15 maggio: obiezione di coscienza in Turchia



Salve a tutti.
Con quese poche righe, vi presentiamo un'iniziativa che riguarda gli
obiettori di coscienza in Turchia; infatti il prossimo 15 maggio, vi
saranno due manifestazioni ad Istanbul e ad Ankara nel corso delle quali
alcuni giovani turchi dichiareranno il loro rifiuto del servizio
militare.
In Turchia, per chi obbietta, c'è il carcere a vita e il rischio
concreto di dover scegliere una vita da clandestini nel proprio paese.

Abbiamo concordato lo scorso mese di marzo con le associazioni
promotrici della manifestazione (lo IAMI di Istanbul e l'ISKD di Izmir)
di scrivere una lettera aperta ai rappresentanti della società civile
turca (associazioni, sindacati, ONG,ecc..) perchè vengano a conoscenza
della loro azione e per invitarli a prendere una posizione di sostegno
nei loro confronti.

Stiamo (con urgenza) raccogliendo adesioni alla lettera allegata .
Verrà quindi tradotta in turco ed inviata ad un elenco di circa 200
gruppi presenti in Turchia. L'obiettivo di questa iniziativa è quello di
rompere l'isolamento attorno agli obiettori di coscienza e di aprire un
dibattito all'interno della società civile turca per rafforzare le
iniziative di pace e per il riconoscimento del diritto all'obiezione di
coscienza.

Per aderire inviare una mail o telefonare ai riferimenti sotto.

Progetto Go-El
Ass. Papa Giovanni XXIII
tel. 0546.26630 fax.0546.693406 - Daniele -
cell 0348.2488126 - Giovanni -
e-mail goel.apg23 at libero.it
www.peacelink.it/amici/apg23    (Diritti Umani)

Progetto Go-El - Ass. Papa Giovanni XXIII

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Lettera aperta :
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Il coraggio della disobbedienza
15 maggio: giornata internazionale dell'obiezione di coscienza al
servizio militare.

Il 15 maggio 2001 ad Istanbul e ad Ankara si terranno due manifestazioni
per far conoscere pubblicamente le ragioni dei giovani turchi
determinati a rifiutare il servizio militare. Già l'anno scorso abbiamo
partecipato a questa iniziativa, direttamente ad Istanbul con una
delegazione e di fronte all'ambasciata turca a Roma manifestando la
nostra solidarietà agli obiettori. Conosciamo di persona i giovani dell'
ISKD (Resistenti alla guerra di Izmir) e dello IAMI (Iniziativa
antimilitarista di Istanbul) e sappiamo che pur rischiando il carcere a
vita, rifiuteranno la chiamata alle armi, in obbedienza alla loro
coscienza antimilitarista e non violenta.
Il servizio militare è ritenuto un'imposizione dello stato nei confronti
dei giovani, i quali considerano l'esercito una scuola che insegna ai
suoi cittadini l'amore incondizionato per la “patria” e l'odio miope per
i propri fratelli.
A tutto questo dicono NO! E noi cittadini ed associazioni italiane
sentiamo di dover rispondere con forza “SI' all'obiezione di coscienza”
perché in questa scelta riconosciamo il valore della democrazia e della
pace.
Anche in Italia ed in Europa in tempi non molto lontani, chi obiettava
veniva incarcerato e l'obiezione di coscienza era considerata
espressione di viltà. Dopo anni di lotte, in molti paesi europei si è
arrivati a considerare il diritto all'obiezione di coscienza come uno
dei diritti fondamentali della persona umana riconosciuto dalle leggi
degli stati. Anche il Consiglio d'Europa, di cui anche la Turchia fa
parte, afferma nella risoluzione n.337 del 26.01.1967: “le persone
soggette al servizio militare che per motivi di coscienza, o per
profonde convenzioni di ordine religioso, etico, morale, umanitario,
filosofico e altro della stessa natura, rifiutano di compiere il
servizio armato, devono avere un diritto soggettivo ad essere dispensati
da questo servizio. (...) questo diritto è considerato come logicamente
derivante dai diritti fondamentali dell'individuo garantiti
dall'articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.”
Le associazioni firmatarie di questa lettera si impegnano a far
conoscere in Italia ed in Europa la situazione degli obiettori di
coscienza in Turchia. Consapevoli però che è necessario aumentare la
cooperazione all'interno della società civile turca, vorremmo quindi
incoraggiarvi a:

- riflettere sull'importanza di questo gesto nei confronti dell'opinione

    pubblica nazionale ed internazionale;
- esprimere presso i mass-media locali la vostra solidarietà nei
confronti degli obiettori di coscienza al servizio militare ;
- sostenere l'azione degli obiettori, mettendovi in contatto con i
membri dello IAMI e dell'ISKD.