Referendum:La denuncia di Don Vitaliano



Referendum: La denuncia di Don Vitaliano: Nella chiesa clima di terrore


''Nella Chiesa italiana, dopo l'invito all'astensione del presidente della
Cei, ipocritamente definito 'un consiglio e non un'imposizione', si è
creato un clima di vero terrore e di repressione contro chi si sta
esprimendo per il proprio diritto, come cittadino, ad andare a votare''.
E' questa la protesta di Don Vitaliano Della Sala, il parroco irpino,
attualmente sospeso a divinis fino ad agosto, annuncia che andra' a votare,
ma si asterra' dal partecipare agli ultimi giorni di campagna referendaria.
''Sarei stato felicissimo di partecipare al dibattito sui referendum da voi
organizzato per oggi nel quale avrei potuto esprimere liberamente il mio
pensiero e confrontarmi con voi - scrive ai rappresentanti della Comunità
di base di Napoli che lo avevano invitato ad un incontro al Maschio
Angioino - ma devo comunicarvi che non potrò essere presente''. ''E non per
motivi di salute o per altri impegni - aggiunge - ma perche' dopo le
minacce e la repressione da parte delle autorita' ecclesiastiche nei
confronti di tanti confratelli, tra i quali don Andrea Gallo di Genova,
redarguiti e puniti semplicemente per aver dichiarato la loro intenzione di
recarsi alle urne, ho paura di esprimere pubblicamente il mio orientamento
circa il voto al referendum''. ''Come sapete - aggiunge - sono già
abbastanza 'punito' per permettermi di ricevere ulteriori restrizioni
canoniche. Purtroppo tutto questo è vergognosamente antievangelico. La
libertà di coscienza e la difesa del diritto civico di esprimere
liberamente le proprie posizioni circa i referendum dovrebbero essere
tutelate e garantite sempre. Per noi preti non è così e ogni volta che come
cittadini siamo chiamati ad esprimerci su qualche referendum, la
repressione e' smisurata e sproporzionata, e provoca decine di ''vittime',
come è avvenuto in passato''.
''E' evidente - conclude Don Vitaliano Della Sala - che si usano due pesi e
due misure: scatti di carriera per quei preti che si allineano e per chi fa
propaganda gradita alle gerarchie, restrizioni, repressione e punizioni per
chi esprime liberamente il proprio pensiero. Contro questo diverso
trattamento i cattolici dovrebbero avere uno scatto di dignita'; e
dovrebbero protestare con i propri vescovi, contro l'accanimento che questi
mettono in atto nei confronti di chi dissente o di chi rivendica il diritto
ad esprimersi liberamente''.

6 giugno 2005

www.prcpalata.org

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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA