Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Senza permesso, le donne non possono nemmeno
guidare l’automobile o cambiare colore della veste, mentre dalla tv i
predicatori ammoniscono che la donna che stringe la mano a un uomo commette
“adulterio della mano”. Le giornaliste saudite criticano la mentalità sociale
sul rapporto tra moglie e marito.
Fatima Al-Faqih sul quotidiano Al-Watan parla dei molti divieti imposti
alle donne saudite: “non possono guidare l’automobile, fare viaggi senza
permesso [del marito o del padre o di chi ha potestà su loro], stare sole in un
albergo senza permesso, scegliere il nome del figlio senza il consenso [di un
uomo]… lasciare casa o accettare un lavoro senza permesso… proibito cambiare il
colore delle abaya [la tradizionale lunga tunica] senza permesso, proibito
andare a scuola o all’università senza permesso”.
In alcune città saudite una donna non può nemmeno “mostrare la faccia”,
senza permesso non può sposarsi e non può “restare sposata se uno dei suoi
parenti maschi decide che la genealogia del marito è inferiore alla sua… né
chiedere il divorzio senza chiedere scusa e pagare una multa”. Senza permesso
“non può tenere con sé i figli dopo il divorzio… assumere un posto di direzione
privato o pubblico”, “non deve far irritare il marito e, infine, la voce di una
donna è considerata [una forma di] profanazione e le è proibito parlare in
pubblico”.
Molti uomini – scrive Hasna Al-Quna’ir sul quotidiano Al-Riyadh –
giustificano l’inferiorità delle donne con “una distorta lettura dei detti del
Profeta” , spesso operata da numerosi predicatori nei programmi televisivi. Ad
esempio, c’è un versetto che dice: “la tribù che nomina una donna come capo non
avrà prosperità” e – racconta la giornalista - in un programma tv un esperto ha
detto di non chiedere il parere della moglie, perché ragiona in modo solo
emotivo. Un altro esperto tv, per “difendere le virtù della donna”, “incita
padri, fratelli e mariti” dicendo “che una ragazza che non è percossa sin
dall’infanzia diventa una donna ribelle” e che “una donna che esce di casa senza
il velo è come una donna che va in giro nuda”. Lo stesso ammonisce le donne
islamiche che mostrare la testa scoperta “è la prima ragione per cui le donne si
lasciano sedurre e cadono [nel peccato]”. Un altro predicatore dice che la donna
“che stringe la mano a un uomo diverso dal marito commette un… ‘adulterio della
mano’ ”. La giornalista osserva che i detti del Profeta vanno considerati nelle
“circostanze storiche e nel contesto specifico” in cui furono pronunciati, e che
occorre distinguere “i doveri religiosi” dalle norme di comportamento sociale
che sono controverse e non oggetto di dogmi di fede, “come l’usanza di coprirsi
il volto”.
Per la nostra cultura – scrive Maha Al-Hujailan su Al-Watan – “la donna
deve vivere nella costante paura… che il marito prenda un’altra moglie”. “Solo
una donna che vive in questa paura adempie al ruolo di moglie, mentre una donna
che si sente sicura che il marito non prenderà un’altra moglie disdegna il
marito e la vita familiare… Per questa cultura le donne debbono sentirsi
mentalmente e psicologicamente inferiori, come una bambina discola che deve
essere sempre controllata, intimidita e punita perché faccia quanto
deve”.
Le donne che pensano così – prosegue – possono persino credere “che un uomo
gentile che le rispetta sia solo debole e insicuro” e che “l’uomo ideale è un
violento che umilia la moglie”.
“La donna – conclude Hasna Al-Quna’ir – è vittima di questa cultura isolata
e può solo sperare che cambi la struttura culturale dell’intera società”.