R: La morte di Ion Cazacu pesa come un macigno...



Grazie di cuore
la redazione del Giornale della natura

----- Original Message -----
From: luisa morgantini <MC6381 at mclink.it>
To: <pck-diritti at peacelink.it>
Sent: Monday, April 17, 2000 2:56 PM
Subject: La morte di Ion Cazacu pesa come un macigno...


> Nella bacheca esposta davanti alla sede della Camera del Lavoro di
> Bologna, ho letto di prima mattina, in prima pagina sul giornale
> Liberazione, della morte di Ion Cazacu, ingegnere rumeno, immigrato in
> Italia, a cui il padrone per il quale Ion faceva il muratore in nero a
> Gallarate, gli aveva dato fuoco, Ion lascia moglie e due figlie e tanti
> compagni di sventura.
> Non mi trovavo lì per caso, ero con Roberto Morgantini, fratello che amo
> e di cui vado orgogliosa che lavora da più di 12 anni al Centro diritti
> della CGIL. Volevo stare con lui quel mattino, vedere i casi che si
> presentavano, salutare alcuni degli immigrati che conosco (prestano
> servizio attivo al centro per aiutare la comunicazione di chi non parla
> italiano, ma anche per avere un ruolo attivo da parte degli immigrati
> stessi nella gestione delle loro condizioni di vita) e discutere con loro
> come parlamentare europea per contribuire all'accoglienza e al diritto di
> cittadinanza degli "stranieri", cercando di almeno porre argine al
razzismo
> che, invece di essere combattuto, viene dispiegato e alimentato, con la
> certezza dell'impunità, da parte di forze politiche e sociali sempre più
> ampie.
> La notizia sulla prima pagina di Liberazione, ci ha lasciati senza parole,
> ci siamo scambiati sguardi di angoscia, di dolore, di sgomento e di
rabbia.
> Eppure Roberto è abituato a convivere con le angosce e le sofferenze dei
> nuovi dannati della terra, perché si confronta quotidianamente con le
> singole storie di sfruttamento e discriminazioni, di fame, di atti
> razzisti commessi contro immigrati da "cittadini perbene", con le
> istituzioni sorde (anche quando danno assistenza) al problema della
> relazione con la persona in carne ed ossa e non
> solo con le categorie di immigrato, clandestino, extracomunitario. E'
> abituato a confrontarsi con le violenze tra immigrati, quelle domestiche
> e non, con il degrado di vite vissute in scantinati o a decine in casolari
> abbandonati, con le liti tra imam islamici fondamentalisti e non, con i
> rapporti tribali, gerarchici e patriarcali ancora manifesti nella diverse
> nazionalità delle comunità dei migranti. Purtroppo la povertà, la
> precarietà, la solitudine non rendono spontaneamente la gente solidale e
> buona.
>
>
> Questo assassinio che ricorda gli orrori della schiavitù ha sconvolto
> tutti.
>
> Ne abbiamo parlato con alcuni degli immigrati che quel mattino sono venuti
> al centro. Bisognava dare risposte collettive, ma è così difficile, quando
> ogni momento del giorno devi passarlo pensando a come trovare qualcosa per
> sopravvivere. E Ion è morto perché si è ribellato per questo la sua morte
è
> ancora più pesante. Mentre noi discutevamo una giovane avvocata,
volontaria
> rispondeva alle richieste degli immigrati. Sono arrivati anche i nonni dei
> due bambini bruciati vivi nella roulotte del campo nomadi di Bologna
> qualche settimana fa. Il nonno doveva ripresentare la richiesta del
> permesso di soggiorno, era a Sarajevo quando i due piccoli sono bruciati
> vivi, adesso oltre al permesso di soggiorno chiedeva come poteva pagare
una
> bolletta della luce che gli era arrivata con l'importo di 950.000 lire.
> Ho proposto al gruppo di immigrati di lavorare insieme per la raccolta di
> fatti concreti, di azioni razziste e di discriminazioni, compiuti da
> cittadini o da istituzioni e di pensare ad una manifestazione europea. Lo
> proporrò a tutte le reti antirazziste, alle associazioni di immigrati, di
> rifugiati, di profughi, vorrei trovare su questa strada anche le sezioni
di
> Rifondazione Comunista e non solo
> i giovani comunisti.
> Il fine non è solo quello della denuncia all'Unione e alla Corte Europea
di
> fatti per i quali le convenzioni internazionali per la difesa dei diritti
> umani pongono sanzioni e condanne precise, ma anche di responsabilizzare
> ciascuno di noi di fronte ad ogni atto di razzismo o discriminazione al
> quale si assiste e condurre una campagna affinchè l'Europa riconosca il
> diritto di cittadinanza e di accoglienza agli immigrati.
> Ma intanto Ion è morto, la responsabilità non è solo dell'imprenditore
> disumano e schiavista, ma anche di tutti quelli che invece di educare la
> società e le individue/i alla solidarietà e alla convivenza incitano gli
> atteggiamenti più negativi e xenofobi. Al governo bisogna chiedere
> (naturalmente oltre a una diversa politica dell'emigrazione) di farsi
> carico non solo del funerale, ma della vita della famiglia di Ion.
> Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte: la solidarietà alla famiglia
> non può essere esprimersi solo a parole o con la partecipazione alla
> manifestazione organizzata per Mercoledì, chiedo anche a tutti noi di
> aprire una sottoscrizione per la famiglia e di adottare a distanza le
> figlie di Ion perché possano continuare a studiare, come lui desiderava.
> Glielo dobbiamo, come lo dobbiamo a tutti quelli che dalla nostra
> solidarietà potranno trovare la forza di ribellarsi senza trovare la morte
> con Ion ma insieme a tutti noi esercitare il diritto alla vita, al lavoro
> e alla convivenza.
>
> LUISA MORGANTINI
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