Il governo ha paura e minaccia. La resistenza No Tav non si arresta



Il governo ha paura e minaccia. La resistenza No Tav non si arresta

Sabato 3 marzo. Ieri, dopo una settimana di blocchi No Tav in Valsusa e
ovunque in Italia, Monti ha convocato d’urgenza una riunione sul Tav. Il
governo ha deciso di andare avanti. Costi quel che costi. La litania è
quella consueta: il collegamento con l’Europa, la piccola Italia
schiacciata dietro le Alpi, il treno che in quattro ore ti porta a Parigi,
i tecnici che hanno lavorato ad una mediazione, il Tav che porta lavoro, i
manifestanti sempre violenti. Nessuna fantasia, nessun guizzo di ingegno
nelle parole di un Primo ministro che rivendica la propria autonomia dai
governi precedenti, ma si limita a fare quello che gli altri non erano
riusciti a fare fino in fondo: gli interessi dei padroni, dei banchieri,
del Fondo Monetario e della Bce.
I No Tav – con la infinita pazienza che deriva da tanti anni di lotta alle
menzogne – ricordano una verità banale, banale. La Torino Lyon c’è già a
funziona molto meno di quanto potrebbe, a Lione e Parigi ci si va, un paio
di volte nella vita, a fare una vacanza. Invece a lavorare o a studiare ci
andiamo tutti i giorni. I tagli alle ferrovie destinate al trasporto dei
lavoratori e degli studenti hanno trasformato i treni dei pendolari in
trasporti bestiame sempre in ritardo, sempre più affollati, scomodi, con i
gabinetti rotti e i sedili sfasciati. In quanto al lavoro, basterebbe
un’occhiata veloce ai dati sul dissesto idrogeologico per capire che
l’unica grande opera che serve è la tutela del territorio; basta pensare
ai nostri ospedali e alle nostre scuole per capire che lì ci sarebbe il
lavoro se ci fosse la volontà politica di stare dalla parte della gente e
non da quella di chi si fa ricco sfruttando il lavoro altrui.
L’idea di sviluppo di quelli come Monti si basa sulla distruzione delle
risorse e sulla devastazione dei territori: l’unica cosa che conta è far
girare le merci, far girare i soldi, fare grandi opere utili solo alla
lobby che sostiene di finanzia un’intera classe politica.
Dalla Val Susa viene un segnale forte e chiaro: noi non ci stiamo. Non ci
stiamo più: il mondo che vogliamo per i nostri figli è fatto di
solidarietà, di cooperazione, di uguaglianza.
Il governo ha paura, ha paura dell’infezione valsusina, ha paura che
l’anomalia No Tav divenga una mutazione genetica durevole e diffusa. Per
questo occorre disciplinare, costi quel che costi, il chi oggi parla la
voce di tutti coloro che, nel nostro paese, si battono contro un’idea di
sviluppo che mira al profitto di pochi contro la vita e la libertà di
tutti.

Ore 21 Polivalente di Bussoleno. È la folla delle grandi occasioni: la
grande sala – stipata all’inverosimile – non basta a contenere la folla di
No Tav.
Su sky tg25 c’è un sunto dell’assemblea:
http://video.sky.it/news/politica/leader_no_tav_monti_eviti_prove_di_forza/v112317.vid

L’assemblea è lunga, partecipata, appassionata. I racconti delle violenze
della polizia – le gambe rotte e le teste sfasciate, i lacrimogeni nelle
case e quelli che aprono le porte per salvarti dalla furia degli uomini
dello Stato – si intrecciano con le idee, le proposte, i progetti.
Sullo sgombero dell’autostrada e le cariche di mercoledì scorso vale la
pena guardare questo video su youtube:
http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2012/03/03/no_tav_proteste_corteo_roma_assemblea_bussoleno_luca_abba_governo_monti_cantiere_val_susa.html

Arrivano buone notizie sulla salute di Luca: lentamente migliora. Ieri lo
hanno operato per ridurre le conseguenze della folgorazione sui muscoli e
la spalla destra.
Federico, il No Tav arrestato mercoledì sera durante le cariche, è ai
domiciliari con la possibilità di uscire per lavorare.
A Tobia invece la magistratura ha negato sia l’uscita per andare al
lavoro, sia di poter comunicare con l’esterno. Tobia ha deciso che la
misura è colma ed è entrato in sciopero della fame.

L’indicazione uscita dall’assemblea è chiara. Non mollare, andare avanti,
incuranti delle minacce di Monti, consapevoli che la forza delle nostre
ragioni è va ben oltre alle ragioni della forza. Entro fine mese –
probabilmente il 23 marzo – si farà lo sciopero generale. Ogni giorno ci
saranno iniziative per mettere i bastoni tra le ruote alle truppe di
occupazione.

Questi i prossimi appuntamenti:
sabato 3 marzo – appuntamento di lotta a Bussoleno – ore 16 in piazza del
mercato
domenica 4 marzo – giro in Clarea con polentata – cui sono invitati tutti
quanti. Si mangia alle 12, si parte alle 14
ogni giorno alle 18 – incontro di lotta in piazza del mercato a Bussoleno

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