[Diritti] Parlare di politica oggi!



Parlare di politica oggi!

Nella nostra epoca (molto di più che in passato) tantissima gente si diletta a parlare di politica. Tanto che i "talk show" politici imperversano via etere, nei "social network" vi sono una caterva di gruppi, pagine e post sull'argomento e anche la carta stampata non è da meno con una miriade di articoli quotidiani su temi inerenti ad esso.
Montagne di "bla bla", sfoghi a volte al limite del parossismo e "duelli all'ultima battuta" per dire poco o nulla! Alla fine della fiera, si assiste alla presentazione di una realtà confusa e frammentaria dell'universo politico nostrano.
Si possono suddividere i protagonisti di questa "passione" (o "passatempo"?!) in varie categorie.
In testa, vi sono i "trasformisti", ovvero i professionisti della politica, coloro che campano e si fanno un posto al sole grazie ad essa. Maestri indiscussi nel non rivelare la verità o nel presentarne soltanto alcuni aspetti a seconda delle convenienze del momento. Risultano quindi fondamentalmente incoerenti ed opportunisti, al punto che alcuni riescono perfino ad affermare una cosa in una frase e a smentirla in quella immediatamente successiva!
Poi, ci sono gli "opinionisti", personaggi in costante crescita e formati in primis da giornalisti, seguiti poi da professori, saggisti, esperti, politologi, economisti, imprenditori, scrittori, religiosi, attori, ecc...ecc...Quelli che sono al soldo dei partiti seguono le linee di convenienza dettate dallo stesso e quindi i loro interventi risultano sempre parziali e poco attendibili. Gli altri restano fedeli unicamente al proprio tornaconto, chi per aumentare le vendite dei propri libri (spesso opere mediocri realizzate da scrittori anonimi pagati una tantum dal committente che si spaccia poi come autore esclusivo di tali scritti!) o per trasmettere un'immagine positiva di sé sul piano mediatico.
Poi ci sono gli "sfogatori" (purtroppo dominanti fra la gente comune del nostro paese) che sbraitano a destra e a manca (giungendo spesso ad offendere) specie nei "social network" in cui hanno modo hanno di dare voce a tutte le loro frustrazioni. Si cominciano però a notare sempre più spesso anche in certi "talk show" politici, mentre sulla carta stampata hanno ormai poco spazio. Di solito hanno una posizione su qualsiasi tema politico e vogliono avere ragione sempre e comunque, dimostrando un'arroganza senza limiti ed una profonda incapacità di dialogo.
Infine, vi è una minoranza silenziosa formata da persone umili e generose che credono ancora che la politica abbia un senso soltanto se intesa come servizio per il bene comune di tutti i cittadini, che non transige mai sui propri ideali e non si abbassa nel vendersi per bieche convenienze di parte. Per questi motivi, li chiamerei "idealisti" e anche se comunque sempre poco numerosi, sono proprio loro che non si stancano mai di diffondere la verità, di cercare di smuovere le "coscienze dormienti" (purtroppo dominanti nella nostra epoca!) e di credere fino in fondo in un futuro migliore. Intellettuali colti o meno, evitano sempre di cadere nella subdola trappola qualunquista delle facili generalizzazioni, hanno un forte senso critico e di autocritica ed è anche per queste loro caratteristiche che risulta loro difficile collocarsi in logiche partitiche o in entità di tipo verticistico. Ribelli per definizione, sono destinati a rimanere spesso isolati ed incompresi, ma in fondo se le cose cambiano davvero è grazie al loro spirito di sacrificio e alla volontà incrollabile di non mai arrendersi di fronte alle ingiustizie sociali purtroppo ancora imperanti nella nostra società.
 
Yvan Rettore