Unione Europea, nessuna corsia preferenziale per i profughi cristiani



Unione Europea, nessuna corsia preferenziale per i profughi cristiani

autore: 
Daniel Mansour (Impiegato)

Il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Interni dell’UE ha annunciato che l’Unione non è pronta a creare un accesso preferenziale alle richieste di asilo da parte dei cristiani iracheni, perseguitati nel loro Paese. Il ministro degli Interni sloveno, Dragustin Mate, che attualmente presiede l’Unione europea ha detto che “gli standard internazionali non consentono di fare differenze in base a religione o razza.” Questa è la risposta politicamente corretta che l’UE consegna ai vescovi cattolici di rito caldeo che hanno più volte invocato l’aiuto alla comunità internazionale! Complimenti, signori eurocrati!
Il presidente di turno Dragutin Mate ha liquidato la questione dicendo che la discussione nel Consiglio “giustizia-interni” potrà comunque essere ripresa in giugno. Bene, grazie della sua sensibilità. Chiederemo ai cristiani iracheni di avere pazienza: l’UE ha tante cose a cui pensare; sapete, bisogna dare precedenza alla burocrazia: ci sono tante cose da fare, come trovare le giuste misure dei cetrioli.

Il problema dei profughi iracheni è stato sollevato dal ministro tedesco dell’Interno Wolfgang Schaeuble: “ La regione è al collasso – ha detto – a migliaia ancora fuggono dalla morte, dalla violenza e dalla persecuzione, tra loro ci sono molti cristiani e penso che la Germania e l’UE debbano offrire loro, in particolare ai profughi cristiani, una casa in Europa fino a quando non potranno ritornare in patria.” Il Vicepresidente del Parlamento europeo, Mario Mauro, ha chiesto all’UE di aprire le porte ai profughi cristiani. E’ necessario – ha detto l’on
Mauro- che l’Unione europea non tergiversi ulteriormente su questa emergenza, ma, al contrario, fornisca accoglienza e asilo ai profughi iracheni e in particolare a quelli di religione cristiana.” Il presidente della commissione degli episcopati dell’UE (COMECE), mons.
Adrianus van Luyn ha scritto fin da gennaio scorso al ministro Mate proponendo che l’UE apra le porte a 60.000 profughi iracheni, cristiani e di altre minoranze religiose, come a suo tempo fu fatto per i “boat people” vietnamiti.
Non vi sono state, però, reazioni positive. Nel Parlamento europeo solo esponenti del Ppe hanno sostenuto la causa dei profughi cristiani in Iraq.

Io credo che in seno all’UE ci sia un forte pregiudizio anticristiano e anticattolico e lo testimoniano la polemica negli ultimi dieci anni sulle radici cristiane nella Costituzione europea, e la bocciatura di Buttiglione al Parlamento europeo. Una deputata gli aveva chiesto cosa pensasse dell’omosessualità e lui aveva risposto : “ Secondo me, la pratica omosessuale è un peccato. Ma non c’è nessuna ripercussione sulla politica e meno che mai credo che l’omosessualità sia un crimine.
Molte cose possono essere considerate immorali, ma non per questo devono essere vietate. Quando si fa politica non si rinuncia ad avere convinzioni morali.”
Parole scioccanti, secondo l’allora presidente Borell.

Nessuna reazione scioccante, invece, per una COMUNITA’ CHE RISCHIA LO STERMINIO.
Forse per i profughi cristiani dell’Iraq sarebbe meglio dichiarasi gay; i politici europei per non sembrare discriminatori li accoglierebbero a braccia aperte.