[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
Notiziario contro la schiavitù n.2 del 8.8.2000 (terza serie)
Vi inviamo il fascicolo n. 2 (terza serie) dell'8 agosto 2000 del notiziario
"nei labirinti del silenzio", che il Centro di ricerca per la pace di
Viterbo viene pubblicando da circa vent'anni (sebbene con lunghi periodi di
latenza).
Stiamo anche raccogliendo pareri sulla miglior forma di diffusione di questo
notiziario, e sulla base dei suggerimenti che abbiamo già ricevuto saremmo
orientati per il futuro a chiedere agli amici di Peacelink, ed eventualmente
anche ad altri siti coerenti con i contenuti che proponiamo, di ospitare
continuativamente sulle loro pagine web questo notiziario (Peacelink offre
già una generosa ospitalità ai nostri materiali), così da limitarci in
futuro ad inviare alle e-mail dei singoli interlocutori interessati la
semplice notizia della pubblicazione e non l'intero notiziario (che
invieremmo integralmente solo a chi lo richiedesse esplicitamente)
rinviandoli per la lettura e l'uso ai luoghi che ci ospitano nella rete;
questo per evitare che l'invio di un lungo testo in attachment contribuisca
ad intasare i singoli computer dei nostri corrispondenti. Chi vuole, ci
faccia sapere cosa ne pensa.
E' ovvio che se desiderate non ricevere le nostre pubblicazioni vi preghiamo
di comunicarcelo e cesseremo immediatamente gli invii.
Cordialmente,
Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 8 agosto 2000
Recapito e-mail: nbawac@tin.it
__________________________
nei labirinti del silenzio
nuova serie, n. 2, 8 agosto 2000
responsabile: Peppe Sini
I. EDITORIALE: QUELLO CHE TUTTI SANNO
(DIALOGO DI GORKIJ E DI UN AMICO)
Ad esempio: abolire la schiavitù. Basterebbe un niente per far cessare la
schiavitù a fini di sfruttamento sessuale in Italia: invece di perseguitare
le vittime, le istituzioni applichino quanto previsto dall'art. 18 del Testo
Unico (già articolo 16 della legge 40/98), e liberino ed assistano tutte le
vittime: a tutte offrano assistenza, casa, sostegno economico, difesa da
rappresaglie, e questo non per benevolenza, ma come vero e proprio
risarcimento per le violenze da esse subite nel nostro paese. Ed al racket
ed ai suoi complici (dai consolati fino ai "clienti" di sesso schiavo) si
applichi quanto disposto dagli artt. 600-602 del Codice Penale concernenti
la schiavitù. Basterebbe un niente: salvare le vittime e colpire i
carnefici. Ed invece le istituzioni ancor oggi prevalentemente infieriscono
sulle vittime, e brindano cogli schiavisti.
Ad esempio: il carcere. Siamo onesti: la gran parte dei detenuti si trovano
in carcere solo perché poveri, o perché vittime di leggi ingiuste e di
procedure discriminatorie. Per mesi capi di partito (o di fondazioni, che
pare siano "l'ultimo grido" dello strangolamento della partecipazione
politica democratica in Italia), ciarloni di professione (che, secondo un
vecchio adagio, non vogliono che la mamma sappia che fanno i giornalisti
poiché la cara vecchina crede che suonino il piano in un bordello: ed in
effetti in molti casi non sapremmo dire che differenza c'è), e certi
parlamentari che su tutto hanno da dire la loro (e che meno ne sanno, tanto
più avvertono il bisogno di urlarlo) hanno esternato in lungo e in largo
sulla opportunità di un provvedimento di clemenza come giustamente richiesto
dal pontefice cattolico, e poi more solito non se ne è fatto nulla. Fermo
restando che un provvedimento legislativo di clemenza resta assolutamente
necessario ed urgente, sarebbe bene cominciare a fare qualcosa dal basso: ad
esempio gli enti locali democratici potrebbero intrecciare e promuovere più
intensi e limpidi e condivisi rapporti tra realtà territoriale e popolazione
detenuta costruendo alternative alla detenzione e sostenendo le attività e
gli incontri anche dentro gli istituti di pena; ad esempio si potrebbero
destinare risorse per inverare così le alternative alla detenzione già
previste dalla normativa vigente; ed ancora: ad esempio si potrebbe
garantire assistenza legale e sociale agli immigrati che il più delle volte
sono in carcere perché privi di ogni forma di assistenza (chi scrive ha
personalmente assistito a processi in cui dei poveri cristi venivano
condannati praticamente senza neppure riuscire a capire di cosa li si
accusasse, e senza che l'accusa venisse in alcun modo dimostrata:
l'amministrazione della giustizia come pratica dell'apartheid, in Italia,
oggi); ad esempio si potrebbe realizzare una politica dell'ente locale che
si opponga alle crudeli sciocchezze criminogene del DPR 309/90. Quante cose
Comuni e Province potrebbero fare, anche stante l'attuale quadro normativo.
E facendole potrebbero altresì premere su governo e Parlamento affinché
tanti ragazzi e tanti poveracci tornassero liberi e trovassero solidarietà
ed assistenza, affinché si lavorasse seriamente a promuovere alternative
giuste ed umane, affinché le finalità stabilite dalla Costituzione in
relazione alla pena si inverassero in pratiche adeguate di educazione,
reinserimento sociale e promozione di cultura, socializzazione e dignità.
Ad esempio: la pena di morte. Quando devono fare i pavoni ad uso delle
telecamere e si parla di paesi da cui ci separa almeno un mare o più catena
montuose, quasi tutti i governanti ed i parlamentari italiani si stracciano
le vesti di sdegno per la pena di morte nel mondo, barbarie delle barbarie:
e dicono bene. Poi, per dimostrare all'elettorato di essere veri uomini, una
schidionata di bei gesti di cui elenchiamo una caotica rappresentanza:
primo, un anno si mandano i parà a torturare i somali per la loro
ingratitudine verso colonialisti e dittatori amici (e naturalmente per non
perdere l'allenamento ogni tanto si assassina qualcuno anche in caserma);
secondo, un anno si fa la guerra, che in buona sostanza consiste
nell'infliggere la pena di morte senza processo a persone del tutto
innocenti scelte a caso dai bombardieri tra popoli cui viene affibbiata
collettivamente l'etichetta di reprobi poiché disturbano l'ordine mondiale
con la loro sofferenza di vittime di ingiustizie, razzismo e dittature e
democrature, di dittatori beninteso sovente longevi buoni amici e soci
fidati dei sordidi affari dei ricchi e potenti di casa nostra; terzo, in
questi giorni i deliri onnicidi e l'istigazione all'assassinio con mitra e
siluri (ma già nel '97 l'ordine era stato eseguito: speronando una bagnarola
di poveri cristi e facendo un eccidio). La pena di morte, bel tema per
esercitazioni retoriche.
Ad esempio: la dignità umana. I campi di concentramento che i nipotini di
Hitler hanno riaperto in Italia da due anni, sarà o no il caso di abolirli?
Le pratiche di respingimento e di riconsegna agli aguzzini dei poveracci che
fuggono in Italia per scampare alla morte, sarà o no il caso di denunciarle
come crimini contro l'umanità, e quindi cassarle dal nostro ordinamento? Il
delirante provvedimento amministrativo che impone la clandestinizzazione
coatta a persone che in Italia sono venute a vivere ed a lavorare
onestamente e proficuamente per sé e per noi, la follia dell'emissione a
raffica degli insensati e criminogeni provvedimenti di espulsione che hanno
come unico certo effetto di gettare le loro vittime nelle grinfie
dell'economia illegale e dei poteri criminali, di danneggiare gravemente la
fiducia nelle istituzioni e nella civile convivenza, di impedire l'accesso
ai pubblici servizi, di vulnerare sciaguratamente la democrazia, sarà il
caso che questo "delirio del cartellino rosso" come supremo regolatore delle
relazioni sociali cessi una buona volta?
Ad esempio: le armi. Lo sapeva già Omero: da se stesse le armi tentano gli
uomini (da qualche parte nel XIX dell'Odissea). Ci vuole tanto a capire che
occorre smettere di produrle? Che occorre proibirne ogni uso e commercio,
che occorre sequestrare e distruggere tutte quelle che si trovano? Che meno
armi circolano e meno omicidi ci sono? Che se non si realizza una politica
rigorosamente disarmista, i poteri criminali saranno sempre più forti, le
guerre non cesseranno mai, l'apocalissi ci strangolerà tutti? Ancora attendo
di vedere un governo che su questo si impegni; ancora attendo di vedere un
ente locale che sul suo territorio pratichi una politica contro le armi (e
sarebbe possibile farla, anche senza alcuna modifica del quadro normativo
vigente).
Ma tu, caro il mio Gorkij, sempre sei così amaro? Già.
II. MATERIALI
* Lettera aperta al Presidente della Repubblica del 24 febbraio 2000
Occorre abolire subito i campi di concentramento tragicamente in funzione
oggi in Italia
Signor Presidente,
le forti giuste parole di condanna delle ideologie dell'odio che Lei ha
pronunciato a Trieste , e l'omaggio reso alle vittime della violenza e del
razzismo, Le fanno onore e La impegnano.
Poiché tali parole, tale impegno, devono valere altresì per l'oggi.
Ed oggi purtroppo in Italia esistono dei cosiddetti "Centri di permanenza
temporanea e assistenza" (istituiti e così definiti dall'art. 12 della legge
40/98, ora art. 14 del Testo Unico sull'immigrazione D. Lgs. 286/98) che
sono a tutti gli effetti sotto il profilo giuridico ed amministrativo dei
campi di concentramento. In essi sono recluse persone immigrate che non sono
imputate di alcun reato, persone che vengono private della libertà personale
in violazione dei princìpi fondamentali dello stato di diritto e della
democrazia.
Questi "centri di permanenza temporanea" sono strutture palesemente
antigiuridiche ed incostituzionali.
Occorre che questi "centri", luoghi di dolore e di barbarie, luoghi visitati
dalla più atroce delle morti, siano aboliti. Che siano aboliti per
ripristinare la vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana. Che
siano aboliti per ripristinare il rispetto dei diritti umani. Che siano
aboliti in nome dello stato di diritto e della democrazia, della civiltà
giuridica e del senso di umanità. Che siano aboliti proprio per quei
princìpi che Lei ha solennemente riaffermato in questi giorni di contro al
razzismo, di contro alle ideologie dell'odio, di contro alla disumanità.
Signor Presidente,
faccia un passo ufficiale in tal senso. La medesima legge 40/98, ed il
conseguente Testo Unico, in altre sue parti (di segno opposto all'art. 14)
prevedono ad esempio l'istituzione di veri e necessari "centri di
accoglienza" in cui le persone immigrate in condizioni di difficoltà siano
assistite senza essere private della libertà (art. 40 del Testo Unico); si
cassi pertanto l'incostituzionale art. 14 e si potenzi quanto previsto
dall'art. 40.
Signor Presidente,
faccia sentire la sua voce, chieda a governo e Parlamento un impegno
coerente col dettato costituzionale e con quei diritti umani che così
solennemente ed opportunamente Lei ha riaffermato a Trieste.
Distinti saluti,
Viterbo, 24 febbraio 2000
* Lettera aperta al Ministro dell'Interno del 25 luglio 2000
Proposta di prevedere la formazione e l'addestramento ai valori, le
strategie e le tecniche della nonviolenza per tutti gli operatori pubblici
addetti alla pubblica sicurezza
Signor Ministro,
la crescita della violenza va contrastata nel modo più rigoroso e coerente:
ovvero promuovendo quanto più possibile la nonviolenza.
La nonviolenza, intervento attivo per promuovere diritti e dignità di tutti
La nonviolenza è il portato delle scelte assiologiche e giuriscostituenti
inscritte nei princìpi fondamentali della Costituzione della Repubblica
Italiana.
La nonviolenza è l'applicazione dei princìpi etici e giuridici promulgati
dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
La nonviolenza è proposta operativa fondamentale e fondante per la civile
convivenza in un'epoca, come quella attuale, di grandi conflitti, di grandi
opportunità evolutive come di immani pericoli di regresso e catastrofe.
La nonviolenza ovviamente non è passività, ma opposizione alla violenza la
più nitida, intransigente ed efficace; non è un sottrarsi ai conflitti ed
alle situazioni di crisi, ma un farvi fronte e gestirli con chiaroveggenza
ed energia affinché essi producano acclaramento e ricomposizione, evolvano
in esiti di maggiore giustizia, di maggiore umanizzazione; la nonviolenza
non è contemplazione atterrita o inerme ritrarsi, ma presenza viva e
operante per affermare sempre ed ovunque, e quindi in primo luogo ove più
occorra, la dignità della persona e i diritti umani; la nonviolenza è il
dispiegarsi del principio di legalità in quanto esso fonda la convivenza e
difende e promuove i diritti di tutti.
Una proposta pratica: formare e addestrare tutto il personale addetto alla
pubblica sicurezza ai valori, le strategie e le tecniche della nonviolenza
E' necessario che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza conosca
e sia in grado di utilizzare nello svolgimento delle sue mansioni le
tecniche, le strategie, i valori, e dunque le acquisizioni e gli strumenti
conoscitivi, ermeneutici ed operativi della nonviolenza.
E' infatti assai penoso che proprio le persone che, per il lavoro di
altissima responsabilità che svolgono, più hanno bisogno di disporre di una
formazione, un addestramento ed una strumentazione (teorica ed applicativa)
adeguati a difendere e promuovere sicurezza, convivenza, rispetto dei
diritti delle persone tutte, proprio queste persone siano private di una
opportunità formativa massimamente adeguata all'incombenza che la legge e le
istituzioni loro attribuiscono.
E' assurdo che proprio quegli operatori dei pubblici servizi che devono
intervenire in situazioni di massima crisi ed emergenza, non abbiano a
disposizione gli strumenti più adatti alla bisogna: le tecniche operative,
le strategie comunicative, gli strumenti interpretativi, i valori di
riferimento che la nonviolenza propone.
E', quello qui segnalato, un paradosso gravido di conseguenze pericolose: è
un paradosso che deve cessare. Si ponga rimedio istituendo al più presto la
prassi e l'obbligatorietà della formazione e dell'addestramento alla
nonviolenza per tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.
Beninteso: questa non è una panacea, ma senza ombra di dubbio costituirebbe
un contributo di grande valore e di sicura utilità.
Benefiche ricadute
Non vi è dubbio, infatti, che la formazione e l'addestramento alla
nonviolenza per il personale addetto alla difesa e promozione della
sicurezza e dei diritti di tutti avrebbe immediati effetti benefici sia per
i lavoratori destinatari di tale formazione e addestramento, sia per gli
utenti tutti del loro intervento, includendo tra gli utenti anche le persone
oggetto dei loro interventi: persone che anche quando commettono crimini e
pertanto debbono essere perseguiti e puniti ai sensi di legge, restano
comunque esseri umani ed in quanto tali non possono essere fatti oggetto di
trattamenti degradanti, di minacce, di violenze e lesioni.
La Costituzione è chiara: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo" (art. 2); non sono ammessi "trattamenti contrari al
senso di umanità" (art. 27, comma secondo); e naturamente "non è ammessa la
pena di morte" (art. 27, comma quarto).
La nonviolenza, è una constatazione empirica e non un'asserzione ideologica
o fideistica, degnifica le parsone che vengono in contatto con essa; la
conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori e concetti, come delle sue
strategie comunicative e delle sue tecniche relazionali, umanizza le persone
e i rapporti, adegua l'agire a valori e fini che sono quelli fondanti la
civiltà giuridica, che sono quelli sanciti dalla Costituzione, che sono i
valori ed i fini che rendono degna la vita e civile la convivenza.
A tutti andrebbe garantita, fin dalle scuole di base, la conoscenza e la
formazione alla nonviolenza; ebbene, che si cominci intanto a mettere questo
patrimonio di risorse a disposizione almeno di chi, per il lavoro che
svolge, più ne ha bisogno.
Che le istituzioni democratiche si adoperino affinché proprio nelle
situazioni in cui di contrastare la violenza si tratta, si abbia a
disposizione la ricchezza di strumenti teorici e pratici che la nonviolenza
offre.
Signor Ministro,
le saremmo grati se, preferendo riconoscersi nella Costituzione della
Repubblica Italiana e nella civiltà giuridica, anziché nelle correnti
obbrobriose ideologie della violenza, del delirio, della barbarie, lei
volesse prendere in considerazione tale proposta e farne oggetto di un
intervento operativo in forma o di decreto, o di disegno di legge da
proporre con la maggior tempestività all'organo legislativo.
Distinti saluti,
Viterbo, 25 luglio 2000
* Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro
dei Trasporti del 26 luglio 2000
Una semplice proposta: togliere ai poteri criminali schiavisti il monopolio
del servizio di trasporto pubblico lungo la rotta Albania-Italia
Egregi signori,
consentiteci di trasmettervi queste franche considerazioni.
Forse sarebbe opportuno considerare che la pretesa di condurre una guerra
contro l'immigrazione di persone disperate non può che provocare vittime
innocenti.
Forse sarebbe opportuno considerare che quelle persone disperate che fuggono
dalla morte, dalle torture, dalla fame "frusta dei popoli", sarebbe bene
accoglierle ed assisterle, non cacciarle nelle grinfie degli schiavisti e
degli assassini.
Forse sarebbe bene uscire dalla sindrome della fortezza assediata e fare una
politica internazionale che tenga conto della compiuta unificazione del mondo.
Forse sarebbe bene cercar di salvare delle vite umane, invece di sopprimerle.
Sarebbe bene che fossero le istituzioni italiane, e non gli imprenditori
criminali, a gestire i trasporti nel canale d'Otranto e ad avere la concreta
gestione della politica italiana per l'immigrazione.
Avere di fatto subappaltato al racket in forma monopolistica il trasporto
pubblico di persone tra Albania ed Italia, e peggio: aver delegato al racket
la gestione della vita (e della morte) di tanti esseri umani, è una colpa
che come italiani non potremo mai perdonarci.
Occorre porre rimedio, nell'unico modo ragionevole e legittimo:
- riconquistando all'ordinamento giuridico ed alla pubblica amministrazione
il compito di accogliere ed assistere donne e uomini costretti all'esilio;
- difendendo davvero con tutte le nostre forze i diritti umani di tutti;
- contrastando il racket schiavista con strumenti efficaci: liberare tutte
le persone dal dramma della clandestinità; liberare ed assistere tutte le
persone in condizione di schiavitù;
- sequestrare e distruggere tutte le armi che sia possibile, e fermarne la
produzione e il traffico;
- sequestrare e confiscare e destinare a fini di utilità sociale tutte le
ricchezze dei mafiosi;
così e con analoghi interventi si può sconfiggere un racket forte
soprattutto dell'inadeguatezza e talvolta addirittura dell'insensataggine
dell'intervento pubblico.
Non servono guerre: serve umanità e legalità, serve umana solidarietà con i
perseguitati ed i fuggiaschi, serve una politica dell'accoglienza e
dell'assistenza per chi più ha bisogno di aiuto.
Siamo onesti: per contrastare davvero il traffico di esseri umani gestito
attualmente dal racket, è necessario consentire l'ingresso legale in Italia
di chi lo desidera e ne ha bisogno, ed a tutti gli immigrati offrire la
protezione delle leggi. E solo facendo questo si può anche efficacemente
condurre la lotta contro le mafie che oggi arricchiscono gestendo esse (ed
in regime monopolistico, e con la ferocia orribile che le connota) un
servizio di trasporto, nella effettuale latitanza, e stolta e pusillanime,
dello stato di diritto.
Vi pregheremmo di pensarci.
Distinti saluti,
Viterbo, 26 luglio 2000
III. NOTIZIARIO
* Il "Centro di ricerca per la pace" sta realizzando e diffondendo nella
rete telematica due notiziari specifici: "Campagna contro la schiavitù in
Italia: materiali di lavoro" e "Un uomo, un voto [notiziario per l'immediato
riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutti gli
stranieri regolarmente residenti in Italia]". Diffusi per e-mail, chi
volesse riceverli può farcene richiesta.
* Il 24 settembre marcia per la nonviolenza da Perugia ad Assisi, promossa
dai movimenti nonviolenti: per informazioni, per aderire e partecipare,
contattare: "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
045/8009803; e-mail: azionenonviolenta@sis.it.
IV. RIFERIMENTI UTILI
* Siti internet sull'immigrazione [estratti dalla rubrica di Giovanni
Ruggeri, "Siti internet", in "Rocca" n. 15 del primo agosto 2000]:
http://www.un.org/esa/population/migration.htm
http://www.unhcr.ch/refworld/welcome.htm
http://www.affarisociali.it/servizi/integrazione/link/siti.htm
http://www.provincia.torino.it/xatlante/0nws.htm
http://www.cestim.org/index1.html
http://www.ismu.org
http://www.migrazioni.romagiubileo.it/ita/starter.html
http://www.stranieri.it
http://www.stranieriinitalia.com
http://www.ecn.org/macondo/index3.html
http://www.freeweb.org/volontariato/betania/
http://www.uniti-onlus.it
* Siti internet sulla globalizzazione [estratti dalla rubrica di Giovanni
Ruggeri, "Siti internet", in "Rocca" n. 16-17 del 15 agosto-primo
settembre2000]:
http://www.oneworld.org/liaison/it
http://www.retelilliput.it
http://www.unimondo.org/sdebitarsi/home.html
http://www.solidar.org
http://www.cisl.it
http://www.ciaoweb.net/cislbusto/Seattle/
http://www.saveriani.bs.it/missioneoggi/index.html
http://www.ilmanifesto.it/Monde/Diplo/global/home.html
http://www.warwick.ac.uk/fac/soc/CSGR/
http://www.globalize.org
http://cwis.kub.nl/globus
http://www.wri.org
V. PROFILI
* Michel Foucault
Profilo biografico: filosofo francese (Poitiers 1926 - Parigi 1984). Critico
delle istituzioni e delle ideologie della violenza e della repressione.
Opere di Michel Foucault: Storia della follia nell'età classica, Rizzoli;
Raymond Roussel, Cappelli; Nascita della clinica, Einaudi; Le parole e le
cose, Rizzoli; L'archeologia del sapere, Rizzoli; L'ordine del discorso,
Einaudi; Io, Pierre Rivière..., Einaudi; Sorvegliare e punire, Einaudi; La
volontà di sapere, Feltrinelli; L'uso dei piaceri, Feltrinelli; La cura di
sé, Feltrinelli. Cfr. anche i tre volumi di Archivio Foucault. Interventi,
colloqui, interviste, Feltrinelli. In italiano sono stati pubblicati in
volume anche molti altri testi e raccolte di interventi di Foucault, come
Malattia mentale e psicologia, Cortina; Questa non è una pipa, Serra e Riva,
Scritti letterari, Feltrinelli; Dalle torture alle celle, Lerici; Taccuino
persiano, Guerini e associati; e varie altre raccolte di materiali,
trascrizioni di conferenze, seminari. Opere su Michel Foucault: tra le molte
disponibili segnaliamo Stefano Catucci, Introduzione a Foucault, Laterza;
Vittorio Cotesta, Linguaggio, potere, individuo, Dedalo; Hubert L. Dreyfus,
Paul Rabinow, La ricerca di Michel Foucault, Ponte alle Grazie; Didier
Eribon, Michel Foucault, Flammarion; François Ewald, Anatomia e corpi
politici. Su Foucault, Feltrinelli; José G. Merquior, Foucault, Laterza;
Judith Revel, Foucault, le parole e i poteri, Manifestolibri; Paolo
Veronesi, Foucault: il potere e la parola, Zanichelli (utile antologia).
* Hans Jonas
Profilo biografico: Hans Jonas è nato a Mönchegladbach nel 1903, è stato
allievo di Heidegger e Bultmann, è uno dei massimi specialisti dello
gnosticismo. Nel 1933 si è trasferito dapprima in Inghilterra e poi in
Palestina, dal 1949 ha insegnato in diverse università nordamericane,
dedicandosi a studi di filosofia della natura e di filosofia della tecnica.
E' uno dei punti di riferimento del dibattito bioetico. Al suo "principio
responsabilità" si ispirano riflessioni e pratiche ecopacifiste, della
solidarietà, dell'etica contemporanea. E' scomparso nel 1993. Opere di Hans
Jonas: sono fondamentali Il principio responsabilità, Einaudi, Torino 1993;
la raccolta di saggi filosofici Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il
Mulino, Bologna 1994; Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino 1997;
Organismo e libertà, Einaudi, Torino 1999; una raccolta di tre brevi saggi
di autobiografia intellettuale è Scienza come esperienza personale,
Morcelliana, Brescia 1992. Si vedano anche Il concetto di Dio dopo
Auschwitz, Il melangolo, Genova 1995, e La filosofia alle soglie del
Duemila, Il melangolo, Genova 1994. Un utile libro di interviste e
conversazioni è Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000. Opere su Hans
Jonas: si veda la parte su Jonas in AA. VV., Etiche della mondialità,
Cittadella, Assisi 1996, e la bibliografia critica lì segnalata. Per un
profilo sintetico ed una ampia nota bibliografica, cfr. anche Giovanni
Fornero, Jonas: la responsabilità veso le generazioni future, nella Storia
della filosofia fondata da Nicola Abbagnano, volume decimo, Tea, Milano 1996.
* Vandana Shiva
Profilo biografico: scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti
istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni
Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa
dell'ambiente e delle culture native, è oggi tra i principali punti di
riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli,
di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia
di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti
pericolosissimi. Opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi,
Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995.
* Renate Siebert
Profilo biografico: sociologa di origine tedesca, nata a Kassel nel 1942,
allieva di Theodor W. Adorno, vive e lavora nell'Italia meridionale, dove
insegna Sociologia del mutamento presso l'Università di Calabria. Opere di
Renate Siebert: oltre a Frantz Fanon e la teoria dei rapporti tra
colonialismo e alienazione, Feltrinelli, Milano 1970, e ad Interferenze,
Feltrinelli, Milano 1979 (in collaborazione con Laura Balbo), tra le opere
recenti segnaliamo: E' femmina però è bella, Rosenberg & Sellier, Torino
1991; Le donne, la mafia, Il Saggiatore, Milano 1994 (poi Est, 1997); La
mafia, la morte e il ricordo, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; Mafia e
quotidianità, Il Saggiatore, Milano 1996; Andare ancora al cuore delle
ferite, La Tartaruga, Milano 1997 (intervista ad Assia Djebar); Cenerentola
non abita più qui, Rosenberg & Sellier, Torino 1999.
* Giulio Vittorangeli
Profilo biografico: nato a Tuscania (VT) il 18/12/1953, impegnato nei
movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarietà internazionale. E' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio, ed è impegnato in alcuni progetti di solidarietà concreta. Opere di
Giulio Vittorangeli: suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi
convegni da lui stesso promossi: tra più recenti di tali convegni di cui
sono stati pubblicati i materiali segnaliamo quello su Primo Levi, testimone
della dignità umana, tenutosi a Bolsena nel maggio 1998, quello su La
solidarietà nell'era della globalizzazione, tenutosi a Celleno nel luglio
1998, quello su I movimenti ecopacifisti e della solidarietà da soggetto
culturale a soggetto politico, tenutosi a Viterbo nell'ottobre 1998; quello
su Rosa Luxemburg, tenutosi a Viterbo nel maggio 1999. Per anni ha curato
una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarietà sul
settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le
pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarietà". Non ci
risultano raccolte di suoi scritti in volume. Indirizzi utili: Associazione
Italia-Nicaragua, via Petrella 18, 01017 Tuscania (VT).
VI. LETTURE
* AA. VV., Gli istituti e i centri internazionali di ricerca per la pace,
Movimento Internazionale per la riconciliazione-Beati i costruttori di pace,
Padova 2000, s.i.p.: un repertorio assai utile, richiedibile a:
mirsezpd@libero.it, o a: beati@libero.it.
* AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace,
Anppia-Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999, lire 10.000: ventidue
profili biografici di altrettanti testimoni di pace. Da leggere e meditare.
* AA. VV., L'utopia di Dio. Le sfide del giubileo biblico, Federazione delle
chiese evangeliche in Italia, Unione italiana delle chiese cristiane
avventiste del settimo giorno, Roma 2000, diffuso gratuitamente in
supplemento al settimanale "Avvenimenti": chi scrive queste minime
segnalazioni vi invita caldamente a leggere questo opuscolo.
* Amici di Tolstoj, Nonviolenza duemila. Ahimsa, non resistenza, pacifismo.
Manuale interattivo con antologia, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi 2000,
lire 8.000: raccolta di materiali un po' caotica, ma utile; per richieste e
per contatti con il gruppo di ricerca "Amici di Tolstoj": c/o Gloria
Gazzeri, tel. 06/8125697.
* "Azione nonviolenta", rivista mensile del Movimento Nonviolento,
redazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 045/8009803, e-mail:
azionenonviolenta@sis.it, abbonamento annuo lire 40.000: indispensabile.
* Ernesto Balducci, Educazione come liberazione, Libreria Chiari, Firenze
1999, lire 32.000: curata da Andrea Cecconi, una raccolta di scritti
sull'educatore e il sacerdote dell'indimenticabile padre Balducci.
* "Carta", mensile dei movimenti critici, antagonisti e di solidarietà, esce
in supplemento al quotidiano "Il manifesto"; e-mail: carta@carta.org
* "Cobas. Giornale dei comitati di base della scuola", tel. 06/77206060,
e-mail: mail@cobas-scuola.org
* Paolo Crepet, Le dimensioni del vuoto (I giovani e il suicidio); Idem,
Cuori violenti (Viaggio nella criminalità giovanile); Idem, Solitudini
(Memorie di assenze); tutti riediti recentemente in edizione economica da
Feltrinelli, Milano: segnaliamo questi tre libri disponibili ora a poco
prezzo (rispettivamente a 13.000, 12.000, 11.000 lire) per la finezza di
analisi e perché possono costituire un aiuto a persone in difficoltà.
* "Critica liberale", periodico mensile, redazione in via d'Ascanio 23,
00186 Roma, tel. e fax 06/6867981, amministrazione in via Matteo Boiardo 17,
00185 Roma, un numero costa lire 3.000: una rivista di grande interesse.
* "Democraziapopolare", redazione: via Tommaso Arcidiacono 3, 00143 Roma,
e-mail: democraziapopolare@tiscalinet.it: è appena uscito il numero zero.
* Elèuthera, casa editrice libertaria, tel. 02/26143950, e-mail
eleuthera@tin.it: ha pubblicato libri bellissimi ed utilissimi, tra cui i
classici indispensabili testi di Murray Boockchin.
* "Fondazione", trimestrale della Fondazione internazionale Lelio Basso per
il diritto e la liberazione dei popoli, tel. 06/68801468, e-mail: filb@iol.it
* "Gaia", periodico trimestrale, redazione centrale presso l'Ecoistituto del
Veneto "Alex Langer", viale Venezia 7, 30171 Mestre (VE), tel. e fax
041/935666, e-mail: info@ecoistituto.veneto.it, abbonamento annuale lire
30.000: rivista ambientalista e nonviolenta molto bella e ricca di proposte.
* Vittorio Giacopini, Una guerra di carta. Il Kosovo e gli intellettuali,
Elèuthera, Milano 2000, lire 20.000: le supponenti e quasi sempre sconce ed
infami produzioni di parole e sofismi dei cosiddetti "opinionisti" italiani
(in altri tempi si chiamavano vati, ma si sa, il mondo si laicizza e la
poesia svanisce), nei salotti e con l'elmetto, mentre l'Italia contribuiva
alle stragi nei Balcani, e molti di costoro discettando amabilmente
contribuivano ad alimentare il consenso alle stragi. Cose tristi, da non
dimenticare.
* Giovanni Paolo II, "Pace in terra agli uomini, che Dio ama!". Messaggio
per la celebrazione della giornata mondiale della pace, 1° gennaio 2000,
Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2000, lire 1.500: edizione in
opuscolo, da leggere.
* Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999, lire 5.000: in
questo opuscolo edito dal Cipax il grande filosofo e teologo della
liberazione ripercorre i temi della proposta della rivoluzione gandhiana.
* "Gli altri", periodico di tutti gli emarginati, fondato da Rosanna Benzi,
trimestrale, redazione: salita superiore della noce 39/B, 16131 Genova, tel.
e fax 010/355414, e-mail: glialtri@publinet.it, abbonamento ordinario lire
18.000, sostenitore lire 25.000: vorremmo chiedere a tutti coloro che ci
leggono di abbonarsi tutti, per continuare nell'impegno di Rosanna.
* Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano 2000, lire 19.900: in
edizione economica la summa sul Novecento del grande storico marxista.
* "Humanitas" n. 1, febbraio 1999, monografico su Sergio Quinzio, le domande
della fede: segnaliamo questa raccolta di scritti su e di Quinzio a tutti i
lettori del grande biblista scomparso qualche anno fa. Per richieste: tel.
03046451.
* "Il foglio", mensile di alcuni cristiani torinesi, redazione: via Assietta
13/A, 10128 Torino, amministrazione: c/o Bodrato, via Boston 60, 10137
Torino, una copia lire 3.000, abbonamento annuale lire 30.000: otto pagine
da leggere dalla prima all'ultima riga.
* "Il giornale della natura", mensile dei consumi etici e ecologici,
redazione: via Angera 3, 20125 Milano, tel. 02/67574301, e-mail:
stampanatura@mclink.it
* La Piccola Editrice, via Roma 5, 01020 Celleno (VT), tel. e fax
0761/912591, e-mail: cen.am.pe.@pronet.it: particolarmente impegnata nella
solidarietà con i popoli dell'America Latina, ha pubblicato libri
fondamentali della teologia della liberazione, di movimenti, di esperienze e
di intellettuali critici latinoamericani.
* Serge Latouche, La sfida di Minerva, Bollati Boringhieri, Torino 2000,
lire 26.000: libro da leggere ma meno interessante di altri precedenti
dell'autore, molto buoni.
* "L'emigrato", mensile su emigrazione e immigrazione in Italia e in Europa,
via Torta 14, 29100 Piacenza, tel. e fax 0523/330074, e-mail:
riv.emigrato@altrimedia.it, abbonamento annuo lire 35.000: la storica
rivista curata dai missionari scalabriniani, giunta al novantasettesimo anno
di pubblicazione, utilissima.
* "Le monde diplomatique", mensile, edizione italiana in supplemento al
quotidiano "Il manifesto"; redazione italiana: Angela Pascucci, tel.
06/68719453, e-mail: apascucc@ilmanifesto.it; in rete:
http://www.monde-diplomatique.fr
* "L'Italia democratica", periodico dell'omonimo movimento della società
civile fondato da Nando dalla Chiesa, tel. 02/89421496, e-mail:
tistou@tin.it, abbonamento annuale lire 20.000: solo quattro pagine, molto
interessanti.
* Amin Maalouf, L'identità, Bompiani, Milano 1999, lire 16.000: una
riflessione del grande romanziere libanese residente in Francia contro ogni
integralismo e razzismo, il titolo originale francese suona "Le identità
assassine".
* Massari Editore, c. p. 144, 01023 Bolsena (VT), tel. e fax 0761/799831,
e-mail: erre.emme@enjoy.it: uno straordinario catalogo di libri del pensiero
critico e rivoluzionario, una casa editrice da sostenere.
* Lidia Menapace, Il papa chiede perdono. Le donne glielo accorderanno?, Il
dito e la luna, Milano 2000, lire 8.000: un opuscolo di Lidia Menapace,
della quale siamo in moti ad attendere che qualche editore o università o
istituto di ricerca raccolga in uno o più tomi una corposa selezione di
opere scelte: dalla Resistenza ad oggi Lidia Menapace è una delle figure più
belle e delle voci più necessarie.
* "Messaggero cappuccino", bimestrale d'informazione dei cappuccini
bolognesi-romagnoli, tel. 0542/40265, e-mail: fraticappuccini@imolanet.com
* "Nigrizia", il mensile dell'Africa e del mondo nero, rivista mensile dei
missionari comboniani, redazione: vicolo Pozzo 1, 37129 Verona, tel.
045/596238, e-mail: redazione@nigrizia.it; in rete: www.nigrizia.it: una
fonte d'informazione insostituibile.
* "Notiziario CDP", notiziario del Centro di Documentazione di Pistoia, tel.
e fax 0573/20199, e-mail: giorlmima@tin.it: un punto di riferimento
essenziale; chi non lo conosce, di cosa si è occupato negli ultimi trent'anni?
* Giampaolo Paticchio, Ernesto Balducci. Per la pace necessaria, Accademia
degli Incolti, Roma 2000 (seconda edizione), lire 20.000: uno studio che
espone ed analizza alcuni temi cruciali del pensiero di Balducci.
* "Quelli che solidarietà", bollettino bimestrale del circolo di Viterbo
dell'Associazione Italia-Nicaragua, redazione c/o Giulio Vittorangeli, via
Petrella 18, 01017 Tuscania (VT), tel. 0761/435930: richiedibile gratuitamente.
* "Rocca", rivista quindicinale della Pro Civitate Christiana di Assisi, c.
p. 94, 06081 Assisi (PG), tel. 075/813641, 075/813231, e-mail:
rocca@cittadella.org
* "Roma Caritas", mensile della Caritas di Roma, redazione: piazza S.
Giovanni in Laterano 6, Roma, tel. 06/69886417.
* Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Feltrinelli, Milano
1999, lire 13.000: una buona ricostruzione dall'interno del movimento,
partecipata e lucida.
* "Rosso notizie", periodico dell'Associazione culturale Punto Rosso, via
Morigi 8, 20123 Milano, tel. 02/874324, e-mail: puntorosso@tiscalinet.it, in
rete: http://www.puntorosso.it
* Giuliana Sgrena (a cura di), La schiavitù del velo, Manifestolibri, Roma
1999, lire 12.000: edizione economica di un libro di "voci di donne contro
l'integralismo islamico" da leggere assolutamente.
* "Solidarietà", redazione: via Belenzani 58, Trento, tel. e fax
0461/983626, abbonamento annuale lire 30.000.
* George Steiner, La nostalgia dell'assoluto, Bruno Mondadori, Milano 2000,
lire 16.000: è la riedizione di un ciclo di conferenze radiofoniche del 1974
del grande intellettuale.
* Gino Strada, Pappagalli verdi. Cronache di un chirurgo di guerra,
Feltrinelli, Milano 2000, lire 11.000: già in edizione economica il libro
del '99 di Strada, chirurgo di guerra e fondatore di "Emergency",
l'associazione umanitaria di solidarietà con le vittime di guerra e delle
mine antiuomo, cui sono devoluti i diritti d'autore del libro.
* Francesco Susi (a cura di), Come si è stretto il mondo, Armando, Roma
1999, lire 38.000: l'educazione interculturale in Italia e in Europa:
teorie, esperienze e strumenti, con buone bibliografie ed un utile
repertorio di risorse in internet.
* Alain Touraine, Come liberarsi del liberismo, Il Saggiatore, Milano 2000,
lire 22.000: utile compendio la pars destruens, fiacca la pars construens.
* "UCT. Uomo -Città - Territorio", redazione: via dietro le mura b 5, 38100
Trento, tel. e fax 0461/983496, abbonamento annuo lire 50.000.
* Annette Wieviorka, Auschwitz spiegato a mia figlia, Einaudi, Torino 1999,
lire 10.000: da leggere tutto, di un fiato.
nei labirinti del silenzio
notiziario promosso dal Centro di ricerca per la pace
str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532