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Dachau: studenti veneziani picchiati dai nazi



Ricevo e allibita rendo noto alla rete il seguente messaggio. A voi i
commenti.

Ciao,
Gabriella

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----- Original Message -----
From: agnosco stylun <agnoscostylun@tin.it>
Newsgroups:
it.cultura.antagonista,it.cultura.storia,it.politica.internazionale
Sent: Tuesday, November 28, 2000 8:55 PM
Subject: Re: Dachau: studenti veneziani picchiati dai nazi


>
>
> >Erano a Dachau per documentazione storica, i liceali veneti. Venivano da
> >Mestre per documentare lo sterminio nel loro istituto, il Gritti, dove un
> >docente propaganda in classe teorie negazioniste. Una cinquantina in
tutto,
> >tutti tra i 16 e i 18 anni, accompagnati dal consigliere comunale Beppe
> >Caccia. Sono partiti ieri alle 6 del mattino. Arrivati intorno alle 15,
> >hanno iniziato la visita accompagnati da due guide e dalla direttrice del
> >museo. Hanno visitato i forni, le camere a gas, il bunker dove venivano
> >segregati e uccisi i prigionieri politici.
> hanno visto le solite balle.Durante un processo del 1947 Alois
Hoellriegel,
> uno dei membri del personale del campo di Mauthausen,fu
> costretto a confessare tramite dichiarazione giurata, sulla cui base nel
> 1946 si condannò il generale SS Kaltenbrunner (si parlava di gassazioni
> avvenute a Mauthausen con la supervisione di questo Kaltenbrunner).
> Ma nel 1947 all'epoca dei processi sui campi di concentramento (processo
> Pohl), divenne impossibile continuare a sostenere tale assurda
> dichiarazione; la difesa dimostrò agevolmente non solo che la
> dichiarazione
> era stata falsificata, ma anche e soprattutto che tutti i casi di morte a
> Mauthausen (che fra l'altro era un lager destinato soprattutto a
> criminali
> comuni), erano stati sistematicamente controllati dalla polizia locale e
> riportati in un apposito registro, uno dei pochi che si riuscì a salvare
> e
> che servì come prova alla difesa. Inoltre, numerosi ex internati di
> Mauthausen testimoniarono che il trattamento era umano e conforme ai
> regolamenti.
> Non è un caso se dopo questi processi venne accertato ed accettato che le
> camere a gas, che molti presunti "testimoni" avevano visto ovunque, NON
> ESISTETTERO IN NESSUNO DEI CAMPI ESISTITI SUL TERRITORIO dell'Europa
> occidentale, mentre si utilizzò la cortina di ferro dell'est quale velo
> sulla possibilità di dimostrare altrettanto per quei campi.
> Anche il campo di Dachau, ove si pretendeva di spacciare un piccolo forno
> crematorio (gasofen) come camera a gas, ebbe numerosi solerti "testimoni"
> che parlarono di gassazioni, ma è poi stato accertato che nulla di simile
> vi
> accadde, così come nel 1961 è stato accertato che I FORNI CREMATORI IVI
> PRESENTI ERANO STATI COSTRUITI A GUERRA FINITA DAI PRIGIONIERI TEDESCHI
> DIETRO ORDINI DEGLI  AMERICANI, I QUALI NELLA FRETTA DIMENTICARONO DI
> REALIZZARE IL CAMINO (dichiarato dall'Istituto di storia contemporanea di
> Monaco e dall'autorevole settimanale "Die Zeit").  Mediante calcoli fatti
> da
> esperti, si è stabilito che l'unico forno crematorio presente a Dachau
> avrebbe dovuto funzionare ININTERROTTAMENTE PER 326 ANNI, PRODUCENDO 530
> TONNELLATE DI CENERE, PER CREMARE I 238.000 CADAVERI DEGLI EBREI CHE SI
> PRETENDEVA FOSSERO STATI LI' UCCISI. Si è anche accertato che l'unica
> vera
> barbarie di Dachau la commisero americani ed internati, poiché dopo la
> "liberazione", la guarnigione tedesca (circa 300 uomini), venne allineata
> e
> mitragliata alle gambe, dopo di che finita a colpi di badile e piccone
> dagli
> ex internati (i quali, evidentemente, non erano così deboli e denutriti
> come
> vorrebbero farci credere!). Naturalmente, nonostante l'accertamento della
> verità, ancora oggi ingenui ed inconsapevoli visitatori possono ammirare
> i
> forni crematori di Dachau!
> In ultimo, tornando a Norimberga, non è affatto vero che i gerarchi
> nazisti
> non abbiano negato lo sterminio; Goring, ad esempio, fu sempre
> decisissimo
> nel respingere le accuse, bollandole come propaganda. In un sussulto di
> orgoglio, gridò alla corte che gli toccava di sentire simili cose per la
> prima volta proprio lì a Norimberga.
> Il generale Fanslau, che aveva visitato personalmente la maggior parte
> dei
> campi di concentramento, venne accusato dagli alleati del presunto
> sterminio
> e processato nel processo supplementare nr. 4 a Norimberga (maggio 1947);
> in
> difesa di Fanslau si levarono addirittura centinaia di ex internati che
> aveva visitato. La sua dichiarazione circa le accuse mossegli fu: "Non è
> possibile, altrimenti io avrei pur dovuto sapere qualcosa!"
> Infine, parlando ancora della "regolarità" del processo di Norimberga,
> basterà ricordare che la corte decise di accettare qualsiasi
> dichiarazione
> pervenutagli in forma scritta con in calce una firma, senza preoccuparsi
> né
> di accertare l'autenticità della firma, nè tanto meno quella del
> contenuto;
> a fronte di 240 testimoni sentiti, l'accusa dichiarò valide più di
> 300.000
> delle dichiarazioni di cui sopra. La difesa non ebbe mai modo di contro
> interrogare gli accusatori, e molti dei capi di accusa vennero dichiarati
> reato per la prima volta proprio a Norimberga, in spregio ad ogni più
> elementare norma del diritto. In ultimo, fra i motivi per la totale
> mancanza
> di validità di simile processo, giova ancora ricordare le conclusioni dei
> già citati giudici Van Roden e Wenersturm, i quali accertarono che più
> del
> 90% dei componenti il tribunale erano prevenuti contro gli imputati per
> motivi razziali e politici (in altre parole, più del 90% dei giudicanti
> erano ebrei).
> Saluti.
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