(Fwd) cs: BRESCIA: Testo delle comunita' immigrate inoltrato a



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Date sent:      	Tue, 30 May 2000 11:22:30 +0200
To:             	glr.y at iol.it
From:           	Consolato Ribelle Messico -BS <ezlnbsit at tin.it>
Subject:        	BRESCIA: Testo delle comunita' immigrate inoltrato al governo
 	italiano per il permesso di soggiorno.  


Secondo i dati recentemente resi pubblici sulla stampa locale, circa 5000
immigrati e immigrate, che hanno richiesto alla Questura di Brescia di
regolarizzare la loro posizione di soggiorno ai sensi del D.P.C.M. 16
ottobre 1998, si vedranno notificare il provvedimento di diniego del
permesso di soggiorno, per non essere in possesso, o per non averlo
dimostrato, dei requisiti richiesti. I primi decreti di rigetto delle
richieste sono stati notificati a partire dall'inizio del mese di maggio.
In tutta Italia, il problema dovrebbe riguardare la sorte di alcune decine
di migliaia di persone.

E' evidente quale sarebbe il prezzo che non solo gli immigrati, ma la
collettività tutta, dovrebbero pagare se un così elevato numero di uomini e
donne fosse destinato al ritorno a condizioni di "clandestinità".
Non potendosi ipotizzare (né tanto meno auspicare, ovviamente) il ricorso a
espulsioni di massa, il risultato sarebbe quello di sospingere ai margini
estremi della società decine di migliaia di persone, destinandole allo
sfruttamento del lavoro nero, alla privazione di diritti fondamentali della
persona (lavoro, per l'appunto, salute, libertà di movimento, ecc.) e con
il rischio che qualcuno possa cadere nelle maglie della microcriminalità,
per la mancanza di prospettive di una vita appena dignitosa.

Diverse sono le ragioni che hanno condotto a questa situazione, alla quale
può porsi rimedio soltanto con un intervento urgente, che ponga fine
all'attesa cui sono costretti da oltre un anno e mezzo le persone che hanno
richiesto la regolarizzazione, un'attesa che produce esasperazione e
disperazione, ben percepibili nella protesta in atto qui a Brescia.
I requisiti richiesti per la regolarizzazione, in particolare la prova
circa l'effettiva presenza in Italia in data anteriore al 27 marzo 1998 e
quella attestante la disponibilità di un contratto di lavoro subordinato,
si sono dimostrati impossibili da soddisfare per una percentuale rilevante
di quanti hanno richiesto di regolarizzarsi.
In merito alla dimostrazione della presenza sul territorio nazionale al
27.03.1998, a differenza di quanto previsto in precedenti leggi di
regolarizzazione (1986, 1990, 1995) gli attuali criteri di valutazione
della documentazione comprovante la predetta presenza, adottati dal
Ministero degli Interni - che sono stati cambiati nel corso della
regolarizzazione stessa, a volte senza portarli a conoscenza degli
interessati - hanno di fatto reso impossibile a molti dimostrare con
documenti ufficiali di aver lasciato una traccia della loro presenza
"clandestina" in Italia prima della data utile.
In merito, invece, all'effettiva disponibilità di un contratto di lavoro
subordinato, molti immigrati si sono scontrati con l'indisponibilità dei
loro datori di lavoro a formalizzare rapporti irregolari.
Queste difficoltà insormontabili hanno spinto per necessità molti degli
immigrati a procurarsi documentazione di dubbia provenienza, riguardante il
lavoro e la prova della loro presenza, riempiendo le tasche di squallidi
personaggi che hanno fatto commercio di contratti di lavoro e di
attestazioni e/o certificazioni. Molte richieste di regolarizzazione,
quindi, stanno per essere respinte proprio per questi motivi.
A ciò si aggiunga che in molti casi é mancata la possibilità di un esame
della documentazione in contraddittorio coi soggetti interessati, che non
hanno quindi potuto essere tempestivamente essere informati
dell'insufficienza della documentazione allegata, e quindi della
possibilità di integrare le richieste con nuovi documenti.
Infine, solo i richiedenti per i quali era previsto il rilascio del
permesso di soggiorno in data anteriore al 20 ottobre 1999 hanno avuto la
possibilità di essere informati di eventuali carenze della documentazione
allegata, e quindi di porvi rimedio. Per gli altri, dopo tale data non é
più stata consentita l'integrazione delle pratiche incomplete.

In conseguenza di tutte queste ragioni (e di altre relative a situazioni
più particolari, sulle quali non ci si sofferma, non avendosi qui pretesa
di esaustività) il destino di decine di migliaia di uomini e donne sembra
essere quello del ritorno a condizioni di clandestinità. A nulla rilevano
l'affidamento da loro fatto sulla possibilità di regolarizzarsi, l'essersi
fiduciosamente consegnati nelle mani dello Stato, l'aver atteso oltre un
anno e mezzo nella speranza di ottenere un documento tanto importante per
la loro vita futura.

Per impedire questo esito, che si tradurrebbe in un sostanziale fallimento
della legge di regolarizzazione e del suo obbiettivo di far emergere gli
immigrati dalla condizione di irregolarità, con costi personali e sociali
elevatissimi, si viene infine alle richieste che vengono avanzate dalle
comunità di immigrati che aderiscono alla protesta in atto a Brescia.
La soluzione auspicabile, in considerazione del tempo ormai trascorso dalle
richieste di rilascio del permesso di soggiorno, é quella della sua
concessione a tutti coloro che ne hanno fatto domanda nei termini stabiliti
dal D.P.C.M. 16 ottobre 1998, a prescindere dalla completezza o dal mancato
perfezionamento della documentazione prodotta utilizzando come unico
criterio valido la condizione di lavoro. 
Si tratterebbe, in definitiva, di riconoscere a tutti un permesso di
soggiorno provvisorio di un anno, periodo entro il quale gli immigrati
saranno tenuti a presentare regolare documentazione di lavoro, sul modello
di quanto previsto dall'art. 23 del D.Lgs. 286/1998.

Le Comunità in mobilitazione dal 22 maggio 2000 a Brescia:

Comunità del Pakistan
Comunità dell'India
Comunità del Senegal
Comunità del Marocco
Comunità del Ghana
Comunità della Nigeria
Comunità dello Sri Lanka



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