non fate incazzare i contadini...



Cina, rabbia contadina
Un intero villaggio si ribella contro l’espropriazione delle terre. Scatta la repressione
Un contadino davanti alla poliziaNel sud rurale e povero della Cina, le rivolte contadine sono sempre più frequenti e massicce. Nonostante la brutale repressione del governo.
L’ultimo episodio – filtrato attraverso le strette maglie della censura – è avvenuto nel villaggio contadino di Sanzhou, nella provincia meridionale di Guangdong: la stessa che quasi un anno fa fu teatro dei uno dei più sanguinosi massacri della storia recente della Cina.
Da anni i contadini di Sanzhou fanno letteralmente la fame perché non hanno più terre da coltivare.
Le ha espropriate con la forza il governo provinciale, per poi rivenderle a manager cinesi stranieri per 130.000 yuan per mu (misura agricola cinese). I contadini rimasti senza terra sono stati indennizzati con meno di 30.000 yuan per mu. Il resto è finito nelle tasche dei corrotti funzionari locali del Partito Comunista Cinese (Pcc).  Le ripetute denunce degli abitanti di Sanzhou, che chiedevano la restituzione delle terre o un giusto indennizzo, sono sempre rimaste inascoltate. Intanto, sui terreni confiscati, iniziavano e proseguivano i lavori per la costruzione di un enorme granaio. Lavori che, alla fine, sono anche terminati.
 
Gli scontri di ShanweiTrecento persone sequestrate. Nel pomeriggio di mercoledì, 8 novembre, sono giunti al villaggio di Sanzhou, per la cerimonia d’inaugurazione del mega-granaio, decine di amministratori locali assieme a una folta delegazione di imprenditori cinesi provenienti da Gran Bretagna, Germania, Thailandia e Hong Kong: i futuri acquirenti del grano. Quasi trecento persone in tutto. Quando gli eleganti manager stranieri e rappresentanti di partito stavano per tagliare il nastro, l’intera popolazione del villaggio (circa cinquemila persone) ha circondato la nuova struttura prendendo in ostaggio tutti quelli che vi si trovavano all’interno. In cambio della loro liberazione chiedevano giustizia. Il mattino successivo, centinaia di agenti antisommossa sono arrivati al villaggio: dopo aver lanciato una pioggia di granate lacrimogene sui manifestanti (tra cui moltissimi vecchi, donne e bambini), li hanno caricati a bastonate, picchiando alla cieca e aizzando contro di loro anche feroci cani-poliziotto.
 
Gli scontri di shanweiLe voci dei contadini. Le autorità non hanno commentato l’azione repressiva. Pare che vi siano stati diversi arresti. Ma non si sa nulla di più, dato che la zona è stata chiusa dalle forze dell’ordine.
Alcuni contadini erano però riusciti a parlare con alcuni giornalisti locali prima del blitz.
“I poliziotti ci hanno sguinzagliato contro diversi pastori tedeschi, che hanno attaccato anche gli anziani seduti per terra. Non ci trattano come esseri umani”, ha detto un manifestante.
“Il partito comunista – ha dichiarato un anziano – dovrebbe servire il popolo, non gli ufficiali corrotti che abusano dei poveri contadini”.
“Il nostro Paese è diventato così ricco che aiuta l’Africa – ha osservato un altro più giovane – ma noi contadini siamo messi peggio degli africani! Al governo interessa solo che l’economia cresca, anche se questo significa lasciare il popolo senza terra e senza nulla da mangiare”.
“Quando abbiamo spiegato agli stranieri il motivo della nostra azione, uno di loro ha detto che, se le cose stanno così, lui non comprerà il grano che viene raccolto qui per protesta contro il trattamento che abbiamo subito”. 
Le precedenti rivolte
Guandong è la provincia dove si registra il maggior numero di ribellioni contadine, sempre scatenate dalle espropriazioni illegali di terreni agricoli. La più sanguinosa è avvenuta il 6 dicembre 2005, nel villaggio di Shanwei, dove decine di contadini (forse settanta) sono stati trucidati dalla polizia durate una rivolta. Analoghe proteste, regolarmente represse dalla polizia, sono avvenute nei villaggi di Taishi (29 luglio 2005) e di Sanjiao (14 gennaio 2006).
Ma le jacquerie hanno coinvolto anche altre province rurali: il 6 novembre 2004 dovette intervenire l’esercito per fronteggiare centomila contadini in rivolta nella provincia di Sichuan; il 12 marzo 2005 due donne contadine sono state travolte e uccise dai blindati della polizia nel villaggio di Huaxi, nella provincia di Zhejiang, scatenando una violentissima ribellione; l’11 giugno 2005 almeno sette contadini sono stati uccisi a bastonate dai picchiatori assoldati dal governo per interrompere una protesta nel villaggio di Shengyou, nella provincia di Hebei.

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