Re: Le lingue in pericolo



Leggere questo comunicato, sinceramente, mi crea non poco disorientamento.
Si auspica che il Consiglio d'Europa, la Commissione Europea e i governi europei si facciano paladini della diversita' delle lingue, in difesa delle lingue che stanno per scomparire...
Ohibo'!!!
Decine di studenti universitari sono stati ESPULSI dall'universita', in Turchia, solo per avere firmato una petizione ai loro Rettori universitari nella quale si chiedeva l'istituzione di corsi facoltativi di lingua kurda. Decine e decine di studenti universitari sono stati sospesi dagli studi per un anno, altri per sei mesi, per lo stesso motivo. Altri sono stati arrestati in massa per aver pacificamente dimostrato alle medesime finalita', o aver raccolto firme a tale petizione (e taluni di loro durante il fermo sono stati torturati). Tutto cio' in un paese, la Turchia, che e' membro del Consiglio d'Europa, e che sta entrando nell'Unione europea.
L'Europa non ha battuto ciglio.
Sui giornali, alle televisioni e radio dell'Europa, salvo poche eccezioni, nessuna notizia di cio'.
I Parlamentari europei ne hanno sistematicamente taciuto.

Come si puo', in questo contesto, emettere un comunicato su questo argomento senza neanche un cenno a casi come quello menzionato?

La diversita' linguistica none' minacciata da calamita' naturali, ne' e' solo vittima della... modernita'.
Si vuole forse dimenticare le responsabilita' odiose che nella sua storia ha accumulato la nostra Europa?
Si vuole dimenticare, per esempio, lo sradicamento coatto e sistematico operato in Francia e in Italia della lingua occitana?
Eccetera.

Non si puo' che plaudire, dunque, all'attuale impegno per salvaguardare la diversita' linguistica.
Ma, per cortesia, aprite gli occhi...!!!

Aldo Canestrari

F A B I O C C H I:: wrote:

DISVASTIGO

www.disvastigo.it

RISOLUZIONE DEL III CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE EUROPEA DEI PARTITI
DEI
VERDI: LE LINGUE IN PERICOLO

 Considerando che "nei prossimi 100 anni il 90% delle lingue nel mondo
saranno scomparse o quasi", come hanno avvertito centinaia di
linguisti in
occasione della 21a seduta del Consiglio dell' UNEP (Programma delle
Nazioni
Unite per l'ambiente umano);

 osservando che "almeno 3000 delle 6000 lingue sono in pericolo, in
grave
pericolo o stanno morendo in molte parti del mondo", come ha
riconosciuto
l'UNESCO stessa nell'ultima Giornata Internazionale per la
Madrelingua, e
che, secondo il libro rosso dell'UNESCO sulle lingue in pericolo,
circa il
60% delle lingue europee sono direttamente in pericolo;

considerando a tal proposito che la stessa UNESCO nella risoluzione
sull'insegnamento plurilingue approvata nella 30a Conferenza
Generale, mette
in guardia sulla minaccia attuale alla diversità delle lingue che
viene
attuata dalla globalizzazione della comunicazione e dalla tendenza ad
usare
una sola lingua, con il rischio che le altre grandi lingue del mondo
vengano
emarginate e che le lingue meno usate e, fra di esse, quelle
regionali siano
fatte sparire;

 ricordando che Klaus Töpfer, direttore amministrativo dell'UNEP,
mise in
rilievo il fatto che  perdere la lingua e il suo contesto culturale è
come
bruciare l'unico libro specialistico intorno al mondo della
natura  "se
scompariranno queste culture, esse e la loro correlazione interiore
con la
natura andranno per sempre perdute", e facendo osservare che secondo
l'organo dell'UNESCO "tra le piante e le specie animali messe in
pericolo
nel mondo odierno molte sono conosciute soltanto da quei popoli le cui
lingue stanno per morire, una volta morti questi porteranno via con
sé tutte
le conoscenze tradizionali intorno all'ecologia. Nel 1992 il vertice
mondiale di Rio ha dato vita a un meccanismo per impedire la
diminuzione
della biodiversità. É ormai venuto il momento  che il Vertice di Rio
si
interessi alle lingue"  (Corriere UNESCO, aprile 2000);

nella consapevolezza che nel rapporto del Consiglio d'Europa "La
diversità
delle lingue nei sistemi scolastici degli Stati membri" secondo
un'inchiesta
fatta in 37 Paesi "si constata che oggi in quasi 4 Paesi su 5 una
lingua
viene imparata da un numero maggiore di alunni rispetto a quello di
quanti
imparano tutte le altre lingue" e

ricordando che il Ministero Italiano della Pubblica Istruzione nella
circolare 126/10-04-95 ha descritto come segue il cosiddetto metodo
Paderborn per l'insegnamento delle lingue straniere: «la qualità
glottodidattica della lingua internazionale risulta molto
interessante .
funzionando da "modello linguistico", da "unità di misura delle
lingue;  per
intenderci - appresa prima di qualsiasi lingua straniera, facilita,
con
guadagno di tempo, il loro successivo apprendimento» e dichiarò
che "uno
studio preparatorio dell'esperanto ha reso un miglioramento del 25%
nell'
apprendimento del russo, del 30% per il tedesco, 40% per l'inglese e
persino
il 50% per il francese";

ricordando che la risoluzione presentata in occasione del II°
Congresso
della Federazione "raccomanda di istituire all'interno del Parlamento
Europeo una Commissione che studi le diverse soluzioni possibili del
problema su come congiungere la sicurezza del sistema linguistico
ecologico
con la comunicazione su base economica e democratica, senza scartare
l'ipotesi di adottare l'Esperanto quale lingua federale europea" -
risoluzione approvata dal Consiglio;

AFFERMA che l'annunciata scomparsa del 90% dell'eredità linguistica
costituita dalla lingua dell'uomo non è solo una catastrofe
culturale, ma
anche una catastrofe ecologica, e perciò costituisce una vera una
crisi
ecologica;

INVITA il Consiglio d'Europa, la Commissione Europea e i governi
europei,
dei Paesi appartenenti all'Unione Europea, o non appartenenti, a
convocare
il più presto possibile una conferenza intergovernativa per studiare
lo
stato del sistema ecologico delle lingue in Europa, chiamando la
società
civile a collaborare e, specialmente, i partiti europei
transnazionali, le
Associazioni e le Organizzazioni non governative;

SOLLECITA tutti i membri del partito, i deputati verdi nazionali ed
europei,
i ministri verdi perché appoggino tale Conferenza ed anche
l'istituzione di
un Osservatorio linguistico europeo che controlli in quale misura
spariscono
le lingue europee e, in particolare, le meno diffuse, sia nelle
scuole, sia
nella società come pure nei mezzi di comunicazione di massa;

INVITA tutti i membri del partito e fra essi in particolare i deputati
nazionale ed europei, i membri delle istituzioni governative e anche i
ministri verdi, a informare il ministro della pubblica istruzione e le
rispettive istituzioni scolastiche del proprio Paese sul contenuto
della
circolare italiana e ad appoggiare la sperimentazione europea e
l'approvazione, su vasta scala, del metodo di Paderborn.

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Federazione europea dei Partiti dei Verdi
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