Buttano i fondi pensione sul mercato



dopo le menzogne sulla sicurezza delle obbligazioni
Buttano i fondi pensione sul mercato

La prospettiva dei mercati finanziari non è rosea.
All'inizio del 2004 le banche e le assicurazioni che offrivano "polizze
pensione" garantivano un rendimento tra il 4 e il 3,5 % annui. Oggi
anch'esse, come i fondi, sia chiusi che aperti, promettono un rendimento
garantito del 2,5. Questo perché non c'è una valutazione di ripresa dei
mercati finanziari.

Ma chi promette rendimenti garantiti
dovrà fare i conti comunque col corso effettivo dei mercati finanziari.
Le più recenti crisi mondiali delle borse sono state :
nel 1998 ( i crack delle obbligazioni argentine e russe),
nel 1995 c'è stata la crisi finanziaria del Messico,
nel 1992 c'è stata una violentissima perturbazione del mercato dei cambi,
nel 1989 un'altra crisi mondiale delle borse, che seguiva di appena due
anni quella del 1987.

Ma c'è anche qualcos'altro per inserire il sospetto della sicurezza dei
mercati.
Per superare queste crisi sono stati adottati dei criteri di
"deregulations" (in Italia l'abolizione dei vincoli posti dalla legge
bancaria del 1936) che se al momento sono serviti a dare una boccata
d'ossigeno all'economia, pongono le premesse per crisi ancora più grosse e
veloci.
In nessun paese esiste più una separazione tra credito d'esercizio
(prestiti alle imprese, ecc.) a breve termine e finanziamento a lungo
termine. Non c'è più differenza tra banche d'affari e banche "normali":
tutte possono fare di tutto. C'è ormai totale commistione tra banche e
assicurazioni. E' cresciuta enormemente la partecipazione della banche al
capitale delle aziende industriali. Le banche, le assicurazioni e i vari
intermediari finanziari abilitati possono operare in conto proprio sui
mercati finanziari più speculativi. Il prossimo crack finanziario sarà più
grosso dei precedenti.

Dovremmo affidare a questo mercato il nostro TFR ?
Ci invitano a farlo, perché sarebbe anche l'unico modo per ottenere una
pensione integrativa, che si affianchi a quello che rimane della pensione
pubblica che loro stessi ci hanno tolto. Ma non è detto che versando il
futuro TFR nei fondi pensione si ottenga poi una rendita vitalizia.
I crack dei fondi pensione
ci sono anche in Italia!

Drammatici i destini del Fondo pensioni Comit.
Un fondo che esiste fin dal 1921 ed è arrivato adesso sull'orlo del
baratro. I sindacati, che sono nel consiglio di amministrazione del fondo,
tengono la bomba sotto controllo nella speranza che il botto non faccia
troppo rumore. Perché da anni oltre Confindustria e Governo anche i
sindacati fanno opera di convinzione sul tema dei fondi di pensione
integrativi. Spacciano per indispensabile per i lavoratori aderire ai fondi
pensione integrativi : è un ricatto innescato dalla cosiddetta riforma
delle pensioni che ha portato al futuro disfacimento di quella pubblica. E
migliaia di aderenti al fondo diventano sempre più furiosi.

Nessuno ha smentito
questa interpretazione !
"I fondi pensione garantiscono una rendita mensile (e, dunque, la
mini-pensione integrativa) solo se questa risulta essere superiore
all'assegno sociale Inps; viceversa ai sottoscrittori viene liquidato
unicamente il capitale accumulato. Esempio : nel 2003 l'assegno sociale
Inps è stato pari a 4.667 euro (389,92 euro al mese): per avere una rendita
lorda annua identica occorre che un uomo di 60 anni maturi un capitale di
circa 81.500 euro, mentre la cifra sale a circa 93.600 euro per una donna
della stessa età (la differenza è imputabile alla maggiore longevità
femminile). Se quell'uomo o quella donna accumulano solo 77.000 euro, tale
cifra la otterranno per intero tutta e subito come la cara vecchia
"liquidazione" (solo se i fondi non saranno affossati)  e non incasseranno
alcuna rendita vitalizia."
( Lorenzo Stoppa - sul sito internet dell'Agenzia delle Entrate - 6/1/2005)

CONVIENE ACCETTARE IL RISCHIO DI DIVENTARE FURIOSI
QUANDO ANDREMO IN PENSIONE E LA TROVEREMO AFFONDATA
O E' MEGLIO DIVENTARE FURIOSI OGGI ?
 Slai Cobas