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il carcere nelle parole del PG Favara -comunicato Segio e Cusani



Amnistia, indulto, piano Marshall per sostenere il reinserimento
all'esterno e per garantire vivibilità all'interno: sono i 4 pilastri su
cui costruire una giustizia efficiente e attenta alla dignità e ai diritti
delle persone.

Dichiarazione di Sergio Segio e Sergio Cusani



Dalle parole del PG Favara, e ancora di più dalle cifre fornite, emerge una
nuova, autorevolissima, testimonianza sull'insostenibilità dell'attuale
situazione penitenziaria e sull'intollerabilità ormai raggiunta dal
sovraffollamento.

Urgono misure per riportare quelle cifre a una dimensione gestibile secondo
criteri di umanità e di giustizia.

Anche le cifre fornite sui processi pendenti e sull'arretrato penale
sottolineano quanto, senza urgenti e eccezionali provvedimenti, si stia
andando verso il collasso e una ulteriore crisi del sistema giustizia.

Sia nel caso del sovrannumero dei fascicoli giudiziari, sia in quello delle
persone stimate nelle celle, a essere colpiti sono i diritti e la dignità
dei cittadini più deboli.

Dopo le parole del Papa e quelle del presidente Ciampi, una nuova
sollecitazione a fare, e a fare presto, arriva così sul tavolo di un
legislatore sinora decisamente disattento ai problemi delle carceri, che
sono problemi anzitutto di vivibilità per i detenuti, ma anche di
condizioni di lavoro per gli operatori.

Noi, alla vigilia del dibattito chi si aprirà il giorno 16 alla Camera,
aggiungiamo: fate, fate presto, ma fate bene. Poiché la drammaticità della
situazione richiede non mezze misure o indultini, ma risposte vere e piene.

Dopo quasi tre anni, la via maestra ritorna a essere quella che proponemmo
nell'anno del Giubileo: un provvedimento di indulto, per sgravare il
sistema penitenziario, assieme all'amnistia, per decongestionare il sistema
giudiziario, accompagnati da un "piccolo piano Marshall" per le carceri,
rivolto all'esterno, per sostenere i percorsi di reinserimento sociale e
lavorativo (unica vera garanzia e prevenzione contro la recidiva), ma anche
rivolto all'interno, per attuare il regolamento penitenziario, garantire la
vivibilità delle strutture, a partire dalla sanità, e il funzionamento
delle misure alternative, nonché l'ampliamento degli organici degli
operatori penitenziari tutti e il miglioramento delle loro formazioni e
condizioni di lavoro.

Sono questi i 4 pilastri su cui ricostruire una giustizia degna di questo
nome, rispettosa della Costituzione e anche del, dimenticato da tutti,
articolo 27. Si sono persi tre anni di tempo e molta credibilità da parte
delle forze politiche che hanno rallentato o contrastato queste soluzioni.
Molte reclusi si sono uccisi o feriti per la disperazione. Da oggi, in
molte carceri ricomincia invece uno sciopero di speranza e di protesta. Una
speranza che sarebbe grave e pericoloso deludere nuovamente.

Mercoledì 15 gennaio, alle ore 12, saremo davanti al carcere di Regina
Coeli, assieme ai cappellani, alle associazioni, al volontariato, ai
sindacati confederali e autonomi della polizia penitenziaria, per la prima
volta tutti assieme, per chiedere queste misure, per invitare il parlamento
a non perdere altro tempo.