un raggio di luce nelle tenebre (P. S. 2)



Title: un raggio di luce nelle tenebre (P. S. 2)
https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg00588.html
https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg00605.html

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Migliaia di soldati USA si oppongono alla guerra contro l¹Iraq
Intervista a Maritza Castillo, madre di Camilo Mejía, il primo soldato che si è rifiutato di andare in guerra in Iraq.

www.resistenze.org - popoli resistenti


da: www.rebelion..org - 22/12/2004 - http://www.rebelion.org/noticia.php?id=9138


Intervista realizzata da Omar Sierra, del Circolo Bolivariano "Prof.Alberto Lovera" di New York - Cbalbertoloverayahoo.com


"Sono stato testimone della sofferenza di un popolo il cui paese è in rovina e che in più è umiliato da requisizioni, pattugliamenti e coprifuochi da un esercito d¹occupazione... la mia esperienza in questa guerra mi ha cambiato per sempre" Sergente Camilo Mejía.






C¹incontriamo nello stesso caffè a Manhattan, New York, dove alcuni mesi fa il sergente Camilo Ernesto Mejía scrisse il suo manifesto di 53 pagine, dichiarandosi Obiettore di Coscienza, trasformandosi in questo modo nel primo veterano dell'Iraq a rifiutare pubblicamente il ritorno in guerra e scatenando con ciò una tempesta politica sull'illegalità di questa guerra criminale.

La madre di Camilo, la signora Maritza Castillo, si trova qui per denunciare la situazione disperata di giovani umili come suo figlio, che si vedono costretti a partecipare a questa guerra disumana per soddisfare le ansie di potere del gruppo che attualmente dirige i destini di questa nazione. In questo contesto comincia l'intervista.


Mi racconti un pò da dove venite, lei e Camilo. Camilo è nato negli Stati Uniti?

* No. Camilo nacque in Nicaragua, dove io vivevo con suo padre. Il padre di Camilo è il cantautore popolare nicaraguese Carlos Mejía Godoy. Camilo divenne residente permanente negli Stati Uniti dopo poco tempo dal nostro arrivo qui, quando aveva 19 anni. Attualmente ne ha 28.

Perché avete deciso di lasciare il Nicaragua e come siete arrivati negli USA?

* In Nicaragua abbiamo vissuto una guerra dura, durissima. Dopo sono sopraggiunti i sentimenti di sconfitta e di delusione; non verso la rivoluzione, bensì nei riguardi di alcuni dirigenti Sandinisti. Carlos ed io eravamo molto impegnati nella Rivoluzione e per questo motivo mio figlio si chiama Camilo, per il sacerdote Camilo Torres, ed Ernesto, per il Che. Dopo la sconfitta elettorale siamo usciti dal Nicaragua ed abbiamo vissuto tre anni in Costa Rica, ma i miei figli erano molto piccoli e non si adattavano. Alla fine ho deciso di venire in questo paese poiché qui viveva mia madre che è cittadina statunitense. Una volta qui mi svincolai dalle attività politiche e mi dedicai a sopravvivere ed a lavorare senza sosta per tirare avanti coi miei figli.

Come si arruola Camilo nell'esercito?

* Ebbene, ciò avvenne in una tappa molto complessa delle nostre vite. Da quando siamo arrivati come immigrati i miei figli ed io abbiamo dovuto svolgere i lavori peggio pagati. Io ero cassiera di un supermercato e la nostra situazione economica era molto difficile. La prospettiva di pagare studi universitari ai miei figli era un lusso quasi impossibile. Fu in quel preciso momento che apparve il reclutatore, nella scuola superiore dove Camilo frequentava il suo ultimo anno. Il reclutatore gli parlò dell'orgoglio che rappresenta servire questa nazione, essere parte dell'esercito meglio preparato, poter stare fra gli uomini migliori e cose di questo tipo. Inoltre gli offrivano tra i 30.000 ed i 40.000 dollari per i suoi studi universitari. Mio figlio era molto giovane ed attraversava un momento molto difficile; da una parte la nostra situazione di ristrettezza economica, dall¹altra lui, disturbato dal fatto che stavamo andando di paese in paese. Quando alla fine siamo giunti qui aveva bisogno di un sentimento di appartenenza, di stabilità e questa situazione fu usata molto bene dal reclutatore.

Lei era d¹accordo che Camilo si unisse all'esercito?

* No. Quel giorno quando Camilo arrivò a casa lo pregai, lo supplicai che non lo facesse, ma non riuscii a persuaderlo. Egli credette di più al reclutatore. Quello fu uno dei giorni più tristi della mia vita. Mio figlio aveva un'età in cui i giovani vogliono cercare la propria strada ed indipendenza ed egli decise di seguire la sua idea contro la mia volontà. Camilo firmò un contratto per tre anni, ma la verità è che sono obbligati a servire per otto anni in qualunque momento, anche fuori dal paese. In quel periodo molta gente mi chiedeva perché non volevo che egli si unisse all'esercito, dato che eravamo in tempo di pace e non c'era più l¹Unione Sovietica, ma io sapevo che questa è una nazione imperialista, con un curriculum storico ed un'agenda di guerre espansioniste. Una nazione che vuole possedere il pianeta e le sue guerre sono sempre state all¹estero, là i suoi interventi: America Latina, Asia, Africa e Medio Oriente.

Che cosa fa Camilo quando termina il servizio attivo?

* Una volta terminati i tre anni ottenne un bonus, grazie ai suoi eccellenti risultati accademici, all'Università di Miami. Allora l'esercito gli disse che non gli avrebbero dato denaro per un'università privata, ma doveva essere pubblica. Tuttavia Camilo riuscì ad entrare grazie ai suoi voti ed a prestiti che ottenne senza l'aiuto dell'esercito. A quell¹epoca decise di entrare nel corpo dei riservisti della Guardia Nazionale, per portare a termine i suoi otto anni di contratto. Voleva utilizzare la sua esperienza di soldato rendendosi utile, aiutando la gente in disastri naturali ed emergenze domestiche.

Quando si rende conto Camilo che lo manderanno in guerra?

* Nell¹agosto 2002 Camilo scopre dai suoi superiori la possibilità di una guerra. Me lo menzionò soltanto ed io cominciai ad investigare per conto mio. I mezzi d¹informazione non dicevano nulla, ma poco dopo diventò chiaro che l'obiettivo sarebbe stato l'Iraq. Il 5 luglio 2003 Colin Powell presentò un rapporto all'ONU sulle armi di distruzione di massa, che secondo lui possedeva l'Iraq. Un rapporto basato su menzogne, perché le armi chimiche che una volta ebbe Saddam gliele vendette quello stesso mucchio di delinquenti, incominciando da Donald Rumsfeld (Segretario alla Difesa). Quello stesso mucchio di delinquenti che appoggiano dittature come quella del Pakistan e dell¹Arabia Saudita. Ogni volta che vedo tutto questo mi assale un sentimento di rabbia e d¹impotenza. A soli tre mesi dalla scadenza del contratto di otto anni, Camilo si rende conto che la sua unità partirà per il Medio Oriente. Camilo stava scoprendo la verità sugli sporchi interessi dietro la guerra, tuttavia aveva in corso una lite presso la Corte per la custodia della sua figlioletta e si sentiva impaurito all¹idea di dovere abbandonare il paese e di poter perdere sua figlia nel caso di rifiuto a presentarsi. Ma Camilo si fidava ancora dell'esercito. Era sicuro che, terminando il contratto, l¹avrebbero congedato poiché, secondo i regolamenti, nessun residente può permanere più di 8 anni nell'esercito. Camilo era ancora residente, dal momento che non aveva mai richiesto la cittadinanza statunitense.

Che cosa successe allora? Vi siete fidati ciecamente di ciò che diceva il regolamento dell'esercito?

* Io no. Cominciai a spedire lettere a vari senatori, perfino allo stesso presidente Bush, spiegando che era ingiusto mandare in guerra un giovane padre quando il suo contratto stava terminando. Dall'ufficio del presidente Bush ricevetti una lettera il cui testo non aveva assolutamente nulla a che vedere con la mia petizione; da un senatore ricevetti la risposta che doveva essere mio figlio stesso ad inoltrare la petizione ed immediatamente partii alla volta della base per parlare con Camilo. Ma era già troppo tardi. Lui aveva consultato un gruppo di avvocati dell'esercito, i quali gli avevano detto che doveva partire. In quelle condizioni partì per la Giordania ed in aprile entrò in Iraq.

Com¹era la situazione di Camilo in Iraq?

* Ebbene, non ricevevamo quasi nessuna informazione ufficiale. È per questa ragione che con un gruppo di madri e famigliari abbiamo cominciato a creare una rete in cui condividere quella poca informazione che ci giungeva. Condividevamo lettere, tutto, e così ci rendevamo conto che in Iraq stavano pattugliando senza giubbotti antiproiettile, scarsa acqua potabile e munizioni insufficienti. Incominciammo a scrivere lettere ai generali, denunciando le cattive condizioni in cui versavano. Le autorità militari rispondevano sempre alle nostre lettere in modo evasivo, ci scrivevano "complimenti per il vostro patriottismo" e cose del genere. A questo punto cominciammo a protestare insieme ad altre madri, chiedendo il rientro delle truppe dall'Iraq e poco a poco abbiamo iniziato ad attrarre l'attenzione della stampa, ma ogni volta che ci facevano un'intervista pubblicavano il contenuto tagliando le nostre opinioni politiche. Ci facevano apparire come delle madri che piangono e sentono la mancanza dei loro figli.

Che cosa successe quando giunse a scadenza il contratto di Camilo?

* Nel maggio 2003 il suo contratto scadette ed immediatamente egli esigette il suo rientro. La risposta dei generali fu che in una situazione di guerra il suo contratto veniva automaticamente esteso, anche contro la sua volontà; noi tuttavia sapevamo che quella condizione si applica solo ai cittadini statunitensi e non ai residenti. Camilo allora chiese di rientrare per rinnovare il permesso di residenza che stava per scadere e per seguire il giudizio relativo alla custodia di sua figlia. Alla fine, data la sua insistenza, gli concedettero un permesso di due settimane. Il primo ottobre Camilo ritorna. A quell¹epoca io ero già organizzata insieme ad altre madri e coinvolta in pieno nel movimento contro la guerra.

Quando e come Camilo decide di non ritornare in Iraq?

* All¹inizio Camilo cercò di farlo per via legale. Richiese al dipartimento legale dell'esercito copia dei regolamenti per i residenti che vi prestano servizio. L'esercito cominciò a menarla per le lunghe, aspettando che gli scadesse il permesso. Quando mancavano armai pochi giorni a tale scadenza, Camilo ricevette una copia, inviata in forma anonima, del testo con i regolamenti vigenti nell'esercito. Vi verificammo che non c'era effettivamente ragione legale alcuna che l'obbligasse a ritornare. Immediatamente Camilo inviò una e-mail al suo comandante, citandogli testualmente il paragrafo che lo esentava dal continuare il servizio attivo; la risposta del comandante fu una sfilza d¹insulti, dandogli del codardo ed ordinandogli di tornare. Allora Camilo scrisse all¹immediato superiore, un colonnello a Baghdad, spiegandogli la situazione. Il colonnello rispose chiedendogli tre giorni per investigare il suo caso. Tre giorni dopo la risposta fu che non trovava i regolamenti e che pertanto era meglio tornasse in Iraq, dove avrebbero rivisto il suo caso. Fu a quel punto che Camilo rifiutò di tornare.

Quando si consegna Camilo alle autorità militari?

* Prima andammo a New York per contattare alcuni avvocati. Camilo era clandestino ed avevamo bisogno di protezione ed aiuto e la rete contro la guerra ce l'offrì. L'organizzazione ci diede tutto il supporto di cui avevamo bisogno e in quel periodo Camilo crebbe e rafforzò la sua coscienza; si rese conto che ci sono migliaia e milioni di persone che come lui si oppongono alla guerra. Camilo venne intervistato nel famoso programma "60 Minuti" dove fu visto da più di 27 milioni di persone e dove denunciò la guerra e dichiarò pubblicamente che non sarebbe tornato perché è una guerra immorale, illegale, basata su menzogne, motivata dal petrolio, in cui i soldati sono usati come carne da cannone ed in cui si commettono crimini di guerra e si violano i diritti umani della popolazione civile e dei prigionieri. Venne anche intervistato da Michael Moore.
Tra le organizzazioni che ci aiutarono in tutto quel periodo vi furono ³Citizens Soldiers² e ³Abbazia per la Pace di Massachussets². In quei giorni Camilo ebbe la possibilità di andarsene in Canada, ma decise di rimanere, dal momento che non aveva commesso alcun delitto e che inoltre aveva sua figlia qui. Dopo una preparazione legale di cinque mesi Camilo scrisse la sua dichiarazione di obiezione di coscienza e si presentò all'esercito armato di tutte le ragioni legali oltre che morali. Era il 15 marzo. Quel giorno tutti quanti siamo partiti per stare con lui, vennero perfino famigliari dal Nicaragua, inoltre c'erano centinaia di persone e giornalisti. Compreso un soldato che si era trovato agli ordini di Camilo in guerra, che dichiarò lì davanti ai mezzi d¹informazione: "Camilo è stato il capo migliore, il più umano e tornerei a mettere la mia vita nelle sue mani."

E Camilo ebbe un giusto giudizio?

* No. Si giudica Camilo per non essere tornato in guerra calpestando le sue dichiarazioni di obiezione di coscienza. Ha avuto vari avvocati che l'hanno aiutato volontariamente. Anche il Dr.Ramsey Clark, ex-magistrato generale degli Stati Uniti, ha partecipato al suo gruppo di difensori. Tuttavia il giudice, ignorando tutte le prove, ha dichiarato che Camilo è colpevole di diserzione. Ancora ricordo chiaramente tutte le parole che Camilo pronunciò quel giorno, ³Qui io non sono l'unico giudicato. Siete voi, siamo noi, è il Nordamerica che viene giudicata per questa guerra ed il mondo ci sta osservando² Š ³Io oggi sto difendendo qui la mia leadership con i miei soldati, sono qui per il popolo iracheno e non mi pento di ciò che ho fatto² ... ³Voi avete il potere di condannarmi e darmi la massima pena e ciò mi addolora perché ho una figlia, ma io ho un potere più grande che è la mia coscienza e dietro quelle sbarre io sono un uomo libero!² Il giudice condannò mio figlio ad un anno per diserzione e gli toglieranno i gradi per "cattiva condotta." Una condanna ingiusta, perfino Amnesty International ha dichiarato Camilo prigioniero di coscienza.

Qualcos¹altro da aggiungere?

* È importante che il mondo sappia che ci sono migliaia di soldati, giovani che stanno resistendo alla guerra. Mio figlio fu il primo a denunciarlo pubblicamente, ma ci sono molti che stanno fuggendo verso altri paesi ed all¹interno degli stessi Stati Uniti molti vivono nascosti, nell'ombra, scappando per non partire. Vi è inoltre un movimento di veterani dell'Iraq contro la guerra, insieme ai veterani del Vietnam, che si sta organizzando, e vi sono centinaia di giovani che stanno applicando l'obiezione di coscienza.

Quando Camilo uscirà, lei avrà concluso la sua lotta?

* No. Continuerò ad essere attiva nel movimento contro la guerra. Nonostante il dolore, ringrazio la guerra che mi ha spolverato la coscienza e la memoria e per questo proseguirò.


Traduzione dallo spagnolo a cura del Ccdp

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:: Articolo n. 8808 postato il 12-jan-2005 16:04 ECT

:: L'indirizzo originale di quest'articolo è :
   www.resistenze.org/sito/te/po/us/pous5a01.htm

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