Disinformazione: il voto al Senato



Con il rischio di reprimende da parte del moderatore, giro in 
lista questo articolo sul sistema di voto al Senato che, per chi 
non lo sa, comprende anch'esso una quota proporzionale, ben 
celata dai media bipolari di regime, prevista nella legge 
elettorale per non escludere dal Senato i "non allineati". 
Lo giro in lista in nome della trasparenza e della corretta 
informazione: pur essendo indirizzato agli elettori del Prc la 
questione riguarda tutti i cittadini, votanti o no, e a mio 
parere l'oscuramento della questione e' l'ennesimo insulto al 
nostro ordinamento democratico. 
Chi non ha mai inteso votare Prc può considerare il ragionamento 
per le altre liste piu' o meno non allineate. A chi invece 
intende astenersi chiedo venia e comprendo (ma mica tanto); anche 
per loro in ogni caso la lettura risultera' utile. 

Giorgio Ellero 

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Senato, votare PRC è utile 

Tutti i perchè di un voto importante, ostacolato dalla 
disinformazione 
Una scelta anche per gli elettori dell'Ulivo 

Raul Mordenti - Liberazione 10 maggio

Nella colossale campagna di censura e disinformazione che 
caratterizza questa campagna elettorale fa certamente spicco il 
tema del Senato. Da tutta Italia ci arrivano segnalazioni di 
dirigenti e candidati dell’Ulivo che raccontano ai nostri 
compagni essere il voto comunista al Senato un voto "inutile", 
"sprecato", "regalato alla destra", eccetera. Si tratta di 
fandonie, anzi di vere e proprie menzogne che debbono essere da 
noi rintuzzate con sistematicità e con grande forza, ed anche (se 
posso dirlo) con indignazione, perché non c’è nulla di più sporco 
(almeno per chi si dice ancora democratico) che cercare di 
lucrare un voto con l’inganno approfittando dell’ignoranza 
dell’elettore; eppure anche a questo basso livello etico-politico 
si sono ridotti ormai alcuni esponenti del centrosinistra, come 
se non bastasse la loro scelta a favore delle "liste civetta"! 

Noi dobbiamo invece spiegare a tutti e a tutte, in questi ultimi 
e preziosi giorni della campagna elettorale, che il voto 
comunista al Senato, il voto ai candidati e alle candidate di 
Rifondazione comunista al Senato, non è affatto un voto perduto, 
ed anzi è un voto che concretamente può e deve eleggere senatori 
e senatrici del nostro Partito. 

Legge elettorale e "scorporo" 

Per capire (e far capire) come stanno effettivamente le cose 
occorre tenere presente la legge elettorale (il cosiddetto 
"Mattarellum") che prevede, sia per la Camera che per il Senato 
l’elezione di una quota proporzionale del 25% dei seggi, che 
viene assegnata su base regionale. In altre parole 1 seggio su 4 
viene eletto Regione per Regione con il sistema proporzionale, e 
non con quello maggioritario, sia alla Camera che al Senato. 
L’unica differenza è che alla Camera si vota con due schede 
diverse, una per la quota maggioritaria ed una per la quota 
proporzionale, mentre al Senato si vota con una scheda solo per 
eleggere sia la parte maggioritaria che quella proporzionale, 
così che la quota proporzionale è (per così dire) "nascosta", e 
proprio su questo "nascondimento" speculano coloro che vogliono 
ingannare gli elettori per colpire il nostro Partito. 

Ma la quota proporzionale esiste, eccome!, anche al Senato: essa 
riguarda (ripeto, ripeto) 1 seggio su 4, e proprio lì noi 
possiamo e dobbiamo eleggere i nostri senatori e le nostre 
senatrici su base regionale. I seggi senatoriali assegnati con la 
proporzionale sono ben 12 in Lombardia, 8 in Campania, 7 nel 
Lazio e in Sicilia, 6 nel Veneto, in Piemonte, in Emilia-Romagna 
e in Puglia, 5 in Toscana, 3 in Liguria, in Sardegna e in 
Calabria, 2 in Friuli, in Umbria, nelle Marche, in Basilicata, 1 
in Trentino-Alto Adige. 

Vediamo allora più da vicino come funziona l’assegnazione di 
questi seggi proporzionali: prima si assegna il 75% 
maggioritario, poi si passa ad assegnare nella Regione il 
restante 25% ma, questo è il punto da capire bene, dopo aver 
operato lo "scorporo". Che cos’è lo scorporo? E’ la sottrazione 
ai rispettivi partiti dei voti che hanno già eletto un 
parlamentare, per impedire che quei voti (per così dire) operino 
due volte ed eleggano due volte. Le "liste civetta" sono lo 
sporco trucco che nel voto per la Camera aggira questa norma, 
perché i voti che hanno già eletto un parlamentare vengono 
sottratti alla lista civetta a cui quel parlamentare (truffando) 
si è dichiarato collegato e dunque, in realtà, non vengono 
sottratti ai partiti veri ma solo a partiti finiti, "civetta" 
appunto; ma, si noti, al Senato le "liste civetta" non sono 
possibili, proprio perché si vota con una scheda sola. Ciò 
significa che ai partiti-coalizioni maggiori vengono sottratti, 
nella quota proporzionale tutti i voti che hanno eletto per loro 
un senatore nella parte maggioritaria e, dopo questa sottrazione, 
si assegnano ai partiti i seggi proporzionali. Da questo punto di 
vista dunque si potrebbe dire che risulta quasi più facile 
eleggere comunisti al Senato che non alla Camera, perché al 
Senato lo scorporo è completo e non ci possono essere le "liste 
civetta". 

Naturalmente, per poter conquistare seggi senatoriali occorre 
calcolare tutti i voti da noi riportati nella Regione: per questo 
dobbiamo avere molto chiaro che contano davvero tutti i voti, 
nessuno escluso, anche quelli riportati nei Collegi dove noi 
fossimo debolissimi, perché questi voti vanno comunque a 
confluire nel totale regionale e possono così permetterci di 
competere per i seggi proporzionali del Senato assegnati nella 
nostra Regione; lo slogan potrebbe essere "Vota nel tuo Collegio, 
eleggi nella tua Regione! ". Una volta conquistato il seggio al 
nostro Partito, la scelta di chi andrà a sedervi dipenderà poi 
dalla percentuale maggiore riportata fra i candidati e le 
candidate di Rifondazione, che per noi dobbiamo essere e sono 
davvero tutti uguali. 

Esempi concreti e conclusioni 

Nella tabella pubblicata qui, si può osservare una simulazione-
tipo, con una Regione immaginaria in cui 10mila votanti eleggano 
12 senatori, 9 col maggioritario e 3 con la proporzionale. 
Spingiamo più avanti questa spiegazione simulando (per esempio) 
la situazione del Lazio che io conosco meglio (ma ci sono altre 
situazioni ancora più favorevoli per noi): ammettiamo che Polo e 
Ulivo si spartiscano i 21 seggi assegnati con il maggioritario; 
ebbene tutti quei voti di Polo e Ulivo saranno sottratti alle 
rispettive liste nel proporzionale e si passerà poi ad assegnare 
gli altri 7 seggi proporzionali in base ai migliori quozienti fra 
quelli (residui) di Polo e Ulivo, quelli di Rifondazione, quelli 
di D’Antoni-Andreotti, della Lista Bonino, di Di Pietro, etc. 
L’ultimo quoziente utile per eleggere un senatore è nel Lazio di 
circa il 5,4% di voti su base regionale, e ciò significa che se 
il nostro Partito manterrà i voti delle ultime regionali del 2000 
(ma dobbiamo puntare a migliorare!) un seggio almeno fra i 7 del 
Lazio toccherà a noi: meglio ancora in altre Regioni come, ad 
esempio, la Lombardia, dove dovrebbe bastare il 4,15% e noi 
abbiamo riportato nel 2000, se non mi sbaglio, il 6,4%. 

Se invece, Dio non voglia, ci mancassero dei voti, magari dei 
voti comunisti dissuasi dalla campagna di disinformazione 
dell’Ulivo, allora sì che si verificherebbe una dispersione a 
sinistra, ed i seggi senatoriali del proporzionale andrebbero 
invece che a noi ad una delle liste minori non coalizzate, come 
quelle citate (che non eleggendo nessuno nel maggioritario non 
subirebbero alcuno scorporo) o addirittura ai fascisti di Rauti. 

Conviene alla sinistra nel suo complesso disperdere i voti, 
facendo eleggere invece che senatori e senatrici di Rifondazione, 
questa gente? Noi pensiamo proprio di no, e come noi la 
penseranno (ne siamo certi) tanti elettori ed elettrici del 
centrosinistra che magari possono pensare (per così dire) di 
"restituire" con un gesto unitario a Rifondazione un voto al 
Senato o al proporzionale della Camera in cambio dei voti da noi 
offerti gratuitamente all’Ulivo nel maggioritario della Camera 
con la "non belligeranza". 

Fino ad ora, come si è visto, mi sono astenuto, intenzionalmente, 
da considerazioni politiche, limitandomi a cercare di descrivere 
tecnicamente un meccanismo un po’ complesso (che è diventato però 
incomprensibile per le masse solo a causa di una intenzionale e 
massiccia campagna di dis-informazione). Ma certo è ben presente 
a tutti i compagni quanto sarebbe grave che un ramo del 
Parlamento non ci fosse nessun comunista, cioè, per fare un solo 
esempio, non ci fosse nessuno a votare contro una nuova guerra. 
Vorrei però dire di più: una volta chiarito che il voto a 
Rifondazione può davvero eleggere senatori e senatrici, si tratta 
allora di rovesciare il discorso dell’Ulivo, e di dimostrare che 
la presenza di Rifondazione comunista in tutti i Collegi 
senatoriali rappresenta davvero una possibilità democratica in 
più per tutti, anche per gli elettori dei Ds o dei Verdi o della 
Margherita. 

Facciamo il caso dei nostri candidati e candidate particolarmente 
prestigiosi e popolari (ce ne sono in quantità!): un voto per 
loro da parte anche dei non comunisti, alzando il loro quoziente, 
potrebbe davvero mandarli in Senato e, con loro, rappresentare in 
Senato i discorsi e le lotte di cui sono portatori e portatrici. 
Ma facciamo anche il caso inverso, cioè quello di Collegi dove il 
vertice dell’Ulivo abbia candidato personaggi impresentabili 
oppure odiosi allo stesso elettorato di sinistra dell’Ulivo, 
vecchi rottami del "CAF", uomini di Mastella o di Dini 
"chiacchierati" e trasformisti, magari catapultati nel Collegio 
con il paracadute dai vertici romani dei partiti dell’Ulivo: ecco 
che gli elettori e le elettrici dell’Ulivo possono, votando il 
candidato di Rifondazione, sottrarsi al ricatto dei loro stessi 
vertici e dare loro una bella e costruttiva lezione, senza alcuna 
natura di disperdere il loro voto, ed anzi con la certezza di 
dare (in tutti i sensi, politici, morali e tecnici di queste 
parole) "un voto utile" per tutta intera la sinistra.

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TABELLA - una simulazione di voto e relativa ripartizione dei 
seggi regione per regione 

legenda: 

A = numero complessivo dei voti riportati nella regione 
B = assegnazione del 75% dei seggi (9) col maggioritario 
C = numero voti che hanno eletto nel maggioritario (circa 750-800 
per senatore) 
D = "scorporo" dei voti che hanno già eletto uno o più senatori 
E = voti residui dopo lo scorporo 
F = assegnazione del 25% dei seggi (3) con la proporszionale 
G = senatori eletti nella regione 
P1, P2, P3.... = i partiti 
T = totale 
x = nessun voto o nessun eletto 

 - A - B - C - D - E - F - G 

P1 - A=3900 - B=5 - C=3680 - D=3900-3680 - E=220 - F=x - G=5 

P2 - A=3750 - B=4 - C=3150 - D=3750-3150 - E=600 - F=x - G=4 

P3 - A=650 - B=x - C=x - D=x - E=650 - F=1 - G=1 

P4 - A=640 - B=x - C=x - D=x - E=640 - F=1 - G=1 

P5 - A=610 - B=x - C=x - D=x - E=610 - F=1 - G=1 

P6 - A=400 - B=x - C=x - D=x - E=400 - F=x - G=x 

P7 - A=150 - B=x - C=x - D=x - E=150 - F=x - G=x 

T - A=10000 - B=9 - x - x - x - F=3 - G=12 

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