Torino: denunciati per violenza privata 4 antirazzisti
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- Date: Wed, 17 Sep 2008 03:41:26 +0200
Torino:
denunciati per violenza privata 4 antirazzisti È
di questi giorni la notizia che Ilda Curti, assessore comunale con delega
all’integrazione degli immigrati, ha sporto denuncia contro quattro
antirazzisti, che avevano partecipato ad una contestazione lo scorso 17
luglio. L’accusa
è pesante: violenza privata in concorso: i quattro antirazzisti rischiano sino a
quattro anni di reclusione per aver aperto uno striscione, volantinato e fatto
un po’ di speakeraggio. Riportiamo
di seguito la cronaca dei fatti diffusa in quei giorni. In
via Pisa c’è da molti anni una casa abbandonata occupata di proprietà dell’Enel:
il cinque luglio alcune famiglie rumene, stanche delle baracche senz’acqua e
luce, dove i loro figli crescevano tra fango e topi, hanno occupato quella casa,
ridandole vita. Il
15 luglio la polizia sgombera le famiglie e le deporta nel campo da cui erano
fuggite. Lo stesso giorno un antirazzista che protestava viene
arrestato. Paure
metropolitane. Questo il titolo di un incontro/dibattito organizzato nell’ambito
del Festival ARCIpelago, coorganizzato da ARCI e Circoscrizione A
parlare di paura c’era una sfilza di politici e professori universitari, tra cui
l’assessore Curti. Curti è ben nota a Torino perché ha la delega
all’integrazione degli stranieri. In questa veste chiese di sgomberare l’Asilo
Squat per far posto ad un’associazione di rumeni amici suoi.
Le
famiglie che hanno occupato in via Pisa lei le conosce bene: sono tra le tante
che lei e i suoi colleghi hanno blandito con l’illusoria promessa di una casa
popolare. Il
dibattito non partirà mai, perché viene contestato da un gruppo di compagni
solidali con gli occupanti di via Pisa, che aprono uno striscione con la scritta
“case per tutti” e cominciano a raccontare ai presenti della paura, quella vera,
quella che stringe le vite di chi ogni giorno deve lottare per quello
successivo. Curti
non tollera la contestazione e, mentre i suoi colleghi di tavolo se la svignano
senza farsi notare, da in escandescenze, inveisce e addirittura comincia a
mulinare le mani, cercando di aggredire i compagni che reggevano lo striscione.
Come
nella migliore tradizione del vecchio PCI, si schiera il servizio d’ordine che
si interpone tra lo striscione e Curti. Volano
insulti e minacce ma gli antirazzisti non cadono nella provocazione.
I
presenti, incuriositi, assistono e ascoltano i racconti dei
compagni. Curti
alla fine se ne va ed il dibattito viene annullato. I
politici che governano Torino paiono sull’orlo di una crisi di nervi: le loro
reazioni sono sempre più sguaiate e scomposte. Vorrebbero sottrarsi alle loro
responsabilità, vorrebbero che le varie decine di famiglie che vivono in
baracche senza luce, acqua, riscaldamento se ne restassero buone, buone lungo i
fiumi, senza alzare la testa, senza pretendere di abbandonare i margini della
città, là dove nessuno li vede. Un problema nascosto non è un problema. Ilda
Curti, come due giorni prima Chiamparino, ha gridato “e io che c’entro?”. Già il
potere politico non c’entra, non c’entra
mai. |
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