"Pechino 2008: Olimpiadi e diritti umani in Cina". L'appello di Amnesty al Comitato olimpico internazionale



#  Questa lista per la distribuzione delle informazioni
#  e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International.
#  Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si
#  prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non
#  vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo

COMUNICATO STAMPA
CS148-2007

'PECHINO 2008: OLIMPIADI E DIRITTI UMANI IN CINA'. L'APPELLO DI AMNESTY
INTERNATIONAL AL COMITATO ESECUTIVO DEL COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE

In occasione della riunione del Comitato esecutivo del Comitato olimpico
internazionale (Cio), in programma da oggi fino a mercoledi' a Losanna,
Amnesty International rinnova l'appello all'organismo sportivo affinche',
in vista dei Giochi olimpici di Pechino 2008, siano affrontati i problemi
riguardanti i diritti umani. Analoga richiesta e' stata inoltrata da parte
della Sezione Italiana di Amnesty International al Comitato olimpico
nazionale italiano (Coni).

Pur riconoscendo che la responsabilita' di introdurre riforme nel campo
dei diritti umani compete principalmente alle autorita' cinesi, Amnesty
International ritiene che il Cio possa ancora fornire un contributo
significativo, usando la propria influenza per favorire un cambiamento
positivo, in linea con la Carta olimpica.

Nei mesi che precederanno lo svolgimento delle Olimpiadi, Amnesty
International portera' avanti una campagna per ottenere progressi che
potrebbero costituire un'eredita' positiva delle Olimpiadi, in quattro
aree specifiche: la pena di morte, la detenzione senza processo, la
liberta' d'informazione e la protezione degli attivisti per i diritti
umani.

Una serie di casi recenti mettono in evidenza la necessita' urgente di
un'azione della Cina nel campo dei diritti umani:
- il 10 ottobre Wang Ling e' stata condannata a 15 mesi di 'rieducazione
attraverso il lavoro' per aver firmato petizioni e aver preparato
striscioni, dopo che la sua abitazione era stata demolita per far posto a
strutture olimpiche. E' stata picchiata, arrestata e imprigionata in
diverse occasioni. Si trova attualmente nel centro di 'rieducazione
attraverso il lavoro' di Daxing, a Pechino.
- Yang Chunlin, arrestato il 6 luglio 2007 e da allora detenuto in
isolamento per aver lanciato la petizione 'Vogliamo i diritti umani, non
le Olimpiadi', con la quale i contadini stanno protestando per la confisca
dei loro terreni. Ha dichiarato di essere stato sottoposto a una forma di
tortura frequentemente utilizzata in Cina: le sue braccia e le sue gambe
sono state legate ai quattro angoli del letto ed e' stato costretto a
mangiare, bere e defecare in quella posizione.
- Ye Gouzhu, attivista per il diritto alla casa, sta scontando una
condanna a quattro anni di reclusione per aver chiesto il permesso di
organizzare una manifestazione che intendeva richiamare l'attenzione sullo
sgombero forzato di alcuni abitanti del distretto di Xuanwu, a Pechino.
Anche la sua casa e il suo negozio sono stati demoliti per fare spazio a
impianti olimpici. A settembre, Ye Mingjun e Ye Guoqiang, figlio e
fratello di Ye Gouzhu, hanno a loro volta avviato una protesta contro le
demolizioni e sono stati arrestati dalla polizia di Pechino con l'accusa
di 'incitamento alla sovversione'. Ye Mingjun e' stato rilasciato su
cauzione alla fine di ottobre, mentre Ye Guoqiang risulta ancora detenuto.

Amnesty International chiede il rilascio immediato e incondizionato di
questi detenuti, un'inchiesta sulle torture che si concluda con
l'incriminazione dei responsabili e l'assegnazione di un risarcimento alle
vittime.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 10 dicembre 2007

Per ulteriori informazioni sulla situazione dei diritti umani in Cina e
sulla campagna 'Pechino 2008: Olimpiadi e diritti umani in Cina':
www.amnesty.it/pechino2008

Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it




#  Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e
#  pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i
#  contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura
#  tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei
#  contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e'
#  pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non
#  portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre
#  informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista
#  personali  e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty
#  International.