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CONTRO I CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA
- Subject: CONTRO I CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA
- From: Daniele Barbieri <barbieri at carta.org>
- Date: Tue, 26 Nov 2002 00:37:08 +0100
NÈ QUI NÈ ALTROVE Il Tavolo Migranti dei Social Forum d'Italia ha indetto per il 30 novembre 2002 a Torino una MANIFESTAZIONE NAZIONALE contro la legge Bossi-Fini e per la chiusura dei CPT APPUNTAMENTO in p.zza SABOTINO h.14 conclusione davanti al LAGER per migranti di c.so Brunelleschi. Al MATTINO del 30-11 si terranno due PIAZZE TEMATICHE in P.zza Carlo Felice (vicino Porta Nuova-stazione) e a Porta Palazzo per informare cittadinanza e immigrati sui contenuti della mobilitazione. ALLA SERA: dalle h.21,30 CONCERTO IN P.ZZA CARLO FELICE NÉ QUI NÉ ALTROVE! Nelle nostre città esistono luoghi nascosti allo sguardo, protetti da mura che li rendono invisibili, difesi da militari armati e da alte reti di filo spinato. Si chiamano come le vie che li ospitano. A Torino, corso Brunelleschi. A Milano, via Corelli. A Roma, Ponte Galeria. A Bologna, via Mattei. A Trapani, Serraino Vulpitta. Ed altri ce ne sono e ce ne saranno, a Modena, Bari, Crotone, Santa FocaŠ un elenco di nomi che verranno ricordati con vergogna nella nostra storia. I governi cercano di confondere e di nascondere una realtà sgradevole e brutale, per questo li hanno chiamati Centri di Permanenza Temporanea per migranti, e talvolta per i media diventano Centri di prima accoglienza! CPT, ovvero gabbie per uomini e donne, colpevoli di esistere. Persone che non hanno commesso alcun reato: giudicate colpevoli di aver varcato dei confini, di cercare una possibilità di vivere, di vivere meglio, di scegliere liberamente dove vivere; giudicate colpevoli di lavorare in nero, di non essere stati regolarizzati dai datori di lavoro; giudicate colpevoli di aver perso il lavoro e di non averne trovato un altro. Privi di documenti non risultano cittadini di alcun paese e, rinchiusi in un centro inaccessibile a chiunque, finiscono per scomparire in un buco nero. La nuova legge sull'immigrazione estende la permanenza da 30 a 60 giorni e per tutto questo periodo i migranti trattenuti sono privati di ogni più elementare diritto: dal vedere i propri parenti fino alla possibilità concreta di difendersi. CPT: gabbie, videocamere, mura di cinta, container, filo spinato, cancelli, poliziotti e croce rossa militare, tutto in attesa di essere espulsi. CPT come spazi di eccezione al cui interno rinchiudere nude esistenze. CPT, le nuove frontiere all'interno delle nostre città, l'assurdo di un mondo che abbatte ogni limitazione alla libera circolazione di merci, denaro, flussi finanziari, ma che teme l'idea che gli esseri umani si muovano sfuggendo al controllo. CPT, la coscienza sporca dell'Europa che orgogliosamente ha festeggiato l'abbattimento del muro di Berlino e che ha visto nel superamento delle frontiere interne un'affermazione di civiltà. CPT, la coscienza sporca dell'Italia che non riconosce neppure il diritto di asilo e ci chiude dentro chi cerca di costruire liberamente la propria vita. I CPT sono un anello fondamentale della catena al collo dei migranti imposta dalla legge Bossi-Fini: donne e uomini ridotti a mera forza lavoro, da usare per pulire le nostre case, per accudire i nostri anziani e i nostri ammalati, per lavorare in fabbrica, per raccogliere pomodori, per accettare le condizioni di lavoro in cui massimo è lo sfruttamento. Precarietà e sfruttamento, clandestinità e invisibilità sociale, questo è il "contratto di soggiorno". Finito un lavoro i migranti avranno tempo sei mesi per cercarne un altro: altrimenti fuori, via, lontani. Ecco l'orizzonte di civiltà disegnato dall'Italia per chi decide di entrare nell'Europa di Schengen. La Bossi-Fini però non è solo il frutto amaro dell'ideologia sicuritaria, ma fa parte di un disegno più ampio, che va dall'attacco alla scuola alla sanità pubblica all'art. 18 e allo Statuto dei lavoratori, alla ridefinizione del concetto di "nemico pubblico", ai progetti di "guerra preventiva". Ma opporsi alla legge Bossi-Fini è possibile, come hanno dimostrato i cortei di Genova e Roma, lo smontaggio del CPT di via Mattei a Bologna, lo sciopero di Vicenza, l'occupazione del sagrato del Duomo di Treviso e la successiva manifestazione contro la "razza Piave" del sindaco leghista Gentilini, le tante prese di posizione e iniziative di vescovi, preti, sindacalisti, intellettuali, magistrati, operatori dei servizi per migranti, associazioni e cittadini. Opporsi e ribellarsi contro questa legge significa, a Torino, passare per la critica radicale dell'esistenza del CPT di corso Brunelleschi, un vero luogo grigio di segregazione e di ingiustizia conficcato nel cuore della città. Per rompere il confinamento dei migranti, per denunciare la barbarie che vogliono nascondere al nostro sguardo e alle nostre coscienze: IL 30 NOVEMBRE DISERTIAMO LA GUERRA SOTTO CASA COLORIAMO, DISVELIAMO, ISOLIAMO, BLOCCHIAMO, CHIUDIAMO I CPT! tavolo migranti dei social forum - per informazioni: http://www.adottaunacolf.it/ - nocpt at adottaunacolf.it
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