Siria: Villaggi assediati e altre tragedie ignorate











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Villaggi assediati e altre tragedie ignorate

3 maggio 2013

Villaggi assediati e altre tragedie ignorate

di Pierangela Zanzottera

Mentre le potenze internazionali si divertono a giocare a Risiko con la Siria, il sangue continua a scorrere.

Questi ultimi giorni sono stati particolarmente dolorosi, con attentati stragisti. Tre hanno colpito la capitale siriana in tre giorni consecutivi: lunedì 29 aprile nel distretto di al-Mazzeh, quando sono morte 5 persone; il più terribile, martedì 30 aprile nel quartiere di al-Marjeh, dove sono state uccise 13 persone e ferite 145; mercoledì 1 maggio nuovamente ad al-Mazzeh un ordigno posto su una bicicletta ha ucciso 2 persone e ferite 10.

E intanto, nell'assoluta ignoranza da parte del mondo, prosegue un assedio lunghissimo a due cittadine. Nubbol e Al-Zahraa, nella provincia di Aleppo, abitate da oltre 60.000 siriani, soprattutto alawiti e sciiti, sono assediate da ormai 10 mesi dalle bande armate che si oppongono al governo siriano e gli abitanti sono giunti allo stremo.

Il direttore del centro medico di Nubbol, Hussein Najjar, ha avvertito di una crisi umanitaria imminente nelle città assediate: "Le città stanno soffrendo per la mancanza di servizi essenziali, si trovano senza acqua o elettricità e in un assedio che non permette di far arrivare nemmeno cibo o latte per bambini all'interno … Molte malattie si sono diffuse, come febbre maltese, leishmaniosi cutanea e scabbia per via della mancanza di acqua e di forniture mediche … i residenti di Nubbol e Alzahraa sono costretti a sopravvivere con una dieta a base di erbe selvatiche a causa della mancanza di cibo. Se l'assedio non termina, almeno 60.000 vite sono in pericolo".

La scorsa settimana 2 bambini, di 6 e 8 anni, sarebbero addirittura morti per la fame (http://www.syrianews.cc/2-children-die-starvation-nobol-aleppo-countryside/)

Per far fronte a questa emergenza, un gruppo di residenti ha deciso di tentare di avventurarsi all'esterno per portare cibo e medicinali.

Una trentina di persone (all'inizio Sham Fm parlava di 16 corpi, ma nei giorni immediatamente seguenti la cifra è salita tra i 20 e i 30 e ora la maggior parte delle fonti locali concorda sulla trentina di vittime) sono state catturati e uccise a sangue freddo. Le loro teste, come racconta Sham Fm e come già accaduto in diversi altri episodi similari, sarebbero state appese all'ingresso delle città per fare da monito a quanti vorranno ancora rompere l'assedio, mentre i corpi saranno resi unicamente alle famiglie che pagheranno un riscatto di circa 100.000 lire siriane. 

Già il 25 aprile in rete era stata diffusa una registrazione vocale nella quale si sentivano questi miliziani confrontarsi tra di loro nell'atto dello sgozzamento, che dimostrava il coinvolgimento della brigata Al-Nasr nel crimine (http://www.facebook.com/photo.php?v=368237423285924).

Il giorno seguente diverse pagine Facebook salafite hanno pubblicato le agghiaccianti immagini della strage contro gli "sciiti infedeli":

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=606143939414620&set=a.560474417314906.137301.560463237316024&type=1&ref=nf

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=336740533096337&set=a.283516508418740.46351.281960851907639&type=1&theater

http://www.facebook.com/salafi.revolution4/posts/606250146070666

Inoltre, fonti locali hanno fatto sapere che le bande di Jabhat Al-Nusra e del cosiddetto "Libero esercito siriano" hanno recentemente posto d'assedio anche i villaggi circostanti, per un totale di 13.

A queste notizie ferali si aggiunga che Syria Truth il 28 aprile ha confermato anche un altro massacro di 25 innocenti a sangue freddo per mano di armati provenienti dalla città di Deir ez-Zor e, in particolare, dalla zona di Mo Hassan avvenuto il 17 aprile scorso nel villaggio di Umm Al-Khair per rappresaglia contro gli abitanti che volevano impedire alle bande del "libero esercito" di derubarli dei silos situati vicino al loro villaggio (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=AvsK6lkPhBk).

In Siria oggi si muore anche così, nell'indifferenza generale di quanti che, per non "macchiarsi la reputazione", preferiscono tacere apaticamente, guardare altrove e fingere di non sapere.

 P.S. La foto è in memoria dell'attentato con autobomba  a Damasco del 30 aprile