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Perché non andare al Family Day
- Subject: Perché non andare al Family Day
- From: Marco Trotta <matro at bbs.olografix.org>
- Date: Mon, 7 May 2007 16:44:14 +0200
Salve a tutt*, Associazione Amici di Lazzaro, Lunedì, 7 maggio 2007 ore 14:09:22 +0200 ha scritto a tutt* in "Re: «Al Family Day ci sarò. Per testimoniare il mio "per sempre"»" >Credo che dimenticate che la famiglia fondata sul matrimonio ha dei diritti >in più perchè si assume responsabilità in più (stabilità, procreatività, >ecc) che per loro scelta le coppie di fatto non vogliono assumersi, >altrimenti sin da adesso chi vuole dei diritti in più potrebbe sposarsi... >Per quel che riguarda le coppie omosessuali si tratta di scelte personali >che non hanno la stessa importanza a livello sociale in quanto per loro >natura le coppie omosessuali non sono feconde ... >La famiglia uomo-donna è fondamento della società in quanto permette di >educare i figli con una certa stabilità. >Chi vuole diritti si assuma dei doveri....molto semplice. >Difendere il matrimonio significa lottare per i diritti globali... >chi opera nel terzo mondo sa benissimo che uno dei disvalori che abbiamo >importato in quei paesi sono le coppie instabili che generano famiglie >momparentali (ragazze madri) o famiglie instabili che producono povertà. >Se la famiglia è stabile la società ne trae vantaggio. >Battaglie ideologiche per smontare la famiglia sono anacronistiche ed >egoistiche che non pensano ai figli e alle generazioni future.... >saluti a tutti.... cari Amici di Lazzaro, io non vi chiederò perché siete in lista. Perché i vostri messaggi sono in tema ed è importante parlare di diritti. Soprattutto per chi non ce l'ha. Ma proprio per questo rimango ogni volta stupito quando leggo e sento da qualche aperto sostenitore di questa manifestazione due considerazioni che sono ormai al limite della retorica: 1) Questa manifestazione non è contro le coppie di fatto, ma per la famiglia. Quando in tutte le dichiarazioni dei portavoce e nei volantini che si fanno girare per promuoverla si legge l'aperta contrarietà ai DICO, ovvero ad un disegno di legge governativo coerente con il programma e con il mandato elettorale. 2) Questa manifestazione vuole essere di una maggioranza trattata troppo spesso da minoranza. Questa manifestazione è boicottata (così si è espressa la portavoce al Tg2 di qualche edizione fa). Sono dichiarazioni davvero sconcertanti che unite al merito delle vostre considerazioni di appoggio possono solo far suonare diversi campanelli d'allarme. Il primo e il più importante riguarda un affondo allo stato di diritto nato dalla laicizzazione dello Stato. Quella cosa che ha prodotto società dove l'essere umano non era in "funzione di...", non serviva a "procreare". Perché i diritti gli venivano riconosciuti indipendentemente da orientamenti, genere, classe sociale, censo, ecc. Diritti conquistati con lotte sanguinose per una cosa che si chiama habeas corpus. La vostra battaglia, questa si, ci porta indietro nel tempo. Avete il diritto di dichiarare i principi della vostra comunità, se non sono in contrasto con la Costituzione. E' però grave che si voglia in questa maniera così plateale e disinformante obbligare lo Stato italiano a ignorare un fenomeno che esiste e pone seri problemi di disparità. Dall'ultima indagine dell'Istat risulta che il 70% dei bambini sono nati fuori dal matrimonio, le coppie di fatto continuano ad aumentare e il carico dei lavori di cura sta aumentando a danno delle donne [1]. Una situazione, questa sì, imbarazzante. Non meno di quelle che spesso avete cura di segnalare nei paesi islamici (per altro, a proposita dell'ultima sull'Arabia Saudita: vi ricordo che sono "nostri" alleati nella lotta al terrorismo, ci sono ben altri modi per auspicare cambiamenti da quelle parti). Ultima: da tempo nel movimento pacifista si sta ragionando su altri principi diversi da povertà e terzo mondo. Temi che discendono dalla semplice costatazione di quale menzogna sia stata l'idea di sviluppo che si è voluto esportare lì forzando quelle economie alle regole dei nostri mercati, distrungendo base sociale e sostenibilità ambientale, ed avendo ancora oggi l'impudenza di voler calcolare la distanza tra i nostri redditi procapite e i loro, tra le loro forme sociali e le nostre, come metro di civiltà. L'unica cosa che si intuisce dalla retorica che ammanta questa manifestazione è l'affondo alla modernità che viviamo. Un affondo che ha radici in un passato di convinzioni che hanno già fatto i loro danni e che giunta, oggi, sono sostenute da chi (i promotori più reazionari) sono massimamente responsabili per questo. MT [1] http://www.raiutile.rai.it/notizia.jsp?id=7394
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