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UE decide su negoziati di ingresso della Croazia
- Subject: UE decide su negoziati di ingresso della Croazia
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft fuer bedrohte Voelker <info at gfbv.it>
- Date: Tue, 15 Mar 2005 16:43:50 +0100
www.gfbv.it/2c-stampa/2005/050315it.html UE decide su negoziati di ingresso della Croazia UE deve chiedere parità di diritti per Serbi e Rom in Croazia Bolzano, Göttingen, Bruxelles, 15 marzo 2005In occasione delle le consultazioni sui possibili negoziati per l'ingresso della Croazia nella UE, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha presentato a tutti i 25 paesi membri dell'Unione un nuovo rapporto sulla discriminazione del gruppo etnico serbo e sull'esclusione su base razziale della piccola minoranza Rom in Croazia. L'APM saluta l'inizio dei negoziati con la Croazia, ma chiede all'UE che ponga di condizionare l'ingresso del paese all'effettiva parità di diritti e di trattamento dei due gruppi etnici.
Il gruppo serbo è tuttora discriminato e le autorità croate non rispettano i suoi diritti. Secondo il rapporto, solo un terzo dei circa 300.000 cittadini croati appartenenti al gruppo etnico serbo hanno potuto tornare a casa dopo essere stati cacciati dal paese durante la riconquista della Krajina da parte dell'esercito croato. Le istituzioni e i tribunali croati rallentano oltre misura il riconoscimento e la restituzione di case, appartamenti, terreni e campi, tant'è che spesso i legittimi proprietari rinunciano a tornare in patria per motivi di età e i loro figli si sentono ormai estranei nel loro paese di origine. Mentre nel 1990 in Croazia vivevano circa 600.000 Serbi, oggi ne restano solo 201.631*. L'assegnazione di posti di lavoro da parte di ditte private e/o istituzioni è a svantaggio del gruppo serbo e i tribunali rallentano le decisioni sulle riparazioni post-guerra e sul riconoscimento della cittadinanza. Allo stesso modo da un lato le indagini condotte sui crimini croati commessi contro membri del gruppo serbo sono sicuramente insufficienti, mentre dall'altro vengono condannati anche in loro assenza ipotetici criminali di guerra serbi.
Tra le 30.000 e le 40.000 persone appartengono alla minoranza Rom in Croazia. Per loro la discriminazione su base razziale e segregazione nel sistema educativo fanno parte della quotidianità, ancora peggiore è la loro situzione sul mercato del lavoro. Se la minoranza serba , così come altre sette minoranze etniche possono contare con proprie rappresentanze nel parlamento, ai Rom non è stato riconosciuto nessun rappresentante. L'APM critica aspramente anche il fatto che nelle scuole di alcune regioni della Croazia molti bambini Rom sono stati costretti contro la volontà dei loro genitori a frequentare classi particolari e separate dagli altri alunni. Una situazione che ci ricorda dolorosamente l'annientamento di 28.000 Rom su 28.500 da parte del regime degli Ustascia durante la Seconda Guerra Mondiale.
* Nota: Fino alla sua morte il presidente Franjo Tudjman non ha intrapreso nessun passo serio per rendere possibile il ritorno dei profughi. Secondo l'APM questo crimine non può essere giustificato nemmeno con l'uccisione di 13.000 civili croati durante la guerra serbo-croata. Le azioni di vendetta croate hanno provocato a loro volta centinaia di vittime serbe di cittadinanza croata.
Vedi anche:* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/031124it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030604it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/01-2/010517it.html | www.gfbv.it/3dossier/bosnia/indexbih.html
* www: www.iccnow.org | www.unhcr.ch | auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/index.cfm?fuseaction=news.notizia&NewsID=2590
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