Re: R: L'Impero







Saluto tutti cordialmente.

Ringrazio molto Giorgio per il suo feedback. Ringrazio anche Davide per la cura della mailing list.

E penso bisogna dire che un luogo d'incontro così prezioso va sì tenuto da conto ma va anche vissuto altrimenti va buttato, sprecato.


Pensiamo al fatto che sono già trascorsi quattordici anni da quando è arrivata Internet.

QUATTORDICI ANNI!

Ci pensate?! In tutti questi anni io stesso ho perduto diversi amici che mi ero fatto on line e che poi avevo conosciuto con gran piacere.

E che cosa abbiamo combinato noi vivi in QUATTORDICI ANNI di impegno e lavoro per la collettività stando qui insieme?


Un cazzo di niente! Ecco cosa abbiamo combinato: uno stracazzo di niente!

Per quanto riguarda i punti cruciali, le questioni fondamentali, quelle che ci tengono bloccati in una situazione che peggiora sempre di più giorno dopo giorno, i quattro caposaldi dell'Impero, non abbiamo combinato niente di NIENTE!

Anzi, non abbiamo fatto altro che buscarci da tutte le parti, le abbiamo prese, riprese e riprese ancora.


Ed allora dico questo: basta resistere. Passiamo all'attacco.

Ora il progetto di rinnovamento sociale c'è ed è pure non semplicemente buono o migliore del sistema in vigore bensì proprio quello che necessita.

Pacificissimamente, legalissimamente, civilissimamente, gli statali se ne devono andare ed al loro posto devono entrare i cittadini a rotazione.

Così le persone smettono di essere abuliche e governo-dipendenti, l'intelligenza e la saggezza si spargeranno per la Terra vieppiù un coinvolgimento popolare si affermerà.


E dobbiamo cominciare non a prendercela con gli statali fuori dal Movimento, bensì proprio con quelli che stanno ficcati dentro al Movimento Progressista così come stanno ficcati dentro la Funzione Pubblica da una vita!

Sono i nostri "amici", quelli che hanno sempre lottato con noi tenendo però una gamba nel sistema e solo l'altra dalla parte dei buoni.

Ora i nostri "amici" devono decidersi a divenire amici nel vero e più completo senso della parola.


Nessuno chiede agli statali che pretendono essere progressisti di dimettersi, di rinunciare al lavoro ed al reddito. Ci mancherebbe altro.

Nessuno vuole attribuire loro più responsabilità di quanto ne abbiano. Siamo tutti coinvolti in questo sistema bastardo ed io stesso vengo da una famiglia di statali.

E' però ora che ci si decida. E' ora che ci si dichiari pubblicamente favorevoli alla periodica restituzione al popolo dei ruoli pubblici.

E' ora che si prenda una posizione completamente progressista non solo a metà e per quello che più ci fa comodo.

O si è progressisti per intero o non lo si è affatto.


Per questo dico: sbagliare non sarà bello, ma per azzeccarci spesso occorre fare delle prove, dei piccoli sbagli. Facciamoli dunque, facciamo insieme delle prove su questa stessa Lista ispirata alla globalità. Noi che viviamo in un Paese ancora sufficientemente libero, chissà per quanto ancora, abbiamo enormi responsabilità anche nei confronti di chi sta peggio di noi.


QUATTORDICI ANNI sono passati. Facciamo in modo che non ne passi un altro soltanto prima di aver raggiunto un risultato all'altezza dei tempi e dei mezzi di cui disponiamo.

Cittadino, statale, statale aspirante cittadino: prendiamo l'uso di aggiungere accanto alla nostra firma la definizione che ci qualifica.

Liberté, égalité, fraternité: non ci possono essere statali in una repubblica.


Danilo D'Antonio
cittadino, uomo libero, oppressore di nessuno