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Milano 20 gennaio : Libertà per Leyla Zana, Libertà per il Popolo Curdo
LIBERTA' PER LEYLA ZANA
LIBERTA' PER IL POPOLO CURDO
A seguito della grande adesione
all’appello per la scarcerazione di Leyla Zana
(deputata curda al parlamento
turco) si terra' un incontro pubblico
MILANO - SABATO 20 GENNAIO 2001 =
ORE 14.30-19
SALA DELLA PROVINCIA = VIA
CORRIDONI 16
partecipano :
Danielle Mitterrand (France Liberte's), Franca Rame (attrice), Luisa
Morgantini (eurodeputata), Tiziana Valpiana (deputata), Annet Henneman
(attrice), Ersilia
Salvato (senatrice), Mehdi Zana (ex sindaco di Diyarbakir, marito di
Leyla Zana), Silvia Vegetti Finzi (docente universitario), Sarah Ludford
(eurodeputata
inglese), Laura Schrader (saggista), Uca Felecknas (eurodeputata del Pds
tedesco di origine curda) e altre firmatarie dell’appello
coordina :
Silvana Barbieri (Ass.
Cult. Punto Rosso)
Seguira' la proiezione del
film "Viaggio verso il sole"
della regista turca Yesim Ustaoglu,
premiato al Festival di Berlino del 1999
Per
informazioni:
Associazione Culturale
Punto Rosso
Forum Mondiale delle
Alternative
Via Morigi 8, 20123
Milano
Tel. 02/874324 -
02/72006264
Fax 02/875045
puntorosso@tiscalinet.it
www.puntorosso.it
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Testo dell'appello :
Appello per Leyla
Zana
L’8 dicembre 2000 saranno ormai passati sette anni dal giorno della
condanna a 15 anni di carcere, dopo che le pressioni internazionali
avevano fatto rientrare
la richiesta di pena di morte, di Leyla Zana. Prima donna curda ad
essere stata eletta deputato all’Assemblea nazionale turca, madre di due
figli e convinta
pacifista, Leyla Zana ha avuto l’unica colpa di rivendicare "la
convivenza pacifica di turchi e curdi in un contesto democratico". E di
averlo dichiarato in
Parlamento, nel giorno del suo giuramento, parlando nella propria lingua
materna, la lingua di almeno 15 milioni di curdi dal passaporto turco.
Milioni di
uomini, donne e bambini che il governo di Ankara continua a
disconoscere, negando loro identita' e cultura, distruggendone i
villaggi, costringendoli a
scappare sulle montagne, a sfollare nelle misere periferie delle citta'
della Turchia occidentale, o a emigrare clandestinamente in un’Europa
sempre meno
disposta ad accoglierli.
Leyla Zana, oggi ormai quarantenne, non e' certo l’unica curda detenuta
nelle carceri turche: con lei sei anni fa furono arrestati altri quattro
deputati curdi.
Prima di lei e dopo di lei migliaia di uomini e donne del suo popolo e
di turchi che ne appoggiavano le rivendicazioni sono stati arrestati,
spesso torturati e
uccisi. E questo e' continuato a succedere anche dopo l’esplicita ed
effettiva rinuncia alla lotta armata da parte del Pkk e dopo che la
Turchia, da sempre
paese-ponte tra Europa e Asia, ha compiuto con successo i primi passi
per aderire all’Unione Europea. Leyla Zana non e' certo l’unica curda
ancora rinchiusa in
un carcere turco, senza aver commesso alcun reato se non quello di aver
chiesto per se' e per il suo popolo il diritto di essere considerati e
trattati come gli altri
cittadini. Ma e' divenuta, in patria e in tutto il mondo, un simbolo
importante. Organizzazioni non governative, associazioni per i diritti
umani, forze politiche e
singoli intellettuali o normali cittadini si sono impegnati in una
campagna internazionale per la sua liberazione, con iniziative, appelli
e raccolte di firme.
Nel 1996 il Parlamento Europeo le ha assegnato il premio Sacharov per
la liberta' di pensiero, un riconoscimento attribuito in precedenza
anche a Nelson
Mandela e Aleksander Dubcek, che Leyla non ha potuto ritirare di
persona. Il suo nome e' stato proposto per il Nobel per la Pace. E
perfino negli Stati Uniti,
tradizionali alleati del governo di Ankara, oltre 150 parlamentari hanno
esplicitamente chiesto all’ammini-strazione di Clinton di intercedere a
favore della
liberazione di Leyla Zana.
Leyla Zana, pero', resta in carcere, per il settimo anno della sua
condanna: non ha voluto accettare la proposta di "appellarsi contro la
sentenza, per motivi di
salute", fattale recentemente dal primo ministro turco Bulent Ecevit.
Una proposta che Leyla ha definito "individuale e momentanea" perche'
riguardava lei sola,
mentre i detenuti curdi sono migliaia, e lasciava totalmente irrisolta
la questione di fondo. E a Ecevit, Leyla Zana ha invece chiesto di
"allineare la Turchia ai
valori democratici universali in politica, in diritto e in economia,
evitando altre scelte che la porterebbero a un caos senza fine"; di
risolvere la "tragedia
pluridecennale" dei curdi; e di "varare un’amnistia generale, abolendo
la pena di morte".
Esprimiamo a Leyla Zana e ai curdi della Turchia tutta la nostra
solidarieta'.
Chiediamo al primo ministro turco Bulent Ecevit, al neo-eletto
presidente della Repubblica turca Alimet Necdet Sezerdi, al governo e al
parlamento turchi di
arrivare finalmente a una soluzione pacifica della questione curda e
all’effettivo rispetto dei diritti umani in tutto il paese.
Chiediamo al governo italiano di farsi promotore a livello europeo e a
livello dei rapporti bilaterali con il governo di Ankara di un’azione
che sostenga gli sforzi
verso una maggior democrazia da parte della Turchia, impegnato tra
l’altro nel processo di adesione all’Unione Europea.
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Firme
dell'appello :
Marisa Abbondanzieri, Susanna Agnelli, Diana Vincenzi Amato, Tina
Anselmi, Rosellina Archinto, Natalia Aspesi, Gae Aulenti, Silvia
Balestra, Claudia
Balottari, Anna Bandettini, Fulvia Bandoli, Giuliana Barbieri Rodini,
Adria Bartolich, Bianca Beccalli, Angela Bianchini, Laura Boella, Marida
Bolognesi,
Ginevra Bompiani, Daria Bonfietti, Isabella Bossi Fedrigotti, Antonella
Bruno Garneri, Anna Maria Bucciarelli, Maria Burani Procaccini, Maura
Camoirano,
Rossana Campo, Eva Cantarella, Pat Carra, Anna Cascella, Luciana
Castellina, Franca Chiaromonte, Elena Ciapusci, Elena Cordoni, Maura
Cossutta, Lella
Costa, Carla Costamagna Martino, Titti De Simone, Tana De Zulueta, Maria
Falcone, Ida FarE', Inge Feltrinelli, Anna Finocchiaro, Biancamaria
Frabotta,
Valeria Gandus, Nicoletta Gandus, Barbara Garlaschelli, Iole Garuti,
Maddalena Gasparini, Fiorella Ghilardotti, Elena Gianini Belotti,
Letizia Gilardelli,
Giovanna Grignaffini, Margherita Hack, Annette Hanneman, Laura Horsch,
Teresa Isenburg, Maria Luisa Jager, Gina Lagorio, Maria Lenti, Rita Levi
Montalcini, Lella Longoni, Rosetta Loy, Sarah Ludford, Mara Malavenda,
Claudia Mancina, Dacia Maraini, Bianca Mazzotta, Carla Mazzuca
Poggiolini,
Luisa Mazzotta, Alessandra Mecozzi, Mariangela Melato, Bruna Miorelli,
Roberta Mondadori, Milly Moratti, Luisa Morgantini, Rosanna Moroni,
Pasqualina
Napoletano, Maria Celeste Nardini, Silvana Ottieri, Elena Paciotti,
Laura Pennacchi, Gabriella Pistone, Renata Pisu, Irene Pivetti, Stefania
Prestigiacomo,
Anna Procacci, Franca Rame, Renate Ramge Eco, Elisabetta Rasy, Lella
Ravasi, Tiziana Ricci, Carla Rocchi, Lalla Romano, Marina Rossanda, Rosa
Russo
Jervolino, Ersilia Salvato, Luciana Sbarbati, Laura Schrader, Fulvia
Serra, Elsa Signorino, Vera Squarcialupi, Teresa Strada, Caterina Sylos
Labini, Chiara
Tamburini, Annamaria Testa, Livia Turco, Tiziana Valpiana, Silvia
Vegetti Finzi, Adriana Vigneri, Adriana Zarri, Silvia Ziche.
(seguono 256 firme)