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(Fwd) CS 95-2000 - Liberia




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From:           	"Amnesty International" <press@amnesty.it>
To:             	stampa@amnesty.it
Date sent:      	Wed, 23 Aug 2000 16:39:47 +0000
Subject:        	CS 95-2000 - Liberia
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press@amnesty.it

LIBERIA: AMNESTY INTERNATIONAL SI APPELLA ALLE AUTORITA' 
AFFINCHE' VENGANO RILASCIATI QUATTRO GIORNALISTI 
DELLA CNN E CHANNEL 4 


David Barrie e Timothy John Lambon, britannici, Sorious Samura del
Sierra Leone e Gugulakhe Radhebe del Sud Africa, arrestati nella
capitale, Monrovia, il 18 agosto scorso, sono stati accusati di
spionaggio e complotto davanti alla Corte Penale A di Monrovia, reati
entrambi punibili con pene fino a 10 anni di carcere. 

Non essendo stati avvertiti dell'udienza, gli avvocati dei 
giornalisti non erano presenti in tribunale. Gli imputati si trovano 
attualmente nel Carcere Centrale della Monrovia in pessime condizioni 
di detenzione.   

All'indomani del loro arresto, i quattro giornalisti sono stati
accusati dal Ministro della Giustizia liberiano di aver pianificato
'la diffusione di informazioni false e tendenziose a potenze straniere
e alla comunita' internazionale in generale'. In una sua 
dichiarazione lo stesso Ministro li ha accusati di aver diffuso "dati
preconfezionati che implicano il governo liberiano nella questione del
commercio di diamanti e armi." 

Secondo il canale televisivo britannico Channel 4, i giornalisti non
solo avrebbero ricevuto il permesso da parte del Ministero di
Informazione liberiano di filmare nel Paese, ma avrebbero anche
"svolto attivita' puramente giornalistiche durante la loro permanenza
in Liberia".         

Secondo Amnesty International, i quattro giornalisti sono prigionieri
di coscienza arrestati esclusivamente per impedire indagini su
questioni politicamente sensibili. L'organizzazione chiede il loro
rilascio oppure, nel caso ci siano prove di reati penali, che venga
assicurato loro un processo equo e tempestivo e il pieno diritto a una
difesa in accordo con gli standard internazionali. 
FINE DEL COMUNICATO

Roma, 23 agosto 2000
Ufficio Stampa 
Amnesty International

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