QUESTIONE ISRAELE: LE PAROLE E I FATTI



QUESTIONE ISRAELE: LE PAROLE E I FATTI

Le oscene parole del presidente dell'Iran, sulla necessità di distruggere Israele, non devono passare inosservate. Soprattutto chi si professa "progressista" dovrebbe sentirsene seriamente interpellato.
Denunciare il fondamentalismo ovunque si esprima più o meno esplicitamente, a destra come a sinistra, in Europa come in America e in Asia, è una questione umana prima che politica. Il presidente Ahmadinejad, con la scusa di difendere la causa palestinese, in realtà ne approfitta bassamente per stornare l'attenzione dai problemi interni al suo Paese che gli iraniani, con la sua sciagurata elezione, credevano di poter risolvere. Speriamo che si rendano conto presto dell’inganno. Notiamo con piacere che sia i palestinesi, sia altri governi arabi, sia gli stessi iraniani all'opposizione (Rafsanjani e Khatami compresi) hanno condannato quelle immonde parole.
La stessa sensibilità dimostrata nel denunciare le violenze subite dai palestinesi, deve essere dimostrata rispetto alla minaccia – finora solo verbale per fortuna – delle parole inquietanti urlate da Ahmadinejad.

Ma detto questo, non possiamo esimerci dal constatare che finora stiamo parlando solo di parole. Parole, anche se estremamente violente, sono quelle del presidente iraniano, come solo parole sono quelle di cui si stanno riempiendo la bocca gli organizzatori della fiaccolata a Roma a favore di Israele.
E mentre tutte queste persone stanno parlando, c’è chi fa i fatti. E sono fatti estremamente violenti.
Molto probabilmente, mentre in Italia si sta svolgendo la manifestazione davanti all’ambasciata iraniana contro le minacce verbali di Ahmadinejad, nella striscia di Gaza si sta consumando l’ennesima tragedia ai danni di innocenti civili palestinesi.

Da quando i coloni israeliani e l'esercito israeliano si sono ritirati da Gaza, la striscia è stata soggetta ad attacchi senza sosta e a punizioni collettive insopportabili.
Questi attacchi si stanno svolgendo attraverso tre forme principali11 Alcune informazioni sono prese da “The Palestine Monitor” .
La prima si svolge mediante bombardamenti con F-16, elicotteri Apache, e carri armati: questi attacchi prendono nel mirino le infrastrutture civili come case, negozi, strade, e pochi giorni fa sono state prese di mira una scuola ed un'organizzazione caritatevole. Otto persone sono state uccise, tra cui due ragazzi e il direttore della scuola, che si trovavano nella zona quando i bombardieri israeliani hanno attaccato allo scopo di uccidere, a loro dire, un ricercato per terrorismo.

La seconda forma è rappresentata dai cosiddetti “booms sonici”: aerei che volano a bassa quota ma a velocità supersonica. Questo causa rumori insopportabili e effetti simili ad un terremoto; rompe bicchieri e piatti, causa danni alla struttura delle case, infrange i vetri delle finestre ecc. Non c’è differenza rispetto ai rumori provocati dai bombardamenti veri. Tutto questo suscita terrore e può portare danni psicologici permanenti, soprattutto per i bambini che spesso diventano isterici. Effetti immediati includono mal di testa, perdita dell'udito, vertigini e nausea. Pazienti con problemi cardiovascolari sono particolarmente vulnerabili perché la paura causa un incremento repentino di adrenalina, che potrebbe essere fatale. Lo choc può anche causare aborti. I booms sonici sono alcune delle forme più violente e terrificanti di punizione collettiva contro civili. In alcune notti queste punizioni iniziano alle 23.00 e si ripetono ogni ora per tutta la notte.

La terza forma è proprio la “prigione gigante” che oggi rappresenta la striscia di Gaza. Le restrizioni al movimento dei palestinesi sono aumentate da quando si è verificato il ritiro dei coloni e il disimpegno dell’esercito israeliano da Gaza. Medicins du Monde (MDM) ha dichiarato in un comunicato stampa che l'accesso ristretto verso Israele attraverso Erez  e verso l’Egitto attraverso Rafah aveva negato a molti palestinesi l'accesso a cure specializzate in questi paesi. Persone che hanno bisogno di interventi al cuore, dialisi, chemioterapia, ecc. sono particolarmente a disagio. L'accesso ristretto priva la popolazione civile e centinaia di pazienti del loro diritto alla salute, riconosciuto dalla legge internazionale umanitaria, la quale condanna l'uso della punizione collettiva contro popolazioni civili.  

Ecco, questi sono i fatti, che sono lasciati ben nascosti dietro i milioni di parole della pur giusta indignazione per le minacce dell’ultimo presidente fondamentalista di turno. Mentre la televisione di stato trasmette in diretta una manifestazione sponsorizzata da un governo, che non solo continua nei fatti a partecipare ad un’occupazione in Iraq, ma che conta tra i suoi componenti più di un intollerante razzista, le notizie sui morti innocenti palestinesi compaiono ormai solo su qualche giornale e neanche sempre. Lo strazio di un popolo, tra l’altro ancora senza uno stato, meriterebbe molto di più di un trafiletto nelle pagine interne di qualche quotidiano.

Non dimentichiamo ovviamente che numerosi israeliani innocenti sono caduti ad opera della follia terroristica di radice islamica. Ma come il presidente Ahmadinejad rappresenta oggi il peggior nemico per il popolo iraniano, il governo israeliano rappresenta oggi il peggior nemico per gli ebrei. E non a parole, ma nei fatti.


Roma, 4 novembre 2005



             Marina Larena                                                                                  
Segretario generale del Partito Umanista  
Carlo Olivieri
Segreteria Programma nazionale del P.U.
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