Da action for peace



Ricevo e trasmetto quesdta lettera che mi sembra importante, Nicoletta Crocella: da action for peace
Cari tutti,

> vi scrivo per segnalarvi un appuntamento, secondo me degno di nota, che, in sha' allah, terrà gli itlaiani occupati con la questione del Muro per qualche mese...
Si tratta della campagna informativa sul Muro promossa dal VIS ( e supportata da altre associazioni, organizzazioni e ong italiane, palestinesi e israeliane): questa campagna , dal titolo "Un Muro non Basta" (titolo provocatorio, prego non saltare a conclusioni affrettate), porterà in giro per l'Italia (con tappe e tempi ancora da precisare) una mostra fotografica arrichita da materiale informativo (pannelli e brochure da distribuire alle persone che visiteranno la mostra, ingresso gratuito) sull'impatto che il Muro sta avendo sui vari aspetti della società palestinese (economia, sanità etc...). La prima tappa è San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo (Pieve di San Giovanni Battista, Piazza Cavour), dove la mostra rimarrà dal 29 ottobre al 13 novembre (h. 10-13, 16-19). vorrei riportare qui sotto l'inizio della dispensa che viene distribuita al pubblico, dove si spiega un po' le origini di questo progetto:
Un Muro non basta… per nascondere un orizzonte alla sua terra
Sono bastati due colpi di vernice arancione per scrivere quattro parole: Un muro non basta. La scritta, semplice eppure carica di significati, si trova nella coda di un animale strano che ha il naso, o forse il becco, a forma di trapano. Si vede da lontano, quella scritta, sul Muro di Betlemme. Chi ha lasciato questa traccia non ha aggiunto altro. Tanti colori, e poche parole. Parole che aprono domande, che invitano a riflettere, che uniscono e dividono. Parole che sono diventate il titolo di un progetto. Alla fotografia di quella scritta, scattata nel Febbraio 2005, ne sono seguite altre cinquecento: decine di metri di pellicola fotografica che raccontano centinaia di chilometri di Muro. Che poi si voglia chiamarla barriera o recinzione, la sostanza non cambia.

Gli olivi di Betlemme, i bambini del campo rifugiati di AIDA e di Shu’fat, gli studenti di Abu Dis, i commercianti di Ar-Ram, i militari del posto di blocco di Qalandiya, gli agricoltori di Qalqiliya, gli operai del cementificio di Tulkarem e i pastori di Jenin... Tutti conoscono il Muro. E lo vedono tagliare la terra dalla terra, dividere le case dalle case, allontanare le famiglie dalle famiglie.

E’ cominciato così, mosso dalla voglia di conoscere i perché di uno strumento di separazione tra i popoli che sembrava sepolto nel secolo scorso, un lungo viaggio accanto al Muro che ha toccato otto località, dal nord al centro-sud della Cisgiordania.

Un muro non basta
per decidere chi ha ragione e chi ha torto
per tracciare un confine arbitrario
per dettare la legge del più forte

Un muro non basta
per nascondere un orizzonte alla sua terra
per costruire una gabbia intorno a una  nazione
per dimenticare quello che c'è dall'altra parte

Un muro non basta per cancellare il diritto all'autodeterminazione dei popoli per impedire a due volti di incrociare lo sguardo per sbarrare il passo a chi ha voglia di conoscere. Come ho già scritto, non sono a conoscenza (e credo ci stiano ancora lavorando....) del calendario completo. In ogni caso questo è il numero di telefono al quale è possibile chiedere informazioni: 0559126286 Comunque, in caso abbiate bisogno di altre precisazioni che non è possibile ottenere a questo numero, scrivetemi pure.
un abbraccio
Arbayan
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