DAL COMPAGNO DEI TEMPI ANDATI al deputato Elio VITO, la lettera denominata "CARCERI & GIUSTIZIA" PER LA 2° COMMISSIONE PERMANENTE(GIUSTIZIA).



Elio,
     ritenendo che il passato remoto non sia del tutto cancellabile,e per
evitarci un imbarazzo,credo reciproco,mi permetto ancora di rivolgermi in
prima persona.

Anche se le nostre idee politiche si sono definitivamente e profondamente
divaricate,debbo ritenere che la vicenda che mi ha indotto a scriverti
possa superare anche questi profondi steccati o quanto meno essere di per
sè dominio di tutti,al di là degli schieramenti e della visione generale
del mondo.
Queste mie parole a te indirizzate,saranno difficilmente comprese dai miei
compagni,ma a costo di apparire una via di mezzo tra un cretino ed un
teologo e non affidabile,oltrepasso l'invalicabile,ispirandomi alla memoria
di mio padre che spesso nell'infanzia mi raccontava che coscritto per due
anni nella campagna di Russia sino al Don,durante la terribile ritirata a
piedi nell'inverno della steppa a meno 30°,
fù salvato da morte certa proprio dalla pietà dei culachi,che rischiando di
essere fucilati gli permisero di ripararsi e rifrocillarsi nella loro casa
di legno;sembra una favola ma non l'ho é,di centomila ne tornarono
diecimila.
Pur rimanendo fermamente non agnostico,ma ateo,la Concezione materialistica
della storia,é anche in queste vicende presenti o passate ritenute
banali,ma anch'esse che sono il bagaglio insito dell'umanità,che in talune
circostanze ci fà superare le divisioni di classe.

     Io sò che se deciderai di volere prestare attenzione a quanto
allegato,con la tua maestria,
difficilmente questa grave vicenda potrà avere il banale epilogo di una
archiviazione,propedeutica solo al riperpetuarsi delle vicende oscure del
carcere.

                               Abbiti con la circostanza i miei
abbracci come nei tempi andati.
                                                                    Camillo

     ----- Original Message -----
From: <mailto:camillo.coppola at tin.it>Camillo Coppola
To: <mailto:cavallaro_m at posta.senato.it>cavallaro_m at posta.senato.it
Sent: Sunday, June 09, 2002 1:38 AM
Subject: "CARCERI & GIUSTIZIA" PER LA 2° COMMISSIONE PERMANENTE(GIUSTIZIA).

Onorevole senatore,avvocato Mario CAVALLARO,
     singolare! Lei é l'unico della commissione che non si é blindato
dietro l'uso invalso del non esplicitare le caselle di posta
elettronica,pure messe a disposizione dall'apparato senatoriale,al fine dei
rapporti con le persone e l'elettorato;di ciò ne avverto,nella mia
pregiudiziale,una avversità al contatto con chi é considerato a priori un
fastidioso postulante dei tempi andati.
Tant'é, me nè dolgo,ma purtroppo questo é il momento;mi auguro che Ella
voglia esaminare quanto appresso allegato quale componente segretario della
2° Commissione permanente(Giustizia).
In ogni caso oltre all'indirizzo di posta elettronica dal quale Le
scrivo,di cui non sono sicuro di poterne disporre in futuro, Le rimetto
quello alternativo nella fabbrica ove
lavoro: <mailto:COPPOLAC at EXIDE.IT>COPPOLAC at EXIDE.IT
ed il corrispondente n°tel. 081-5215468; risiedo in Napoli al viale J.F.
KENNEDY 425 cap 80125 tel.abit. 081-5700315.
Ho conosciuto la madre di Licia,dottoressa RONCELLI,a conclusione del
corteo dello SLAI COBAS per l'AUTORGANIZZAZIONE,organizzazione nella quale
milito,e tenutosi a Napoli in occasione della celebrazione del 1°
maggio scorso;ne ho ricevuto l'impressione di una donna distrutta dal
dolore e dalle avversità,ma non doma,e con la recondita speranza che ci
sarà pur un giudice a Berlino.
Essa credo é per noi tutti la trasposizione di un desiderio di
giustizia,non di vendetta,che se ancora una volta lasceremo all'inerzia ed
al conformismo,finirà solo col farci ulteriormente regredire.

     Per quel che può,diamogli un filo di speranza,lo daremo a noi tutti
per una società migliore.
                                                                                     Camillo
COPPOLA
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 IL MATTINO ON LINE
Sabato 27 aprile 2002
POZZUOLI. L'APPELLO DELLA MADRE, DA 4 GIORNI PRESIDIA IL CARCERE
«Giustizia per la mia Licia morta in cella a 20 anni»
di ANDREANA ILLIANO.
Aveva un nome dolcissimo, Licia, e grandi e profondi occhi scuri. Si
bucava,aggrappandosi all'oblio del veleno che si iniettava nel sangue. Per
questo rubava e per questo era stata punita. Rinchiusa nella cella dove è
morta,nel gennaio scorso. Oggi sua madre, Gabriella Roncelli, veterinaria,
non vuole che quella storia resti nell'ombra . Così da quattro giorni
protesta,seduta all'ingresso della prigione di Pozzuoli, dove era detenuta
la figlia.
Il decesso della ragazza è coperto dal segreto istruttorio ma, dopo tre
mesi, non è stato reso noto ai familiari, né all'avvocato di parte neanche
il risultato dell'autopsia.
Licia è morta e non si sa perché. Le voci, sussurrate dal carcere,raccontano
di un cocktail micidiale di farmaci. Già perché lei aveva deciso di
disintossicarsi e cambiar vita; aveva scelto di essere libera e felice e
progettava viaggi e passeggiate all'aria aperta, soprattutto negli ultimi
mesi, quando il suo legale, Amedeo Valanzuolo, le aveva
prospettato una riduzione di pena. Ma «la sera dell'8 gennaio Licia si è
sentita male. È diventata cianotica, urlava, chiedeva aiuto, poi si è
irrigidita, si muoveva a scatti - ha raccontato all'avvocato un'amica
conosciuta in carcere - Un minuto prima era viva, gioiosa, sana. Dopo poco
non respirava più».
Al primo malore il direttore della casa circondariale ha dato l'allarme. Ma
i medici e gli infermieri, provenienti dal vicino ospedale "Santa Maria
delle Grazie", non hanno potuto far nulla. «Dalle carte in nostro possesso
risulta che la detenuta era già morta quando è arrivata l'ambulanza», dicono
i funzionari della direzione sanitaria dell'Asl.
«Era pallida e bellissima, quando l'ho vista, distesa sulla barella
dell'obitorio. I capelli scuri e lunghi le sfioravano il volto. Le ho
toccato la testa, come quando era bambina. Sembrava addormentata. Non è
possibile che si muoia così, a vent'anni, in prigione, senza una ragione.
Mia figlia era sana. Da mesi non si bucava, d'altronde era in carcere come
avrebbe potuto acquistare droga?». grida Gabriella Roncelli che non sa darsi
pace.
Naturalmente sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta. «La famiglia si è
costituita parte civile, ma ad oggi non c'è stata neanche la deposizione del
referto medico e dei risultati dell'autopsia in Procura - ribatte il
legale,Amedeo Valanzuolo,via grande archivio 32 Napoli tel.081-286498- La
ragazza
stava bene. Risale ai primi di gennaio la mia ultima visita in carcere. È
stato allora che ho incontrato Licia. Era fiduciosa, sembrava rinata. Aveva
iniziato il trattamento di disintossicazione e sognava di andar via. Dalla
sua cella vedeva il mare e mi raccontava che aveva voglia di
correre.Libera».

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PROTESTA MADRE DETENUTA MORTA IN CARCERE A POZZUOLI
(ANSA) - POZZUOLI (NAPOLI), 30 APR -
 La mamma di Licia Coppola, la ragazza di 21 anni morta in circostanze
ancora da chiarire la sera dell'8 gennaio scorso nel carcere femminile di
Pozzuoli ha inscenato questa sera un sit-in dinnanzi all'ingresso principale
della casa circondariale. Gabriella Maria Roncelli si è sdraiata dinnanzi al
carcere in via Pergolesi bloccando il traffico veicolare diretto verso il
porto e verso la tangenziale est-ovest di Napoli. Sul posto sono interventui
i vigili urbani di Pozzuoli che hanno svolto opera di convincimento
riuscendo una prima volta a far recedere la donna dalla sua dimostrazione.
Successivamente, in seguito ad raptus, la donna ha ripreso la sua azione
dimostrativa straiandosi nuovamente al centro delle due corsie di marcia di
via Pergolesi e bloccando per circa mezz'ora
la circolazione veivolare. Sul posto è stata fatta intervenire una
autombulanza dell'ospedale civile di Pozzuoli per disporre un ricovero della
donna che apparentemente sembra alcolizzata. Questa non è la prima azione
dimostrativa della mamma di Licia Coppola a Pozzuoli. Già nei giorni scorsi
davanti al carcere e nelle ore destinate al ricevimento dei familiari aveva
inscenato un'altra prostesta per chiedere chiarezza sulle cause sulla morte
della ragazza. La donna non è affatto convinta che sua figlia sia morta in
seguito ad un cocktail di farmaci che avrebbe ingerito nel carcere di
Pozzuoli. "Le cause - ha gridato a più riprese - sono diverse. Il direttore
me lo deve dire chiaramente. Non posso credere che abbia assunto farmaci in
carcere. Chi glieli avrebbe potuto fornire". Licia Coppola, secondo la
mamma, era una ragazza vivace che pur avendo assunto stupefacenti si era
decisa ad uscire definitivamente dal tunnel della droga".(ANSA). W08-MAR/PIA
30/04/2002 21:24

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postato tramite Camillo COPPOLA,venerdì 3 maggio 2002
CARCERI, REQUIEM POST MORTEM PER LICIA 20 ANNI?
Gabriella Maria RONCELLI non sa darsi pace e chiede aiuto per dipanare la
vicenda,infatti pur essendo ampiamente scaduti i termini dei 60 giorni
prescritti dall'avvenuta autopsia,la stessa é rimasta avvolta nel
silenzio.Quello che l'articolo di giornale non cita é che contestualmente a
Licia morì anche una altra giovane detenuta,questo é quanto sostiene Gabriella.
Mi ha confidato un sospetto terribile,acquisito attraverso confidenze
dell'ambiente carcerario di Pozzuoli, che se fosse plausibile potrebbe dare
una svolta gravissima all'inchiesta, esso riguarderebbe l'uso invalso da
tempo di reiterati abusi sessuali perpetrati sulle detenute anche non
consenzienti a mezzo di stupefacenti.
Gabriella ritiene che troppe siano le coincidenze degli accadimenti,la
giovane età delle decedute,l'avvenenza delle stesse,il fatto che Licia
stesse bene in salute,che fosse altamente determinata a non somministrasi
droghe e di volere fortemente dare una svolta alla sua vita.
Ritiene che influenti e biechi personaggi stiano facendo pressioni al fine
di non fare affiorare tali paventate responsabilità.
Attende fiduciosa un contatto e nel contempo ritiene molto pregiudizievole
questo trascorrere silezioso del tempo senza ulteriori sviluppi.

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aggiornamento postato da Camillo COPPOLA,domenica 12 maggio 2002
SEGRETO ISTRUTTORIO,TEMPO FUGIT! REQUIEM POST MORTEM PER LICIA 20
ANNI,MORTA IN CARCERE A POZZUOLI?
Gabriella Maria RONCELLI,madre di Licia COPPOLA,la ragazza morta in carcere
a Pozzuoli l'8 gennaio 2002,in circostanze a dir poco strane;é disperata e
chiede solidarietà.
Avverte con il trascorrere del tempo,il diluirsi delle probabilità per
approfondimenti delle circostanze che ne hanno causato la morte.
L'inesorabile divenire,ritiene stia seppellendo la figlia una seconda
volta,svuotando irrimediabilmente i potenziali dell'inchiesta ancora
blindata nel segreto istruttorio,che intuisce da molteplici motivi,essere
propedeutica ad una archiviazione,pietra tombale definitiva per chi come
lei ed i suoi familiari non dispongono dei poderosi mezzi occorrenti per
smuovere l'inneffabilità di un meccanismo che,per quanto si dichiari
imparziale,finisce quasi sempre per dare giustizia solo ai potenti e suoi
vassalli.
L'avvocato Amedeo VALANZUOLO,legale nominato dai familiari di Licia,via
grande archivio 32 Napoli tel.081-286498,non parla esplicitamente di
pavidità,ma con altre espressioni si ritrova comunque in una posizione
simile a quella sopra descritta.

Per questi motivi la madre di Licia
da lunedì 13 maggio
intraprenderà una protesta ad oltranza sotto
il NUOVO PALAZZO DI GIUSTIZIA DI NAPOLI
presso il CENTRO DIREZIONALE in piazza G.PORZIO
Al fine di ottenere non un velo pietoso,che sia salvifico per tutti e
tutto,ma una inchiesta che scavi nelle viscere di questo mondo sommerso e
semisconosciuto del carcere,che le ipocrite coscienze dei pavidi e
conformisti,aborriscono dal volere guardare.

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aggiornamento postato da Camillo COPPOLA,sabato 25 maggio 2002
PSICHIATRIA,PRASSI E CONFORMISMO LA TERAPIA PER LA MADRE DI LICIA 20
ANNI,MORTA IN CARCERE A POZZUOLI.
La madre di Licia COPPOLA,dottoressa Gabriella Maria RONCELLI,avendo
reiterato le sue pacifiche manifestazioni più volte fuori l'ingresso del
carcere femminile,luogo ove sono morte contestualmente  l'otto gennaio 2002
in circostanze rimaste avviluppate nel segreto istruttorio,
sia la figlia che altra detenuta coetanea di cui essa conosce il solo
nome,Elena; é finita nelle maglie del servizio di igiene mentale del locale
ospedale puteolano Santa Maria delle Grazie,dove ben cinque sanitari tra
psichiatri e medici,hanno analizzato nella mente e nel fisico di Gabriella
cosa non funzionasse,prescindendo pregiudizialmente,in quanto sanitari,i
motivi di tali suoi pacifici gesti,e non ritenendo,almeno per momento,di
trattenerla coattivamente,ne hanno delegato il compito in prima istanza ad
una persona ove la RONCELLI é ospite provvisoria,in via San Gennaro Agnano
67 POZZUOLI,con il viatico di una terapia a base di psicofarmaci.
Gabriella,riferisce che in occasione di una delle manifestazioni sotto il
Palazzo di Giustizia di Napoli dei giorni scorsi,fù avvicinata da persona
di cui vuole tenere riservata l'identità,che mossa da pietà,gli avrebbe
rivelato la gravità emersa sia dall'autopsia che dall'esame tossicologico,e
che in un ambiente particolarmente vigilato quale é il carcere,a maggior
ragione avvalerebbe quanto i familiari di altre detenute,con timore ed
omertà,per paura di ritorsioni sui propri congiunti detenuti le hanno
rilevato.
La notizia criminis gira,ma si schianta comunque contro il clima ritorsivo
che vive chi nel carcere c'é ristretto o ci lavora;o peggio di una
solidarietà inversa che frenerebbe chi,pur non rientrando in tali
casistiche,debba doverosamente informare in modo imparziale sulla
molteplicità dei compromessi e quieto vivere che hanno determinato tali
decessi.
Questo proprio perchè il carcere non può ritornare ad essere come nel
passato dominio di alcuni che in modo sui generis lo avevano di fatto
condotto;non a caso Gabriella ricorda i tristi episodi della nuova camorra
organizzata,del detenuto Raffaele CUTOLO e delle compromissioni nella
gestione.
Lo STATO,la NAZIONE supera lo schieramento politico,la sua fortezza agli
occhi di tutti é nella forza di dominare proprio lì dove si soffre,si espia
e ci si riabilita;il carcere non deve essere di fatto considerato una fossa
di serpenti da cui rifuggere dal guardare.

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Postato da Camillo COPPOLA sabato 8 giugno 2002, per la madre di
Licia,dottoressa Gabriella Maria RONCELLI,presso avvocato Amedeo
VALANZUOLO,via grande archivio n°32 NAPOLI tel. 081- 286498

 C'E' UN NESSO TRA LA MORTE DI LICIA 20 ANNI NEL CARCERE DI POZZUOLI E GLI
ULTIMI ACCADIMENTI IN QUELLO DI BELLIZZI (AV) ?

Questo messaggio ha lo scopo di riproporre quanto già inviatoVi sabato 25
maggio 2002 sulla morte di LICIA.

Perchè considerare non degno d'attenzione quanto già inoltratoVi ?

Eppure l'intreccio delle problematiche riguarda l'insieme della
collettività,anche di chi leggiadro,é avulso dal volerne prestare
attenzione.

Questo non necessariamente potrebbe pregiudicare una trasmissione che
ovviamente deve essere accattivante con i più che sono scevri da qualsiasi
approfondimento di cose che per loro natura sono contrastanti;credo che
proprio questo potrebbe essere il legante,che di concerto con la
particolare abilità del conduttore,potrebbe aleggiare al di sopra delle
parti,coniugando grande attenzione di tutti  senza rendere pesante e penosa
la trasmissione.

Diamo lo stimolo,il desiderio,la speranza di una prospettiva migliore per
tutta la comunità, l'unico modo per allontanarci dalla barbarie é quello di
metterne in evidenza la ferocia.