La chiesa e le "disfunzioni affettive"....



Riportiamo del sito dell'agenzia di informazione religiosa (
http://www.agensir.it ) una nota quanto meno singolare che riguarda il
modo in cui viene affrontata la pedofila ( disfunzione affetiva!! ) da
parte del clero.
Tale comunicato crediamo sia stato emesso a causa dello scandalo dei
preti pedofili di cui tanto si parla in queste settimane, ma è molto
lontano dal fare chiarezza e allontanare il discredito in cui la chiea
si dibatte.
Prima di passare alla lettura vi ricordiamo che:

Il documentario della BBC trasmesso in Inghilterra nel 2006 sugli
scandali dei preti pedofili e che parla di "Crimen Sollicitationis", un
documento di Ratzinger che rinnova il divieto a testimoniare in
tribunali civili (pena la scomunica)....
VERRÀ PROIETTATO SU GRANDE SCHERMO ( SOTTOTITOLI IN ITALIANO ) LUNEDÌ 28
MAGGIO ALLE ORE 21:30 CIRCOLO ANARCHICO PONTE DELLA GHISOLFA VIALE MONZA
255 MILANO M1 PRECOTTO
http://www.ecn.org/ponte

Ecco la nota del SIR
“La Chiesa non transige, e da almeno una ventina di anni promuove
iniziative e interventi concreti nei confronti delle disfunzioni
affettive di seminaristi, novizi, sacerdoti e religiosi”. A
testimoniarlo al Sir è il missionario comboniano e psicoterapeuta
Giuseppe Crea, impegnato in prima persona in tale attività. Mentre da
alcuni viene affermato che la Chiesa è inerte di fronte allo scandalo
dei preti pedofili che, semmai, tende a coprire, padre Crea afferma:
“Oltre alla consueta cura e attenzione per la formazione umana e
psicologica e la maturazione affettiva dei candidati al sacerdozio e
alla vita consacrata”, la Chiesa prevede “percorsi terapeutici per chi
ne abbia bisogno e un rigido discernimento che, nei casi più gravi o di
fronte alla non volontà di curarsi, porta all’allontanamento di
seminaristi e novizi”. “Un tema su cui occorre fare chiarezza dal punto
scientifico e dell’informazione: non è una novità - puntualizza lo
psicoterapeuta - che le persone, all’interno o all’esterno della Chiesa,
si ammalino, come non è una novità che davanti a gravi disfunzioni
affettive la Chiesa non usi mezzi termini e assuma provvedimenti
rigorosi”“Tre, spiega lo psicoterapeuta, i livelli del percorso, avviato
su richiesta dei responsabili nei seminari e nelle case di formazione:
un momento informativo-formativo generale, un confronto in piccoli
gruppi che consente ai giovani di riconoscere eventuali difficoltà
relazionali o disfunzioni affettive e, se necessario, un intervento
mirato sul singolo”. “Il lavoro dell’esperto – spiega padre Crea – è il
facilitare questa consapevolezza per arrivare a un discernimento: o ci
si cura o non si può rimanere. Dall’esterno è difficile comprendere la
‘durezza’ del discernimento: a volte può trattarsi di un’autentica
batosta, perché un soggetto può essere espulso, oppure gli si può
consentire di rimanere a condizione che manifesti la volontà di
sottoporsi ai trattamenti”. Insomma, “chi non vuole curarsi viene
fermato”; chi accetta il programma terapeutico, “viene aiutato a
incanalare le energie ‘negative’ e gli impulsi deviati in modo positivo”
nella necessaria consapevolezza di “dover lavorare in futuro in contesti
nei quali non si possano riproporre situazioni a rischio, ad esempio a
contatto con bambini”.