| La parlamentare 
      olandese Ayaan Hirsi Ali, minacciata di morte dagli islamisti che uccisero 
      Theo van Gogh, col quale aveva collaborato, sarà cacciata dalla sua casa. 
      I suoi vicini hanno sostenuto che la presenza della giovane deputata 
      liberale e delle guardie del corpo che la proteggono può provocare 
      attentati nel loro edificio, che il suo valore immobiliare si riduce e che 
      i controlli della polizia minacciano la loro vita privata. La Corte 
      d’appello dell’Aia ha dato loro ragione, con un argomento che ha 
      dell’incredibile: la Convenzione europea dei diritti umani garantisce agli 
      abitanti la quiete e l’integrità del loro domicilio. A minacciare la 
      quiete e i diritti, dunque, non sono gli assassini che intendono esportare 
      la sharia nella terra dei tulipani, ma la destinataria delle loro minacce. 
      Per lei, evidentemente, i diritti umani, a cominciare da quello alla vita, 
      alla libertà, alla fissazione del proprio domicilio, non esistono. Se 
      questa abominevole sentenza non sarà riformata in Cassazione, e se nel 
      frattempo non sarà approvato il provvedimento legislativo proposto dal 
      ministro della Giustizia Geert Wilders che tende a garantire una vita 
      “normale” alle persone perseguitate dal fanatismo islamico criminale, 
      Hirsi Ali dovrà vivere nascosta, come accadde ad Anna Frank durante 
      l’occupazione nazista dell’Olanda. In ogni caso la sentenza resterà un 
      esempio vergognoso di come possano essere capovolti i principi di libertà 
      per paura dei criminali che dettano legge. Se nel cuore dell’Europa non si 
      riesce a capire che trattare come una reietta una persona che ha suscitato 
      le ire dei fanatici per aver denunciato le condizioni delle donne nelle 
      società islamiche, dopo essere sfuggita a un matrimonio combinato, è una 
      negazione di tutti i principi di libertà, vuol dire che nessuno di noi può 
      considerarsi libero. I terroristi sembrano in grado di applicare la loro 
      legge disumana, mentre i poteri costituiti, invece di combatterli, si 
      arrampicano sugli specchi per non irritarli. Questo è un segno di 
      vigliaccheria e di degradazione morale che non può essere tollerato. Usare 
      un’interpretazione capziosa dei diritti umani per negarne la sostanza, 
      costringere alla latitanza il minacciato e non i ricattatori, e fare tutto 
      ciò in nome della giustizia è aberrante, disgustoso. In un tempo terribile 
      sugli esercizi pubblici europei campeggiava la scritta “Vietato l’ingresso 
      ai cani e agli ebrei”. Ora si caccia chi non si sottomette alla sharia.
 
 (04/05/2006) |