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R: La morte di Ion Cazacu pesa come un macigno...
- Subject: R: La morte di Ion Cazacu pesa come un macigno...
- From: "Stampa Natura e Solidarieta'" <md2360 at mclink.it>
- Date: Wed, 26 Apr 2000 14:32:14 +0200
Grazie di cuore la redazione del Giornale della natura ----- Original Message ----- From: luisa morgantini <MC6381 at mclink.it> To: <pck-diritti at peacelink.it> Sent: Monday, April 17, 2000 2:56 PM Subject: La morte di Ion Cazacu pesa come un macigno... > Nella bacheca esposta davanti alla sede della Camera del Lavoro di > Bologna, ho letto di prima mattina, in prima pagina sul giornale > Liberazione, della morte di Ion Cazacu, ingegnere rumeno, immigrato in > Italia, a cui il padrone per il quale Ion faceva il muratore in nero a > Gallarate, gli aveva dato fuoco, Ion lascia moglie e due figlie e tanti > compagni di sventura. > Non mi trovavo lì per caso, ero con Roberto Morgantini, fratello che amo > e di cui vado orgogliosa che lavora da più di 12 anni al Centro diritti > della CGIL. Volevo stare con lui quel mattino, vedere i casi che si > presentavano, salutare alcuni degli immigrati che conosco (prestano > servizio attivo al centro per aiutare la comunicazione di chi non parla > italiano, ma anche per avere un ruolo attivo da parte degli immigrati > stessi nella gestione delle loro condizioni di vita) e discutere con loro > come parlamentare europea per contribuire all'accoglienza e al diritto di > cittadinanza degli "stranieri", cercando di almeno porre argine al razzismo > che, invece di essere combattuto, viene dispiegato e alimentato, con la > certezza dell'impunità, da parte di forze politiche e sociali sempre più > ampie. > La notizia sulla prima pagina di Liberazione, ci ha lasciati senza parole, > ci siamo scambiati sguardi di angoscia, di dolore, di sgomento e di rabbia. > Eppure Roberto è abituato a convivere con le angosce e le sofferenze dei > nuovi dannati della terra, perché si confronta quotidianamente con le > singole storie di sfruttamento e discriminazioni, di fame, di atti > razzisti commessi contro immigrati da "cittadini perbene", con le > istituzioni sorde (anche quando danno assistenza) al problema della > relazione con la persona in carne ed ossa e non > solo con le categorie di immigrato, clandestino, extracomunitario. E' > abituato a confrontarsi con le violenze tra immigrati, quelle domestiche > e non, con il degrado di vite vissute in scantinati o a decine in casolari > abbandonati, con le liti tra imam islamici fondamentalisti e non, con i > rapporti tribali, gerarchici e patriarcali ancora manifesti nella diverse > nazionalità delle comunità dei migranti. Purtroppo la povertà, la > precarietà, la solitudine non rendono spontaneamente la gente solidale e > buona. > > > Questo assassinio che ricorda gli orrori della schiavitù ha sconvolto > tutti. > > Ne abbiamo parlato con alcuni degli immigrati che quel mattino sono venuti > al centro. Bisognava dare risposte collettive, ma è così difficile, quando > ogni momento del giorno devi passarlo pensando a come trovare qualcosa per > sopravvivere. E Ion è morto perché si è ribellato per questo la sua morte è > ancora più pesante. Mentre noi discutevamo una giovane avvocata, volontaria > rispondeva alle richieste degli immigrati. Sono arrivati anche i nonni dei > due bambini bruciati vivi nella roulotte del campo nomadi di Bologna > qualche settimana fa. Il nonno doveva ripresentare la richiesta del > permesso di soggiorno, era a Sarajevo quando i due piccoli sono bruciati > vivi, adesso oltre al permesso di soggiorno chiedeva come poteva pagare una > bolletta della luce che gli era arrivata con l'importo di 950.000 lire. > Ho proposto al gruppo di immigrati di lavorare insieme per la raccolta di > fatti concreti, di azioni razziste e di discriminazioni, compiuti da > cittadini o da istituzioni e di pensare ad una manifestazione europea. Lo > proporrò a tutte le reti antirazziste, alle associazioni di immigrati, di > rifugiati, di profughi, vorrei trovare su questa strada anche le sezioni di > Rifondazione Comunista e non solo > i giovani comunisti. > Il fine non è solo quello della denuncia all'Unione e alla Corte Europea di > fatti per i quali le convenzioni internazionali per la difesa dei diritti > umani pongono sanzioni e condanne precise, ma anche di responsabilizzare > ciascuno di noi di fronte ad ogni atto di razzismo o discriminazione al > quale si assiste e condurre una campagna affinchè l'Europa riconosca il > diritto di cittadinanza e di accoglienza agli immigrati. > Ma intanto Ion è morto, la responsabilità non è solo dell'imprenditore > disumano e schiavista, ma anche di tutti quelli che invece di educare la > società e le individue/i alla solidarietà e alla convivenza incitano gli > atteggiamenti più negativi e xenofobi. Al governo bisogna chiedere > (naturalmente oltre a una diversa politica dell'emigrazione) di farsi > carico non solo del funerale, ma della vita della famiglia di Ion. > Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte: la solidarietà alla famiglia > non può essere esprimersi solo a parole o con la partecipazione alla > manifestazione organizzata per Mercoledì, chiedo anche a tutti noi di > aprire una sottoscrizione per la famiglia e di adottare a distanza le > figlie di Ion perché possano continuare a studiare, come lui desiderava. > Glielo dobbiamo, come lo dobbiamo a tutti quelli che dalla nostra > solidarietà potranno trovare la forza di ribellarsi senza trovare la morte > con Ion ma insieme a tutti noi esercitare il diritto alla vita, al lavoro > e alla convivenza. > > LUISA MORGANTINI > > > >
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