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EUSKAL HERRITARROK dichiara...



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Dopo i gravissimi arresti compiuti dallo Stato spagnolo ai danni dei
compagni baschi di Ekin continuano a giungere da piu' parti attestati di
solidarieta'.

Segnaliamo qui sotto quello di Sardigna Natzione

- Piu' sotto la dichiarazione di Euskal Herritarok sulla medesima vicenda
tradotta dai compagni del Comitato Euskadi di Bari:
<askatasuna_bari@yahoo.com>

<<Sardigna Natzione esprime la sua incondizionata solidarietà con i
compagni baschi di EKIN e di Herri Batasuna, arrestati con accuse
strumentali e di comodo.
I patrioti sardi di Sardigna Natzione, sono solidali con la lotta del
popolo basco per il sacrosanto diritto all'autodeterminazione e per la
sovranità sul proprio terriotrio nazionale. La lotta dei patrioti baschi è
la nostra lotta ed è la lotta di tutti i popoli oppressi ed impediti di
avere una propria soggettività economica e politica nel consesso europeo e
mondiale. I nostri popoli voglio costruire la civiltà del rispetto
reciproco contro la barbarie delle oppressioni e dei gendarmi dei vari
imperialismi.
Siamo certi che con l'oppressione non risolveranno il problema perche ogni
nazione oppressa sarà un nuovo Vietnam e la soluzione non potrà essere che
politica perchè quella militare ha fallito prima e fallirà sempre.

Libertade pro sos patriotas bascos e pro totu sos presos de su mundu.

Fortza paris.                 

Bustianu Cumpostu
Coordinadore natzionale de Sardigna Natzione>>






DICHIARAZIONE DI EUSKAL HERRITARROK DI FRONTE AGLI
ARRESTI E ALLE PERQUISIZIONI DEI MILITANTI BASCHI DI EKIN


Euskal Herritarrok, di fronte agli arresti contro
militanti della sinistra indipendentista, compie la
seguente valutazione.

1.Le operazioni giurico-poliziesche, che si sono
sviluppate questa notte, vanno in primo luogo a
confermare che lo stato spagnolo è tornato a scegliere
chiaramente la strada della repressione. Questo è un
dato che non ci sorprende, poiché andiamo manifestando
da tempo che qui si stavano preparando operazioni
contro militanti della sinistra indipendentista. Oggi,
disgraziatamente, questo è un fatto fatto si può
confermare, con l'assalto a sedi di Herri Batasuna ed
Euskal Herritarrok, con arresti di militanti, ecc.;
per tanto, è uno degli annunci che ha fatto la
sinistra indipendentista e che purtroppo si è
compiuto. Questo va a significare che ancora una volta
lo stato pensa che attraverso la via della repressione
potrà porre fine alle ansie di libertà di Euskal
Herria. Questa formula, utilizzata nelle ultime
decadi, è fallita, e quindi non vogliamo perdere il
benché minimo tempo in questa riflessione. Questa è
una formula già utilizzata che ha dato i frutti che ha
dato, ovvero nessuno.

2. Quando nel dibattito politico di questo paese si fa
un permanente appello alle regole del gioco
democratico sembra che siamo noi a non rispettarle,
quando invece siamo proprio noi coloro che stanno
rivendicando delle regole del gioco democratiche che
permettano, in uguaglianza di condizioni, di offrire a
questo paese i progetti politici delle differenti
formazioni politiche. Per noi è assolutamente chiaro
che non esiste stato di diritto nello stato spagnolo.
Uno stato democratico solitamente esige la divisione
dei poteri, ma non esiste divisione di poteri nello
stato spagnolo. L'esempio più chiaro di tutti è che il
Ministro degli Interni, il capo della polizia, colui
che fa le accuse e le dirige contro chi gli pare,
annunciava alcuni giorni fa attraverso il quotidiano
"El Mundo" ciò che doveva accadere e che poi è
accaduto. In più faceva appello al giudice Garzon,
probabilmente perché li unisce una stretta amicizia?
Quindi l'ispirazione politica di tutte le operazioni
che si sono sviluppate contro la sinistra
indipendentista è qualcosa di altrettanto chiaro; non
c'è separazione di poteri nello stato spagnolo.
Allora, quali sono le regole del gioco democratico che
noi dobbiamo accettare? Noi vogliamo delle regole del
gioco democratiche che siano realmente capaci di
arbitrare una vita sociale e politica in questo paese
basate sull'uguaglianza di condizioni per tutti. Ma
non c'è stato di diritto nello stato spagnolo

3. In terzo luogo, una riflessione attorno al ruolo
dei mezzi di comunicazione, tornando ad insistere che
con essa Euskal Herritarrok non intende giustificare
assolutamente nulla. Chiunque abbia seguito i mezzi di
comunicazione in queste due ultime settimane sa che
essi hanno avuto un ruolo attivo nello sviluppo di
questa operazione. Quello che noi abbiamo di fronte è
solo un esempio, poiché i nomi di tutti noi sono
comparsi in successione, etichettati a volte come i
buoni, a volte come i cattivi, altre volte come i
duri… Addirittura il quotidiano "El Mundo",
pubblicando la sua foto con la figlia, diceva che
Xabier Alegria (uno dei 20 arrestati e rappresentante
di Udalbiltza) era uno degli uomini forti del
movimento di liberazione nazionale ed effettivamente è
stato arrestato venendo presentato come il capo della
direzione dell'organizzazione armata ETA. Di fronte
questi fatti noi torniamo a constatare che i mezzi di
comunicazione svolsero già un ruolo distruttivo
durante tutto il periodo della tregua di ETA e
continuano ad avere una pratica giornalistica volta a
segnalare pubblicamente quali sono i militanti della
sinistra indipendentista che devono essere arrestati e
condotti in carcere. Di fatto i mezzi di comunicazione
nello stato spagnolo segnalano quali azioni
poliziesche si vanno a sviluppare in futuro (preparano
l'opinione pubblica).

4. Quello che si cerca di fare è illegalizzare di
fatto tutto l'insieme del movimento indipendentista
basco. Questo è l'obiettivo finale dello stato
spagnolo; che i militanti indipendentisti non possano
sviluppare la propria attività politica in libertà.
Per noi è un dato importante e che vogliamo mettere in
risalto. Questa operazione poliziesca si verifica
proprio subito dopo che Euskal Herritarrok abbia
diffuso la propria posizione politica rispetto alla
necessità di una strategia di una costruzione
nazionale basca negli ambiti che consideriamo
strategici: l'euskara (lingua basca), l'economia,
l'educazione. E sono stati proprio quei militanti che
lavorano in questi campi ad essere arrestati. Fatto
curioso o casuale? Questo significa la più assoluta
vigliaccheria politica da parte dello stato spagnolo,
che  ci potrà arrestare, torturare, disperdere ed
anche assassinare, ma è di fatto incapace di
comprendere che questo paese ha già da tempo deciso di
essere libero e che continua a lavorare per la
costruzione nazionale, continua ad aspirare alla
costruzione di uno status sovrano e democratico per
Euskal Herria.

5. Come ultima cosa, tre cose che è importante
segnalare. Primo, solo un mese fa dicemmo che il giro
di consultazioni del ministro Mayor Oreja con i
partiti politici era solo un mezzo per comunicare che
pensava realizzare delle operazioni contro la sinistra
indipendentista. Così fu, perché gli comunicò
esattamente che ci sarebbe stata una operazione
giudiziario-poliziesca aperta contro quello che egli
chiama la direzione di ETA nell'interno. Questo è
quello che è successo, sebbene la maggioranza dei
partiti politici hanno nascosto questo dato. Secondo,
un dato che dovrebbe almeno muovere alla riflessione
politica: le nostre sedi sono state assalite dalle
polizia sia durante che dopo la tregua, cioè sono
state assalite sia in assenza che in presenza della
lotta armata. Sembra che nella pratica dello stato
spagnolo non cambi molto se esista o meno la lotta
armata, visto che qui vengono assalite sedi di partiti
politici democratici sia che esista o non esista la
lotta armata. Terzo, torniamo a ribadire il nostro
appello al Partido Nacionalista Vasco ed a Eusko
Alkartasuna (gli altri partiti baschi): accettare le
regole del gioco democratico costituzionalista
spagnolo significa esattamente vivere in condizioni in
cui noi baschi vediamo sequestrati i nostri diritti
elementari da operazioni poliziesche, giudiziarie e da
"letture e riletture" di determinati diritti da parte
di tribunali evidentemente spagnoli. Ribadiamo
l'offerta che sempre abbiamo fatto. Euskal Herria
necessita urgentemente di costruire la pace e la
democrazia, questo significa fondamentalmente
mantenere un'alleanza tra le forze patriottiche e
progressiste di questo paese per giungere ad un nuovo
status. Qualsiasi altra alleanza serve solo a dare
copertura ad operazioni come quelle che abbiamo
vissuto stanotte. Questa è la più dura delle realtà.

Esigiamo la messa in libertà di tutti gli arrestati
(20) ed inviamo un abbraccio a loro ed ai loro
familiari, assieme alla nostra adesione a tutte le
mobilitazioni che sono state convocate.

EUSKAL HERRITARROK
Euskal Herria, 13 settembre 2000.


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