[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
(Fwd) CS 23/2000 Pinochet
- Subject: (Fwd) CS 23/2000 Pinochet
- From: "Olivier Turquet" <turquet at dada.it>
- Date: Mon, 6 Mar 2000 17:55:13 +0100
- Priority: normal
------- Forwarded message follows ------- From: "Amnesty International" <press at amnesty.it> To: stampa at amnesty.it Date sent: Mon, 6 Mar 2000 11:08:19 +0000 Subject: CS 23/2000 Pinochet Send reply to: "Amnesty International" <press at amnesty.it> # Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a stampa-owner at amnesty.it # Riguardo al CONTENUTO dei comunicati, potete contattare press at amnesty.it IL MINISTRO STRAW RIMANDA INDIETRO NEL TEMPO LA GIUSTIZIA INTERNAZIONALE Siamo davvero alla conclusione di una fase cruciale, nella vicenda Pinochet. Il Ministro britannico Straw ha sferrato un colpo forse mortale alla speranza delle vittime del regime di Pinochet di ottenere giustizia. Non consentendo alcuna estradizione del generale cileno in pensione, il governo di Londra ha reso infatti estremamente improbabile che questi debba rendere conto di fronte a un tribunale dei gravi reati di cui e' stato accusato. Da tutta questa vicenda, si possono trarre tre lezioni. La prima e' amara: esistono interessi oscuri di un governo e dell'altro che sono ancora oggi piu' importanti del rispetto dei diritti umani. Le motivazioni umanitarie, con le decisioni di Londra, non c'entrano nulla: nessuno voleva la testa di Pinochet, si pretendeva un giusto processo, in cui l'imputato avrebbe ottenuto il piu' alto standard di difesa. Ma, per qualche motivo che resta ignoto, il governo britannico si e' opposto a questa richiesta di civilta' e giustizia. La seconda lezione ci dice che occorre passare dalle chiacchiere ai fatti: sono necessari strumenti di giustizia internazionale, da utilizzare in casi come questo, per impedire assurdi balletti di sentenze e appelli, di decisioni e ricorsi, e che consentano di perseguire gli interessi di giustizia al di sopra di ogni altra considerazione. Il pensiero corre al Tribunale Penale Internazionale il cui statuto e' stato approvato a Roma nel luglio 1998, ma che a tutt'oggi ha ricevuto solo sette ratifiche sulle sessanta necessarie. Ma, infine, da questa vicenda possiamo trarre anche un segnale di speranza. Una persona che e' seriamente indiziata di aver commesso gravi crimini, potra' d'ora in poi andare in giro per il mondo con minore tranquillita'. Sino all'ottobre 1998, quando Augusto Pinochet e' stato posto agli arresti, queste sembravano solo belle parole, se riferite a una persona ancora potente, ancora con un ruolo di primo piano nel proprio paese, com'era il caso del senatore cileno. Forse qualcosa e' finalmente cambiato, grazie a tutte quelle persone comuni che incessantemente hanno lavorato in difesa delle vittime di violazioni dei diritti umani. Le stesse persone, che nonostante Pinochet possa ora rientrare in patria, continueranno a chiedere che lui e tutti i responsabili di crimini altrettanto terribili, finiscano sotto processo. Daniele Scaglione Presidente della sezione italiana di Amnesty International Roma, 2 marzo 2000 Ufficio Stampa Amnesty International ------- End of forwarded message -------
- Prev by Date: 8 marzo - 8 aprile: catena di solidarieta' con il popolo congolese
- Next by Date: (Fwd) NO DEATH PENALTY
- Previous by thread: 8 marzo - 8 aprile: catena di solidarieta' con il popolo congolese
- Next by thread: (Fwd) NO DEATH PENALTY
- Indice: