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Re: Manifestazione Cap Anamur 15.07.04
- Subject: Re: Manifestazione Cap Anamur 15.07.04
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker <info at gfbv.it>
- Date: Wed, 14 Jul 2004 14:53:30 +0200
Appoggiamo pienamente e ufficialmente la vostra iniziativa. Condividiamo completamente l'impostazione di questo vostro comunicato. Dati i tempi e la distanza (Bolzano) non potremo partecipare alla manifestazione. Speriamo nella migliore riuscita dell'iniziativa. Saluti Mauro di Vieste ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Associazione per i popoli minacciati - Sudtirolo Gesellschaft für bedrohte Völker - Südtirol Portici / Lauben 49, I - 39100 Bolzano / Bozen Tel/fax ++39 0471 972240 Sezione / Abteilung: Medioriente / Naher Osten, WEB Dr. Mauro di Vieste, e-mail: info at gfbv.it - web: www.gfbv.it ----- Original Message ----- From: "Calogero Micciche" <lillomicciche at libero.it> To: <dirittiglobali at peacelink.it> Sent: Wednesday, July 14, 2004 12:19 PM Subject: Manifestazione Cap Anamur 15.07.04 > A seguito della drammatica vicenda della Cap Anamur la rete antirazzista > siciliana promuove per Giovedì 15 Luglio 2004 una manifestazione ad > Agrigento con concentramento alle ore 16.00 in piazza Cavour (Viale della > Vittoria). La manifestazione terminerà davanti la Prefettura. Invio in > allegato il documento in base al quale viene indetto il corteo e nel quale > chiediamo: > > l'immediato asilo politico per i 37 naufraghi > > l'immediata scarcerazione per gli uomini dell'equipaggio > > la chiusura di tutti i CPT > > i VERDI aderiscono all'iniziativa e invitano tutti voi a farlo. > > > > > L'odissea della CAP ANAMUR continua > > La Rete Siciliana Antirazzista, a seguito della vicenda della Cap Anamur, > promuove una manifestazione regionale ad Agrigento che si terrà Giovedì > pomeriggio > alle ore 16.00 con concentramento a Piazza Cavour. Il corteo percorrerà > il Viale della Vittoria e si concluderà davanti la Prefettura. > > Il calvario dei 37 profughi africani salvati dalla nave tedesca Cap > Anamur, ormai ormeggiata a Porto Empedocle e sottoposta a sequestro, sembra > aggravarsi ora dopo ora senza una prospettiva certa di sbocco. Malgrado le > richieste presentate da diverse associazioni e da rappresentanti politici, > e malgrado i contatti con i governi italiano e tedesco, non è chiaro se > l'Italia concederà l'ammissione alla procedura di asilo. > L'unica cosa certa è che i profughi appena sbarcati dalla Cap Anamur sono > stati rinchiusi nel centro di detenzione di San Benedetto ad Agrigento, > adesso ridefinito "centro di identificazione", e poi forse saranno > trasferiti in Germania, o addirittura rimpatriati nei paesi di provenienza, > con accompagnamento forzato. > Da quanto dichiarato dal governo italiano, dopo le prime sommarie audizioni > da parte delle forze di polizia nel CPT di Agrigento, senza interpreti e > mediatori indipendenti, si tratterebbe di africani di diversa nazionalità > ma non di sudanesi. > Ci auguriamo che le garanzie fornite al Cir ed all'ACNUR consentano a tutti > un accesso effettivo alla procedura di asilo ed una detenzione limitata al > tempo della identificazione. > Ma ancora più grave sembra la condizione del comandante della nave, del suo > secondo e di Elias Birdel responsabile dell'associazione umanitaria Cap > Anamur. Tutti sono stati arrestati e sono adesso accusati del reato di > agevolazione dell'ingresso di clandestini, punito dalla legge italiana con > la detenzione che può superare anche dieci anni. Come risultato del > tentativo di trovare una mediazione, si può dire, un risultato veramente > sconcertante. > > La vicenda ha già in sé significati gravissimi, per il comportamento > assunto innanzitutto dal governo italiano ed anche dagli altri Paesi > "coinvolti". > Per lunghi giorni è sembrato proprio di assistere al gioco del gatto con il > topo. Promesse, aperture, e poi smentite. Senza tenere conto che comunque i > profughi avrebbero (avuto) diritto a chiedere l'asilo ai sensi dell'art. > 10, co. 3, della Costituzione italiana, che prescinde da qualsiasi accordo > convenzionale o internazionale, ciò che doveva imporre, sin dall'inizio, di > farli attraccare nel porto italiano, senza i patetici rinvii e richiami a > norme comunitarie, utilizzate solo per non assumersi alcuna diretta > responsabilità. > > La richiesta di asilo rivolta alla Germania si sta rivelando un passo che > rischia di compromettere il futuro dei profughi e dello stesso equipaggio > della nave che li ha salvati. > Ormai è chiaro che la Germania non accoglierà le richieste di asilo. Ed il > governo italiano considera gli stessi profughi come clandestini. > L'unica certezza è dunque la deportazione da un centro di identificazione > italiano( leggasi centro di detenzione) ad un altro, forse in Germania, e > il rischio, dopo un accertamento sommario delle posizioni individuali, in > caso di diniego del diritto di asilo, di una espulsione verso i paesi di > provenienza e di transito, in violazione dell'art. 33 della Convenzione di > Ginevra che vieta il rimpatrio forzato di quanti rischiano di subire > trattamenti inumani e degradanti. > > Di fronte a questa situazione il vasto fronte di solidarietà che si è > costituito in Italia ed in Europa deve chiedere con determinazione che > l'Italia, paese di ingresso effettivo dei profughi nell'area Schengen, > riconosca il diritto di asilo costituzionale e che a quanti sono scampati > ad un naufragio, oltre che dalle tante guerre del continente africano, > venga evitata la detenzione nei "centri di identificazione", con il rischio > di una successiva deportazione. > Questo il frutto avvelenato della "cooperazione rafforzata", conseguenza > degli accordi tra il governo tedesco e quello italiano, consacrata la > scorsa settimana nel vertice a sei di Sheffield, in Gran Bretagna. Una > politica di chiusura anche nei confronti dei richiedenti asilo, che sembra > caratterizzare queste prime fasi dell'Europa allargata. > > Bisogna rimettere in discussione i contenuti ed i criteri applicativi delle > Convenzioni di Schengen e di Dublino, che dopo l'allargamento dell'Europa a > 25, hanno dimostrato tutta la loro tragica ferocia, oltre che la effettiva > inapplicabilità. > Sono ormai centinaia i profughi morti in mare o nei deserti africani. Le > leggi sempre più repressive, e la loro rigida applicazione da parte delle > autorità amministrative, gli accordi di riammissione che ignorano nella > sostanza il rispetto dei diritti fondamentali della persona umana, > costituiscono un fattore oggettivo che arricchisce sempre di più le > organizzazioni criminali, senza avere significativi risultati nel contrasto > del "traffico di clandestini". > > I parlamentari italiani ed europei dovranno denunciare in tutte le sedi > nazionali e comunitarie le violazioni dei diritti umani fondamentali > perpetrate ai danni dei profughi della Cap Anamur. > Il "respingimento collettivo" inizialmente praticato al limite delle acque > internazionali, poi il blocco navale davanti a Porto Empedocle, adesso > l'internamento dei profughi in quelli che la stampa definisce ancora come > "centri di accoglienza", sono state le uniche risposte che i rappresentanti > della "nuova Europa" hanno saputo dare a chi chiedeva soltanto un minimo di > umanità e di ragionevolezza. > Speriamo di non dovere assistere ad altri casi di espulsioni collettive, > sanzionate dalla Carta di Nizza e dalla Convenzione Europea a salvaguardia > dei diritti dell'uomo. > > Chiediamo l'immediato asilo politico per i 37 naufraghi, l'immediata > scarcerazione per gli uomini dell'equipaggio e la chiusura di tutti i CPT > e naturalmente di quello di Agrigento. > > Rete siciliana antirazzista > > -- > Mailing list Dirittiglobali dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/dirittiglobali/maillist.html > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > >
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- Manifestazione Cap Anamur 15.07.04
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