Caro Saverio,
non so perché tu parli di coesione imposta: si tratta di avere la buona volontà
di restare uniti, e nell'unità di sapersi confrontare e saper collaborare. Tale
era il senso del mio appello.
Che poi tutti i partiti siano mele marce, come tu dici, non credo si possa
sostenere: sarebbe presunzione. Che tutti siano presi dall'arroganza del potere.
Certo talvolta cadono in atti di arroganza, come Prodi quando non volle
ascoltare il popolo vicentino, dicendo è deciso così e basta! dimenticando che
la sovranità sta nel popolo, e che lui ne era solo mandatario. Eppure Prodi
è la persona meno arrogante del mondo, si direbbe. Il fastidio per le
manifestazioni spontanee, manifestazioni della società civile, è pure un fatto
gravissimo; specie nella Sinistra . Il Movimento lo ha richiamato.
Questi errori non debbono però indurci a condannare un'intera classe
politica; semmai sono le strutture che si sono sedimentate nel tempo, così gli
indebiti guadagni e gli enormi sprechi, che debbono essere abbattuti; così
l'assenza di un mandato imperativo che rende il parlamentare irresponsabile,
specie di fronte al suo collegio elettorale.
E però la fiducia e l'impegno non devono mai venir meno; e la lotta. In
confronto a ciò l'astensionismo è troppo facile, rinunziatario, passivo; non
edifica nulla, collabora alla distruzione.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
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Sent: Tuesday, April 08, 2008 4:01
PM
Subject: Re: Un esemplare atto
rivoluzionario
La divisione all'interno di un partito denota, ovviamente, una
mancata unità di aspirazioni e di azioni. Se la coesione viene imposta,
verranno comunque a galla, durante il percorso operativo, le divisioni
dell'anima e allora la rissa diventerà inevitabile, con ripercussioni più
devastanti di quelle dovute al frazionamento. E' un po' come addentare una
bellissima mela e ritrovarsi un verme in bocca: oltre a sputare e a gettare il
frutto, mi resterà il ribrezzo e una perenne sensazione di diffidenza
nell'addentare qualsiasi tipo di frutta: vorrò prima guardarci
dentro. Questa sensazione è diventata comune non solo verso la sinistra, ma
verso tutti i partiti che sono ormai ridotti a mele marce che, di bello, non
possiedono più nemmeno l'aspetto. Hanno infatti raggiunto un'arroganza di
potere talmente aggressiva che si permettono di magnificare apertamente anche
gli intenti più antipopolari, come quelli dell'incenerimento e del nucleare,
bocciati dalle stesse leggi naturali. Ma non basta: nelle scelte
arbitrarie effettuate durante il malgoverno, forti della propria
auto-surrogazione agli interessi del popolo e ai suoi rappresentanti, i
politicanti hanno la faccia tosta di appellarsi al mandato dei cittadini che,
in realtà, non hanno mai ricevuto per le azioni ostili che ci impongono. Così,
quando la massa scende in piazza per stigmatizzare i loro tradimenti, parlano
subito di anti-politica, come se il popolo non avesse nemmeno diritto a
rivendicare la democrazia, della quale invece è l'unico depositario . Ecco
il motivo per cui, pur guardandoci bene dentro (anche se con la lente non
troppo affidabile del programma, in quanto confezionato per la campagna
elettorale), escluderò dal mio voto (lo ribadisco) qualsiasi camaleonte (pelle
nuova assunta dal solito predatore). Se poi l'agnello si svelerà come il
solito lupo, continuerò ad aggregarmi, senza preoccuparmi dell'etichetta di
"antipolitico", con tutti coloro (fortunatamente ancora in buon numero) che le
maschere sanno ben riconoscerle. Buona risurrezione a tutti.
2008/4/7, Arrigo Colombo <arribo at libero.it>:
No non usciamo un bel niente. Basta con questo continuo frazionamento
della Sinistra; che oggi esce un gruppo, domani un altro, i vari Diliberto,
i trozkisti, i maceratesi. Ognuno crede di essere il migliore. Ognuno
si fa il suo partitino; e così la Sinistra s'impoverisce ogni giorno. Si
resta dentro e si lavora e si lotta, e se Pecoraro è un disonesto glielo si
dice in faccia, e deve fare autocritica. Ma si resta dentro.
Voi frazionisti annientate la Sinistra, anche con la migliore
volontà. Basta!
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Vi prego di trasmettere questa risposta a tutti gli altri a cui avete
scritto
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Original Message -----
Sent:
Thursday, April 03, 2008 11:01 AM
Subject:
Un esemplare atto rivoluzionario
W il comunismo!!!!!!
Smascheriamo i falsi partiti "comunisti"
Inviato da Yahoo! Mail. La casella di posta intelligente.
Un esemplare atto
rivoluzionario di cinque compagni di Treia
(Macerata) "Usciamo dal PRC
perché ha abbandonato la lotta di classe e il
socialismo" "Continueremo a
trasmettere gli ideali del comunismo"
È un vero piacere per noi pubblicare la
seguente lettera che abbiamo ricevuto per conoscenza da parte di
cinque dirigenti del PRC che sono usciti giorni fa dal
partito. Tra i firmatari ci sono il Segretario del Circolo,
Giampaolo Pierigè, e la Tesoriera Edelweiss Ascani, figlia del
dirigente partigiano Sante Ascani. Consideriamo questa loro
decisione un esemplare atto rivoluzionario che incoraggia i sinceri
fautori del socialismo ancora nel PRC a seguire il loro
esempio. Immaginiamo che non sia stato facile sul piano
sentimentale e politico per i cinque compagni rompere col PRC al
quale, sappiamo, hanno dato tutto se stessi e sul quale riponevano
la massima fiducia. Ma una volta preso coscienza che Rifondazione
non è più quella che essi pensavano, hanno rotto ogni indugio
abbandonandola al suo inglorioso destino. In sostanza si sono
comportanti come Lenin che ruppe con la seconda internazionale ormai
in mano ai borghesi e ai socialdemocratici. Il loro gesto che fa
storia è ancora più importante in quanto essi hanno dichiarato:
"continueremo a trasmettere gli ideali del comunismo". Noi
appoggiamo in maniera militante questo loro proposito rivoluzionario
e auspichiamo che la loro strada si incontri con quella del PMLI per
il bene delle masse di Treia, di Macerata e di tutta Italia e per il
bene supremo del trionfo del socialismo in
Italia.
All'attenzione di: Segreteria
Provinciale Segreteria regionale p. c. al
Bolscevico
Oggetto: Uscita dal PRC
Noi, membri del
direttivo del circolo PRC di Treia, vista l'ormai deriva a destra
del gruppo dirigente nazionale, resa ancor più evidente
dall'esperienza fallimentare nella partecipazione al governo di
centro-sinistra, abbiamo deciso all'unanimità di lasciare il Partito
della Rifondazione Comunista. Sono venuti a mancare nel tempo tutti
gli ideali per cui questo partito era nato, a cominciare dalla lotta
di classe, propria dei comunisti, tentando di convincerci che questa
non è più una società divisa in classi (oltre 1.500 operai morti sul
lavoro ogni anno) e che "un altro mondo possibile" è un capitalismo
riformabile e non una società socialista. Usciamo sconfitti dal
governo Prodi perché abbiamo deluso le aspettative della nostra
gente che tanta speranza aveva riposto in noi e ci siamo lasciati
fagocitare dai moderati diventando così la "stampella" di questo
governo, votando persino il rifinanziament o alle guerre, noi che
per lunghi mesi abbiamo tenuto appese alle nostre finestre le
bandiere della pace! Già, ma allora eravamo all'opposizione. Sarebbe
troppo lungo elencare tutti gli errori fatti in un governo che
sapevamo non essere nostro e altrettanto lungo sarebbe parlare della
mancanza di democrazia nel nostro partito che, dalla sua nascita,
doveva essere una piramide rovesciata con la base al vertice e non
il contrario come invece è avvenuto in questi anni. L'ultimo atto è
stata la rimozione del nostro glorioso simbolo, la falce e martello,
dalla scheda elettorale per cancellare definitivamente dalla Storia
gli ideali del comunismo, dimostrando ancora di più di essere
perfettamente omologati al pensiero unico anticomunista. Noi
comunisti di Treia non ci stiamo, per questo non parteciperemo alla
campagna elettorale, non daremo indicazioni di voto e non sosterremo
alcuna lista. Continueremo però a trasmettere i nostri ideali
comunisti che ren dono gli uomini senz'altro
migliori.
VIVA IL COMUNISMO!
Treia, lì 20 marzo
2008
Il Direttivo: Giampaolo Pierigè; Edelweiss
Ascani; Antonio Palmucci; Mariano Capponi; Alberto
Nardi 2 aprile 2008 |
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