ma meraviglia - forse
scandalizza - il silenzio quasi totale delle massime autorità
ecclesiastiche cattoliche, che, invece, in altri casi si mostrano
tutt'altro che silenziose. Pensate alla pubblicità per l'otto per mille o a
quello che accade, ad esempio, nei confronti delle manifestazioni pubbliche
dei gay.
D'altronde si può pensare che le autorità ecclesiastiche stiano attente a
non contraddire né contestare un governo che sta concedendo loro - scuole
private, insegnanti di religione, ecc. - molti attesi benefici. Pazienza se
gli extracomunitari devono aspettare fuori della porta e se alla parola -
umana e cristiana - che dice accoglienza si deve sostituire quella razzista
ed egoista che dice espulsione.
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Mi scuso con coloro che già conoscono questo testo, e con tutti
per l'arbitrio che mi prendo nel mandarvi questo tipo di documenti.
Domenico Manaresi
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Con la solita nota: chi desidera essere depennato da questa
mailing list me ne dia un cenno, possibilmente con gentilezza
E IN MODO CIVILE CIOE' FIRMANDOSI PER ESTESO. Grazie!
Domenico Manaresi
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