[Diritti] L'International Fellowship of Reconciliation (IFOR) interviene a favore degli obiettori di coscienza della guerra in Ucraina



L'IFOR informa di un suo intervento durante il dialogo interattivo del 31.3.2023 con l'Alto Commissario per i Diritti Umani al Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU a Ginevra.
Ecco il testo.

Signor Presidente, Sig. Alto Commissario,
International Fellowship of Reconciliation (IFOR) ringrazia [l'Ufficio dell'Alto Commissario] per l'aggiornamento orale.
Siamo solidali con il popolo ucraino che sta soffrendo per la guerra di aggressione in corso da parte della Federazione russa, che sta causando tragedie e violazioni e una minaccia nucleare disumana.
La guerra dovrebbe essere abolita.
Siamo solidali con coloro che coraggiosamente rifiutano di uccidere e chiedono alla comunità internazionale di garantire piena garanzia legale del loro diritto umano all'obiezione di coscienza e di garantire loro protezione e asilo.
Il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare dovrebbe essere tutelato e non può essere limitato come evidenziato nell'ultimo rapporto tematico quadriennale dell'OHCHR.
Il diritto all'obiezione di coscienza in Ucraina è attualmente sospeso.
Chiediamo all'Ucraina di liberare il prigioniero di coscienza Vitaly Alexeenko, incarcerato il 23 febbraio 2023.
Facciamo appello per l'assoluzione dell'obiettore di coscienza Hennadii Tomniuk.
Siamo molto preoccupati per il caso di Andrii Vyshnevetsky, obiettore di coscienza detenuto nell'esercito, in prima linea che dovrebbe essere congedato per motivi di coscienza.
È stato anche riferito che l'amministrazione militare regionale di Kiev ha deciso di interrompere il servizio alternativo di decine di obiettori di coscienza e ha ordinato agli obiettori di coscienza di comparire nel centro di reclutamento militare.
Siamo anche preoccupati per la detenzione forzata dei rifiuti russi alla guerra nei territori occupati, come evidenziato nel nostro recente comunicato stampa congiunto.
Chiediamo a questo Consiglio di garantire la tutela di tutti i diritti umani, compreso il diritto all'obiezione di coscienza inerente al diritto alla libertà di coscienza, di pensiero e di religione.

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E in Russia?
Si legge su Avvenire del 7 dicembre 2022: "Di fatto, in Russia, l’obiezione di coscienza all’obbligo militare non è un reato. Attualmente sono in corso i procedimenti penali contro 230 obiettori russi non perché si sono rifiutati di andare a combattere ma perché hanno esplicitato il loro dissenso sui social network, hanno protestato pacificamente nei luoghi pubblici, hanno distribuito stampa clandestina e affisso adesivi contro la guerra".