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[Resistenza] Elezioni politiche e regionali del 24 e 25 febbraio: VOTIAMO E CHIAMIAMO A VOTARE MOVIMENTO 5 STELLE
- Subject: [Resistenza] Elezioni politiche e regionali del 24 e 25 febbraio: VOTIAMO E CHIAMIAMO A VOTARE MOVIMENTO 5 STELLE
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Thu, 21 Feb 2013 07:23:08 -0800 (PST)
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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza
- per il Comunismo (CARC)
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e-mail: resistenza at carc.it – sito: www.carc.it
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Comunicato
n. 08/2013 - 21.02.13
Comunicato DN - indicazioni di voto per il 24 e 25
febbraio
Elezioni politiche e regionali
del 24 e 25 febbraio:
VOTIAMO E CHIAMIAMO A VOTARE
MOVIMENTO 5 STELLE
L’unico “voto utile” è quello che serve
·
a
sviluppare la mobilitazione e la ribellione, l’organizzazione e il
coordinamento, il protagonismo popolare
·
a
costruire la nuova governabilità delle masse popolari organizzate
·
a rendere
difficile se non impossibile ai poteri forti installare un loro governo forte e
autorevole contro le masse come e più del governo Monti
Il
problema dei vertici della Repubblica Pontificia è ottenere una parvenza di
consenso popolare e la copertura parlamentare all’azione antipopolare ed
extraparlamentare del loro prossimo governo.
Per le
masse popolari il problema è invece
rompere le regole e le relazioni imposte dalle istituzioni finanziarie e dare
il via a un corso delle cose che ha al centro la realizzazione della parola
d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”.
Questo è il
contesto in cui si svolgono le elezioni politiche e regionali del 24 e 25
febbraio.
Per questo la Direzione Nazionale
del P.CARC si associa al (n)Partito comunista italiano e dà indicazione di votare e far votare il Movimento 5
Stelle sia alle elezioni politiche nazionali
sia alle regionali del Lazio, della Lombardia e del Molise
[Leggi
il comunicato della Segreteria Federale Lombardia]
PERCHE’ “è la
lista che più delle altre liste di oppositori dichiarati della politica di
macelleria sociale ha la possibilità di portare oppositori nel Parlamento della
Repubblica Pontificia e di disturbare la copertura parlamentare del suo futuro
governo”. In sostanza: più saranno i “grillini” eletti in Parlamento e meno
facile sarà per i poteri forti avere un Parlamento docile ai loro voleri, alla
loro ragionevolezza, alle loro compatibilità, disponibile a “mettere il visto”
(non importa se tra brontolii o applausi, a scatola chiusa o correggendo qualche
virgola) ai decreti legge del loro governo. Quindi per i poteri forti sarà meno
facile istallare un governo che faccia contro le masse popolari più e meglio di
quello che ha fatto il “tecnico” Monti e prima di lui il “destro” Berlusconi e il
“sinistro” Prodi.
PERCHE’ il successo del M5S
avrà ripercussioni positive sulle mobilitazioni delle masse popolari in tutto
il paese.
NON PERCHE’ “aspettiamo
e speriamo” in Grillo o contiamo che il M5S con la sua presenza in Parlamento
possa condizionare in senso favorevole alle masse popolari l’azione del futuro
governo e in questo modo invertire o quanto meno arrestare il corso rovinoso delle
cose.
Quello
che cambierà il corso delle cose nel nostro paese è “il moltiplicarsi delle
forme più disparate di organizzazione tra le masse popolari e il loro coordinamento
su scala sempre più ampia fino a coprire l’intero territorio nazionale, lo
sviluppo di lotte, proteste, mobilitazioni via via più decise, concatenate e
contagiose fino a rendere impossibile a ogni governo e a ogni altra autorità
dei vertici della Repubblica Pontificia di ottenere obbedienza o rassegnazione
alle sue leggi, alle sue manovre, alle sue misure di lacrime e sangue, la
formazione di nuove autorità (democratiche, popolari e contrapposte a quelle
ufficiali) a ogni livello che mettano a punto e inizino ad attuare misure e
provvedimenti alternativi a quelle delle autorità ufficiali fino a far ingoiare
ai vertici della Repubblica Pontificia la costituzione di un governo di
emergenza popolare” (Resistenza
2-2013).
La Regione Sicilia e il Comune di Parma mostrano, in piccolo, quello che
il M5S di per sé (per la sua natura e indipendentemente dall’azione dei
comunisti e delle masse popolari organizzate) può fare e quello che non può
fare. In Sicilia la pattuglia del M5S all’opposizione ha mandato in tilt il
carrozzone della Regione finché il presidente Crocetta non ha revocato le
autorizzazioni alla costruzione dell’impianto radar della Marina militare USA a
Niscemi e dato così ulteriore forza alla lotta che i comitati NO MUOS stanno
conducendo. A Parma il M5S alla direzione del Comune arranca perché non osa
annullare il debito di 870 milioni di euro (o almeno sospenderne il pagamento) ereditato
da Vignali e compari, impedire con le buone o le cattive la costruzione
dell’inceneritore (e non solo ricorrere alla Corte di Cassazione), fare piazza
pulita della selva di dirigenti delle società pubbliche che si sono ingrassati
all’ombra di Vignali, annullare la costruzione di un’opera speculativa, inutile
e dannosa come il Ponte Nord, ecc. La sfida a Parma è se sarà il movimento che
ha travolto Vignali a dettare l’agenda all’amministrazione, a spingerla a usare
i mezzi e le risorse di cui dispone a servizio dell’interesse collettivo
(lavoro, casa, servizi pubblici, beni comuni, democrazia partecipativa…) e a
fondare la sua legalità sulle aspirazioni e gli interessi della stragrande
maggioranza della popolazione, a sostenerla di fronte alle minacce e ai ricatti
delle autorità statali e dei potentati locali. Solo così sindaci e assessori
non si limiteranno ad adempiere ai compiti assegnati correntemente a
un’amministrazione comunale, a fare i buoni amministratori nei limiti delle leggi
e delle consuetudini di un ordinamento marcio e corrotto finendo a servire gli
affari delle cricche, delle organizzazioni criminali, dei ricchi e del clero
contro le masse popolari o a essere spazzati via.
Un coro
bipartisan di politicanti, scribacchini e pennivendoli ha accusato Grillo e il
M5S di sottrarsi al confronto e alle domande: la loro colpa è di aver snobbato
i salotti televisivi e i ritrovi blindati nelle sale conferenze. Grillo e il M5S la loro campagna elettorale
l’hanno fatta nelle piazze e nelle piazze hanno preso la parola operai e lavoratori
in lotta, studenti, attivisti dei movimenti democratici e progressisti,
antifascisti, ambientalisti, esponenti dei comitati di cittadinanza attiva,
ecc. A Torino il portavoce del movimento NO TAV Alberto Perino “in questo
momento attraverso i M5S presentiamo
candidati notav che hanno ottime possibilità di venire eletti
come il capolista in Piemonte1, Marco Scibona... porteremo una pattuglia di
persone fidate che scardineranno il parlamento” (vedere l’intervista
pubblicata su l’Huffingtonpost). A Napoli gli operai dell’Irisbus e i
disoccupati. A Milano i lavoratori del San Raffaele e Dario Fo che ha
inneggiato a un nuovo 25 aprile.
E’
populismo? O è invece una campagna elettorale che “ha già di per se stessa alimentato speranze e fiducia nelle masse popolari. Ha
dato voce all’indignazione e al rancore diffusi. Li ha in una certa misura
trasformati in fiducia di essere capaci di far fronte allo sfacelo economico,
ambientale, sociale, intellettuale e morale a cui la Repubblica Pontificia
e la crisi mondiale del capitalismo hanno portato il nostro paese” (dal comunicato
del nPCI del 20.02.13)?
E come la mettiamo con “un lavoro utile e dignitoso per tutti”, cioè
con quello che è il centro di ogni percorso realistico di uscita dalla crisi
generale del capitalismo, la base della rinascita economica, ambientale,
intellettuale e morale del nostro paese? In questi mesi, ovunque il nostro
Partito ha avviato un confronto e un rapporto di collaborazione con il M5S abbiamo
scoperto un proliferare di iniziative, idee e progetti per lo sviluppo di
attività di produzione e distribuzione di beni e servizi organizzate su base
solidaristica locale, per riconvertire su basi ecologicamente sostenibili le
produzioni inutili o dannose, per rimettere in funzione aziende chiuse (ad
esempio la riapertura dell’Irisbus di Avellino per la produzione di autobus a
basso impatto ambientale riciclando quelli usati). Vero che nella maggior parte
dei casi sono iniziative, idee e progetti guidati dalla concezione della
“nicchia”, del “piccolo è bello”, della “decrescita” o della “green economy”:
come ogni proposta di conciliare lavoro e ambiente restando all’intento del
capitalismo, sono irrealizzabili e devianti, ma condotte fino in fondo implicano
l’instaurazione di un nuovo sistema di relazioni sociali che sia
contemporaneamente corrispondente alle esigenze delle masse popolari,
democratico, ecocompatibile, adeguato alle forze produttive materiali e
intellettuali oggi esistenti, corrispondente ai sentimenti e alle concezioni
più avanzate. E’ vero anche che nella maggior parte dei casi l’autogestione di
cui parla il M5S odora di corporativismo, mette assieme operai e padroni. Partiamo
da un fatto, però. Le iniziative e i progetti di riapertura e riconversione in
aziende come l’ALCOA oppure l’Irisbus chi favoriscono, i padroni che hanno
chiuso o gli operai che vogliono riprendere la produzione? In una situazione
del genere è la realtà stessa a fare piazza pulita di ogni fantasia di mettere
insieme operai e padroni. Il compito di noi comunisti in questo caso è “buttare
il bambino con l’acqua sporca” oppure spingere il M5S a formare pool di tecnici ed esperti disposti a
fare consulenza gratuitamente per esaminare e studiare la possibilità di
creare l’autogestione, fino al progetto industriale, finanziario e
amministrativo ai
collettivi operai disposti a prendere in mano aziende che i padroni
vogliono ridurre, chiudere, delocalizzare? E contemporaneamente fare sì che gli
operai costituiscano i loro organismi di direzione delle aziende? Su questa
base possono mettere all’opera tecnici e professionisti e farli lavorare alle
loro direttive: non più vincolati dal segreto ma tenuti al contrario a rendere
conto agli operai della loro attività e a formare gli operai stessi alla
gestione delle aziende. In secondo luogo, non possiamo far finta che non esista
una fascia di piccoli imprenditori che sono strozzati dalla crisi e dalle
esazioni di Equitalia: che ne facciamo? Li lasciamo nelle mani della Lega o di
Forza Nuova oppure possiamo farli confluire (almeno per un tratto di strada)
nella mobilitazione rivoluzionaria che travolgerà la Repubblica Pontificia
e costruirà il nuovo governo delle organizzazioni operaie e popolari?
“La rivoluzione socialista in Europa non può
essere altro che l'esplosione della lotta di massa di tutti gli oppressi e di
tutti i malcontenti. Una parte della piccola borghesia e degli operai arretrati
vi parteciperanno inevitabilmente - senza una tale partecipazione non è
possibile una lotta di massa, non è possibile nessuna rivoluzione - e
porteranno nel movimento, non meno inevitabilmente, i loro pregiudizi, le loro
fantasticherie reazionarie, le loro debolezze e i loro errori. Ma
oggettivamente essi attaccheranno il capitale e l'avanguardia cosciente della
rivoluzione, il proletariato avanzato, esprimendo questa verità oggettiva della
lotta di massa varia e disparata, variopinta ed esteriormente frazionata, potrà
unificarla e dirigerla, conquistare il potere, prendere le banche, espropriare
i trust odiati da tutti (benché per ragioni diverse!) e attuare altre misure
dittatoriali che condurranno in fin dei conti all'abbattimento della borghesia
e alla vittoria del socialismo, il quale si 'epurerà' dalle scorie
piccolo-borghesi tutt'altro che di colpo" (V.I. Lenin, Risultati della
discussione sull'autodecisione -1916, in Opere vol. 22).
Nel dare indicazioni di voto per il M5S non ignoriamo né nascondiamo a
noi stessi e agli altri le tante “pecche” di Grillo e del M5S, dalle
aperture a CasaPound alle dichiarazioni sullo ius solis: ne abbiamo trattato
noi e anche il (n)PCI in altri comunicati a cui rimandiamo (“Grillo,
Napolitano e CasaPuond”; comunicato del nPCI n.3 del
31.01.13). Facciamo solo una doverosa precisazione. Contro le dichiarazione
di Grillo a proposito dei sindacati si sono scagliati in molti da sinistra. Il
(n)PCI ha evidenziato che Grillo non distingue “i sindacati complici e collaborativi con i
padroni e i loro governi dai sindacati che organizzano e promuovono la
resistenza dei lavoratori”. E’ giusto solo in una certa misura, perché se è
vero Grillo mette nello stesso calderone la CISL e la
UIL con la CGIL
(che nonostante le porcate in cui si è distinta la Camusso rispetto alle
riforme di Monti non è la stessa cosa di CISL e UIL), è altrettanto vero che Grillo ha distinto i sindacati
confederali dai cobas (cioè i sindacati alternativi e di base) e dalla FIOM. I
mass media hanno sorvolato o quasi, ma è una delle tante manifestazioni della
loro partecipazione alla crociata contro Grillo e il M5S condotta dai vertici
della Repubblica Pontificia.
Governabilità e ingovernabilità. Entriamo invece nel merito dei
dubbi sollevati da vari compagni a noi vicini che sono incerti se votare M5S o la
lista Ingoia. Con una premessa: la nostra indicazione di voto per il M5S non è
un’indicazione di voto contro le altre liste di oppositori dichiarati
dell’Agenda Monti come la Lista Ingroia
o il PCL né tanto meno contro quella parte dei lavoratori e delle masse
popolari che fanno riferimento ad esse. Non
facciamo del voto o meno al M5S la discriminante ai fini dell’unità d’azione,
quello che conta è dentro o fuori il movimento popolare contro gli effetti
della crisi (tanto vero che in varie zone le nostre sezioni lavorano gomito a
gomito con singoli e organismi che fanno capo alla lista Ingroia o con i
compagni del PCL). E’ sulla base della pratica comune e del bilancio dell’esperienza
che “scioglieremo” le diverse valutazioni su come usare queste elezioni ai fini
della battaglia per costruire un’alternativa di governo e di società.
Il M5S, ci hanno
detto alcuni, può effettivamente alimentare l’ingovernabilità del paese, ma se
non avanza la nuova governabilità non si rischia di aprire la strada alla
mobilitazione reazionaria? Oppure: “L'ingovernabilità del paese in funzione
rivoluzionaria non può passare attraverso il M5S in quanto lo stesso non ha
alcun ruolo dirigenziale verso quella parte più avanzata tra le masse popolari.
Rendere il paese ingovernabile attraverso il M5S può comportare un’ulteriore
reazione da parte della borghesia e in questo momento le masse non hanno alcuno
strumento per poter opporre la propria resistenza. Per strumento intendo un
partito comunista all'altezza dei suoi compiti. Credo sia più efficace, per
muovere le contraddizioni in seno al sistema, e non trascuro i limiti e la
storia, il movimento di Ingroia. Attraverso il movimento di Ingroia può rientrare
una parte di dissenso sociale organizzato nel parlamento borghese”. Oppure
ancora: Grillo e il M5S non sono o non rischiano di fare la stessa fine di
Bossi e della Lega?
Gli scandali a
ripetizione a cui la campagna elettorale ha fatto da detonatore (che le
elezioni amministrative di fine maggio e la nomina del nuovo presidente della
Repubblica alimenteranno) e le dimissioni di Ratzinger sono lo specchio degli
scontri e della guerra intestina in corso tra i vertici della Repubblica
Pontificia. E’ l’ingovernabilità dall’alto che sarà acuita sia dalla crisi che
avanza e dalla contrapposizione che si delinea a livello mondiale tra i gruppi
imperialisti sia dallo sviluppo della lotta e dell’iniziativa delle masse
popolari dal basso.
“La crisi del capitalismo avanza e nella comunità internazionale
dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti si vanno formando in modo
via via più netto due poli di aggregazione, destinati a contrapporsi nello
sforzo disperato di sopravvivere.
Un polo è incentrato sui gruppi imperialisti USA con il governo di
Washington e la sua residua forza politica e militare. La banda Berlusconi ha
assunto il ruolo di rappresentanza di questo polo in Italia: esso lascerebbe la
banda Berlusconi e il resto della criminalità organizzata spadroneggiare
liberamente in Italia.
L’altro polo è incentrato sui gruppi imperialisti tedeschi ed
europei e sulle istituzioni dell’Unione Europea: Bersani (PD) e Monti si
contendono la rappresentanza di questo polo in Italia.
La Corte
Pontificia è lacerata da questo
contrasto, si trova di fronte a una scelta difficile. Da una parte non potrebbe
conservare i suoi privilegi attuali se l’UE si rafforzasse ed esita a
contrapporsi all’imperialismo USA che ancora domina il mondo. D’altra parte
esita ad appiattirsi sull’imperialismo USA. Esso domina ancora il mondo ma è in
declino e usa l’Italia principalmente come base militare per la sua criminale
azione internazionale: il controllo e la repressione degli Stati e delle forze
che non stanno al suo ordine. Ambedue le vie comportano un declino della base
principale del ruolo mondiale che la Corte Pontificia
svolge: l’ascendente della religione cattolica sulle masse popolari.
Questi sono i conflitti interni con cui devono fare i conti i
vertici della Repubblica Pontificia. Questi conflitti porterebbero alle masse
popolari solo distruzione e miseria se le masse popolari non ne approfittassero
per imporre la loro propria soluzione della crisi del capitalismo. Né la banda
Berlusconi (USA) né la combinazione Bersani-Monti (UE) rappresentano una via di
salvezza per le masse popolari del nostro paese. Sono ambedue vie di lacrime e
sangue, di miseria, depravazione, degrado e morte.
che contano combattono dietro il teatrino della politica e continueranno nel contesto delle elezioni
amministrative di fine maggio e anche della designazione del nuovo presidente
Governabilità e ingovernabilità non sono questioni astratte” (dal comunicato
del nPCI del 20.02.13).
Per le
masse popolari e per noi comunisti è un bene che i nostri avversari si
scontrino tra loro, siano divisi, non riescano ad accordarsi. La
“governabilità” invocata da Monti, Bersani e Berlusconi a braccetto con
Standard & Poor’s e le istituzioni dell’Unione Europea vuol dire un governo
che ha mano più libera per aggravare l’opera di rapina delle masse popolari, di
eliminazione dei servizi pubblici, di devastazione del territorio, di corsa
agli armamenti e di guerra condotta dai governi precedenti. E’ vero che se non
sono le masse popolari organizzate ad approfittare dell’ingovernabilità
dall’alto lo farà la parte più reazionaria ed eversiva della borghesia. La
soluzione però non è sperare in qualche miracolo, in dio, in Ingroia piuttosto
che in Vendola o in Grillo: la soluzione non viene dall’alto! Ma impegnarsi in
prima persona a costruire la nuova governabilità delle masse popolari:
formazione di organizzazioni operaie e popolari, coordinamenti e reti su scala
territoriale o su base tematica, creazione di nuove autorità (democratiche,
popolari e contrapposte a quelle ufficiali) a ogni livello. Con dedizione,
cognizione di causa e unendosi a quanti lo stanno già facendo per farlo meglio
e su scala più ampia.
Non c’è una via pacifica e tranquilla per uscire dal disastro in cui i vertici della Repubblica Pontificia e la loro comunità internazionale ci stanno trascinando: chi lo predica è un imbroglione, chi ci spera si illude. Davanti a noi c’è un periodo di sconvolgimenti e di guerra. Già oggi milioni di persone muoiono di fame, di malattia, di lavoro, di inquinamento, di stenti: non è una guerra questa? O la subiamo o combattiamo per farla finita con i veri responsabili! In definitiva l’alternativa che ci troveremo sempre più davanti non sarà tra combattere o vivere tranquillamente, ma combattere per farla finita con i padroni e il loro sistema di miseria, sfruttamento e guerra o uccidere e farsi uccidere ai loro ordini e per i loro interessi contro altri popoli!
Grillo è come Bossi e il M5S
come la Lega?
Oggi come oggi il M5S raccoglie anche una parte delle masse popolari che
facevano riferimento alla Lega. Una parte di quelli che la Lega mobilitava e orientava a
risolvere i propri problemi prendendosela con i meridionali e gli extracomunitari,
il M5S li mobilita contro la casta della politica, degli affari e della
finanza. Che strada prenderà il M5S non è deciso, non è deciso se rientrerà nei
ranghi, farà la fine della Lega o peggio. “Non lo decideranno Grillo e
Casaleggio, lo deciderà “la parte più progressista e lungimirante del M5S
stesso sulla base della pratica e dello schieramento fra le uniche due vie realistiche
che abbiamo di fronte (che abbiamo di fronte tutti, mica solo il M5S),
secondariamente la decidono l’orientamento e l’intervento sulla base del M5S
del resto delle organizzazioni popolari che compongono il movimento di
resistenza e lotta agli effetti della crisi” abbiamo scritto il mese scorso. E
questo dipenderà da noi comunisti.
Sta a noi comunisti, agli
operai e al lavoratori avanzati, alla parte più decisa, d’iniziativa e generosa
delle masse popolari spingere avanti il M5S facendo leva sulle tendenze
positive di cui è portatore. E contemporaneamente sta a noi comunisti approfittare e
valorizzare l’ingovernabilità che il M5S ha alimentato e alimenterà per
costruire una nuova governabilità dal basso, trasformare la fiducia in
organizzazione e coordinamento, tradurre l’indignazione in lotte e
mobilitazioni che rompano con i vincoli della “legalità” di chi ci rapina del futuro
(e del presente) e devasta il nostro paese, trasformare la speranza che il M5S
ha suscitato nella volontà di prendere in mano le proprie sorti in ogni
azienda, in ogni ufficio, in ogni scuola, in ogni quartiere, coagulare
l’aspirazione a cambiare le cose intorno all’obiettivo di costruire un governo
d’emergenza popolare.
Usiamo le elezioni del 24 e 25 febbraio e gli sconquassi che
determineranno per sviluppare e rafforzare il movimento per la costruzione del
Governo di Blocco Popolare!
Osare sognare, lottare e vincere!
Vogliamo instaurare il socialismo, ma incominciamo dall’eliminazione
degli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo e dalle misure
connesse con questo e proseguiremo sistematicamente nell’opera che ne deriverà.
Non esiste in nessuna parte del mondo un capitalismo puro che si trasforma in
un socialismo puro. Nell’immediato si tratta di rendere trasparente alle masse
popolari la pubblica amministrazione, di eliminare il segreto bancario,
commerciale, politico e militare, di ridurre i redditi, gli stipendi e le
pensioni superiori ad esempio a dieci volte il salario minimo di un operaio
(oggi l’INPS paga pensioni superiori a 90.000 euro al mese con i contributi
estorti a operai che prendono salari di 700 euro al mese!), di abolire il
debito pubblico, di assegnare a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso facendo
gli opportuni piani del lavoro, di assicurare a ogni essere umano i beni e i
servizi necessari per una vita dignitosa e per partecipare alla vita sociale
nella massima misura consentita dalle sue capacità, di mettere fine alle
spedizioni militari all’estero, di abolire le spese militari e i finanziamenti
della grandi opere dannose o inutili, di chiudere le basi militari e le agenzie
spionistiche della NATO e del governo di Washington sul territorio del nostro
paese e di altre misure di buon senso complementari e ausiliarie, necessarie
per sottrarre le masse popolari alle grinfie della comunità internazionale
degli speculatori e dei guerrafondai.
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione, RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE Cordiali saluti dalla redazione di: RESISTENZA Dir. resp. G. Maj - Redazione c/o Centro Nazionale del P.CARC: via Tanaro 7 - 20128 Milano; tel./fax 02.26.30.64.54 Reg. Trib.MI n. 484/19.9.94 - stamp. in proprio il 31/05/11. Per abbonamenti nazionali ed esteri e sottoscrizioni: CCP 60973856 intestato a M. Maj Sito: www.carc.it
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