[Diritti] Torino 25 aprile. Ricordo e fiori alla lapide del partigiano anarchico Baroni
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- From: "maria matteo" <fat at inrete.it>
- Date: Thu, 24 Apr 2014 10:40:03 +0200 (CEST)
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Venerdì 25 aprile
ore 14,30
presidio alla
lapide al partigiano anarchico Ilio Baroni
in corso Giulio Cesare
angolo corso Novara, dove Ilio è morto combattendo i nazifascisti.
Ricordo, deposizione di fiori, musica – banchetti informativi
antifascisti e antirazzisti – volantinaggio in quartiere – bicchierata in
ricordo delle tante vittime del fascismo di ieri e di oggi.
Ilio Baroni era uno dei tanti anarchici che lottò
contro il fascismo sin dalla prima, guadagnandosi carcere e confino.
Operaio anarchico emigrato a Torino dalla Toscana negli anni venti,
divenne comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.
Le Sap,
Squadre di Azione Patriottica, dove lottavano partigiani provenienti da
diverse realtà politiche, sabotavano la produzione, diffondevano
clandestinamente le idee antifasciste, si preparavano all’insurrezione.
Ilio, nome di battaglia “il Moro”, al comando della squadra di
manovra Sap, è protagonista di azioni di guerra in stile gappista.
Il 25 aprile la città è paralizzata dallo sciopero generale,
scoppia l’insurrezione, Torino diventa in breve il campo di una battaglia
che dura più giorni.
Il 26 aprile Baroni e i suoi attaccano con
successo la stazione Dora, quando giunge una richiesta d’aiuto dalla
Grandi Motori. Il Moro non esita e, nel mezzo di una battaglia furiosa,
cade sotto il fuoco tedesco.
Il giorno dopo la città sarà liberata
dai fascisti, ben prima dell’arrivo delle formazioni esterne.
Il 28
aprile i volontari della libertà di tutte le formazioni percorrono le vie
di Torino.
Ilio Baroni non vedrà il momento per cui ha lottato
duramente tutta la vita…
Anche quest’anno il 25
aprile facciamo la commemorazione alla lapide di Ilio Baroni. La pietra
che lo ricorda è nel centro del quartiere operaio di Barriera di Milano,
all’angolo tra corso Giulio e corso Novara.
Oggi rimane solo un pezzo
di muro con la pietra, il nome, la foto scolorita.
Sino ad una
trentina di anni fa quel muro era la spalletta di un ponte su un piccolo
canale.
Era una zona di fabbriche ed un borgo di operai. Operai
combattivi, gli stessi dell’insurrezione contro la guerra e il carovita
del 1917, quelli dell’occupazione delle fabbriche, della resistenza al
fascismo, gli anarchici che durante gli anni più bui della dittatura
mantennero in piedi un gruppo clandestino, la gente degli scioperi del
marzo ’43.
Oggi sono quasi del tutto scomparsi anche i ruderi di
quelle fabbriche. Delle ferriere, dove lavorava Baroni, restano solo gli
imponenti travoni di acciaio in mezzo ad un improbabile parco urbano tra
ipermercati e multisale.
Il cuore del quartiere è cambiato. La
Barriera aveva resistito agli anni dell’immigrazione dal sud, facendosi
teatro di lotte grandi tra fabbrica, scuola, quartiere, eludendo il
rischio della guerra tra poveri e del razzismo per costruire una stagione
di lotte, che ormai trascolora nella memoria dei tanti la cui vita ne è
stata attraversata.
Oggi vivere qui è più difficile che in passato:
non è solo questione dei soldi che mancano, del fitto da pagare e delle
bollette che scadono. Il lavoro non c’è: quando c’é è sempre più nero,
pericoloso, precario.
C’è un disagio diffuso che non sa più farsi
percorso di lotta, c’é latente la rabbia verso i tanti immigrati africani,
magrebini, cinesi, romeni, peruviani che ci abitano e l’hanno cambiato. Si
fatica a riconoscere in chi è arrivato da lontano e parla un’altra lingua,
il compagno di una lotta che è sempre la stessa, perché sempre uguali sono
i padroni, perché sempre uguale è lo sfruttamento, sempre uguale.
Un
po’ il vento sta cambiando ma per ora è solo una brezza lieve. Una brezza
che spira ogni volta che qualcuno resiste, occupa una casa, sfida i
controllori sul tram, costruisce legami solidali.
Noi ogni anno ci
ritroviamo alla lapide: si parla, si brinda, si chiacchiera con chi passa.
Non è solo una commemorazione. E’ la scelta tenace per i tanti di noi che
in questo quartiere sono nati e continuano a vivere, di alimentare la
lieve brezza che segnala il mutare dei tempi.
Annodiamo i fili della
memoria di ieri con le lotte di oggi.
Le lotte per una casa
dignitosa, per non morire di lavoro, per aprire spazi di libertà. Lotte
per una società di liberi ed eguali, senza padroni, senza governanti,
autogestita
Lotte contro tutte le galere, i CIE, gli OPG
Lotte
contro l’occupazione militare e l’imposizione violenta di un’opera inutile
e dannosa in Val Susa.
Oggi come allora i partigiani sono chiamati
banditi, terroristi.
Oggi come allora “terrorista è lo Stato”.
Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime.
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò liberi!
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Primo Maggio anarchico
Giovedì Primo Maggio
l’appuntamento degli anarchici sociali è in piazza Vittorio alla distro
dei libri.
Lo spezzone spezzone rosso e nero al corteo, costruito
con compagni di Alessandria, Asti, Novara, Biella, sarà aperto dallo
striscione “Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime”.
Un settore
del corteo focalizzato sulle lotte contro la guerra, il militarismo, la
repressione.
Ormai i confini tra guerra interna e guerra esterna
sono sempre più labili. I militari che fanno la guerra in Afganistan sono
gli stessi che la fanno a Chiomonte. Le basi della guerra sono accanto
alle nostre case, le fabbriche di morte sono un fiore all’occhiello
dell’industria piemontese.
Appuntamento ore 8,30 in piazza
Vittorio.
Ore 13 - Pranzo e festa del Primo Maggio in
corso Palermo 46. Come sempre chi può da molto, chi non può da poco o
anche pochissimo.
Il ricavato sarà benefit per le lotte
antirazziste, antifasciste, no tav.
Ore 17,30 – Presidio a
Eataly – il supermercato del gusto di Oscar Farinetti – dove si lavora
tutti i giorni, compreso il Primo Maggio, dove la precarietà la norma, i
contratti a tempo indeterminato tutti (finti) partime, dove 800 euro al
mese sono lo stipendio media.
Renzi l’avrebbe voluto all’Economia,
come modello dell’imprenditoria made in PD, salsa verde, eco business e
sfruttamento del buon tempo antico.
Il Job Act è figlio degli
scaffali di questo supermercato.
Il Primo Maggio è una giornata di
lotta contro la servitù del lavoro, contro la schiavitù che ritorna.
In via Nizza 230/14.
Per info:
Federazione Anarchica
Torinese
corso Palermo 46 – riunioni aperte a tutti gli interessati
ogni giovedì alle 21
per prenotare il pranzo: fai_to at inrete.it – 338 6594361
http://anarresinfo.noblogs.org
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