Appel pour une initiative civile pour la réforme
politique, la démocratie et les droits humains dans le Moyen-Orient et l’Afrique
du Nord
La tenue du Forum pour l’Avenir au Maroc, le 11 décembre prochain,
a fortement interpellé les associations et les acteurs civils marocains. Juste
après l’annonce de l’événement, deux dynamiques se sont lancées en
réaction : la première prônant une coalition contre la tenue du forum au
Maroc et la deuxième interpellant les acteurs civils à la tenue d’un forum
parallèle.
Devant ces réactions différentes, et dans le cadre de sa mission
pour un tissu associatif fort et démocratique, l’Espace Associatif a invité
toutes les organisations et personnes concernées, à deux réunions successives
pour rapprocher les visions autour d’une initiative associative commune. Les
discussions engagées dans le cadre de ces deux réunions ont permis d’échanger
les informations et ont montré la nécessité de réfléchir sur une initiative qui
assure la présence et maintient l’unité et l’autonomie des associations et des
acteurs civils marocains.
- Compte tenu des discussions déjà engagées ;
- Considérant que l’Espace Associatif a toujours préconisé une
approche globale participative dans toute initiative de mobilisation du
mouvement associatif et de la société civile ;
- Partant du fait que la société civile a toujours assumé sa
responsabilité en bannissant « la politique de la chaise vide » qui
entrave la participation à la prise de décision ;
- Eu égard à la mission de l’Espace Associatif qui consiste à
renforcer la cohésion positive du mouvement associatif et la mise en synergie
des initiatives ;
- Vu que les objectifs assignés aux deux initiatives sont
complémentaires et visent toutes les deux à faire entendre la voix du tissu
associatif et d’autres expressions civiles démocratiques de la région MENA.
A partir de ces considérations, l’Espace Associatif interpelle le
mouvement associatif à porter une initiative civile pour le renforcement de la
démocratie dans le Moyen Orient et l’Afrique du Nord selon une approche
structurante.
- Aussi, et afin d’élargir le débat sur les différentes
questions, liées à la réforme politique, la démocratie et les droits humains
dans la région MENA, en intégrant éventuellement d’autres points de conflit
dus à la politique hégémonique des Etats - Unies et de ses alliés ou de
l’absence de démocratie,
- et dans une perspective de donner de la cohérence aux
différentes dynamiques civiles déjà initiées ou en cours,
l’Espace Associatif propose la tenue d’une rencontre pour étudier
l’intérêt et la faisabilité d’une alternative civile aux différents processus
annoncés officiellement (le Grand Moyen-Orient, Forum pour l’Avenir, la
politique du voisinage élargi), entre autres, celle de l’organisation d’un forum
alternatif où toutes les associations et les acteurs civils de la région,
représentés par les structures et les dynamiques actives, participent pour
fournir des réponses alternatives aux problèmes de déficit de la démocratie et
des droits humains dans le Moyen Orient et l’Afrique du Nord.
Rabat, le 23 novembre 2004
----- Original Message -----
Sent: Monday, December 06, 2004 6:36
PM
Subject: CINA: NONOSTANTE I RISCHI,
AUMENTA IL NUMERO DEGLI ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI
CINA: NONOSTANTE I RISCHI, AUMENTA IL NUMERO
DEGLI ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI
In occasione dell'incontro tra
Unione europea (Ue) e Cina, in programma questa settimana all'Aja, Amnesty
International ha diffuso un rapporto sul crescente numero di attivisti
impegnati nella lotta per i diritti umani in Cina e sui grandi rischi cui
vanno incontro.
'Il numero dei gruppi e delle singole persone che si
impegnano nella protezione dei diritti umani e' sempre maggiore' ? ha
dichiarato Francesco Visioli, coordinatore Cina della Sezione Italiana di
Amnesty International ? 'nonostante il costante clima di sfiducia e
ostilita' e il rischio di arresti e detenzioni'.
Negli ultimi 18
mesi, almeno cinque attivisti sono stati imprigionati con vaghe accuse
concernenti 'segreti di Stato', per aver raccolto e diffuso all'estero
informazioni sulla situazione dei diritti umani. Tre di essi sono: -
Abdulghani Memetemin, 40 anni, giornalista e insegnante, che ha segnalato
violazioni dei diritti umani ai danni della minoranza etnica uigura nella
regione autonoma del Xinjiang; - Liu Fenggang, 45 anni, autore di alcuni
rapporti sulla distruzione delle chiese protestanti e sul brutale
trattamento subito dagli aderenti a gruppi religiosi clandestini; -
Zheng Enchong, 54 anni, avvocato, rappresentante di un gruppo di famiglie
che erano state sfrattate con la forza dalle loro abitazioni di Shanghai,
accusato di aver trasmesso documenti via fax a un'organizzazione per i
diritti umani di New York.
'Questi tre uomini costituiscono l'esempio
di un crescente numero di persone che in Cina sfidano le leggi repressive
per difendere i fondamentali diritti umani' ? ha sottolineato Visioli.
'Chiediamo al governo di Pechino di rilasciarli, insieme a tutte le altre
persone imprigionate a causa delle loro pacifiche attivita' in difesa dei
diritti umani'.
Le leggi cinesi contengono vaghe formulazioni di
reati, quali 'sovversione' e 'sottrazione di segreto di Stato', che
possono essere usate per arrestare e imprigionare chiunque per il semplice
fatto di essere impegnato in legittime azioni in favore dei diritti umani.
Gli attivisti, inoltre, vanno frequentemente incontro a detenzioni
arbitrarie, minacce e intimidazioni.
Quest'anno, a marzo, un
emendamento alla Costituzione cinese ha inserito la frase 'lo Stato
rispetta e protegge i diritti umani'. La piu' evidente dimostrazione di
tale impegno sarebbe la fine degli arresti, delle detenzioni arbitrarie e
delle intimidazioni nei confronti degli attivisti per i diritti
umani.
La Costituzione, inoltre, garantisce ai cittadini il diritto di
presentare reclami alle autorita'. Ma proprio un'istituzione statale,
l'Accademia delle scienze sociali, ha dichiarato recentemente che sempre
piu' persone ritengono che i canali ufficiali non siano piu' sufficienti a
gestire le denunce sui casi di corruzione e di abusi. L'Accademia ha
ammesso che alcuni governi locali hanno fatto ricorso alla violenza per
impedire alle persone che protestavano di inoltrare le proprie denunce al
governo centrale, una pratica descritta come 'vergognosa e
agghiacciante'.
Gli attivisti operano in numerosi settori, dai
cristiani che difendono il proprio diritto a professare una fede
religiosa, al gruppo delle 'Madri di Tiananmen' che chiedono giustizia per
i loro figli uccisi nella repressione del 1989. Ma il tema dell'attivismo
in Cina riguarda tutti i diritti: economici, sociali, culturali, civili e
politici.
'Le autorita' cinesi devono riconoscere che queste persone
stanno agendo per proteggere i diritti umani dei propri concittadini' ? ha
aggiunto Visioli. 'Devono garantire che tutti gli attivisti siano in grado
di lavorare senza timore di minacce, arresti arbitrari e ogni altra forma
di abuso dei loro diritti'.
Amnesty International chiede alla
comunita' internazionale, compresa l'Unione europea, di sollecitare la
Cina a rilasciare tutte le persone attualmente in carcere per aver svolto
pacifiche attivita' in favore dei diritti umani e a riformare le leggi
utilizzate per imprigionarli.
Il rapporto reso pubblico oggi contiene
appelli in favore dei seguenti prigionieri e gruppi di prigionieri: -
Li Dan, 26 anni, che difende il diritto alla salute delle persone che
hanno contratto il virus dell'Hiv/Aids; - Yao Fuxin, 54 anni, e Xiao
Yunliang, 58 anni, imprigionati per aver difeso pacificamente i diritti
dei lavoratori; - Zhang Shengqi, 30 anni, e Xu Yonghai, 44 anni,
appartenenti alla chiesa protestante (non riconosciuta) e impegnati a
proteggere il diritto alla liberta' di religione dei propri confratelli
cristiani; - le Madri di Tiananmen, un gruppo di parenti che chiede
giustizia per coloro che vennero uccisi nel corso della repressione di
Pechino del 1989.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 6 dicembre 2004
Il
rapporto Cina: difensori dei diritti umani a rischio e' disponibile presso
l'indirizzo Internet http://www.amnesty.org e l'Ufficio stampa di
Amnesty International
Italia.
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