cyberdissidente tunisino vince il primo Premio Cyberlibertà di Reporters s@ns frontières



Il cyberdissidente tunisino vincitore del primo Premio Cyberlibertà -
Reporters s@ns frontières - Globenet 2003
http://www.rsfitalia.org/article.php3?id_article=14
Tunisia 19.06.2003


Il cyberdissidente tunisino Zouhair Yahyaoui, condannato a 2 anni di
carcere per "propagazione di notizie false " sul suo sito Internet
Tunezine.com è il vincitore del primo Premio Cyberlibertà Reporters s@ns
frontières - Globenet a Paris.

Giovedì 19 giugno 2003
Almeno 51 cyberdissidenti sono attualmente dietro le sbarre per aver
semplicemente voluto esercitare il loro mestiere. Poiché imprigionare
significa di fatto eliminare un testimone scomodo e minacciare il
diritto di ognuno all'informazione, Reporters sans frontières ha scelto
di premiare un cyberdissidente a cui viene impedito di informare/ci via
Internet.
Sophie Piekarec, fidanzata del cyberdissidente tunisino Zouhair Yahyaoui
riceve il trofeo Cyberlibertà Reporters s@ns frontières - Globenet 2003.
Questo premio di 7 600 euro vuole ricompensare un internauta che, con la
sua attività professionale e le sue coraggiose prese di posizione, ha
saputo testimoniare la sua passione per la libertà di circolazione
dell'infomazione sulla Rete.


Zouhair Yahyaoui dietro le sbarre : quando Ben Ali imbavaglia la satira
e lo humor

Carcere di Borj el Amri (periferia di Tunisi), 4 giugno 2003. E' ormai
un anno, giorno dopo giorno, che il cyberdissidente Zouhair Yahyaoui, di
35 anni e creatore del sito Internet TUNeZINE, è prigioniero.
Quel giorno, la sua fidanzata francese, Sophie Piekarec, voleva
raggiungere a Tunisi la famiglia del suo compagno per passare con loro
questo triste anniversario. Ma appena messo piede sul suolo tunisino, la
giovane donna viene immediatamente rimbarcata a destinazione della
Francia. Quale crimine ha dunque commesso questo cyberdissidente per
essere costretto a subire simili rappresaglie ? Nel luglio 2001, giovane
laureato disoccupato e appassionato di Internet, Zouhair Yahyaoui lancia
dalla Tunisia, un sito di informazione, il solo modo del resto di
esprimersi nel regno della censura. Con lo pseudonimo di Ettounsi,
Zouhair Yahyaoui conquista rapidamente con TUNeZINE, un giovane pubblico
tunisino (sia nel paese, sia all'estero). La ricetta di tanto successo :
humur e derisione. Nel luglio 2001, mettendo online per primo su
TUNeZINE, la lettera aperta che il giudice Mokhtar Yahyaoui, suo zio,
aveva appena inviato al presidente Ben Ali per denunciare la totale
assenza di indipendenza del potere giudiziario in Tunisia, il giovane
cyberdissidente diventa di fatto il portavoce delle rivendicazioni dei
difensori dei diritti umani nel suo paese. Scritte di solito in arabo
dialettale, le sue fanzine e quelle dei suoi collaboratori iniziano così
a dare fastidio al potere, che attraverso un corpo di cyberpolizia
super-efficiente - una delle più efficaci al mondo - inizia a dargli la
caccia. Il 4 giugno 2002, Zouhair Yahyaoui viene arrestato da una
dozzina di poliziotti in civile in un cybercaffè della periferia
tunisina. Il cyberdissidente viene accompagnato al suo domicilio, dove i
poliziotti effettuano un'accurata perquisizione della sua camera e
sequestrano tutto il materiale informatico. Interrogato poco dopo da dei
membri della Sicurezza di Stato (DES, che dipende dal ministero degli
interni), Zouhair Yahyaoui rivela la password del suo sito. Ma questo
non è sufficiente ad evitargli le torture alle quali viene sottoposto
nei giorni successivi. Il 10 luglio, al termine di un processo sommario,
il giovane cyberdissidente è condannato, in appello, a due anni di
prigione per « diffusione di notizie false ». Da allora, Zouhair
Yahyaoui continua la sua battaglia dal fondo della sua cella. Per
lottare contro l'ingiustizia di cui è vittima gli rimane un unico mezzo
: lo sciopero della fame. Dall'inizio del 2003, è arrivato a entrare per
ben tre volte in sciopero della fame. Pure se sfinito, il giovane
cyberdissidente è più che mai determinato a continuare la sua battaglia.

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