Torino. Ti ricordi di Fatih? Punto info antirazzista
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- Date: Fri, 22 Feb 2013 05:11:16 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Torino. Ti ricordi di Fatih?
Punto info antirazzista
Sabato 23 febbraio
- ore 10/13 - punto info antirazzista a Porta Palazzo, portici all’angolo
con corso Giulio
°°°
Mercoledì 27 febbraio ore 9 al tribunale di
Torino - corso Vittorio 130 - aula 46 ingresso 17 prima udienza del
processo a 67 antirazzisti torinesi
°°°
Sabato 2 marzo “Il CIE
nel salotto della città” presidio itinerante per il centro cittadino.
Appuntamento alle 15 in piazza Castello
°°°
Il
27 febbraio comincerà il primo di due processi agli antirazzisti
che, tra il maggio del 2008 e il maggio del 2009, attraversarono
l'esperienza dell'Assemblea Antirazzista Torinese.
La lotta contro i
CIE ha segnato alcuni momenti importanti di quell'anno ed è oggi un fronte
sempre più caldo di resistenza al razzismo di Stato nella sua
concreta, quotidiana, materialità.
La morte di Fathi, un
immigrato tunisino lasciato senza cure nell'allora "nuovo" CPT
di Torino, fu il banco di prova di una relazione politica ancora
embrionale.
La lotta che ne seguì fece da catalizzatore per quelle
che seguirono.
Oggi la protesta di fronte alla casa del colonnello e
medico Antonio Baldacci, responsabile per la Croce Rossa militare della
struttura detentiva di corso Brunelleschi, è entrata nel fascicolo del
processo.
°°°
Rompere il
silenzio
Negli ultimi vent’anni il disciplinamento dei lavoratori immigrati
è stata ed è tuttora una delle grandi scommesse dei governi e dei padroni,
che puntano sulla guerra tra poveri per spezzare il fronte della guerra di
classe.
Nel nostro paese è stata costruita una legislazione speciale
per gli immigrati, persone che, sebbene vivano in questo paese, devono
sottostare a regole che ne limitano fortemente la libertà.
Chi si
oppone alle politiche e alle leggi discriminatorie e oppressive nei
confronti degli immigrati entra nel mirino della
magistratura.
Tre anni fa la Procura giocò la carta
dell’associazione a delinquere ed arrestò sei antirazzisti. Il teorema non
resse in Cassazione ma la Procura voleva comunque mandare alla sbarra
l’Assemblea Antirazzista torinese.
Oggi la Procura mette
in scena un processo alle lotte. In due atti.
Il primo atto va in
scena il 27 febbraio, il secondo il 17 giugno.
Si vuole ad ogni
costo ottenere condanne per togliere di mezzo compagni e compagne che in
questi anni hanno lottato contro le leggi razziste del nostro paese, in
solidarietà ai senza carte rinchiusi nei CIE, agli immigrati/schiavi.
L’Assemblea Antirazzista – attiva tra maggio del 2008 al maggio del 2009
- fu il fulcro da cui si dipanarono numerose iniziative.
Iniziative
che, sia pure di minoranza, contribuirono a tenere accesi i riflettori ed
a sostenere le lotte dentro i CIE, contro lo sfruttamento del lavoro
migrante, contro la militarizzazione delle
periferie.
Vogliono criminalizzare il dissenso, per provare a tappare la bocca
e legare le mani a chi si ostina a voler cambiare un ordine sociale
feroce, ingiusto, predatorio, razzista.
I 67 attivisti
coinvolti nei due processoni sono accusati di fare volantini, manifesti,
di lanciare slogan, di dare solidarietà ai reclusi nei CIE, di contrastare
la politica securitaria del governo e dell’amministrazione comunale. In
altre parole sono accusati di avere idee scomode, che si traducono in
scelte politiche scomode.
L’intero impianto accusatorio della procura
sui basa su banali iniziative di contestazione.
Nel mirino il
“cacerolazo” – 2 giugno 2008 - alla casa del colonnello e medico Baldacci,
responsabile del CPT, dove un immigrato era morto senza cure il 23 maggio;
l’occupazione simbolica dell’atrio del Museo egizio – 29 giugno 2008 – per
ricordare l’operaio egiziano ucciso dal padrone per avergli chiesto il
pagamento del salario; la contestazione – 17 luglio 2008 - dell’assessore
all’integrazione degli immigrati Curti, dopo lo sgombero della casa
occupata da rom in via Pisa; la giornata – 11 luglio 2008 - contro la
proposta di prendere le impronte ai bambini rom di fronte alla sede
leghista di largo Saluzzo; la protesta – 20 marzo 2009 - alla lavanderia
“La nuova”, che lava i panni al CIE di corso Brunelleschi… ma l’elenco è
molto più lungo. In tutto decine iniziative messe insieme per cucire
addosso ad un po’ di antirazzisti un apparato accusatorio capace di
portarli in galera.
In questi anni l’attitudine a trattare in termini
di ordine pubblico l’opposizione sociale si è accentuata: non si contano
più i procedimenti penali a carico di chi lotta contro un sistema sociale
ingiusto e feroce.
Se sperano di spaventarci si
sbagliano.
In questi anni le iniziative di opposizione al razzismo, alle
politiche securitarie, al militarismo allo sfruttamento si sono
moltiplicate sul territorio.
L’urgenza politica e morale di allora è
la stessa di oggi.
Ma l’indignazione non basta. Bisogna mettersi di
mezzo.
Rompere il silenzio sugli orrori quotidiani dei CIE, opporsi
alle deportazioni forzate, agli sgomberi delle baracche, ai militari nelle
strade, allo sfruttamento dei più poveri.
Porteremo il loro
processo nelle strade di questa città!
Antirazzisti contro
la repressione
Ti ricordi di Fatih?
http://anarresinfo.noblogs.org
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