Fa bene a tutti leggere
"psicopolitica dell'astensionismo" per "indagare gli aspetti più profondi",
come scrive il dott. Mottola. Buona lettura - Associazione
Partenia - http://utenti.lycos.it/partenia
http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=3668
Psicopolitica
dell’astensionismo
News del 07-06-2005
Le
emozioni sono risposte sociobiologiche di adattamento e negli esseri umani
rappresentano il passaggio dall’automatismo dei riflessi condizionati alla
composita e differenziata articolazione dell’interazione con l’ambiente
circostante. Quindi filogeneticamente la comparsa dell’emozionarsi
rappresenta un’ulteriore evoluzione della specie umana, a cui si è aggiunto lo
sviluppo della corteccia cerebrale, con l’ampliarsi delle funzioni cognitive che
hanno consentito il progredire del processo di civilizzazione. Questo vuol
dire che nell’essere umano gli stadi precedenti permangono accanto agli stadi
più recenti di sviluppo. Il progressivo processo di cognitivizzazione si
aggiunge all’assetto emozionale e si contempera ed integra con esso. Dunque
una scelta razionale si fonda sempre e comunque anche su basi emotive e non
potrebbe essere altrimenti , data la complessità dell’assetto
istintivo-emotivo-cognitivo dell’essere umano. Con un approccio psicopolitico
è possibile acquisire ulteriori dati rispetto alle scelte in tema di referendum
sulla procreazione assistita (legge n.40 del 2004). Quali messaggi emozionali
invia la scelta dell’astensionismo ? Dapprima esprime una “dis-appartenenza”,
in quanto si basa sull’assunto “non partecipo”, e poi una “pre-potenza” , in
quanto non partecipando impedisco -con il mancato raggiungimento del quorum- che
l’opinione degli altri conti. Dunque l’astensionismo assume in sé un doppio
“no”: quello sul contenuto dei referendum e quello sulla modalità di confronto
propria del referendum , facendola fallire con il mancato raggiungimento del
quorum. Emotivamente il “doppio no” (sul contenuto e sulla modalità) viene
avvertito come una “sopraffazione”, agita tramite uno stratagemma - quello
dell’astenersi -. L’argomentazione razionale sulla legittimità
dell’astenersi è irrilevante per quanto attiene l’aspetto emozionale della
questione: le emozioni non rispondono ai criteri di identità e non
contraddizione e ad altri assunti della logica e non necessita essere degli
esperti per rendersene conto , in quanto come essere umani lo esperiamo nella
vita di tutti i giorni. Se decido di andare a votare ed altri decidono di non
andare a votare sono nel “dominio” di quanti decideranno di non andare a votare
e ciò costituisce emotivamente una “ferita”. Risentimento, rabbia,
indifferenza, indolenza si mescoleranno e la “mente collettiva” risulterà
appesantita da tali aspetti. Gli organismi sociali hanno alcune
caratteristiche proprie degli organismi viventi : si struttura una memoria , un
dolore , una delusione. Successivamente, essendosi ciò strutturato a livello
“subliminale” (cioè al di sotto del livello di consapevolezza) pervaderà il
corpo sociale, divenendo difficilmente raggiungibile da interventi di
elaborazione. I politici , irretiti dal loro stesso linguaggio , spesso non
si rendono conto degli effetti pragmatici che si determinano nella società, che
è attraversata da altri assetti ed altri linguaggi. Chi incentiva
l’astensionismo contribuisce ad infliggere “frustrazione” ed “impotenza” al
corpo sociale, che incamera questa frustrazione e questa impotenza e le
riverserà senza elaborazione – in quanto subliminali - in susseguenti
atteggiamenti e comportamenti che si espliciteranno in future
circostanze. Ecco che con un approccio psicopolitico si acquisiscono nuovi
dati dalla realtà, non limitandosi a strumenti di analisi che affrontino
solamente gli aspetti “superficiali” e scegliendo anzi di indagare gli aspetti
più profondi e basilari, che affondano nella valenza emotiva, la quale è il
“colore” che gli esseri umani danno alla propria ed altrui esistenza. Chi si
astiene ed invita gli altri ad astenersi si carica di prerogative di cui
probabilmente ha poca consapevolezza ed anche poca possibilità di controllo e
gestione successivi. MaurizioMottola
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