Fw: Rapporto di Amnesty International sulla Nigeria: l'operato delle forze di sicurezza, una grave minaccia per i diritti umani



> COMUNICATO STAMPA
> CS92-2002
>
> RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA NIGERIA:
> L'OPERATO DELLE FORZE DI SICUREZZA, UNA GRAVE
> MINACCIA PER I DIRITTI UMANI
>
> Nei tre anni successivi al ritorno del governo
civile in Nigeria,
> l'operato delle forze di sicurezza nella
repressione della criminalità in
> aumento e dei conflitti intercomunali ha
provocato la morte di
> migliaia di persone. In molte occasioni, questa
violenza è apparsa
> priva di ogni controllo e tollerata, se non
apertamente sostenuta, dal
> governo.
>
> In un rapporto reso noto oggi, Amnesty
International denuncia che
> "nell'ambito della loro attività ordinaria, la
polizia federale e le forze
> armate si rendono responsabili di numerose
violazioni dei diritti
> umani quali esecuzioni extragiudiziali,
uccisioni in custodia, torture e
> trattamenti crudeli, inumani e degradanti ai
danni di presunti
> criminali".
>
> Amnesty International è a conoscenza di molti
casi di persone
> decedute dopo essere state torturate nelle
stazioni di polizia. Questa
> nega ogni responsabilità, sostenendo che i
decessi si verificano
> durante tentativi di fuga. Le vittime vengono
etichettate come
> rapinatori a mano armata onde esporle al
disprezzo dell'opinione
> pubblica e giustificare l'assenza di
provvedimenti da parte dei
> superiori.
>
> Le esecuzioni extragiudiziali sono invece spesso
legate ad
> operazioni delle unità speciali incaricate di
pattugliare le strade per
> contrastare le rapine a mano armata, la violenza
e le attività illegali
> delle stesse forze di polizia (come i posti di
blocco non autorizzati,
> per estorcere denaro ai cittadini). In un
contesto di generale allarme
> per la criminalità, i difetti del sistema legale
nigeriano consentono
> alla polizia di sospettare chiunque di rapina a
mano armata o di
> omicidio senza alcuna prova, ottenendo in questo
modo la sua
> permanenza in detenzione preventiva per anni.
>
> "Gli scarsi risultati ottenuti nella repressione
del crimine, le costanti
> denunce di violazioni dei diritti umani e il
senso di sfiducia che la
> polizia ispira tra i cittadini hanno favorito la
nascita, a livello tanto
> statale quanto locale, di gruppi di vigilantes i
quali compiono
> regolarmente esecuzioni sommarie e arresti
illegali ed infliggono
> torture e trattamenti crudeli, inumani e
degradanti ai danni di
> presunti criminali" aggiunge Amnesty
International.
>
> La violenza intercomunale, probabilmente la piu'
grave fonte di
> violazioni dei diritti umani in Nigeria, ha
causato oltre 5000 morti
> negli ultimi tre anni e rimane a sua volta un
fenomeno difficile da
> affrontare. In diversi casi il governo ha
inviato l'esercito per favorire
> la cessazione di questi conflitti, ma in due
circostanze l'intervento
> dei militari ha comportato un uso eccessivo
della forza ed il ricorso
> ad esecuzioni extragiudiziali: nel novembre 1999
a Odi (Stato di
> Bayelsa), i soldati hanno vendicato l'uccisione
di 12 poliziotti
> assassinando oltre 250 persone, mentre in alcuni
villaggi dello Stato
> di Benue, nell'ottobre 2001, hanno risposto
all'uccisione di 19
> colleghi uccidendo 200 persone. Il presidente
Obasanjo, nel marzo
> 2001, ha dichiarato di non avere "alcuna scusa
da presentare" per
> la distruzione della città di Odi.
>
> "L'uccisione di poliziotti e soldati è un grave
crimine e i responsabili
> devono essere portati di fronte alla giustizia.
Ma nulla può
> giustificare il disprezzo nei confronti della
vita umana mostrato dalle
> forze armate in queste due occasioni" commenta
l'organizzazione.
>
> Amnesty International chiede al governo federale
di assicurare che
> coloro che hanno il compito di far rispettare la
legge non ricorrano
> alla tortura, non sottopongano i detenuti a
trattamenti crudeli,
> inumani e degradanti, non compiano esecuzioni
extragiudiziali e non
> facciano un uso eccessivo della forza letale.
L'organizzazione
> chiede inoltre un'inchiesta per individuare i
militari responsabili delle
> uccisioni di massa avvenute a Odi e nello Stato
di Benue.
>
> FINE DEL COMUNICATO
> Roma, 18 dicembre 2002