Torino. Piazzisti di braccia
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- Date: Sun, 8 Mar 2009 13:41:27 +0100
Torino. Piazzisti di
braccia Lunedì 2 marzo. Siamo alle
spalle di corso Giulio Cesare tra anonimi bassi capannoni e le cinzioni che
delimitano l’area divenuta famosa come “Tossic park”: il nulla metropolitano
nella sua forma più netta. Qui ha sede la filiale torinese di Gesconet, una
cooperativa che, ci dirà più tardi un portavoce, fornisce “servizi”. Di quali
“servizi” si occupi Gesconet sono lì a testimoniarlo una ventina di lavoratori
affittati a Gesconet da un’altra cooperativa, la CGS, per impiegarli nella
rifinitura delle Pagine Bianche e Gialle, un appalto dalla ILTE di Moncalieri.
Gesconet in dicembre perde l’appalto e i lavoratori della CGS vengono lasciati a
casa perché “non c’è più lavoro”. Non sono stati neppure licenziati quindi per
loro niente liquidazione e niente indennità di disoccupazione. I lavoratori
dipendenti direttamente da Gesconet sono stati reimpiegati presso HDL, la
cooperativa che ha vinto l’appalto, ma quelli di CGS sono rimasti in
strada. Da dicembre sono in lotta.
Per il lavoro, perché chiedono di essere a loro volta assunti da HDL, ma anche
per i salari non versati e per il riconoscimento delle mansioni effettivamente
svolte che implicavano una ben diversa retribuzione. Assunti con un contratto di
facchinaggio, in realtà lavoravano come operai alla parte finale della
lavorazione di Pagine Bianche e Pagine Gialle. In dicembre avevano già
fatto un presidio di fronte al solarium di proprietà della padrona di CGS, il
due marzo si sono ritrovati di fronte a Gesconet. Di fronte all’ingresso di
Gesconet il freddo pungente fa dimenticare che la primavera è ormai alle porte:
stretti nei loro cappotti i lavoratori, un sindacalista della Flaica e alcuni
solidali che fanno riferimento all’Assemblea Antirazzista, appendono cartelli
con scritte come “no al nuovo caporalato”. I lavoratori sono torinesi di oggi:
ivoriani, marocchini, nigeriani, tunisini. C’è anche una donna, una ragazza
marocchina, che stringe in mano una cartelletta con i documenti della loro
vicenda. Ci raccontano di essere
stati pagati a ore, senza mai vedere nemmeno una busta paga, in mezzo alla
strada, come “spacciatori che passano una dose”. Dopo un po’ arriva un
responsabile di Gesconet. Tra i trenta e i quaranta, corpulento, pizzetto,
auricolare, completo beige, eloquenza da piazzista. Un piazzista di braccia.
Sostiene che il suo è un lavoro pulito, legale, che quello non è il posto giusto
dove rivolgersi, perché loro non c’entrano nulla. I lavoratori con quieta rabbia
smontano l’infernale matrioska di cooperative che dipendono da altre cooperative
che prendono subappalti da chi ha preso appalti. Il caporale sorride del sorriso
dei venditori di niente e si sottrae ma i lavoratori incalzano: ricordano
circostanze, mansioni, ruoli che riconducono al nudo fatto: presi in affitto da
CGS, in realtà dipendevano in tutto da Gesconet. Il caporale sorride ancora
e dice che loro hanno guadagnato dei soldi grazie a Gesconet. A volte è
difficile contenere l’indignazione. A più voci viene chiesto rispetto perchè i
soldi – pochi e nemmeno tutti – loro li hanno guadagnati con il loro
lavoro. Ma cosa può saperne di
rispetto un piazzista di braccia? La lotta continua. I
lavoratori sono ben decisi a non mollare. Prossimo appuntamento di
fronte alla sede di HDL. Per
info: Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo
46 La sede è aperta ogni
giovedì dopo le 21 338
6594361 |
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