No Tav. Ancora sull’autostrada



No Tav. Ancora sull’autostrada

Giovedì 1 marzo. L’appuntamento è in piazza del mercato a Bussoleno. Lungo
la A32 scorazzano lunghe colonne carabinieri e poliziotti, blindati e
defender. Lo svincolo di Chianocco, in località Vernetto, è ancora chiuso
e presidiato da ingenti forze.
A Bussoleno – in un angolo della piazza – ci raduniamo per un’assemblea
molto partecipata. La decisione è veloce veloce, si torna a bloccare.
Nonostante la gente abbia ancora addosso i segni delle manganellate la
voglia di riscossa immediata è forte.
Un corteo imbocca la statale in direzione Torino, poi si ferma. A migliaia
attraversano il pratone alle spalle della A32. Le recinzioni non sono un
problema. Presto i No Tav invadono la prima corsia e, dopo poco, anche la
seconda è occupata. All’ingresso della galleria di Prapontin una barricata
improvvisata prende fuoco.
La polizia c’è ma non si muove. Una carica nel mezzo del paese potrebbe
essere un boccone troppo grosso anche per loro.
In contemporanea altri No Tav salgono verso l’alta valle: l’autostrada è
chiusa da una barricata anche allo svincolo di Venaus.
Da tutta Italia arrivano le notizie dei blocchi, delle manifestazioni, che
inceppano strade, autostrade, ferrovie. A Torino un corteo paralizza il
traffico del centro per ore e si conclude sui binari di Porta Nuova.
In tarda serata i blocchi si sciolgono. Nonostante un apparato repressivo
impressionante, siamo riusciti a fargliela in barba, bloccando
l’autostrada in ben due punti per diverse ore.
La scelta del’occupazione dell’autostrada, delle iniziative che
improvvisano il luogo e il tempo, per la prima volta da diversi mesi, sta
davvero mettendo in difficoltà un governo convinto che i No Tav si
sarebbero lasciati serrare nel catino militarizzato della Maddalena.
Giorno dopo giorno il movimento cresce.
Questa mattina è arrivata la buona notizia che Luca è fuori pericolo di
vita: i medici hanno sciolto la prognosi.

L’appuntamento per oggi è alle 21 al Polivalente di Bussoleno.
Un’assemblea popolare per fare il punto. E già di parla di sciopero generale.

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