Tutti
sanno che una Moratoria delle esecuzioni alle Nazioni Unite sarà un fallimento,
o peggio. Nondimeno il Partito Radicale, in versione Nessuno Tocchi Caino, la
vuole a tutti i costi.
Questo accade perché hanno bisogno di un grande show
da utilizzare alle elezioni europee del 2004 (le uniche nelle quali, grazie al
sistema proporzionale, hanno la possibilità di ottenere qualche seggio). A
rendere le cose peggiori, il loro sponsor è quel branco di forcaioli che riempie
il governo italiano.
Ieri (7 luglio) il capo del Partito Radicale e di NTC,
Giacinto Pannella, ha fatto una disgustosa aggressione a tutto il Movimento
Abolizionista e ha chiamato fascista Amnesty International. Nulla di nuovo in
questo, visto che ha scritto cose simili nella sua delirante prefazione al
Rapporto 2002 di NTC.
Il Sor Pannella è un ottimo amico del governo
americano e, nella foga di aggredire il regime cubano, si è completamente
dimenticato di parlare della pena di morte americana a Guantanamo.
Il
Movimento Abolizionista non deve seguire l’agenda politica del Partito Radicale,
le loro posizioni infantili e la loro folle ricerca del “minimo comune
denominatore tra abolizionisti e mantenitori”. Non abbiamo bisogno di avere un accordo
qualsiasi da sventolare davanti alle telecamere, c’è bastato il disastro della
Corte Penale Internazionale.
I FATTI
Una Risoluzione dell’Assemblea
Generale dell’ONU che chieda a tutti i paesi retenzionisti di sospendere le
esecuzioni non avrà alcun valore coercitivo, non imporrà alcun obbligo e non
toglierà il sonno né ai governatori americani né ai membri del Politburò del
Partito Comunista Cinese. Anzi! I politicanti americani troveranno un piacere
particolare nel dimostrare, a colpi di esecuzioni, la loro indifferenza alle
pressioni esterne. (Ricordate l’isteria con cui fu accolto il rapporto che
Ndiaye fece all’ONU?)
Quelle uccisioni saranno un colpo durissimo per tutto
il Movimento Abolizionista. Si riprodurrà, a livello mondiale, il disastro
causato dalla campagna e dall’esecuzione di Rocco Derek Barnabei: milioni di
persone scopriranno che la loro opera è irrilevante. Non abbiamo bisogno di
simili vittorie.
Ma potrebbe andare anche peggio. Potremmo avere il disastro
miracolosamente evitato nel 1999 quando si andò vicini a ottenere una
risoluzione richiedente una Moratoria generalizzata delle esecuzioni. Purtroppo
all’interno del testo della Risoluzione c’erano un paio di paragrafi che
facevano fare molti passi indietro a tutti i diritti umani. Diritti che
sarebbero tornati ad essere terreno di esclusiva competenza degli stati e fuori
da ogni “ingerenza” internazionale. Molto saggiamente l’Unione Europea ritirò la
proposta di risoluzione suscitando le ire di PR-NTC, che oggi riparte con la sua
“carica banzai”.
DOTT.
CLAUDIO GIUSTI
Può
darsi che qualcuno di voi sia finito per sbaglio nella mia rubrica.
Some
of you can receive my letter by mistake.
PASS IT
ON!
FATE
CIRCOLARE QUESTO MESSAGGIO!
Non
dimenticate mai che la lotta per i diritti umani e contro la pena di morte è la
stessa in tutto il mondo
Never forget that the fight
for human rights and against the death penalty is the same in all the world
COMITATO
“3 LUGLIO 1849”
Per i diritti umani, contro la pena di morte
Membro
fondatore della World Coalition Against Death Penalty
COMMITTEE
“3rd JULY 1849”
For
human rights, against the death penalty
Founding member of the World
Coalition Against Death Penalty
web site http://www.mhumphrey.com/comitato
e-mail comitato3luglio1849 at tiscali.it
c/o
DOTT. CLAUDIO GIUSTI
TEL. 39/340/4872522
e-mail giusticlaudio at inwind.it
La
Repubblica Romana fu il primo stato sovrano a scrivere nella propria
costituzione l’abolizione totale della pena di morte, il 3 luglio 1849. Il
Comitato, ispirandosi alla tradizione libertaria ed abolizionista del nostro
Paese, si batte contro la pena di morte e per il rispetto dei diritti umani indicati agli articoli 2 – 21 della Dichiarazione
Universale.
The
Roman Republic was the first state to write in its constitution the total
abolition of the death penalty, on 3rd July 1849. This Committee
follows this tradition fighting against the death penalty and for the human
rights listed in the articles 2-21 of the Universal Declaration of
10th December 1948.